CAPITOLO 1
Porte che sbattono, urla, schiaffi che volano. Sono abituata atutto questo, o almeno mi impongo di esserlo. Mi chiamo Lena, ho 17 anni, sono una ragazza normale bionda, alta e magra. Evidentemente per i miei genitori già da neonata non ero abbastanza, perché mi hanno rinchiusa in un collegio e non ne sono più uscita. Però non sono sola, ho Zayn mio fratello un ragazzo alto moro e con gli occhi color cioccolata, con noi ci sono anche i suoi amici Harry e Louis. Li conosciamo da sempre, ma non siamo sempre stati solo noi 4. C’era anche un ragazzo di nome Liam era alto, capelli castani e occhi marroni. Il brutto è che lui c’era, non c’è. Stavamo passeggiando nel parco, quando ci si soo parati davanti 4 ragazzi, non li conoscevamo, ma erano armati. Liam capii tutto mi si parò davanti seguito da Zayn mentre Lou ed Harry mi stettero vicino, Liam iniziò a parlare con uno di loro, “C’è una ragazza, non mi sembra i caso”, i 4 ragazzi risero alle sue parole. “Vorrebbe dire che non ci possiamo divertire un po’?” disse quello al centro estraendo la pistola. Iniziarono a discutere e Liam si parò davanti al ragazzo, iniziarono a lottare e partì un colpo, ma colpì un albero. Tutti si fermarono a parte Liam e il ragazzo. Partì un altro colpo. Ma non colpì nessun albero. Il ragazzo aveva le mani sporche di sangue, guardò gli altri e scapparono. Liam era li, steso in terra. Per il parco si propagò un urlo, era Zayn. Corsi accanto a Liam, gli sollevai la testa “Liam, Liam ti prego guardami!”, respirava affannosamente, “Ti prego Liam non lasciarmi.” Alzò la testa per sorridermi, il suo sorriso era impregnato di sangue e dolore, “Abbassati Lena” sussurò. Gli obedi, mi avvicinai al suo viso, sentivo il suo respiro sulle mie labbra. “Baciami” mi sussurò all’orecchio. Lo guardai, piangeva…Lo baciai e chiuse gli occhi. “I soccorsi stanno arrivando!” urlò Louis. “Ti starò vicino Lena.” Le ultime parole che sentii uscire dalle sue labbra. Arrivò l’ambulanza e mi dissero di salire. “Ti aggiungiamo la” urlò Zayn. Era un’ora che aspettavo davanti a quella maledetta porta. Un medico uscì, e mi disse l‘unica frase che non vorresti mai sentire. “Abbiamo tentato di salvarlo, ma era troppo debole”. Non gli risposi neanche, mi fiondai nella sala dove lo avevano portato. Lui era ancora li, aveva il suo sorriso stampato sulle labbra, gli occhi chiusi, ma era sempre lui. Le sue mani, il suo profumo, i suoi capelli, la sua voglia sul collo. Era rimasto lui. Gli diedi un ultimo bacio, gli coprii il volto, e me ne andai. Zayn arrivò e mi vide subito, ero seduta sul tetto. Fumavo. Piangevo. Mi corse in contro e mi prese in braccio, mi fece sedere in terra. Mi diede un bacio sulla fronte, “Non è colpa tua Lena”. Mi mise al collo una collana. La sua collana.