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Autore: Ino_Nara    15/10/2014    0 recensioni
Kensi è una ragazzina che ha perso i genitori tempo fa, ed è ormai abituata a vivere da sola.
Dopo un primo trasferimento a causa del lavoro della zia, la ragazza si trasferirà una seconda volta senza un' apparente motivo.
Scoprirà solo in seguito qual'è il suo passato, per quale motivo ha perso la memoria e grazie ai nuovi compagni tornerà a vivere, anche meglio di prima.
Dal testo: "Una bambina,decisamente cresciuta, stretta al suo ragazzo, in quella che era una disperata ricerca di calore e affetto; un uomo, ancora troppo bambino, che sembrava proteggerla da tutto pure nel sonno, quasi volesse rimediare ad errori passati e recuperare il tempo perduto."
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, La zia/La fata, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piangere mi aveva stremato e mi ero addormentata addosso a Castiel.
Avevo dormito all’incirca tre ore.
Quando mi svegliai Castiel stava ordinando delle pizze al telefono.
< Oh, ti sei svegliata >
< Ciao - dissi sbadigliando; avevo ancora indosso la sua maglietta – vado a farmi una doccia >
< Ma sei sempre sotto la doccia? >
< Mi rilassa > urlai entrando in bagno.
Cass nel frattempo andò a casa, si cambiò e mi preparò la tavola per la cena.
Quando uscii dalla doccia le pizze erano già in tavola. In fretta mi rimisi la sua magliette e dei pantaloncini da ginnastica rosa. A detta sua sembravo “un peluche un tantino rock”.
Mangiammo in silenzio le nostre pizze finché Castiel mi chiese:
< Allora che hai deciso? >
Lo guardai un po’ negli occhi, il suo sguardo era penetrante, e gli dissi:
< Te li immagini noi due?
Abbracciati in una sera d’autunno in riva al mare. Io che ti rubo la giacca, tu che mi guardi male e io che ti sorrido.
Voglio fare Natale con te, montare l’albero e urlarti che si, la sto tenendo la scala e non sto solo ridendo.
Voglio baciarti sotto la neve, magari sui pattini. Voglio aprire i regali con te.
Poi smontare tutte le luci e sigillarle in scatole di cartone, pronte ad essere nuovamente sistemate in soffitta.
Voglio addormentarmi nuovamente sul divano, tra le tue braccia, mentre mi coccoli e sussurri che mi ami.
Voglio fare tutte queste cose con te, e mi chiedi ancora cosa ho deciso?
Castiel, mi sono innamorata di te una volta, pensi che non sia in grado di averlo fatto ancora?
Cioè, guardami, non pensi ch io possa essere innamorata di te?
Non vedi come mi brillano gli occhi quando parlo di noi due?
Castiel, ti amo più di quanto il cuore possa sopportare, non chiedermi più sciocchezze. >
Castiel si alzò, facendo rovesciare la sedia dietro di lui.
Scattò in avanti e mi baciò la fronte. 
Gli presi la mano.
< Castiel ho sonno... >
< Amore vieni, ti porto a letto >
< No, voglio che tu venga a letto con me... >
< Kensi siamo già quasi finiti a letto una volta, non - >
< Castiel, dormire, ho sonno, ma ho scoperto di recente che dormo molto meglio se ti sto abbracciata >
< Che bambina >
Non fece in tempo a finire la frase che già mi aveva preso in braccio per portarmi a letto; arrivò in camera mia, mi buttò sul letto, chiuse la porta a chiave e si tolse la maglietta.
< Castiel ma che stai fac- >
Già la sua imponente muscolatura mi stava sovrastando.
< Non me lo dai il bacio della buona notte? > mi sussurrò vicinissimo all'orecchio
< Castiel non puoi fare così, è ingiusto... >
Mi baciò il collo
< Ma io non sto facendo nulla >
Mi stampò un bacio sulle labbra, si lasciò cadere alla mia sinistra e si tirò su la coperta fino agli occhi.
< Buonanotte >
Si girò dandomi la schiena.
< Notte idiota >
Ero frustrata, gli rivolsi anche io le spalle. Provai a chiudere gli occhi, ma non riuscivo ad addormentarmi.
Mi sentii cingere la vita da Cass, che mi strinse contro il suo petto.
Mi raggomitolai meglio che potevo per sentirmi protetta il più possibile.
Avevo sentito Castiel sospirare alleggerito, si era addormentato.

La vita è molto buffa: ciò che fa gioire alcuni, fa piangere altri.
In un momento come il mio non sapevo decisamente cosa fare.
Avrei potuto piangere per quello che mi era capitato e che mi avevano rivelato senza tanti fronzoli, oppure gioire per aver ritrovato Castiel ed essermi potuta svegliare accanto a lui.
Non riuscivo più a dormire così mi alzai e preparai la colazione. Sentii i passi di Castiel venirmi incontro.
< Cosa ci fai già in piedi? Il letto è freddo senza di te. >
< Castiel dobbiamo andare a scuola…>
< Per forza? >
< Non vorrai farmi marinare la scuola subito al terzo giorno! >
< Non vuoi stare con me? >
Fece la faccina da cucciolo.
Lo guardai un attimo.
< Castiel siamo vicini di banco! Va’ a farti una doccia che vado a prendere le tue cose. >
Castiel si chiuse in bagno, io presi le chiavi e andai a casa sua.
Rassettai un pochetto la sua camera ,presi le sue cose e rientrai a casa. Portai i suoi vestiti in bagno e andai in camera a cambiarmi.
Ero in intimo davanti all’armadio quando Castiel entrò senza bussare. Cdercai di coprirmi come meglio potevo e avvampai.
< Sei bellissima. >
< C..C…Castiel esci… >
< Non ne ho intenzione, non vuoi rimanere a casa con me, almeno fammi godere di certe visioni. >
Sbiancai, lui mi si avvicinò, tremai, passò oltre, sospirai, mi tirò in faccia una maglietta degli skrillex e dei pantaloncini, tornò verso di me, mi schioccò un bacio in fronte e uscì dalla stanza.
In tutta fretta mi vestii, uscii dalla stanza e lo raggiunsi; era sul divano, perfettamente vestito e con la tracolla ai suoi piedi. Appena mi vide si alzò, mi squadrò dalla testa ai piedi e mi lanciò il suo giacchetto di pelle.
< Mettitelo, si vede troppo che la mia maglia ti sta larga >
“Così nessuno penserà che ci sia qualcosa di strano vero?” pensai. Castiel mi stava ancora fissando, prese la sua borsa e le chiavi della moto.
Scendemmo in giardino e mi fece salire su quel mezzo di trasporto decisamente troppo alto. Arrivati a scuola mi prese la mano e entrammo in classe insieme.
Prendemmo posto negli ultimi banchi, come nostro solito e mancò poco che Castiel non si addormentasse durante le lezioni.
Il prof lo riprese immediatamente, e proprio mentre Castiel stava per rispondergli male e uscire dalla classe io gli afferrai una mano e gli sussurrai di chiedere scusa.
Lui si risedette, ma non accennò assolutamente a porgere le sue scuse al professore. Lo guardai negli occhi, mi sorrise, insistetti con lo sguardo, sbuffò
< E va bene, hai vinto! Mi scusi, ma la sua lezione è veramente una lagna, e questa notte ho dormito poco. >
Non era il tipo di scuse che intendevo ma già era un gran traguardo per lui, ma poteva anche trovare una scusa migliore dell’ “ho dormito poco”! Avevo la sua giacca addosso, eravamo entrati in classe per mano e lo avevo appena costretto a chiedere scusa a un prof, la gente avrebbe sicuramente pensato male.

Un risolino si levò dalle prime file: era Ambra.
< Cosa pensi di ottenere trattenendolo? Non ti ringrazierà di certo come vorresti per avergli salvato l’anno scolastico mocciosa! >
Stavo per mandarle un accidente, quando intervenne il professore che decise di mandarla a farsi un giretto da suo fratello. Conoscendola il prof si assentò qualche minuto per accompagnarla.
Lysandro girò all’indietro la sedia, rivolgendoci lo sguardo.
< E cos’ le hai talmente tanto potere su di te da impedirti di mandare a fanculo il prof eh? Non pensavo influisse così tanto. Kensi, riguardo a ieri, non essere arrabbiata con me, non potrai tenermi il broncio per sempre, ci mancava la nostra voce femminile in band,e poi vuoi metterei il gusto di vederlo ingelosire? Castiel, ora devi dirmi come avete sistemato e come stanno le cose tra di voi adesso. >
< Lysandro porca puttana, stai parlando troppo. Mi ha impedito di mandare a cagare quello stronzo, ma a te posso dire tutto quello che voglio. >
< Dimmi come avete chiarito allora, signorino. >
< Lys stai zitto, ho sonno. >
< Allora non ti dispiacerà di certo se la bacio io. >
Si stava avvicinando molto pericolosamente alle mie labbra e Castiel non stava avendo nessuna reazione.
Era davvero questione di millimetri, sentivo già le sue labbra soffiare sulle mie. Castiel lo afferrò per il colletto, lo ributtò sulla sua sedia e mi baciò selvaggiamente.
< Non avvicinarti a lei mai più di così, o te la vedrai davvero con me, le mie cose non si toccano. >
Lysandro sorrise e mi fece l’occhiolino. In quel momento rientrò il prof e riprese quella noiosissima lezione che io e Cass passammo facendoci dispetti in continuazione come due bambini.

 
  
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