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Autore: ellin    14/10/2014    1 recensioni
-Dal prologo.
Tutti vorrebbero poter dire che quello era un mondo normale ma, sfortunatamente, non lo era affatto.
Generazioni di maghi e semidei si erano uniti tra loro, e adesso tutto era così surreale da far paura.
Paura a tutti tranne che ad una persona.
Sempre lui, il presidente, il quale approfittava di questa stranezza, promuovendo i suoi giochi della fame e spolverando via migliaia di vite.
Felici ottantasettesimi Hunger Games e possa la fortuna essere sempre a vostro favore.
- Hunger games, Harry Potter, Shadowhunters, Percy Jackson e gli dei dell'olimpo.
- Everlark/Peenis, Dramione, Clace e Percabeth.
SOSPESA PER PROBLEMI SCOLASTICI
Spero di tornare presto, mi dispiace!
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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* Salve, mi chiamo Eleonora e prima di introdurre la storia dovrei precisare una cosa importante.
Questa fanfiction l'avevo pubblicata già circa un anno fa, non so poi per quale motivo non sono più riuscita ad entrare nel mio account e quando l'ho fatto (finalmente) la storia non c'era più, quindi se vi sembra familiare significa che l'avevate già letta. NON E' UNA 'COPIA'. 
Per i nuovi arrivati non ho molto da dire, ho aggiunto come avvertenza spoiler ma non ce ne sono troppi e soprattutto non sono troppo "importanti".
E' una crossover (capitan ovvio) e ci sono dei personaggi di Hunger Games, Harry Potter, Percy Jackson e Shadowhunters.
No, non ho intenzione di aggiungere Divergent, l'avevo fatto ma è venuto fuori uno schifo AHAHAHA

Mi sto dilungando, chiedo perdono! Buona lettura.

 


momento di gloria per il banner




 

May the odds be ever in you favour.

 


In un nuovo mondo, con nuove stupidissime regole, solo una cosa mancava.
Quella cosa, già da venti anni si faceva largo tra gli strani e ambiziosi pensieri del presidente Snow.
Ovviamente però mancava un pretesto. Un buon pretesto.
Quest'ultimo, con tutta la gioia del presidente, non tardò ad arrivare.
Chi mai avrebbe pianificato una ribellione? Il presidente già se l'aspettava.
Forse quella era stata la goccia che fece traboccare il vaso.
Erano ormai passati anni da quando il Distretto 13 decise di attaccare la Capitale.
La cosa che più scocciava a Snow e a tutta Capito City fu il fatto che anche gli altri Distretti corsero in aiuto. 
Ben altro sarebbe riuscito ad abbattere Panem. Così dal giorno della rivolta furono inventati gli Hunger Games. 
Che idea meravigliosa, vero Snow?
Tutti vorrebbero poter dire che quello era un mondo normale ma, sfortunatamente, non lo era affatto. Generazioni di maghi e semidei si erano uniti tra loro, e adesso tutto era così surreale da far paura.
Paura a tutti tranne che ad una persona. Sempre lui, il presidente, il quale approfittava di questa stranezza, promuovendo i suoi giochi della fame e spolverando via migliaia di vite.

Felici ottantasettesimi Hunger Games e possa la fortuna essere sempre a vostro favore.

**

Tutti i ragazzi dai 12 ai 18 anni sono obbligati a partecipare ai 'giochi' nel caso in cui il loro nome venga estratto. Un maschio e una femmina, per ogni Distretto.
Ora, se fossero stati ragazzi normali, la cosa sarebbe stata ancora più raccapricciante ma, grazie agli Dei, non è così.
Non esistono più persone normali, esistono Dei e semidei. Tutti i ragazzi che parteciperanno agli Hunger Games sono figli di un Dio e di un Semidio.
Non è finità qui.
Dagli 11 ai 17 anni tutti i ragazzi sono tenuti a frequentare le scuole di magia e di stregoneria di Hogwarts, Durmstrang e Beauxbatons.
Strano eh? Piuttosto all'ordine del giorno per Panem e i suoi cittadini.

 

Distretto 2.

Come ogni singolo anno, la piazza davanti al Palazzo di Giustizia era piena di ragazzini che tremavano per l'agitazione.
Tutti troppo impegnati a vantarsi delle loro nuove armi, per rendersi conto di star andando in contro alla morte.
Un colpetto al microfono fece girare le teste dei presenti. In mezzo al palco, i capelli neri e unti, lo sguardo affilato e il mantello nero, il solito Severus Piton cercava di richiamare l'attenzione dei cittadini.
Si schiarì la voce e senza tante premesse, lasciò che il video mandato da Capitol City parlasse al posto suo. Appena questo finì, a passi lunghi, raggiunse la boccia contenente i nomi dei ragazzi del Distretto 2.
Era tradizione del distretto estrarre prima i maschi. Senza aspettare un secondo di più, pescò il primo bigliettino che gli capitò tra le mani.
“Maxwell Joseph Lightwood, Gryffindor, figlio di Poseidone”.
Non fece in tempo a finire la frase che una, due e poi tre mani si alzarono. Un ragazzo biondo si fece avanti per poi essere chiamato a salire sul palco. Finalmente dopo anni era il suo turno, si sentiva pronto, aveva già la vittoria in pungo. 
Piton gli porse il microfono.
“Jace Herondale, Ravenclaw, figlio di Ade”
Un boato salì dalla folla, seguito da un applauso infinito. Il ragazzo tirò fuori dalla tasca la bacchetta, porgendola all'altro mago. 
Poi, silenziosamente si fece da parte, aspettando che venisse estratto il tributo femmina.
Poco dopo, Severus stava già lisciando tra le mani il foglietto.
“Emma Cartairs, Slytherin, figlia di Hermes”
Di nuovo altre mani si alzarono, offrendosi di 'morire'.
In quel momento, Clary non capì bene cosa stava succedendo e cosa lei stessa stesse facendo. Aveva visto Jace salire sul palco come volontario. Aveva sentito il cuore sprofondarle, non ci aveva visto più niente e automaticamente, come altre ragazze, si era offerta.
Cosa avrebbe pensato sua madre, vedendola buttar via la sua vita per un ragazzo? Oh di sicuro niente di troppo negativo, a differenza di Artemide. Proprio lei, che aveva giurato di non cadere mai in quella trappola.
Gli occhi del mago trovarono i suoi e la invitarono a salire sul palco. Da vicino, pensò lei, era ancora più orribile.
Prese il microfono con mani tremanti.
“Clarissa Morgenstern, Hufflepluff, Cacciatrice di Artemide”Disse.
Consegnò la bacchetta e si avvicinò a Jace. Anche stavolta seguì un applauso, seguito da acclamazioni e urla.
Poi li scortarono dentro il Palazzo e Calry lasciò che la paura prendesse il posto dell'eccitazione.


Distretto 4.

Una donna dal corpo abbastanza robusto e rosa zampettò per tutto il palco di pietra, alla ricerca del microfono. Quando finalmente lo trovò, emise un leggero 'Ehm Ehm' per schiarirsi la voce dal tono infantile. Ogni anno era sempre la solita storia.
Stranamente quell'anno nessuno sembrava in vena di alzare la mano e dire il proprio nome. Brutto segno.
Come di consueto mostrarono il solito vecchio video che presentava i Giochi. Appena questo finì, la donna era già con la mano sprofondata nella boccia carica di bigliettini.
Ognuno di quei biglietti era un vincitore o un perdente.
Tirò fuori la mano paffuta e lisciò il foglietto.
“Annabeth Chase, figlia di Atena, Ravenclaw”.
Un silenzio tombale scese nella piccola piazza del Distretto 4. Una ragazza dai lunghi capelli biondi si fece largo tra la gente. Solo dopo qualche passo Annabeth si rese conto di stare tremando. Conficcò le unghie sui palmi delle mani e avanzò a testa alta verso il palco.
Perché nessuno si offriva volontario? Ogni anno ce ne erano a bizzeffe nel distretto 4.
Estrasse la bacchetta dalla tasca dell'impermeabile azzurro e la consegnò alla Signora Umbridge.
Quest'ultima, senza un minimo di interesse per la ragazza, le strappò di mano la bacchetta e si diresse a passo spedito verso il contenitore con i nomi maschili.
Il primo biglietto che le capitò tra le mani segnò il futuro del secondo tributo.
“Perseus Jackson, figlio di Poseidone, Hufflepluff”
Un lieve gemito, un'imprecazione soffocata.
La figura esile di un ragazzo di appena 16 anni venne spintonata dagli altri fino al palco. Prese un profondo respiro e salì i gradini, accostandosi all'altro tributo.
In parte però, era contento di andare nel'arena con Annabeth, era la sua unica vera amica. Avrebbe dato tutto pur di salvarla.
Gli occhi grigi di lei incontrarono quelli verdi di lui, e poté benissimo leggerci dentro il terrore che lo faceva a malapena respirare.
Senza neanche pensarci Percy consegnò la bacchetta alla Umbridge
Il battito del suo cuore si confondeva tra gli applausi della folla.
Era tutto finito.

 

Distretto 8.

Il signor Horace Lumacorno adorava i giovani, erano la sua passione. Non per altro insegnava alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Un uomo così buono, non si sarebbe mai immaginato di dover estrarre i nomi che avrebbero portato dei ragazzi alla morte. Mai.
Non appena il video sulla rivolta del Distretto 13 finì, Lumacorno attraversò l'enorme palco di legno per raggiungere le casse con i foglietti.
Quei maledettissimi foglietti.
“Come di consueto, prima la signore” Borbottò a denti stretti.
Mescolò con la mano tra i nomi delle povere ragazze che sarebbero dovute andare a combattere per la propria vita. Ne tirò fuori uno un po' accartocciato.
Lo lisciò sul palmo della mano e un accenno di sorriso gli incurvò le labbra.
“Hermione Granger, figlia di Era, Gryffindor”.
Non c'era assolutamente motivo di essere felici, però in parte Lumacorno lo era. Hermione Granger era la studentessa più brillante della sua età, e non avrebbe avuto problemi. Così credeva almeno.
Una testa arruffata di capelli castani si fece spazio tra i ragazzi e raggiunse titubante il palco. L'espressione immensamente dura, ma gli occhi lucidi, colmi di lacrime, riuscivano ad azzerare la forza che cercava di emanare la ragazza.
Consegnò la bacchetta a Lumacorno e respirò a pieni polmoni.
Hermione, non piangere.
L'uomo panciuto si trasportò dall'altra parte del palco, e in una frazione di secondo scelse un foglietto.
“Draco Malfoy, figlio di Zeus, Slytherin”
Il ragazzo sobbalzò non appena sentì il suo nome.
Di immortales!” Esclamò.
Con passo strascicato raggiunse il palco.
Hermione non capiva bene come potesse riuscirci, ma dall'espressione del ragazzo non si intravedeva nessun emozione. Sembrava un blocco di ghiaccio. In cuor suo, Hermione, sapeva qualche sarebbe stata la prima vittima di Malfoy.
Un brivido la scosse e una lacrima le rigò una guancia.
Non ce l'avrebbe fatta.

 

Distretto 12.

Stava ripensando alla proposta che il suo migliore amico Gale le aveva fatto quella stessa mattina.
Solo la puntura di un non so quale aggeggio di Capitol City la riportò alla realtà. Seguì con lo sguardo Prim, che stava prendendo posto tra le ragazzine della sua età. Una donna dall'aspetto alquanto bizzarro, stava dando ordini a destra e a manca rivolgendosi alle telecamere.
La pelle non era di un rosa normale, bensì di uno strano rosa antico un po' sbiadito. Le labbra erano tinte da un rossetto fuxia, che riprendevano il colore dalla parrucca che al momento pendeva leggermente verso sinistra.
Quando era ormai sicura che tutte le telecamere la stessero inquadrando, si avvicinò al microfono. 
Due colpetti.
“Benvenuti, benvenuti...” E seguì con un lungo discorso di presentazione che ormai sapeva di muffa.
Nel Distretto 12 tutto era povero, a partire da chi vi abitava fino ad ogni cosa che ne faceva un distretto: case, negozi, campi. Un lontano colpo di fucile segnò la fine del video che documentava la ribellione del Distretto 13.
“Ed ora i nostri tributi!” Squittì Effie Trincket.
Si avvicino a piccoli passi verso la boccia di vetro e prese uno dei biglietti. Lo aprì come se niente fosse e pronunciò il nome della sfortunata ragazza.
Non era lei.
Era Primrose Everdeen, figlia di Apollo, nuovissima Ravenclaw.
Avrebbe potuto urlare, piangere o addirittura strozzare qualcuno, ma in quel momento le pareva che tutti i muscoli si fossero volatilizzati, e si sentì solo un mucchietto di ossa.
Una minuscola ragazzina, tutta pelle e ossa, di dodici anni appena, passò attraverso la folla. Le manine corsero a rimettere apposto il pezzo di camicia che usciva fuori dalla gonna.
Tieni dentro la coda, paperella.
Poi successe tutto d'un tratto.
“Mi offro volontaria come tributo!” Urlò con tutta la voce che aveva, facendosi spazio a gomitate tra il gruppo di Pacificatori che cercavano di bloccarla.
Sul viso di Prim si formò un'espressione alquanto impaurita. Con passi lunghi Katniss salì sul palco e fece scendere la bambina che urlava tra le braccia di Gale.
Almeno lei, in quel momento, era sana e salva.
“Oh.. Come ti chiami cara?” Chiese titubante Effie.
“Katniss. Katniss Everdeen, figlia di Apollo, Gryffindor..” Sussurrò lei.
Fece una strana battuta, che Katniss non si diede manco la pena di ascoltare, a cui nessuno rise. Le consegnò la bacchetta con mano tremante.
“Mh, bene un applauso per la nostra coraggiosa Katniss Everdeen!”
Nessun applauso mosse l'aria, solo migliaia di braccia che si alzavano, puntando le tre dita centrali della mano al cielo. Un segno di riconoscenza.
Quando tutti riabbassarono le mani, Effie era già andata a prendere il foglietto che al momento stava stringendo tra le mani.
Lo lisciò e lesse “Peeta Mellark, figlio di Hermes, Tassorosso”.
Un ragazzo muscoloso, non troppo alto si avvicinò al palco. L'espressione sul suo viso tradiva perfettamente il dolore nei suoi occhi.

Velocemente tirò fuori dalla tasca la bacchetta e la diede ad Effie.
Nessuno stavolta si era offerto per lui, eppure Katniss era sicura che avesse altri due fratelli.
Si strinsero la mano e in un batter d'occhio si ritrovarono dentro un edificio. Katniss conosceva Peeta, era grazie a lui se in quel momento era lì. Lei odiava essere in debito con le persone.

Ventiquattro persone, Gale, e solo una torna a casa.

**
 











 

 

 

I miei banner fanno altamente cagare ma passiamo oltre HAHAHAH

Spero che come prologo vi sia piaciuto, non è particolarmente lungo perché è solo per darvi un'idea. SE per ora non vi ispira più di tanto, vi chiedo seriamente di aspettare almeno fino al secondo capitolo, senza passare a conclusioni affrettate :)
Se ci sono errori/orrori grammaticali, mi scuso qui, ora, subito, immediatamente, l'ho letto e riletto tante volte e se ne ho trascurati alcuni, beh scusatemi AHHAHA
Un bacio enorme, Eleonora :)

*Una recensione non mi farebbe schifo, ci vediamo tra qualche giorno*
 

 

  
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