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Autore: carelesslove    16/10/2014    2 recensioni
John ha avuto un figlio da Mary che però l'ha affidato a lui per andarsi a rifare una vita non si sa dove e non si sa con chi, la cosa che si sa è che Sherlock e John vivono di nuovo insieme, si amano e devono cercare di allevare un bambino delle elementari e la cosa non è poi così semplice...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John, Watson, Sherlock, Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Sherlock!
- John?
- Potresti gentilmente convincere nostro figlio ad alzarsi per andare a scuola?
- Tuo figlio. Non dimenticare che ha i tuoi geni.
- Ha il mio dna ma il tuo dannatissimo carattere e non ho assolutamente idea di come questo sia possibile, e nemmeno voglio saperlo – brontola il biondo, mentre cerca di rimediare al caos in cui il compagno sembra aver fatto piombare il soggiorno.
- Sono vicinissimo alla risoluzione del caso, ma c’è qualcosa che mi sfugge…
- Sherlock, per favore! – urla John, questa volta dalla cucina.
Il detective sbuffa ma si alza e si dirige verso la camera di Hamish, inciampando in una macchinina della polizia e in un dinosauro acefalo che il bambino deve aver decapitato per qualche ragione a lui ignota ma probabilmente tipo: “volevo esaminare come è fatto dentro”.
- Alzati gnomo. Papà è sul piede di guerra – gli intima, appena entrato.
- Sto male – risponde l’altro, laconico.
Sherlock gli va vicino, facendo svolazzare i lembi della vestaglia e gli poggia un mano sulla fronte. – Sei fresco come una rosa, tesoro. Alzati subito se non vuoi passare la giornata lavando le mie piastre Petri e la sera assieme al caro zio Mycroft mentre io e tuo padre andiamo a teatro.
- Ma tu e papà non andate a teatro – obietta l’altro, candidamente.
- Stiamo seguendo un caso che riguarda un attore di una compagnia teatrale.
Il bambino deglutisce, sapendo di non avere scelta.
- La scuola è noiosa.
- Capisco. Vediamo… Zio Mycroft potrebbe passare a prenderti verso le nove – propone il detective, facendo la mossa di prendere il cellulare per mandare un messaggio al fratello.
Hamish si alza di scatto e in meno di trenta secondi è in cucina che fa colazione con un John perplesso che lo guarda come se fosse uno degli strani esperimenti di Sherlock.
– Come diavolo ci riesci tutte le volte? - gli sussurra all’orecchio il biondo quando lui li raggiunge. Sherlock si siede e accetta la tazza che John gli sta porgendo.
Il dottore si chiede ogni giorno come sia possibile che suo figlio abbia i suoi occhi e i suoi capelli ma caratterialmente sia la copia vivente di Sherlock Holmes.
Ovvio che, essendo un Watson, Hamish subisca il fascino degli Holmes tanto quanto lui. Ma vivere insieme a Sherlock ha notevolmente condizionato il bambino, che a soli sei anni è molto più intelligente e sveglio di quanto non fosse John al doppio della sua età. Il dottore non ha mai creduto alle teorie psicologiche secondo le quali l’influenza dell’ambiente - ancora più che quella genetica - possa formare il carattere e le facoltà di un individuo, ma guardando Hamish si è dovuto ricredere. Anche se è abbastanza sicuro che parte dell’intelligenza che il bambino mostra sia un retaggio della madre. Mary è sempre stata molto simile a Sherlock, per certi versi.
Un'altra cosa che Hamish non ha preso da John è l’appetito, non è mai stato vorace e crescendo il cattivo esempio di Sherlock gli ha dato la possibilità di mangiare ancora meno con la scusa che “anche papà non ha mangiato”.
Il biondo guarda il figlio cincischiare con la sua fetta biscottata e scuote la testa – Vedi di finirla tutta altrimenti stasera niente Thailandese.
Neanche a dirlo, Hamish adora il cibo esotico tanto quanto Sherlock.
John esce dalla stanza per andare a sistemare il letto del figlio che ora ha l’aria sconsolata perché dovrà rinunciare alla sua cena preferita.
Sherlock gli lancia una lunga occhiata e poi prende il boccone che resta della colazione di Hamish e lo mangia al posto suo, facendo una smorfia e prendendo un altro sorso di te.
Il bambino gli lancia uno sguardo adorante e gli butta le braccia al collo.
- E’ solo perché non voglio rinunciare al Thai per colpa tua – borbotta Sherlock, fingendosi risentito. - Mi devi un favore.
- Ok, papà. Grazie – replica il bambino scoccandogli un bacio sulla guancia. Ogni volta che succede Sherlock rimane spiazzato, immobile, senza fiato e vorrebbe dirgli che gli vuole bene ma poi le parole gli rimangono incastrate in gola.
John torna in cucina poco dopo e si complimenta con Hamish per aver finito la colazione. I due cospiratori si lanciano un occhiata complice e il biondo la intercetta ma finge di niente, troppo divertito e felice per arrabbiarsi.

Note: Eh già, è la mia prima parentlock. La storia in se non ha molte pretese, solo che a furia di leggere parentlock mi sono assuefatta al genere... In teoria doveva essere una one-shot singola ma visto che la mia ispirazione è balzana lascio indicato serie per ora (se la continuerò dipende anche dal successo che riscuoterà). Se volete lasciarmi un commentino ...mi farebbe piacere^^
  
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