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Autore: Chloe R Pendragon    15/10/2014    6 recensioni
Buonasera!
Questa storia parla di Mary Tudor, sorella di Henry VIII, e del suo amore per il migliore amico del re, Charles Brandon; è la prima volta che mi cimento in questo genere, per cui siate clementi! *^*
Spero che vi piaccia, mi farebbe piacere avere le vostre opinioni così da potermi migliorare: a presto! ^^
Seconda classificata al terzo turno del concorso "Tutti i generi più uno!" indetto da aturiel sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Tudor/Inghilterra
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Tender is the brotherhood

 


 Autore sul forum \ sito : Chloe R Pendragon

 Genere storia : Storico

 Rating : Verde

 Titolo: Tender is the brotherhood

 Introduzione: Questa storia parla di Mary Tudor, sorella di Enrico VIII, e del suo amore per il migliore amico del re, Charles Brandon; in un mondo in cui gli interessi politico-economici regnano sovrani, un sentimento tanto nobile fatica a trovare il suo posto, eppure...

 Note: In fondo alla storia si trova un link utile per conoscere ulteriori dettagli sulla storia di Mary e Charles; pur essendo in inglese, la lettura può essere interessante... ;)




La principessa Mary Tudor osservava assorta il sole che pigramente tramontava, nascondendo la sua rotonda figura dietro l’orizzonte e tingendo il cielo con sfumature rosate; il suo sguardo si perse in quello spettacolo, permettendo alla sua mente di vagare tra mille ricordi, frammenti dell’ansia che stava provando a causa di quella logorante attesa.
Tutto era iniziato il giorno in cui il suo adorato fratello l’aveva promessa al re di Francia, Louis XII, in modo da ottenere l’approvazione di questi al trattato di pace con l’Inghilterra: lei era trent’anni più giovane ed era stata a dir poco riluttante all’idea di sposare un uomo tanto anziano, tuttavia aveva acconsentito al matrimonio per compiacere il sovrano inglese. Ovviamente, non aveva ceduto così a buon mercato: difatti aveva chiesto al maggiore dei Tudor di prometterle che, alla morte del coniuge, lei sarebbe stata libera di convolare a nozze con colui di cui era perdutamente innamorata, il più caro amico di Henry, Charles Brandon.
Dopo aver ottenuto la parola d’onore del fratello, era partita alla volta di Abbeville, ma il viaggio era stato un vero e proprio incubo: erano stati vittima di una tempesta talmente violenta da abbattere dieci navi su quattordici, inoltre le rimanenti erano giunte in diversi porti francesi. Provata dal mal di mare, la futura regina era stata trasportata a braccia da Montreuil fino a destinazione da Sir Garnish; nonostante la terribile traversata, quando aveva incontrato il monarca della Francia era stata impeccabile.
Aveva indossato lo stesso abito che sfoggiava in quell’istante davanti al tramonto, uno splendido vestito cremisi con un cappello di seta del medesimo colore, capace di esaltare i suoi capelli biondo-ramati e la sua candida carnagione; ricordava ancora l’espressione incantata dell’anziano re e gli sguardi meravigliati dei presenti di fronte alla sua disarmante bellezza, del resto era una Tudor e, in quanto tale, il suo fascino era sempre stato irresistibile.
Si erano sposati pochi giorni dopo e da quel momento era sempre stata una moglie devota e una regina esemplare: aveva donato il proprio corpo al suo consorte e lo aveva assistito nella buona e nella cattiva sorte. Eppure, il suo cuore aveva continuato imperterrito a battere per il suo amato Charles, danzando al ritmo delle melodie che in gioventù avevano pervaso le loro membra e li avevano accompagnati nei balli a corte, nutrendo la muta passione che li aveva legati dall’attimo in cui i loro splendidi occhi nocciola si erano specchiati gli uni negli altri.
Quando la gotta si era portata via Louis XII, Mary lo aveva pianto sinceramente, giacché si era affezionata al coniuge al di là degli obblighi che l’avevano portata all’altare: da quel triste giorno, aveva contato i secondi che la separavano dal suo vero amore, colui a cui sarebbe stata perpetuamente legata. Il duca di Suffolk aveva scritto al re d’Inghilterra per ottenere il permesso di sposarla, mentre lei era sempre più spaventata al pensiero di trovarsi in Francia in balìa del nuovo monarca François; paradossalmente, quest’ultimo si era mostrato comprensivo e aveva deciso di aiutare i due amanti nel contrarre segretamente matrimonio, chiedendo in cambio i gioielli che Louis aveva regalato a Mary e la dote della precedente regina.
Le voci tuttavia erano circolate ugualmente ed erano giunte fino al Regno Unito, ragion per cui Charles aveva mandato una lettera a Thomas Wolsey, consigliere fidato di Henry VIII, per chiedergli aiuto; il cardinale però li aveva scoraggiati, dicendo loro che Sua Maestà era profondamente deluso dalla condotta di entrambi. Gli sposi reietti avevano tentato diversi approcci per riconquistare i favori del fratello e dell’amico, ma non avevano ricevuto risposta; la giovane Tudor aveva allegato a una delle sue missive uno dei gioielli della corona francese, come prova della sua lealtà e del suo affetto.
La sua dote e tutti i doni del precedente marito erano stati inizialmente restituiti a François ma, da quando Lord Wolsey ne aveva fatto richiesta in una lettera destinata al duca di Suffolk, Mary era stata costretta a implorare il nuovo monarca francese per riaverli. Aveva faticato molto per riottenerne una parte e alla fine aveva dovuto trasferirsi con Lord Brandon a Calais; ora si trovavano ancora lì, in attesa di conoscere il proprio destino o quantomeno di una risposta all’ennesima epistola, nella quale l’affranta principessa inglese aveva cercato di appellarsi all’amore fraterno che li univa da sempre.
Una lacrima solcò improvvisamente il suo volto tirato, segno della stanchezza e della sofferenza che pativa; per quanto tempo avrebbe ancora scontato la condanna per il sentimento che provava? Come poteva sopportare quella logorante tortura perpetrata da Henry ai danni dell’amore che mai aveva nascosto? Una mano forte e rassicurante le carezzò il viso, asciugando col suo tocco quella goccia amara; con l’altro braccio, Charles le cinse la vita sottile e l’attirò a sé, facendo aderire la schiena di lei al suo ampio torace.
Entrambi chiusero gli occhi e rimasero in silenzio ad ascoltare i reciproci respiri, così da placare le proprie angosce con la consapevolezza che l’uno avrebbe sempre sorretto l’altra nei momenti di scoramento: insieme avevano intrapreso quel tortuoso cammino e insieme ne sarebbero usciti, confidando nella clemenza del loro adorato re e nella forza del proprio amore.



NdA: per questa storia ho preso spunto da Wikipedia e da un sito sulla storia inglese in lingua originale. Se può essere utile, questo è il link: http://englishhistory.net/tudor/relative/brandon.html
 



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