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Autore: pizzamycrush    15/10/2014    0 recensioni
"Tu stai male!" la ragazzina urlò contro di me. Non aveva ancora capito niente.
"Si, tesoro, sto molto male" ricambiai il tono. Un ghigno si dipinse sul mio volto. Lei non si spaventò, come erano solite fare tutte le altre. Sorrise, ingannevole e, Dio, il suo sorriso era qualcosa di fantastico.
Mi si avvicinò e sussurrò al mio orecchio poche parole, per poi allontanarsi da me.
"Allora non siamo tanto diversi."
- Accenti ai miei Larry :3
- Lana Del Rey, as Arabelle.
Niall Horan as Himself.
*L'autrice si è ispirata agli Artctic Monkeys. Amen*
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Ehy, hai bisogno di aiuto? Qualcuno ti pedinava lì fuori?" Il tono del barista era annoiato, deciso a nascondere quella che evidentemente era meraviglia.

La ragazzina fece segno di no ed indicò la vodka alla pesca di cui era fornito il bancone.

Il proprietario del pub alzò il viso verso quella che a prima vista gli era parsa una bambina. Avrà avuto massimo quindicianni. Scosse la testa, e l'altra passò un documento sul banco lucido dai troppi drink che erano caduti su quello. Il barista sbuffò imbarazzato, ma del resto era una buona offerta. Intascò i dollari e versò il liquido in un bicchiere, che la ragazza si affrettò a prendere, assieme al finto documento che prima conteneva una discreta somma e si avviò verso la parte più 'hot' del pub.

Controllò il trucco nelle pareti che conducevano verso la piccola discoteca dietro il locale. Era decente, le occhiaia ben nascoste sotto tanto, forse troppo fondotinta. Il vestito leggero le fasciava bene il corpo scarno.

La musica l'accolse e storse il naso a vedere la massa di ragazze che si scuotevano e strusciavano attorno ad il riccio. Sorrise pensando a Louis e si avvicinò velocemente a lui, facendosi largo tra i corpi che si scatenavano in pista. Si bagnò le labbra con il liquido che aveva nel bicchiere e afferrò il ragazzo per la camicia, trascinandolo lontano dai riflettori.

"Belle!" urlò quello. La ragazza sorrise e osservò la sua camicia, per poi trattenersi una risata in gola. Il riccio lo guardò strano.

"A cuori?" esclamò studiando la fantasia del tessuto. "E poi vai in giro a dire che sei etero, lo sai che non ti crede nessuno, vero?"

Sogghignò, per poi alzare un sopracciglio verso il ragazzo.

"Eh?" Uscirono dal locale e si avviarono verso casa, con la lieve luce dei lampioni ad illuminare il cammino dei ragazzi.

"Harold, non pendrermi per il culo, sappiamo entrambi di cosa stiamo parlando." Tirò fuori una sigaretta e la passò al ragazzo, per poi prendersene una anche lei.

"Lo sai che non dovresti fumare..." sospirò Harry, accendendo la sua.

"Non dovrei fare un sacco di cose" ridacchiò triste la ragazza, per poi sospirare. Il riccio scosse la testa. "Allora?"

"Arabelle, perchè ti interessa?" la domanda uscì dalle labbra troppo in fretta. Belle si portò una mano alla fronte.

"Non so, fammi pensare..." sforzò un tono ingenuo "Forse perchè siete i miei conquilini?"

Il ragazzo sorrise, facendo comparire quelle fossette che avrebbero fatto impazzire chiunque, e Arabelle fece sprofondare il dito in quei piccoli buchi accanto alle labbra del riccio. Ci giocherellò un po'.

"Siamo dei conquilini tanto pessimi?" chiese, dopo un po'. Si erano seduti su un muretto che si affacciava sul fiume, mentre i ragazzi studiavano attentamente quel paesaggio. C'è chi avrebbe detto che Londra era migliore di giorno o al tramonto, ma infondo tutti gli adoloscenti del posto sapevano che era di notte quando la città viveva per davvero.

Arabelle scosse la testa sorridendo. "Di certo siete meglio di mio fratello".

Non l'avrebbe mai ammesso, ma Harry avrebbe potuto giurare di vedere i suoi occhi luccicare, forse per colpa del troppo alcool oppure i ricordi le facevano davvero così tanto male.

Le prese la mano e passò i polpastrelli sulla pelle liscia. "Arabelle, va tutto bene, andiamo a casa" la rassicurò. Si passò una mano tra i capelli, scompignandoli più di quanto già non lo fossero.

La ragazza sorrise e spostò le gambe dall'altra parte del muretto, per poi seguire il riccio. "Non mi hai ancora risposto..."

Gli occhi color giada fulminarono quelli marroni di lei. "Va tutto bene" si ripetè "tutto bene."

Arabelle sospirò, ed incatenò il ragazzo al muro, che la sorvastava di poco. "Come mai non ti credo?" Harry si provò di liberarsi. Scosse il capo quando si accorse che la ragazzina non l'avrebbe lasciato facilmente.

"Okay, non va tutto bene, contenta?" iniziò, e lo sguardò della ragazza divenne serio "Ma non importa, ora torniamo a casa".

Il suo tono non ammetteva repliche, e Arabelle lo lasciò andare, anche se era ovvio che le importava. Infondo era tutto quello che rimaneva di una famiglia, non poteva lasciarli andare tanto facilmente.

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"Quindi?" Arabelle accavallò le gambe, cercando un qualche conforto in quella posizione.

Harry cercò disperatamente lo sguardo di Louis, che spostò velocemente gli occhi gelidi sulla ragazza. Il riccio si passò una mano tra i capelli, sconsolato. Belle non ci riusciva ancora a credere: non poteva essere vero.

"Significa" Louis pronunciò lentamente le parole che perseguitavano la ragazza nei suoi incubi più intimi "Che abbiamo rotto".

Il pomo di Adamo del ragazzo si mosse leggermente dopo aver pronunciato la frase, ma niente lasciava trapelare la sua disperazione, al contrario di Harry, che si era improvvisamente sdraiato e una sigaretta ondeggiava sulle sue rosee labbra tremanti.

Il silenzio si stava facendo assordante nel piccolo loft. "Stronzi" Arabelle trattenne a stento le lacrime: non poteva sembrare ancora così debole. Si alzò di scatto e camminò quasi spontaneamente verso l'ingresso.

Sarebbe rimasta una notte od anche più in un Motel, poi quando si sarebbe accorta che aveva vissuto soltanto un brutto sogno sarebbe tornata a casa, ed avrebbe trovato i ragazzi fare le loro solite cose da froci. Sorrise convinta dei suoi pensieri, anche se per la prima volta li erano sembrati davvero seri.

Imprecò mentalmente quando si accorse di aver dimenticato a casa la borsa, ed era anche tardi. I primi maniaci sarebbero arrivati a presto e a lei non aveva proprio voglia di rivivere quella sensazione un'altra volta.

Doveva fare retrofront, ma le sue gambe tremanti le impedivano di girarsi, e solo per dignità non le scappò un urlo quando sentì la voce calda proveniente dietro di lei. "Sorellina, non ti ha mai detto nessuno di non andare in giro da sola di notte?"

Non doveva girarsi, non poteva farlo. "Payne, da quanto tempo" commentò fredda.

Una mano calò sull'esile spalla della ragazza. "Non fai divertire un po' gli amici del tuo caro fratellino?" La voce le giunse nuova, e i suoi occhi si girarono mecchinamente, la maglietta bianca del ragazzo fu l'unica cosa che riuscì a vedere nella penombra.

"Nialler, vacci piano, è pur sempre Arabelle" adesso la ragazza se alzava di poco la testa avrebbe potuto vedere tre paia di occhi che la studiavano, due dalle sfumature simili ed altri di un colore chiaro, forse azzurro.

"Leeroy, non fare lo scassa coglioni, l'altra volta non mi pareva avessi trattenuto gli ormoni più di tanto" Belle avrebbe potuto giurare di percepire suo fratello tremare. Il ragazzo dagli occhi chiari sogghignò, e solo dopo poco Arabelle si accorse del terzo, quello che aveva appena parlato. Era decisamente il più curato, non contando le occhiaie che si potevano vedere sotto gli occhi, di un colore decisamente troppo simile a quelli di Liam.

La ragazza si appoggiò contro il lampione, e cercò di rendere il vestito più largo di quanto fosse. Gli altri le si avvicinarono. Ora poteva vedere che gli occhi di quello che suo fratello aveva chiamato 'Nialler' erano di un blu intenso, a dir poco sublimi. Le afferrò il bordo della manica "adesso vieni con noi, principessina". Arabelle scosse la testa. L'altra volta lui non c'era.

"Lasciami" la parola uscì più acuta di quanto avesse pensato, mentre stava strozzando un urlo in gola.

"Ma sentila come strilla" la derise il moro, per poi avvicinarsi ed il suo viso divino le annebbiò per qualche momento i sensi "tesoro, sei fortunata che non abbiamo registrato l'altra volta" sussurrò in modo che la potesse sentire soltanto lei.

Il biondo le lasciò improvvisamente il polso e l'altro si allontanò. "Payne, Malik, Horan, da quanto tempo". Arabelle fu al settimo cielo quando sentì la voce, e si voltò verso l'inglese.

"Salve, come mai da queste parti?" Liam era tornato il solito perfettino. Si scambiarono sguardi di fuoco. "Potrei chiederti la stessa cosa" gli ringhiò contro l'altro. La ragazza scivolò tra le braccia di quello.

"Tomlinson..." Il biondo si avvicinò al ragazzo "quindi adesso vi occupate tu e Harriett di quest'errore. Come va tra voi frocietti?"

Louis prese a fare centri concentrici sulla schiena di Belle. "La ragazza che tu chiami 'errore' adesso è la mia fidanzata" sollevò il mento di un'Arabelle stranita e stampò le labbra sulle sue, ma qual bacio non fu niente rispetto a quelli di lui e Harry, ne sentiva la mancanza fino alle ossa.

Arabelle capì che l'amico fingeva, e continuò il suo gioco, mentre trattenneva lacrime gioiosi. Liam storse il naso al loro indirizio.

"Non ti consiglio di lasciarla a quello che lo prendeva in culo da Hazz" La ragazza sentì i nervi di Louis fremere a sentire quelle parole, ma non disse nulla. Il commento di Malik era pesante "dovrebbe venire con noi, si divertirà".

"In realtà era lui il passivo" Arabelle avrebbe potuto giurare di sentire l'inglese borbottare, forse più a se stesso che agli altri.

La ragazza incontrò gli occhi del fratello, e le sembrarono per la prima volta seri. "Zayn, meglio di no." L'anglo-pakistano lo guardò stranito. "Ma che ti prende amico? Una volta non eri così 'molliccio'" storse il naso all'indirizzo del miglior amico, cosa che non avrebbe mai detto ma che infondo sapeva che era vero.

"Ho detto di no" ripeté lui "loro la sanno trattare meglio di noi". Sembrò tutto ad un tratto pentito. "Se hai bisogno di qualcosa..." Payne si imbarazzò a pronunciare quelle parole "Questo è il mio numero, chiamami per qualsiasi cosa le accade, okay?"

Louis non rispose, afferrò il biglietto di carta e guardò il ragazzo dagli occhi nocciola con astio, per poi sussurrare ad Arabelle di andare a casa.

  
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