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Autore: ButterflySeven    15/10/2014    4 recensioni
Belle è una ragazza di 23 anni, iscritta al terzo anno di Beni Culturali all'accademia di Belle Arti.
I sui problemi iniziano quando il professor Hood la rimanda per la seconda volta all'esame di storia dell'arte contemporanea 2.
Cercherà disperatamente aiuto in qualcuno che ne sappia più di lei in fatto d'Arte ed il padre dell'amico Baelfire, famoso storico dell'arte, sembrerebbe il candidato ideale... Ma tutto ciò, a quale prezzo?
[Rumbelle - coppia principale] secondarie Baelfire/Emma ed Emma/Killian
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

Il sole filtrava leggero tra le tende biancastre e un filo di luce si specchiò nel pavimento lucido, spargendosi a chiazze su alcuni punti della trapunta del letto.
L’alba arrivò troppo presto e Belle si svegliò da un sonno profondo e senza incubi.
Aprì gli occhi infastidita da un raggio solare che le colpiva le palpebre e si voltò dall’altro lato per ritardare il momento di alzarsi da quel letto caldo.
Aveva creduto di non riuscire a prendere sonno dopo tutti gli eventi successi di giorno, ma appena appoggiò la testa sul cuscino, scoprì di avere un cumulo di sonno non indifferente.
Sbadigliò, maledicendo il tempo che sembrava fosse volato per quanto aveva dormito bene.
Guardò l’orario cercando di recuperare la messa a fuoco e vide che erano appena le 6.
Così ne approfittò per fare una doccia risanatrice e prepararsi per quella giornata di lavoro.
Faticava non poco a credere a quella situazione così assurda… Lei e il signor Gold. In casa. Completamente soli.
La sera prima la cena fu consumata quasi in silenzio, ma non si era sentita a disagio. Le sembrava di essere come in casa propria…
Il signor Gold era molto gentile con lei e questo suo nuovo lato le piaceva parecchio.
Si affrettò ad asciugare i capelli e dargli un minimo di forma, poi prese una gonna bordeaux, una camicia panna e un giacchetto in maglia dello stesso colore della gonna e li indossò di tutta fretta.
Aprì la porta intimidita. Oggettivamente quella non era casa sua e non sapeva se le fosse permesso di gironzolare per casa tutta sola, ma aveva troppa fame per aspettare ancora.
A mano a mano che scendeva le scale, sentì un profumino invitante farsi sempre più insistente.
Seguì la scia di quell’odore intenso e arrivò in cucina.
- Uhm! Che profumo!- sussurrò, ormai sotto effetto di droga.
- Buongiorno…-
Quasi saltò in aria sentendosi rispondere. Si voltò e vide il signor Gold intento ad apparecchiare la tavola per due.
- Buongiorno, signor Gold…-
- Ho preparato un po’ di tè, ne volete?-
- Oh, sì! In realtà ho una gran fame…-
- Allora si accomodi-
Elegantemente la invitò a prendere posto e lei rimase incantata da quei gesti così galanti. E poi, rimase affascinata da quel suo aspetto così diverso da com’era solita vederlo.
La camicia del signor Gold era un po’ stropicciata e i primi bottoni erano lasciati aperti, facendo intravedere il collo e parte del petto. I capelli erano leggermente spettinati e i pantaloni necessitavano di una stirata. Se ci fosse stata Ruby al posto suo, avrebbe senz’altro pensato che fosse parecchio “scopabile”.
Gold versò accuratamente il tè nelle due tazzine (la sua era come sempre la tazzina scheggiata e Belle si chiese se la portasse con se ovunque andasse), poi tagliò due fette di torta e le poggiò su due piatti in porcellana cinese.
- Grazie…- si affrettò a dire Belle.
- Prego, mia cara…-
Si accomodò anche lui e iniziarono a deliziarsi di quelle meraviglie.
Belle cercò di trattenersi dall’abbuffarsi, ma ogni cosa era più buona dell’altra e lei amava la cucina all’italiana.
- E’ tutto buonissimo! Siete molto bravo nel cucinare, signor Gold…-
- Beh, quando si abita da soli, penso sia meglio rimboccarsi le maniche e darsi da fare per preparare ottimi pasti. Credo che se una cosa debba essere fatta, tanto vale farla al meglio…-
- Sì! Sono d’accordo!-
Prese un cornetto alla crema e lo gustò con passione. Era da sposare solo per questa abilità ai fornelli…
- Come ti senti stamattina? Hai dormito bene?-
Belle poggiò il cornetto e pulì il residuo di briciole dalle labbra. Per un attimo le sembrò che il signor Gold avesse seguito quel gesto con particolare attenzione.
- Mi sento molto meglio e ho dormito benissimo. Non fraintendetemi, sono turbata da quanto è successo con mio padre e spero con tutta me stessa che le cose si possano risolvere. Ma per ora è meglio che accetti la sua decisione e gli stia lontana per un po’. E’ arrabbiato e non lo biasimo per questo, quindi preferisco aspettare qualche settimana e tentare di farlo ragionare…-
- Mi sembra una buona idea. Lascialo sbollire e vedrai che poi ti capirà. Sei una brava ragazza, Belle, tuo padre sarebbe stupido a non perdonarti. L’hai fatto anche per lui, in un certo senso… Nel frattempo puoi fermarti da me per tutto il tempo che ti serve. Sono io la causa dell’odio di tuo padre e poi mi fa molto piacere averti in casa…-
A quelle parole il cuore di Belle perse diversi battiti. Gli faceva piacere averla in casa… Cosa intendeva?
- Io… Vi ringrazio ancora una volta…-
- Molto bene. Chiarito questo punto, è meglio mettersi a lavoro. Tra trenta minuti fatevi trovare al garage, ci aspetta una lunga giornata in negozio…-
- Va bene…-
Sparecchiarono la tavola, azionarono la lavastoviglie e finirono di prepararsi per quella giornata di duro lavoro.
 
Il negozio iniziava finalmente a prendere forma.
Dopo aver imbiancato tutto, avevano montato le vetrinette e le mensole, così poterono dedicarsi agli scatoloni e ai vari oggetti racchiusi al suo interno.
Belle non aveva mai visto tanta roba tutta insieme, c’erano oggetti di ogni tipo: da set di vasi in porcellana, a oggetti di cristallo, collane di ogni epoca, armadietti, portagioielli in legno pregiato e persino riproduzioni fedeli di antichi velieri.
Spolverare tutto era una vera fatica, inoltre aveva una paura tremenda di rompere qualcosa. Gold le raccomandò più volte di prestare la massima attenzione, erano tutti oggetti dal valore inestimabile.
Quando aprì l’ennesimo pacco, rimase a fissarlo qualche minuto del tutto incantata. C’erano libri di ogni tipo: da libri sulla storia dell’arte, a libri di letteratura, libri che narravano le favole e altri che ne analizzavano la psiche. Iniziò a sfogliarli a caso, leggendo vari pezzi. Poi prese tra le mani un libro che analizzava le varie versioni de “La Bella e la Bestia” e fu troppo forte la curiosità di vedere cosa dicesse per continuare a lavorare.
Si sedette a terra e iniziò dal principio. Oltre alla classica storia di Beaumont, era trasportata anche la versione di Villeneuve, che si differenzia dalla prima per aver ampliato le origini familiari della Bella e del Principe tramutato in Bestia. Sembrava infatti che Belle fosse in realtà la figlia di un Re e una fata buona, ma che in seguito alla persecuzione di una strega, che amava profondamente il Re, Belle venne affidata alle cure di un ricco commerciante, che aveva perso da poco una delle sue figlie. Il Principe, invece, era orfano di padre e la madre era impegnata in numerose guerre per difendere il paese. Passò la sua infanzia insieme a una maga, che mirava però a sedurre il giovane una volta divenuto adulto. Ma a causa del suo rifiuto, venne maledetto e trasformato in bestia. Vi era poi inserito un ulteriore finale, che parlava di come la bestia stuprò la bella, da cui nacquero due gemelli, ma la bella rimase in coma e non si svegliò mai più. Belle rimase scioccata da questa scoperta e per un attimo smise di leggere. Si rasserenò quando il libro spiegò che questa versione, potrebbe essere un mix tra la bella addormentata nel bosco e la bella e la bestia, specie perché di quest’ultima esistevano varie versioni.
- Uh, meno male….- si disse sospirando sollevata.
- Una lettura interessante, eh?-
Belle scattò in piedi in una frazione di secondo.
- Scusatemi tanto, signor Gold, non volevo interrompere il lavoro, è che io adoro leggere! E questo libro mi ha catturata… E’ stato più forte di me, non sono riuscita a controllarmi…- si scusò poggiando il libro insieme agli altri.
- Ah, non so più cosa fare con voi, signorina French. Se v’interessa potete portare il libro a casa e terminare di leggerlo, ma vi prego, cercate di tenere a bada questa vostra passione, il tempo è denaro e sarà meglio darci una mossa-
- Sì, sì, diamoci una mossa…- si voltò e riprese a estrarre i libri, stavolta cercando di rimanere impassibile ai nomi in copertina.
- Comunque, ottima scelta. E’ una delle mie storie preferite, la bella e la bestia, ma ammetto di essere attratto anche dalle vicende di Tremotino-
Belle sorrise, estasiata da quella nuova rivelazione.
- Ah, la favola di Tremotino è così oscura… No, preferisco la Bella e la Bestia-
- Sapete, credo che ognuno si rispecchi in quella che inconsciamente pensa che sia la propria favola… Credo che Tremotino si addica a me-
- Non dite così, Tremotino è oscuro e malvagio-
Gold si avvicinò molto lentamente. I suoi occhi avevano un luccichio particolare, che Belle non seppe decifrare. Alzò una mano e il cuore di Belle iniziò ad accelerare la sua corsa.
Gold poggiò la mano sulla sua, le prese il libro e lo sistemò insieme agli altri, poi tornò a rivolgere a lei ogni sua attenzione. Prese nuovamente la mano, adesso libera dal peso dei libri e la portò vicino alle labbra, con molta delicatezza.
- E’ questo il punto, Belle. Io sono oscuro e malvagio… Molto più di quanto credi…-
Belle socchiuse gli occhi quando sentì le labbra di Gold sfiorarle la mano. Il tocco durò qualche secondo, ma Belle dovette far ricorso a tutte le sue forze per impedirsi di indietreggiare e appoggiarsi alla mensola lì vicino.
- No… Non siete un mostro, sapete?… Credete di esserlo, ma non lo siete…-
Gold continuava a fissarla con quello strano sguardo e lei per la prima volta non si ritrasse, ma anzi, andò a cercare l’altra mano e vi depositò lei un bacio.
Gli occhi gli si illuminarono e Belle ebbe un tuffo al cuore.
Se avesse seguito l’istinto, avrebbe spostato la presa delle mani al collo, si sarebbe avvicinata e avrebbe annullato quella misera distanza che li divideva.
La musica della bella e la bestia si diffuse nell’aria e capì fosse il suo cellulare.
- Mi scusi, devo rispondere…-
L’uomo sciolse quella specie di abbraccio e tornò nella stanza accanto.
Belle prese il cellulare dalla borsa e quando lesse “Killian”, provò il malsano istinto di teletrasportarsi a New York e incenerirlo.
- Killian! Quanto tempo!-
- Ciao French! Come te la passi sola soletta?-
- Ecco, diciamo bene… Quando tornerete vi racconterò…-
- Spero non hai combinato un gran casino con il professore… Conosco i tuoi gusti e direi che sei fortemente incline agli “uomini maturi”-
- Killian, smettila immediatamente!- si guardò intorno per assicurarsi di essere sola in stanza – e comunque come vanno le cose da voi? Sei tu quello di cui bisogna preoccuparsi, non io…-
- Qui ce la stiamo spassando. Le ragazze sono prese dallo shopping ed io, da bravo gentiluomo, mi limito a soddisfare i loro desideri. Ho anche comprato un giubbino in pelle nuovo, mi sta una meraviglia…-
- Non avevo dubbi…-
- Che mi stesse una meraviglia? Avanti, French, puoi confessarmi che anche tu inizi ad apprezzare il mio immenso fascino… Sarà un segreto tra di noi…-
- Veramente io mi riferivo al fatto che ti fossi comprato un giubbino nuovo! Immagino quale grande fatica sia stata accompagnare le donne nei centri commerciali…-
- Sai French? Inizio a pensare seriamente che saresti perfetta come madre adottiva. Posso chiamarti mamma?-
- Smettila! E poi non posso stare al telefono, devo lavorando!-
- Oh, certo. Mi raccomando, non scopartelo con gli occhi-
- Killian!!!!- urlò sottovoce. Si voltò ancora una volta, ma per fotuna il signor Gold era ancora impegnato nella stanza accanto – mi hai chiamato per qualche altro motivo? Hai fatto qualche sciocchezza?-
Sentì uno strano silenzio dall’altra parte della cornetta.
- No, Belle. Va tutto bene! Va tutto alla grande! Sul serio! Volevo solo stuzzicarti un po’, dato che non posso farlo di presenza. Ma comunque se devi andare vai, ci sentiamo un altro giorno. Ciao!-
- Killian… Killian?...- osservò il telefono, notando che la conversazione era stata già chiusa – mah!-
Quell’ultimo passaggio non la convinceva. Ogni volta che la chiamava Belle, doveva parlarle di qualcosa di importante…
Il formicolio alla mano le fece ricordare quale splendida attività stava intraprendendo prima di essere interrotta da quella chiamata. Arrossì e tornò a svuotare scatoloni. Il lavoro le avrebbe permesso di cacciar via l’imbarazzo.
 
Il signor Gold quella sera aveva deciso di prepararle un ottimo risotto ai funghi e zucca e lei lo osservò cucinare come una ebete.
Ci sapeva davvero fare con i fornelli, le sue mani lavoravano abili con precisione e rapidità.
In quel momento le sembrò che stesse facendo l’amore con le verdure e le spezie, più che cucinare.
- Siete davvero bravo!-
- La cucina è passione, mia cara, chi non cucina con passione, non raggiungerà alcun risultato. Cucinare, è come fare l’amore con gli ingredienti e capire quale attenzione vogliano riservate per esaltare al massimo le loro potenzialità gustative-
Allora aveva capito bene come funzionasse…
- Posso aiutarvi? Per favore…- chiese per l’ennesima volta, non voleva essere servita e riverita come una qualsiasi principessa!
- E va bene. Controllate la zucca e fate sì che si ammorbidisca bene…-
Iniziarono a lavorare insieme e scoprirono di avere molta sintonia. Bastava un piccolo gesto di lui affinchè Belle capisse cosa volesse. Si coordinarono come fossero due cuochi veri e quando videro il loro risultato in piatto, ne furono orgogliosi.
- A voi il primo assaggio…- disse lui.
- Volete avvelenarmi, per caso?-
- Oh, utilizzo altri metodi. Il veleno è roba da donne-
Belle rise suo malgrado. La pensava come lui.
Soffiò più volte, aspettando paziente che il fumo svanisse, poi si concentrò sull’assaggio.
- Ma è buonissimo!-
- Davvero? Vediamo un pò…-
L’uomo la imitò e alla fine fu d’accordo con lei.
- Ottimo lavoro, almeno in cucina non avete bisogno di ripetizioni…-
- Magari potreste aiutarmi a perfezionare la tecnica…-
- Vorrà dire che questa settimana testeremo le vostre capacità e poi decideremo…-
Fece uno dei soliti sorrisi ambigui e Belle rimase impietrita sulla sedia.
Spesso aveva come l’impressione, che dietro le sue parole ci fosse un significato retorico molto più profondo…
Mise subito a tacere quella voce, si stava sicuramente sbagliando.
 
Consumata la cena, i due si spostarono in salotto.
- Dunque, mia cara. Abbiamo saltato qualche lezione e me ne rammarico. Ma vista la situazione attuale, direi che, se voi siete d’accordo, possiamo continuare le nostre lezioni anche dopo cena-
- Va bene, signor Gold-
- Perfetto! Inizieremo con il visionare alcune opere di body art, tra cui i famosissimi lavori di Marina Abramivić-
Belle si mise a sedere in preda a un piccolo mancamento.
- No, vi prego, la body art dopo cena no!-
- Andiamo, non siate capricciosa! Non ditemi che non avete mai preso visione di lavori di body art…-
- No, li ho sempre accuratamente evitati. Capisco il gesto di denuncia, ma è una cosa mia. Non riesco a sopportare la visione di uomini che si tagliano! Non è per la body art, non riesco a guardare nemmeno i film horror, o le scene di tortura…-
Gold fece un piccolo sorriso, ma incurante delle sue proteste, accese la televisione gigante affissa alla parete e inserì il dvd nel lettore.
- Mia cara, stasera affonderete le vostre paure. Dovete sostenere un esame e sono certo che Hood non tollererà come scusa un “no, perdonatemi professore, ma le ferite mi fanno tremare dalla paura, quindi non so spiegarvi esattamente in cosa consista la body art”-
Belle mise su un piccolo broncio, ma l’uomo non se ne curò.
Spense le luci e si sedette accanto a lei nel comodo divano.
Il filmato iniziava con lo illustrare i vari artisti di body art esistenti, alcuni critici d’arte spiegavano il gesto di denuncia e gli artisti stessi venivano intervistati per chiarire alcuni aspetti del loro lavoro.
Momentaneamente riusciva a guardare tranquillamente, si appuntò alcune nozioni nel taccuino, poi arrivò la parte tanto temuta.
Si partì con i filmati in cui Marina prendeva la rincorsa e sbatteva contro la parete, schiacciando tutto il corpo. Poi tornava indietro e ripeteva l’operazione.
Strizzò gli occhi infastidita, poi fu il turno di operazioni meno violente e potè respirare.
Quando arrivò il turno delle performance con i tagli, per istinto chiuse un occhio e mise una mano a coprire l’altro, lasciando intravedere le immagini solo da una piccola fessura lasciata aperta dalle dita.
Con la coda dell’occhio, percepì il signor Gold voltarsi appena e poi soffocare una piccola risata.
- Per favore, non ridete- disse tra i denti.
- Cercherò di controllarmi…- rispose lui tornando a prestare attenzione alla tv.
Ma dopo quel filmato, ne iniziarono una serie davvero agghiaccianti. Cercò di porre resistenza al disgusto e alla nausea, ma proprio non ce la faceva, era più forte di lei.
Coprì gli occhi e cercò di trovare una posizione più comoda per non guardare la scena. Si rigirò parecchie volte nel divano e ad un certo punto fu quasi certa che avrebbe vomitato per quanto il sangue le faceva impressione.
Sbirciò ancora una volta, sperando di poter sopportare il forte disgusto, ma appena vide l’artista procurarsi profonde ferite al petto, squarciandolo come fosse una semplice fetta di pane, non resistette oltre.
Si voltò e afferrò il braccio del signor Gold, lo strinse forte per reprimere uno strillo, poi quando l’artista prese una lametta per graffiare le braccia, soffocò l’urlo sulla spalla dell’uomo.
Nascose il viso nel suo petto e continuò a stringere la presa sul braccio con entrambe le mani.
Sentì dei piccoli movimenti da parte sua. Una mano andò ad accarezzarle piano la spalla. Rabbrividì a quel contatto.
- Ehi, Belle, va tutto bene?-
Lei si rifugiò ancora di più e allacciò le mani intorno al collo. Fece segno di no con la testa, poi percepì altri movimenti da parte sua. Sentì un piccolo rumore e poco dopo, la stanza divenne totalmente buia, segno che aveva spento la tv.
- Va meglio?- chiese accarezzandole piano la schiena.
- Si, grazie… Ho cercato di resistere, ma non ce l’ho fatta…-
- Non fa niente. Hai fatto quel che potevi-
Gold le fece spazio e lasciò che i petti potessero toccarsi.
Strinse forte il suo corpo e continuò ad accarezzarle la schiena per rassicurarla.
- Perché hai così tanta paura del sangue?-
Belle ci pensò un attimo prima di rispondere.
- Non so… Forse, la paura della tortura, è ciò che più temo di subire. Non so spiegare il perché, ma la sola visione delle torture, mi fa pensare a cosa si provi a ricevere simili servizi e mi sento impotente nel non poter far nulla… So che questo non c’entra con la body art, ma il gesto mi spaventa perché è uno dei miei più grandi limiti, è qualcosa che non avrei mai il coraggio di fare, o sopportare sul mio corpo. Non è il sangue, ma il gesto così lento e struggente-
- La body art cerca di eliminare quello che stai dicendo tu. E’ il simbolo di una forte forza spirituale. Marina dice sempre che non prova dolore quando è impegnata in una performance, perché è totalmente concentrata su se stessa e in quello che fa, ma ha paura di andare dal medico e farsi fare una puntura!-
- Rispetto la sua forza, è molto coraggiosa…-
- Non devi avere timore delle tue paure. Le paure ci mostrano i nostri limiti e questa è anche la nostra più grande forza. Non sei debole, Belle…E non devi vergognarti di provare timore di fronte a queste scene. Sfogati, piangi se vuoi, vedrai che dopo ti sentirai molto meglio…-
Quelle parole le colpirono una parte remota del suo cuore. Aveva ragione, era riuscito a comprenderla meglio di quanto lo avesse fatto lei stessa…
Belle iniziò a piangere e inumidì appena la camicia del signor Gold.
- Sto sporcando la camicia…- disse tra i singhiozzi.
- Non preoccuparti, ne ho molte altre già lavate e stirate…-
Belle avrebbe voluto dire alto, ringraziarlo magari, ma il signor Gold la strinse a sé con maggior decisione e lei sentì tutto il corpo tremare.
Le sue mani accarezzarono il collo dell’uomo in un gesto del tutto naturale. Lo portò verso di sé e le guance si sfiorarono quando il signor Gold affogò il viso nell’incavo del suo collo.
Le mani dalla schiena salirono più in alto, in una sorta di danza estenuante che la fece rabbrividire.
Gold afferrò con foga alcune ciocche di capelli e le strinse forte per non farla andar via.
Sentiva il fiato dell’uomo accarezzarle il collo e quel semplice contatto, le procurò un forte rossore (per fortuna non visibile dato il buio totale) che aumentò la temperatura corporea.
La testa le girava così forte che continuò ad aggrapparsi a lui per non svenire.
Le mani affusolate di Gold, si concentrarono sul suo volto e delicatamente andò ad asciugare le lacrime amare delle sue paure.
Belle gli afferrò una mano e la baciò, proprio come aveva fatto quel pomeriggio e lui la imitò, portando verso di sé le mani intrecciate, per poi depositarvi un bacio che la fece sussultare.
Non seppe con precisione come si ritrovarono avvinghiati in un abbraccio passionale.
Si accarezzavano le schiene, le spalle, i volti.
Gold le afferrò il collo e avvicinò il volto.
Si guardarono intensamente negli occhi, anche se in effetti si intravedeva solo il luccichio dovuto ai riflessi lunari.
Era bellissimo e aveva una voglia tale di aggrapparsi alle sue labbra, che si sorprese quando non lo fece.
Si avvicinarono piano, ma rimasero intrappolati in una distanza estenuante.
Era un bacio nel non bacio.
Gli occhi e le labbra si attiravano come calamite, ma rimanevano sempre a un centimetro di distanza l’uno dall’altra.
Socchiusero gli occhi e continuarono a toccarsi con dita tremanti. Ruotarono il capo, immaginando che le lingue si afferrassero con prepotenza e desiderio. Ripeterono l’operazione più e più volte, ogni volta con voglia sempre crescente, che si trasformava in movimenti sempre più rapidi delle mai sui corpi.
Era la cosa più intensa che avesse mai provato.
Sentiva il suo respiro affannato accarezzarle le labbra, così schiuse le sue e respirò forte, per fargli sentire quanto forte fosse il suo desiderio. E lui risucchiò il suo fiato e lo incanalò nel corpo.
Continuarono a quel modo per un tempo indefinito.
Le labbra non si toccarono mai, eppure a Belle sembrò di aver baciato l’uomo per ore e ore…
 
Quando si svegliò, la prima cosa che sentì fu un forte dolore alla schiena. Provò a girarsi nel letto, ma sembrava che un peso le impedisse di muoversi.
Aprì gli occhi lentamente e notò una massa di capelli nero grigiastri accanto a lei.
Cercò di muovere gli arti per stirarsi un po’, ma solo allora si rese conto che il braccio del signor Gold le cingeva la vita.
Adesso capì perché non riusciva a muoversi.
Spalancò le palpebre immagazzinando quell’insieme d’informazioni e il sonno svanì all’istante.
Diede un’occhiata in giro, riconoscendo il salotto di casa Gold, in particolare quel divano che se avesse potuto, avrebbe raccontato lo strano contatto che vi era stato la notte scorsa tra lei e il signor Gold.
Il cuore riprese a battere impazzito al solo ricordo.
Vide Gold muoversi nel sonno e lei d’istinto chiuse gli occhi, fingendo di dormire.
Lo sentì sciogliere la presa sulla vita e ne rimase un po’ delusa, ma poi quella stessa mano andò a spostarle alcune ciocche di capelli che le coprivano il volto e si sentì subito meglio.
Rimase fermo per parecchi minuti, ma evitò di aprire gli occhi per scongiurare ennesimi imbarazzi.
Quando si alzò e sentì i passi che abbandonavano la stanza, ebbe il coraggio di aprire gli occhi e portare una mano al cuore. Batteva impazzito.
Non capiva cosa le stesse succedendo. Quelle emozioni erano del tutto nuove e non sapeva come gestirle. E poi non era ben chiaro cosa effettivamente provasse per il signor Gold…
Era davvero solo un’attrazione fisica?
Di una cosa era certa: aveva ogni giorno sempre più voglia di stargli accanto, stringerlo e approfondire il più possibile la sua conoscenza sia interiore che… Si vergognò a quel pensiero, ma per la prima volta in vita sua, si riscoprì assetata di contatti fisici.
La notte prima si sentì nutrita di sentimenti intensi e il sia il corpo che l’anima, erano finalmente in pace, in perfetta sintonia dopo parecchi anni.
Lasciò perdere quei pensieri sentendo il rumore di passi tornare indietro.
Gold la scosse leggermente per svegliarla e con uno di quei meravigliosi sorrisi, le augurò un buon giorno.
 
Per il resto della giornata, entrambi evitarono con cura di parlare dell’accaduto.
Era come se avessero instaurato una sorta di accordo, secondo cui a entrambi era proibito spiegare all’altro le emozioni provate in quel bacio non bacio.
Lavorarono in silenzio, come non facevano da ormai parecchio tempo, poi bevvero il tè e Gold le spiegò alcune nozioni sulla Land Art, l’arte cioè che si estende a modificare il paesaggio grazie agli interventi degli artisti.
Ascoltò con molto interesse, poiché quello era uno dei suoi argomenti preferiti e finalmente sembrò che ogni cosa tra loro fosse tornata alla normalità.
 
Quando accostarono la macchina a casa, si accorsero subito che qualcosa non andava.
Le luci del soggiorno erano accese e la porta d’ingresso era spalancata.
- Belle, rimani qui…- le intimidì.
Uscì dalla macchina molto lentamente e salì piano i gradini di casa.
Ma Belle non poteva rimanere davvero lì dentro e vedere l’uomo rischiare la vita.
Quando Gold entrò, Belle vide un uomo uscire dalla porta sul retro e correre verso il giardino.
- Gold! Sta scappando!- urlò.
L’uomo sparò nella sua direzione, ma riuscì a ripararsi dietro la macchina appena in tempo.
Gold iniziò a inseguirlo zoppicante, ma Belle per una volta fu più veloce. Aprì lo sportello di guida e mise in moto. All’improvviso si ricordò ogni movimento imparato a scuola guida, fece inversione di marcia, fece salire il signor Gold e iniziò a seguire il tizio, che nel mentre era salito su un’auto parcheggiata dietro un albero e partì a tutto gas.
- Io lo ammazzo! Cercava i miei soldi, ne sono sicuro!-
- State calmo, signor Gold, chiameremo la polizia-
- No! Questa faccenda voglio sbrigarmela da solo-
Per qualche istante persero di vista il ladro (o presunto tale), ma ad un tratto notarono la macchina di prima parcheggiata davanti la farmacia.
- Ma bravo… Ha intenzione di far furto anche in farmacia…- Gold fece per aprire lo sportello, ma Belle gli afferrò la mano appena in tempo.
- No! E’ meglio se aspettiamo qui. Potrebbe avere degli ostaggi e in quel caso noi potremmo intervenire. Se entrassimo, non potremmo aiutare nessuno…-
A differenza di quanto avevano predetto, l’uomo uscì dalla farmacia con un piccolo sacchetto in mano e si affrettò a mettere in moto la macchina.
- Inseguiamolo- gli suggerì Gold.
Belle iniziò a pedinarlo, rimanendo a una distanza di sicurezza, evitando così di farsi scoprire dall’uomo.
Presero una strada di campagna e Belle dovette spegnere i fari per non essere vista.
Fecero un chilometro, poi l’uomo parcheggiò accanto un’abitazione piuttosto modesta. Belle accostò dietro un albero e si voltò a verso il signor Gold.
- E adesso che facciamo?-
- Darò una lezione di vita a quel furfante. Se la vedrà con me…-
- E se avesse rubato in farmacia e non in casa vostra? Dovremmo chiamare la polizia…-
- Ormai che abbia rubato o meno in casa mia, è del tutto irrilevante. Ha osato varcare i miei confini e questo è per me un grave oltraggio! E tu non chiamerai la polizia, andrò ad acciuffarlo con le mie stesse mani…-
L’uomo estrasse una pistola dal cruscotto e Belle ebbe un tuffo al cuore.
- No, Gold, per favore, non portatela con voi…-
L’uomo non le diede ascolto e uscì dalla macchina.
- Ah, è così cocciuto!- commentò tra sé.
Lo raggiunse in fretta e insieme si avvicinarono alla casa, prestando la massima attenzione.
Notarono subito una finestra e piano si diressero verso di essa.
Sfruttarono il buio dell’esterno per intravedere l’interno senza essere scoperti.
La scena che si presentò, lasciò Belle senza parole.
Era una camera da letto piuttosto umile, con pochi mobili ad abbellirla.
L’uomo entrò in quel momento in stanza. Era un signore sui trent’anni, anche di bell’aspetto.
Teneva in mano un bicchiere d’acqua e una bustina bianca (che Belle suppose fosse una medicina). Accanto a sé, vi era una donna sdraiata a letto, con il viso pallido e in piena crisi respiratoria.
- Quella donna, è malata… E’ in punto di morte…-commentò Belle – i soldi gli servivano per curare la moglie malata…-
- Anche lui sarà in punto di morte molto presto…-
Puntò la pistola in direzione dell’uomo, che nel mentre porse la medicina alla moglie.
- No, fermo!- urlò Belle tentando di togliergli la pistola di mano.
Dopo la bustina, le diede uno spray per bocca e per magia la donna riprese a respirare meglio.
- Non mi sbagliavo su di lui, ha rubato solo per salvare la donna di cui è innamorato…-
- E’ comunque un ladro-
- Lei sarebbe morta se lui non fosse venuto a rubare!-
- E adesso sarà lui a morire e la donna potrà dire a tutti di non far arrabbiare Gold!-
- Non dovete farlo per forza! C’è del buono nel vostro cuore… Non mi sbagliavo sul ladro e non mi sbaglio su di voi!-
- No, Belle, stai zitta-
La spinse indietro, ma lei riuscì a vedere in tempo la donna che si alzava dal letto per abbracciare l’uomo. Quando sciolsero l’abbraccio, era visibile una protuberanza all’addome.
- Guardate, lei è incinta! Voi non siete il tipo d’uomo che renderebbe un bambino orfano…-
Belle sperò che quelle parole potessero colpire la coscienza dell’uomo.
Per un momento credè che questo potesse non bastare, ma poi lo vide abbassare l’arma e tornare zoppicante alla macchina.
Belle sorrise e si affiancò a lui.
- Cos’è successo?- chiese divertita.
L’uomo si voltò a guardarla e arrestò il passo.
- Nulla, vi era troppa distanza, inoltre dovevo rompere il vetro e ci saremmo fatti male anche noi-
- Grazie…- rispose Belle.
E la contentezza fu tale, che le venne spontaneo abbracciarlo.
Non vi era passione in quel contatto, ma un profondo senso di affetto e gratitudine.
- Adesso torniamo a casa- propose sciogliendo il contatto.
Gold riprese il posto di giuda e allacciarono le cinture.
- A proposito, non sapevo avessi ripreso a guidare…- disse l’uomo parecchio divertito.
- In effetti non lo sapevo nemmeno io. Credo che il mio spirito di avventura mi abbia guidato, se dovessi guidare in questo momento, credo non ne sarei più capace…-
- Vorrà dire che terminate le ripetizioni di storia dell’arte, dovremmo attivarci per quelle di giuda…-
Belle rise e la strada del ritorno fu piena di chiacchiere frivole e spensierate.
Il cuore era leggero come una piuma.
 
- Allora buonanotte, signor Gold- disse una volta tornati a casa.
- No, aspetta, vieni a vedere…-
Gold la guidò tra i corridoi del pian terreno, poi la condusse davanti una porta in legno, decorata con motivi a ghirigoro.
- Cosa c’è l’ha dentro?- chiese curiosa.
- Chiudi gli occhi…-
Lei ubbidì.
- Ma così non vedo niente!- protestò.
- Lasciati guidare…-
Gold la prese per mano, aprì la porta e entrarono in quella stanza silenziosa.
- Posso aprire?-
- Non ancora. Aspettami qui…-
Lasciò la presa sulla mano e si spostò di qualche passo.
Sentì il fruscio dei tessuti, come di tende che venivano aperte.
- E adesso?- chiese impaziente.
- Adesso sì-
Belle non se lo fece ripetere due volte e aprì gli occhi.
- O mio dio! Non posso crederci!- urlò estasiata.
Era una stanza enorme, che si stendeva in altezza per oltre due piani. Vi erano due ampie scalinate laterali che conducevano al piano superiore. Le ampie vetrate permettevano alla luce di illuminare a giorno l’intero ambiente e il soffitto era ricoperto di affreschi in puro stile contemporaneo. Ma la cosa fantastica, era che ogni angolo era invaso da scaffali in legno e vetrinette, tutte occupate da infiniti libri.
- Uhau! Non ho mai visto così tanti libri tutti insieme!-
- Ti piace?-
- E’ bellissimo! Ci sono più libri di quanti ne potrei leggere in un’intera vita!-
- Puoi venire tutte le volte che vuoi e consultare i libri che ti attraggono. Così al negozio non potrai più contare sulla scusa dell’amore per la lettura per sottrarti al lavoro-
Ma Belle non fece caso a quelle parole. Era troppo felice.
- Grazie, grazie! E’ molto più di quanto abbia mai desiderato!-
Lo abbracciò appena, poi si tuffò alla ricerca dei nuovi libri da leggere e non aveva che l’imbarazzo della scelta.
Il signor Gold, guardò la scena divertito.


Continua…


Buon pomeriggio! In realtà potevo postare anche prima, ma il sito sembrava non funzionare, così ho aspettato che il problema fosse risolto.
Passiamo al capitllo. FInalmente i nosti amori Rumbelle sono soletti a casa e devo dire che si danno parecchio da fare! Perchè oltre alle nostre amate, amatissime, ripetizioni (cunina, arte, etc.) si improvvisano Sherlock e Watson per sventare il furto... Alzi la mano chi non ha stimato Belle, che è riuscita a sangue freddo a guidare con prudenza. L'ispirazione è tratta da una storia vera (mia madre mi racconta sempre che per anni non ha guidato, poi c'è stata un'emergenza in famiglia ed è dovuta scappare in ospedale. Magicamente si è ricordata come si guidava).
La lady della body art, è veramente spaventata dai medici e dalle punture, ma non ha paura di ferirsi il corpo durante le performance. Non inserisco video delle sue performance perchè sono un pò macabre, ma chi ne avesse l'intenzione, basterà cercare "Marina Abramovic" su youtube e vi si materializzerà l'inferno.
Tornando a discutere sulla rapina, la citazione è chiaramente a Robin Hood, ma dato che qui è un bravo professore, ho fatto in modo che il personaggio apparisse un estraneo e ovviamente ho reso contemporanea tutta la scena.
Non so se c'era altro da commentare. La storia della bella e la bestia è vera, ci sono molte teorie su di essa, mi piaceva riportarle per creare questa sorta di parallelismo con OUAT.

Come avviso, vi annuncio che la scrittura procede molto velocemente, quindi posso rassicurare sulla puntualità degli aggiornamenti a lungo termine.

Ringrazio
Ariki, pandina e Saja per aver recensito lo scorso capitolo. E come sempre ringrazio chiunque stia seguendo questa storia, grazie davvero *-*
Fatemi sapere cosa ne pensate, se volete. 

PS. per chi segue la messa in onda americana. Ohhh cavoloooo, che puntata esilarante la 3!!!! Ma temo il momento in cui Belle saprà la verità... Sigh. 
Ho amato due cose: il fatto che Hook sia stato l'unico a capire che Gold stesse mentendo (e che ce l'ha in pugno uhahahahah) e il fatto di trovarci ancora una volta con il doppiogioco di Gold. Sarò malata, ma a me gasa il suo lato oscuro.... Anche se ovviamente mi dispiace troppo per Belle, non si merita di esser presa in giro a questo modo...

Tralasciando i vari commenti, il prossimo capitolo arriva, come sempre, mercoledì prossimo. Baci!!!! ;)
 
  
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