La
solitudine dei calzini spaiati
91volteMe
Nel castello
c’é sempre vita: gente che passeggia
per i corridoi, studenti nelle aule a fare lezione, fantasmi che girano
a zonzo
passando tra un muro e l’altro, ma c’é
anche chi va in Sala Grande a studiare e,
chissà come mai, c’é sempre qualcosa da
mangiare. Quanto sono buone le cose che
appaiono sui tavoli come per magia, beh quasi! Sì,
perché tutte quelle cose
sono preparate da qualcosa o meglio qualcuno ed io so benissimo che si
tratta degli
elfi domestici della cucina.
Un giorno, mentre giravo per i corridoi leggendo un libro molto
interessante e
sgranocchiando una mela, non sapevo neanche dove mi stessi dirigendo
quando sbattei
contro un arazzo e quello che c’era dietro. Cadendo per
terra, tornai in me
dalla botta e vidi questo paramento bellissimo che ritraeva un
banchetto
fantastico, un po’ come quelli che si fanno ad inizio anno.
Sentii delle voci e
mi nascosi, sembravano quelle di due elfi che conoscevo bene; diedi una
sbirciata nella loro direzione: uno era vestito tutto colorato e un
po’ strano,
l’altro aveva una specie di sacco di patate. Quando mi
passarono davanti,
saltai fuori dal mio nascondiglio:
“
Dobby! Belli quei calzini, dove li hai presi? Li
voglio anche io, sono bellissimi!”
Dobby e
l’altro elfo, presi alla sprovvista, sobbalzarono:
“Signorina
Meme! Mi ha davvero spaventato. Mi fa
piacere che alla signorina piacciano i miei calzini, in
realtà mi sono stati regalati
dal Professor Primuslune, ma come sta la signorina?”
“Benone
Dobby! Ti vedo in gran forma. Ah, ciao
Teddy! Come stai?” L’altro elfo mi
salutò sommessamente e rispose con un filo
di voce dicendo di stare bene. “Allora, cosa state facendo di
bello? Andate in
cucina?”
“Certo
signorina. E dove, altrimenti?!” L’elfo
accompagnò
questa frase con un piccola risatina di ironia.
“Dobby,
posso venire con voi anche io?”
“Signorina
lo sa benissimo che non le è permesso. E poi
non dovrebbe studiare?”
“No, ora ho delle ore buca e ho già finito i
compiti, infatti stavo girando a
zonzo mentre leggevo un libro preso in biblioteca. Dai Dobby! Ti prego!
Lo sai
che faccio la brava e non lo dirò a nessuno come al solito,
vi darò solo un
aiutino.” In quel momento sfodererai la mia faccina dolce
migliore. Sì, perché
non era la prima volta che entravo nelle cucine.
Alla fine Dobby
cedette: “Va bene, ma non deve
restare troppo tempo.”
“Grazie
Dobby! Sei il migliore!” Sorrisi a trentadue
denti e lo abbracciai.
Dopo un attimo
di imbarazzo, Dobby, Teddy ed io
entrammo in cucina. Quel posto mi lascava sempre senza fiato, era uno
dei miei
luoghi preferiti del castello. Al centro c’erano quattro
tavolate di legno come
quelle della Sala Grande e tutto attorno elettrodomestici che i babbani
potevano solo sognare.
Tutti gli elfi
mi guardarono un po’ straniti anche
se mi salutarono. Io andai subito da Sally, lei era la mia preferita:
era Dobby
al femminile, con un vestito tutto colorato ed era anche la migliore
tra i
pasticceri. La abbracciai, sapevo di essere anche io la sua preferita
perché
ogni sera a cena trovavo sempre un dolcetto speciale per me, creando
grande
invidia tra tutti i Serpeverde.
Dopo i saluti, le dissi che ero lì per aiutarla e ci
mettemmo subito a lavoro.
Mentre stavamo chiacchierando, notai che Sally e Dobby erano gli unici
vestiti
e che stavano al caldo, così chiesi:
“Perché gli altri non hanno vestiti come
voi?”
Dobby rispose:
“Perché noi siamo liberi ed abbiamo
scelto di lavorare qui, ma tutti gli altri sono ancora
schiavi.”
“Beh,
sono sicura che se chiedeste al Preside dei
vestiti e di essere liberi non ve lo negherebbe mai. E poi non sarebbe
bellissimo se tutti potessero imparare a cucinare da voi? Avere dei
corsi di
cucina e voi i professori… sarebbe bellissimo!”
Tutti gli elfi
mi guardarono e scoppiarono in una
fragorosa risata, Dobby si rotolava a terra a causa
dell’ilarità provocata
dalla mia affermazione e Sally aveva addirittura le lacrime agli occhi,
ma io dicevo
sul serio. Quando riuscirono a tornare seri, mi dissero che non sarebbe
stato
possibile.
Nei giorni successivi ci pensai molto e decisi di iniziare una
raccolta. Creai
un cestino di vimini e un cartello con scritto: “Raccolta
di Calzini Spaiati. Se i tuoi calzini non hanno più un
compagno, dai loro la possibilità di trovare una grande
compagnia. Non
lasciarli da soli, dagli un’altra vita.”
Tutti, quando portavano i loro
calzini, chiedevano cosa ne avrei fatto, ma la mia risposta era sempre
un po’
vaga: “Ho qualche idea, ma non so ancora esattamente come
concretizzarla.”
Dopo qualche
settimana il cesto ormai straripava,
così decisi di andare a parlare con il Preside. Presi il
contenitore di vimini
e mi diressi verso il suo ufficio. Una volta ottenuto il permesso di
entrare,
gli spiegai tutta la storia: raccontai che qualche volta andavo nelle
cucine ed
infine gli esposi le mie idee. Quando ebbi finito, il Preside
alzò lo sguardo
su di me e mi disse semplicemente:
“
È un’idea straordinaria! Se riuscirai a trovare
abbastanza iscritti per i corsi, ti assicuro che verranno fatti. Per
quanto
riguarda i calzini vorrei essere con te di persona.” E mi
sorrise.
Mentre ci
dirigevamo assieme verso le cucine, ero felicissima.
Entrai, appena gli elfi mi videro mi salutarono calorosamente,
soprattutto
Dobby e Sally. Quando entrò anche il Preside si ammutolirono
immediatamente. Il
Preside sorridendo mi disse: “Beh vedo che sei più
amata di me, quindi
preferisco che sia tu il mio portavoce.”
Arrossii subito,
non era mia intenzione essere più
amata del Preside. Cercai di riprendermi presto e iniziai a parlare,
anche per
togliermi da quell’imbarazzo:
“Bene
cari amici, il Preside ed io siamo qui perché
c’è una sorpresa per voi. In queste settimane ho
fatto una raccolta e hanno
partecipato tutti i presenti nel castello, qui con me ho una cesta di
calze, che
grazie anche al consenso del Preside serviranno, oltre che a scaldarvi,
a
rendervi tutti liberi! Ovviamente se vorrete sarete sempre ben accolti.
So che
non è tanto, ma è un inizio. Inoltre sempre
grazie al consenso del Preside, nei
prossimi giorni inizierà una raccolta di firme per chi
vorrà partecipare a dei
corsi di cucina e voi sarete i professori! Anche perché chi
meglio di voi
potrebbe farlo?! Detto questo, ora vi lascio con il Preside
così se vorrete,
potrete fargli tutte le vostre domande! Di calze vi assicuro che ce ne
sono in
abbondanza per tutti.” Gli elfi scoppiarono in un urlo di
gioia generale, si
gettarono sulla cesta e sommersero il preside di domande a cui fu ben
lieto di
rispondere. Dobby e Sally mi saltarono addosso piangendo dalla gioia e
mi
ringraziarono per quello che avevo fatto.
Passarono i giorni e le iscrizioni per i corsi di cucina e pasticceria
aumentarono, tanto che ci dovettero suddividere in gruppi.
Sally era la nuova Professoressa di pasticceria ed io ero diventata la
sua
aiutante. Dobby e Teddy, assieme ad altri elfi, si occupavano di vari
corsi di
cucina.
Gli elfi erano liberi e fu così che anche quei calzini raccolti, rimasti soli per tanto tempo e mai più usati, avevano finalmente trovato un nuovo compagno, un fratello magari non gemello, ma d'altronde chi siamo noi per giudicare queste cose?
Note:
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