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Autore: KillingFrost    14/10/2014    4 recensioni
Non era possibile.
Gray non poteva credere di stare davvero cercando Erza per avere un consiglio sentimentale.
Al punto cui era arrivato, però, quella pareva l’unica soluzione possibile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ei minna! Ciao a tutti, questa non è solo la mia prima One Shot in questo sito, ma più o meno la mia prima composizone in assoluto, perciò se vi va di prendervi qualche momento per leggerla ne sarei molto felice! per qualsiasi cosa, lasciate un commento, le critiche sono davvero ben accette:) vi avviso in anticipo del romanticismo un po mieloso che vi aspetta ma... buona lettura e grazie tante!
-Frost-



DI SALE E DI TEMPESTE
 
Non era possibile.
Gray non poteva credere di stare davvero cercando Erza per avere un consiglio sentimentale.
Al punto cui era arrivato, però, quella pareva l’unica soluzione possibile. Aveva messo in pratica tutte le possibili alternative, ma le conclusioni erano state infruttuose:
-Lucy lo aveva gettato fuori dalla finestra del suo appartamento aiutata da Loki, lo spirito stellare del Leone, che non sopportava si offendessero le ragazze;
-Mirajane aveva richiamato il Satan Soul subito dopo averlo ascoltato, e Gray era riuscito a scappare per un pelo;
-Cana gli aveva suggerito di offrirle un altro bicchiere di tequila, così avrebbe potuto ascoltarlo meglio;
-Levy, invece, gli aveva consegnato un tomo nelle mani, dichiarando che “dopo aver letto quello, avrebbe saputo cosa fare”.
Le sue possibilità erano esaurite, tutte le altre ragazze della gilda erano in missione, o occupate in compiti sicuramente meno gravosi del suo: doveva farsi perdonare da Juvia Loxer.
Gray corse sotto la pioggia verso Fairy Hills, il dormitorio femminile di Fairy Tail, mentre rifletteva su come diavolo era finito in quella dannata situazione. Non era difficile, sapeva esattamente quando tutto era iniziato…
 
 
...Due settimane prima…
 
 
“Gray-sama! Juvia ha bisogno di parlarti. ”
 
No, non di nuovo… Juvia era un vero guaio. Non poteva rilassarsi un attimo attorno ai tavoli della gilda che lei spuntava fuori dal nulla con qualche bizzarra richiesta. Che fosse di accompagnarla in missione, o di cenare insieme a Magnolia, o di appartarsi da qualche parte, le sue richieste stavano diventando sempre più frequenti e fastidiose.
 
“Juvia ho da fare adesso, sto andando... ” cercò di svignarsela Gray.
 
“Juvia ha bisogno solo di un momento Gray-sama.” - lo precedette la ragazza - “Venerdì è il 21 dicembre, e in città si festeggerà il solstizio d’inverno. Gray-sama accompagnerebbe Juvia per qualche ora?”.
 
Il mago del ghiaccio stava già per rifiutare, inventando una qualche scusa, quando un’idea si affacciò nella sua mente. Questa poteva essere la volta buona per staccarsela un po’ di dosso: se Gray avesse accettato l’invito, e poi reso l’appuntamento un vero disastro, Juvia avrebbe sicuramente capito che non era il tipo giusto per lei. L’idea non era malvagia, non comportava troppo dolore per nessuno dei due, e avrebbe certamente sistemato le cose.
 
“D’accordo. Io parto per una missione, ma per venerdì sarò di ritorno. Ci vediamo alle 8 al ciliegio del parco.” Acconsentì.
 
Non fece in tempo a rispondere, che Juvia era scappata urlando di avere “un appuntamento con il suo Gray-sama!”. La sua felicità lasciò a Gray un po’ di amaro in bocca, ma si consolò pensando che stesse facendo la cosa migliore per entrambi. Tre giorni lo separavano dal solstizio d’inverno, ed entro questi avrebbe dovuto mettere a punto qualcosa per rendere il suo appuntamento veramente tragico.
 
Mancavano esattamente due ore all’appuntamento con Juvia, e Gray non aveva avuto una sola fottuta idea. Certo, la missione si era rivelata più impegnativa del previsto - i banditi che doveva catturare erano molto più abili di come erano stati descritti sulla richiesta- e quindi non aveva avuto abbastanza tempo per pensare a come comportarsi, ma non poteva presentarsi là senza un piano.
 
Pensa Fullbuster maledizione... cosa può veramente infastidire Juvia? Cosa non sopporta?
 
Ignorarla (per quanto difficile) non aveva mai funzionato, evitarla era impossibile, insultarla o offenderla non la demoralizzava... cosa faceva veramente infuriare la maga dell’acqua? La risposta si affacciò spontanea nella sua mente. La gelosia. Juvia era terribilmente gelosa, e vederlo con un’altra ragazza l’avrebbe sicuramente fatta infuriare, e le avrebbe fatto capire che fra loro non poteva esserci nulla. Ma chi? Una delle ragazze della gilda sicuramente no, perché nessuna si sarebbe prestata ad un gioco così meschino -e perché Juvia avrebbe probabilmente ucciso la ragazza in questione-  , quindi doveva andare a caccia di una complice. Fortunatamente, Magnolia era piena di ragazzine influenzabili con una cotta per i maghi, quindi non fu tanto difficile acchiapparne una e scambiarci qualche parola, così da averla per se per il resto della serata.
 
Passeggiarono vicino al fiume, e, mentre la ragazza (della quale nemmeno ricordava il nome) parlava di quanto le sarebbe piaciuto essere portata da lui a visitare la gilda (come se esistesse anche solo una remota possibilità), Gray non riusciva a non pensare al sorriso di Juvia quando aveva accettato il suo appuntamento, al tono dolce che aveva la sua voce quando diceva qualcosa al “suo Gray-sama”. Si sentiva cattivo, meschino, non voleva fare del male a Juvia. Era una sua amica, una compagna, ma era lei ad ostinarsi a volere sempre di più. Sì, non c’era altro modo, così facendo avrebbero avuto un bel rapporto di amicizia e nessuno si sarebbe preoccupato più di sentimenti fastidiosi come l’amore. L’amore... lui era un mago del ghiaccio, non aveva bisogno di amore. Amore per la sua gilda, certo, per i suoi compagni, ma nulla di più. Non aveva assolutamente bisogno di una ragazza, tantomeno una appiccicosa come Juvia.
 
Mancava poco alle otto, quindi si diresse verso il luogo del suo appuntamento. Duecento metri… centocinquanta… cento… ancora non la vedeva, ma come misura preventiva decise di prendere la mano alla ragazza che si portava appresso, che avvampò immediatamente e smise per un delizioso momento di parlare a raffica. Settanta metri. Maledizione dov’era Juvia? Possibile che fosse in ritardo? Cinquanta… Eccola! Era dietro il ciliegio, e non poteva essere visibile se non da quella distanza. Non portava il solito vestito blu scuro, ma aveva un abito leggero, lungo fino alle ginocchia e con una profonda scollatura. Era azzurro come cielo primaverile, e fluiva come vivo ad ogni suo movimento.
E’ bella oggi. Pensò distrattamente il mago, prima di rendersi conto di ciò che aveva formulato e correggerlo con un “non che mi interessi”.
I capelli azzurri che da poco portava lunghi erano sciolti, mettevano in risalto l’ovale del viso e il turchese degli occhi, che si spostavano in giro alla ricerca del suo accompagnatore. Era l’incarnazione dell’elemento che governava, una forza della natura tranquilla e minacciosa insieme.
Scacciò via il senso di colpa, e fece qualche altro passo, finché non fu sicuro di essere visto dalla giovane.
Incrociò il suo sguardo per una frazione di secondo e, mentre Juvia iniziava a dirigersi sorridendo verso di lui, ebbe tutto il tempo per abbassarsi, con studiata lentezza, ad appoggiare le labbra su quelle della ragazza che teneva per mano.
Aveva premeditato un bacetto, un breve incontro di labbra, ma non aveva preso in considerazione la reazione della sua nuova amichetta: lei gli avvolse le braccia attorno al corpo e, con una mano nei suoi capelli, si alzò in punto di piedi per approfondire il bacio. Fu strano come primo bacio, la lingua della ragazza era calda e piacevole, le mani veloci e frettolose su di lui, ma nulla di eccezionale. Mancava qualcosa, ma Gray non si sforzò di pensarci, non gli importava più di tanto.
Poco dopo interruppe il bacio e aprì gli occhi, aspettandosi una Juvia arrabbiata e più furiosa che mai. Ciò che vide lo turbò.  Juvia era aggrappata al ciliegio con un braccio, mentre l’altro era abbandonato contro il suo corpo, e in quel momento scivolò sulle ginocchia, come se le gambe non la tenessero più in piedi. La sua espressione era… non trovava un termine. Affranta? Stordita? Addolorata? Tutti sembravano riduttivi. Gray aveva visto molte facce del dolore, durante un combattimento molto cruento, o a causa di alcune delle sventure che la gilda aveva subito, come il tradimento di Laxus o la morte di Lisanna. Il viso di Juvia però, gli parve in quel momento il più triste di sempre, con quegli occhi turchesi sgranati e spenti, quelle labbra socchiuse piene di parole non dette.
In una frazione di secondo, capì due cose simultaneamente: le aveva spezzato il cuore, e non l’avrebbe mai perdonato. Si staccò improvvisamente dalla ragazza, e fece un passo incerto verso la maga che, come ripresasi dallo shock, si alzò e corse via scompostamente.
Gray fece in tempo a vedere una lacrima salata rotolare sulla guancia di Juvia, prima di sentire il boato del temporale che si scatenò sopra di lui.
 
Sapeva di aver sbagliato, oh se lo sapeva, ma non sapeva come rimediare: la mattina dopo la ragazza non era alla gilda, e così per tutti i giorni a seguire. All’inizio aveva lasciato correre, mettendo a tacere i sensi di colpa, dopotutto aveva ottenuto ciò che voleva. Nessuno spuntava più da dietro una colonna a cercando di afferrarlo affettuosamente, nessuno gli rompeva più le palle quando, tornato da una missione, voleva solo la pace della sua stanza, nessuno lo invitava più a passare serate romantiche improponibili.
Che pace, penso cinque giorni dopo il mago del ghiaccio, seduto accanto a Natsu dal ritorno di una missione. Eppure… eppure si sentiva come se qualcosa non andasse, come se le attenzioni di Juvia, in un certo senso, gli mancassero. La solitudine lo invadeva a tradimento, al bar mentre chiacchierava con Mirajane, quando gli mancava una fastidiosa voce gelosa, o durante gli scontri con Dragneel, quando non sentiva più il tifo della donna. Si sentiva inspiegabilmente solo, e in dovere di rimediare al torto fatto alla ragazza: la Juvia romantica e appiccicosa era mille volte meglio che quell’assordante silenzio che era la sua assenza.
Solo non aveva idea di come farlo.
 
Ecco il come ed il perché il mago del ghiaccio si stava bagnando in culo correndo sotto la pioggia incessante, cercando la migliore -e più crudele- maga di Fairy Tail per un consiglio. Erza era la donna più affidabile e temeraria che conoscesse, con un concetto dell’onore tutto suo e sentimenti vividi e forti per i suoi compagni, quindi si aspettava decisamente più compassione di quanta ne aveva ricevuta delle sue predecessore, dopo che si era confidato con loro. 
 
Il primo pugno lo colse alla sprovvista, e lo centrò dritto nel plesso solare, togliendogli il fiato, mentre il secondo riuscì quasi a schivarlo, così impattò sullo zigomo anziché sul naso.
 
“Erza che diavolo fai?” Urlò un disperato Gray, cercando riparo dietro una delle numerose armature che occupavano la stanza.
 
La maga non rispose ma tentò nuovamente di avventarsi su di lui, e l’ennesimo pugno destinato alla sua faccia lo colpì sul labbro, rompendoglielo.
 
“Maledizione Erza! Che cazzo fai? Ho detto che mi dispiace, non sono venuto qui per farmi prendere a pugni, voglio un fottuto consiglio!”
 
La donna si fermò, in apparente tranquillità.
 
“Tu vuoi… un consiglio.”
 
“Sì.” Come mai è cosi calma?
 
“Su come farti perdonare da Juvia.”
 
“Sì.” Troppo calma.
 
“Dopo che l’hai invitata ad uscire e hai baciato un’altra ragazza davanti a lei.”  Una vena pulsava sulla fronte della maga.
 
Gray indietreggiò lentamente, sbiancando. “L’idea era quella, cioè, non è proprio cosi, io non l’ho invitata ed era lei che continuava a insistere e io ho solo detto di si e poi mi sembrava la cosa migliore io non volevo - ”.
 
“Ferirla?” suggerì Erza con un sorriso davvero inquietante.
 
“S-si.”
 
Quest’ultimo si fu di troppo, perché la donna si avventò su di lui come una furia, riempiendolo di botte in ogni parte di corpo raggiungibile.
 
“RAZZA DI PEZZO DI IDIOTA COME DIAVOLO PENSAVI DI NON FERIRLA? E’ INNAMORATA DI TE DA ANNI! FORSE –SE TI E’ ANDATA DAVVERO BENE, FULLBUSTER– LE HAI SPEZZATO IL CUORE MA HAI ANCORA UNA POSSIBILITA’ DI RECUPERO, ALTRIMENTI L’HAI PERSA E BASTA! CREDI DAVVERO VOGLIA RIVEDERTI? PARLARE CON TE? SCUSARTI? ANIMALE! PEZZO DI CRETINO! STUPIDO BASTARDO!”
 
Gli insulti si susseguivano senza una logica precisa, intervallati da frasi sensate e colpi tremendi, ma Gray era troppo impegnato a proteggersi da questi ultimi per ascoltare lo sproloquio terrorizzante della maga.
 
“Sì, -ahia- si va bene sono un coglione, ma nel caso –ahi!- in cui Juvia –maledizione Erza smettila!- volesse perdonarmi, cosa dovrei fare?” chiese disperato il ragazzo.
 
L’attacco irruento s’interruppe repentinamente com’era iniziato, e la maga si mise a riflettere sedendosi sul divano -rimasto miracolosamente integro- e accarezzandosi il mento con fare pensoso. Passò un minuto… due minuti… cinque minuti…
 
“E-erza?”
 
“Mmm-mm?”
 
“Quindi cosa mi consigli?”
 
“Di scusarti con lei.” Sospirò infine Erza.
 
“Scusarmi? Questo lo avevo già capito circa quattro giorni fa grazie! Volevo saper come! Non lo so, voi donne avete qualche tecnica segreta per farvi passare il nervoso? Una frase magica o qualcosa del genere?” Borbottò irritato Gray.
 
La testa di Erza si voltò lentamente verso di lui.
 
“Non ti piace il mio consiglio?” chiese gelida.
 
“Perfetto. Grandioso. Domani io –”.
 
“ADESSO FULLBUSTER!”
 
Il ragazzo non si preoccupò nemmeno di rispondere, si lanciò fuori dalla stanza per evitare un'altra batosta. Quindi lui doveva semplicemente trovare Juvia e scusarsi? Sembrava facile. Si poteva fare. La stanza di Juvia era al terzo piano, e Gray la raggiunse velocemente, ma un attimo prima di bussare si ritrovò a pensare a cosa dirle.
“Juvia non volevo ferirti, ma volevo che smettessi di essere così appiccicosa”. Forse un po’ troppo diretto e crudele, per una ragazza col cuore spezzato.
“Juvia mi dispiace tanto per ciò che ho fatto e per il dolore che ti ho causato, ma era necessario che tu capissi che non mi piaci e non sono interessato a te”. No, questo non andava, perché era una bugia che Juvia non le piacesse. No come? Le piaceva? Non le piaceva? Gray si ritrovò più confuso di prima, e si sedette sul pavimento appoggiando la schiena alla porta della camera della compagna.
Come doveva fare a capirlo? Ripensò ai momenti che avevano condiviso insieme, dalla prima volta in cui si erano visti, durante lo scontro fra Fairy Tail e Phantom Lord, al suo viso timido e sorridente quando si era unita alla gilda, all’espressione fiera e concentrata che aveva avuto quando -con la Unison Raid- avevano unito i loro poteri in un vortice di ghiaccio e acqua dall’energia inimmaginabile. La ricordò quella maledetta sera, graziosa nel suo vestito e dall’espressione sorridente, che poi si era trasformata in quella che Gray vedeva ogni volta che chiudeva gli occhi.
Una lacrima di rabbia scivolò sulla guancia del mago, che la asciugò con furia. Gli piaceva quindi. Aveva una cotta per Juvia, magari da un po’ di tempo, e aveva rovinato tutto ancora prima che iniziasse, perché non si era mai fermato a riflettere su ciò che provava o meno per la ragazza. Che coglione.
 
Si alzò per andarsene, di sicuro non meritava di essere perdonato, ma in quel momento la porta si aprì e ne uscì una scarmigliata e desolata Juvia.
Appena i loro sguardi si incrociarono, entrambi si immobilizzarono per attimi eterni. Juvia fu la prima a riscuotersi, facendo un veloce passo indietro e tentando di chiudere la porta, ma Gray fu più veloce e si intrufolò nella stanza.
 
“Juvia io –”. Tentò di dire il ragazzo.
 
“No, non voglio sentire niente” -lo interruppe lei voltandosi verso la finestra - “Ho gia visto abbastanza, non è necessario che tu dica o faccia nulla. Vattene, Gray.”
 
“Aspetta. Devo parlarti. Se quando avrò finito non vorrai più vedermi lo capirò, ma prima fammi spiegare.” Insistette.
 
“Non ha importanza! Io non voglio sentire!” Juvia si era voltata di scatto verso di lui, con le lacrime agli occhi, spingendolo verso la porta. “Non voglio sapere niente, non voglio parlarti ne vederti, tantomeno nella mia stanza. Vattene da qui!”.
 
Sottolineò il “qui” con una spinta che la fece sbilanciare, e Gray ne approfittò per prenderla fra le braccia e concedersi il lusso di affondare il viso nei suoi capelli salmastri.
 
“Mi dispiace così tanto, non so nemmeno dirti quanto. Adesso ti tengo stretta, e tu mi lascerai spiegare, subito dopo sarai libera.” Affermò lui.
 
La ragazza, che fino ad allora si era divincolata -seppur con scarsa convinzione- fra le sue braccia, si immobilizzò.
 
“Non ho idea di cosa dirti per scusarmi nel modo giusto, quindi ti racconterò tutto dall’inizio.”
 
Lentamente, con difficoltà, Gray raccontò a Juvia ogni cosa, dall’idea folle e malsana che aveva avuto, alle sue sensazioni durante quel gesto orribile, al pentimento patito dopo. Le raccontò delle sue difficoltà a capire come scusarsi, dei tentativi fatti con le comuni compagne, dell’illuminazione che lo aveva colto davanti alla porta della maga. Juvia era silenziosa e rigida come una statua, ogni tanto tratteneva il respiro e sussultava, in base ai momenti della storia di Gray.
 
“Potresti raccontarmi tutto questo, inventandolo, solo per mettere a posto le cose e riportarmi alla gilda.” Tentò, incerta ma speranzosa.
 
“No. Scusami, Juvia. Perdonami.”
 
Dicendo questo, il mago del ghiaccio abbassò il viso e appoggiò le labbra su quelle della maga. Le labbra di Juvia erano morbide e carnose, dolci, mentre le mani che ore teneva fra le sue erano piccole e tremanti. Approfondì il bacio, e senti la sua lingua calda che gli lambiva le labbra, i denti, in una danza esotica e meravigliosa. Era estasiante.
 
“Sai di sale e di tempeste.” Affermò rapito, prima di tornare con le labbra sulle sue.
 
Non riusciva a costruire un solo pensiero razionale, la sua testa era interamente concentrata sulla donna, sul suo profumo che gli invadeva le narici e sue suo sapore che gli riempiva la bocca.
Non seppe dopo quanti attimi, giorni, o mesi interruppero il bacio, ma quando lo fecero il mago appoggiò una mano sul viso della ragazza e le asciugò una lacrima.
 
“Non sarò più la causa di questo dolore.” Affermò.
 
Juvia lo guardo e sorrise timidamente, sporgendosi verso di lui.
 
“Era vero? Il bacio?”Chiese.
 
Vedendo il mago annuire, allargò il sorriso e gli accarezzò a sua volta una guancia, godendosi la freschezza della sua pelle contro la propria.
 
“Juvia ti perdona” -disse- “ma non sopporterebbe di vederti baciare altre ragazze Gray-sama. La prossima volta di a Juvia che vuoi essere lasciato in pace, per favore.”
 
“Non ci sarà una prossima volta, e non voglio più –mai più- essere lasciato in pace da te. Una volta è stata più che sufficiente per capire di non voler ripetere l’esperienza.” Ridacchiò Gray.
 
Rimasero abbracciati per altri interminabili minuti poi Juvia balbettò: “Allora… adesso cosa facciamo, Gray-sama? Non che Juvia pensi che ci sia qualcosa di diverso, era solo per chiedere...”
 
“Non lo so, quello che vogliamo immagino.” Sorrise Gray.
 
“E cosa vuoi te, Gray-sama?”
 
“Al momento, un altro bacio da Juvia…” Bisbigliò malizioso Gray.
 
La giovane sorrise, avvicinò le labbra alle sue, e sussurrò, altrettanto maliziosamente:
 
“Forse Gray-sama dovrebbe prima rimettere i vestiti addosso…” . 



ANGOLO AUTRICE:
Un bacione a tutti quelle che hanno avuto la pazienza di arrivare in fondo, e vi prego di lasciarmi un commentino con le vostre opinioni! grazie:)
  
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