Fanfic su attori > Coppia Hemsworth/Hiddleston
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Autore: rainicornsan    14/10/2014    0 recensioni
Tom si é diplomato brillantemente a Hogwarts e ora ha un lavoro che non gli piace; ma tutto sommato la sua vita é bella e vale la pena di essere vissuta.
A suo parere, non più. Non da quando ha baciato Chris ed é stato respinto poco dopo.
Non da quando Chris é ancora a scuola e ha davanti ancora due anni.
E nonostante questo, sa che purtroppo non lo rivedrà mai più. Non ne avrebbe il coraggio.
Oppure sì?
[hiddlesworth, hogwarts!verse]
|seguita da 1|preferita da 4|
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso un sacchissimo di piangenti unicorni per il VERGOGNOSO ritardo di un mese.
Davvero, non ho parole.
Spero che comunque qualche buona anima abbia il desiderio di lasciarmi una recensione :c
Giuro che passerà molto meno tempo fra questo e il prossimo aggiornamento, che penso sarà l'ultimo.
Ora che ho iniziato a praticare boxe, mi prenderei a pugni da sola.
Visto che piagnucolare –purtroppo- non serve a niente, vi auguro buona lettura!
Un bacione e un ringraziamento alle anime gentili che hanno recensito/preferito/seguito/preso in qualunque modo in considerazione la mia fanfiction!
Enjoy c: 



-Odore di fragole-

seconda parte




 
Hogsmeade.
Sempre di una bellezza confortevole e tranquilla, come quando ci andava con Chris.

Tom storce il naso in disapprovazione, mascherandolo con il fastidio per un fiocco di neve posatovisi sopra.

Davvero, si odia così tanto. Perché deve essere così dannatamente difficile?
Un anno. Un anno e mezzo, e ancora non è successo il miracolo dell’oblio.

Non sulla sua mente, almeno.

Dopo un attimo di indecisione, si costringe ad incamminarsi verso i Manici di Scope e Madama Rosmerta.

Quando la vede volteggiare fra i tavoli con quella sua eleganza innata e senza tempo, si sente un po’ di più a casa.
Di certo non era più una ragazzina, ma continuava ad incantare tutti gli studenti con la sua grazia, come ai tempi del grande Harry Potter.

Tom entra nel locale con un gran sorriso.
Gli era sempre stata simpatica.

Si siede ad un tavolo, e “Oh, Tom! Thomas Hiddleston!”.

I suoi riccioli biondi splendono ancora. Sembrano sottolineare il suo tono gioioso.

“Ma’ame” sorride.

Cara, dolce Rosmerta. Aveva avuto un’imbarazzante e intensissima cotta per lei, anni addietro.

Ovviamente, prima di Ch-

Rosmerta torna al suo tavolo con una bevanda che non ricorda di avere ordinato.
Succede così spesso, negli ultimi tempi. Parla senza pensare.

“Allora, come va?”.

Da schifo.                      
Davvero, fa tutto schifo.

Il mio lavoro non mi piace un granché, sono innamorato e probabilmente ricambiato anche se non con la stessa intensità che servirebbe per accettare qualcuno del proprio sesso e come se non bastasse senza di lui tutto sembra senza colori.

Il Natale è stato orribile.

Lo sai che lui mi regalava un sacco di cose?
La mattina mi alzavo, entravo nella mia Sala Comune, e…

Beh, ecco questa scatola bellissima, impacchettata con i miei colori preferiti.


Tutti gli anni era così; piena di cose che amavo mangiare, di libri che sapeva mi sarebbe piaciuto leggere e di aggeggini colorati e strani, con incanti che adoravo.

Amavo il Natale perché aprendo il suo regalo mi sentivo avvolto da una bolla di calore, e lì capivo il vero spirito della festa.

Quest’anno mi è stata unicamente recapitata una lettera di auguri. Scritta da sua madre Leonie.

E ha fatto davvero male.

Sai, sono nato in una famiglia parzialmente Babbana, e quindi ascolto anche cantanti privi di poteri.

Ce n’è una, Mariah Carey, che ha creato una canzone bellissima; si chiama ‘All I want for Christmas is you’.

Quando l’avevo ascoltata, svariati anni prima, non ne avevo compreso il significato.

E poi, tutto d’un tratto, era diventata la canzone della mia solitudine.

A Natale, Chris tornava a casa. Io preferivo di no.

Sì, mi piacevano un sacco i suoi regali, ma tutto quello che volevo e voglio ancora è trovare lui, sotto l’albero. Metaforicamente, s’intende, ma mica così tanto poi.
Se me lo trovassi sotto l’albero sarei felicissimo.

Dopo il primo anno che l’avevo conosciuto, ho iniziato a pensare al suo regalo a novembre.

La prima volta ero andato nel panico, senza trovare alcun oggetto che mi comunicasse che sì, l’avrei reso felice, così tanto da vedergli gli occhi brill-


  “Tom!”.

E pensa senza parlare.

“Benissimo, scusa.”.

Se tagliarsi è un segno di sofferenza minore, allora desiderare il suicidio è maggiore?
Certo che lo é. Lo dice pure una ricerca scientifica.

“Mh.”.

Non la convince, e si vede davvero benissimo.

Sta per aprire la bocca per dire qualcosa, quando lei fa un gesto veloce della mano, come a dire che non importa.

"Cosa ti porta qui?".

“Alcuni studenti hanno distrutto le bacchette di metà dei professori.
Sono venuto qua per rimpiazzarle. Beh, le pagheranno i colpevoli e le loro famiglie, ovviamente.
Ma io ero così vandalo?”. Sbuffa una risata.

“No, sicuramente.
Certo, è un peccato che tu sia così impegnato.
Oggi è proprio la Vigilia.”.

“Non ti preoccupare, sarò a casa entro poche ore.”.

Tom finisce la Burrobirra senza guardarla davvero, gli occhi puntati in quelli della donna seduta davanti a lui.

Nota che ha ancora l’aria preoccupata.

“Se hai bisogno di parlare… Sono sempre qui, lo sai.”.

Tom rotea gli occhi: “STO BENE. Ti auguro un Felice Natale!”.

“Anche io, caro!”.
 
*
 
“Ah, signor Hiddleston!” la McGranitt lo accoglie con un sorriso cordialmente forzato.

Non sembra molto contenta che sia riuscito a trovare del tempo libero proprio il ventiquattro dicembre, ma Tom immagina benissimo quanto persa possa sentirsi senza bacchetta.

“Salve, professoressa.
Mi scuso per essere venuto proprio la vigilia di Natale.".

“Grazie a te per aver trovato il tempo ora.”.

“Allora… Se vuole cominciare.”.

“Mi ricordo come si fa. Dove sono le bacchette?”.
 
*
 
Due ore dopo, tutti gli insegnanti erano passati da lui.

Tom esce stancamente dalla stanza attigua alla Sala Grande.

Adoravo le cene di Natale ad Hogwarts, pensa mentre apre il portone sotto gli sguardi curiosi dei pochi studenti rimasti.

Gli piaceva perché, anche se… Insomma. Anche se non ha pregiudizi, non gli era mai dispiaciuto che tutti i Serpeverde tornassero a casa dalle loro ricche famiglie snob. Chris non c’era mai, ma qualche suo amico restava.

Chris era rimasto solo una volta. Erano state delle vacanze bellissime.

Mentre pensa si gira per uscire dalla Sala Grande, ma incontra due occhi chiari, che conosce molto bene.

Trattiene per un attimo il respiro, spalancando i suoi.

E poi il tonfo della porta lo riporta alla realtà.
Casa, giusto. Deve andarsene, e in fretta, anche.

Quasi scappa via.
 
*
 
“Non c’è tempo!
Per favore, Emma, corri al supermercato qui dietro a prendere una busta di zucchero a velo!”.

“Ma non ci sono negozi qui. Mamma, non abitiamo a Diagon Alley.”.

“Il negozio babbano, per l’amor di Dio!”.

Nessuno si ricordava mai che la –ex, ormai, da un bel pezzo- Mrs. Hiddleston era una Nata Babbana.

“Farà un disastro, me lo sento.- sospira a Tom, affranta –Si dimenticherà di pagare, investirà una vecchietta con il carrello e mi porterà un casco di banane.
Avrei dovuto andarci io, ma non posso.
Ho nel forno l’arrosto e Leonie, Craig e gli altri invitati arriveranno entro un’ora e mezza.”.

A Tom va quasi di traverso il succo di zucca che sta bevendo per colazione:
“COSA? HAI INVITATO CHRIS E LA SUA FAMIGLIA A NATALE?!”.

“Certo, amore.
Oh, so che ti dispiacerà, ma Chris è rimasto a scuola.
Inconsueto, considerando che non vi vedete da così tanto.”.

Tom rilascia un respiro profondo sotto lo sguardo preoccupato di sua madre.

E in quel momento, qualcuno suona al campanello.

Quasi ossessionatamente, un sacco di volte di fila.

Potrebbe essere chiunque, ma Tom conosce benissimo il mago che suona i campanelli così, che da quando gli aveva spiegato per la prima volta come era civile e babbano fare (“Altrimenti la gente muore dallo spavento, Chris. Dannazione!”) non ne aveva voluto sapere di imparare (“Ma Tom, ha un bel suono. Non capisco come mai dovrebbero spaventarsi!”).

Tom congela sul posto, perché é così impegnato a cercare di impedirsi di pensare a quanto ami Chris e a quanto voglia rivederlo in quel momento, anche se sarebbe la cosa più imbarazzante del mondo, perché é troppo impegnato a sentirsi il cervello andare in pappa, e sua madre corre ad aprire, lanciandogli un’occhiata fulminante, perché cavolo, Tom, le buone maniere!.
 
 


 
   
 
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