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Autore: Cat_Writer    16/10/2014    7 recensioni
E se Shinichi e Ran non fossero amici d'infanzia?
E se Shinichi si trasferisse a Tokio da Osaka?
Cosa porta Shinichi a Tokio?
TRATTO DAL CAPITOLO 4:
“- non lasciarmi qui da sola, per di più al buio -”
“- torno subito, tu non muoverti -” rispose lui sorridendo.
Stava per andare, quando un altro tuono, più forte degli altri
squarciò il cielo, illuminandolo.
Ran saltò in aria dallo spavento, senza rendersene conto
tirò a se Shinichi, che, non aspettandoselo perse l'equilibrio cadendole addosso. Erano molto vicini..

[....]
TRATTO DAL CAPITOLO 6:
[….]
Ran lo guardò negli occhi con rabbia. Non ne poteva più di sentire quelle parole che, alle sue orecchie erano false e inutili.
“- Adesso basta -” il suo tono erano notevolmente alto, Shinichi s'interruppe, vedendo nei suoi occhi tanta rabbia e altrettanto dolore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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          ___ IL GIOCO DEL DESTINO ___



 

        CAPITOLO UNO – Un' Incontro Speciale

 

 

Quella mattina Ran era in ritardo.

Prese velocemente la cartella e scese la prima rampa di scale, fermandosi davanti la porta dell'ufficio di suo padre. Bussò, e sentendo la risposta del padre aprii.

Suo padre era Kogoro Mouri un ex poliziotto e adesso detective privato.

“- Papà, io vado sono in ritardo ci vediamo più tardi -” disse con voce dolce.

“- Certo tesoro, buona giornata e.. stai attenta -” rispose lui

guardandola come solo un padre può guardare una figlia.

 

Ran vide uno strano lampo nei suoi occhi, stava per aprire bocca, ma gli occhi si posarono sul quadrante dell'orologio appeso al muro, sgrano gli occhi color lillà, e con un ultimo saluto si precipitò fuori.


Camminava a passo svelto, zigzagando un po' fra la gente.
La mattina era tutto un po' caotico, gente in carriera,chi faceva consegne, chi doveva andare al mercato, i ragazzi del liceo, chi correva per non arrivar tardi all'università, e c'erano molti bambini mano nella mano con la loro mamma.
A quel pensiero, s'intristì.

Mamma.

Lei la mamma, purtroppo, non c'è l'aveva più.

Un'incidente gliela portò via.

Un camionista ubriaco la travolse, morì sul colpo.

 

Si chiamava Eri Kisaki era un avvocato, anzi no, era soprannominata “ La Regina Del Foro”.

Amava il suo lavoro, e amava la sua famiglia.

E Ran aveva solo sei anni quando accadde...

 

FLASHBACK

 

- Papà, quando arriva la mamma?-” chiese impaziente la bambina sbuffando.

Kogoro alzò lo sguardo verso quella bambina, che era il ritratto suo e di sua moglie.

- Tesoro porta pazienza. Magari sarà rimasta imbottigliata nel traffico -” rispose calmo richiudendo il giornale che stava leggendo poco prima.

 

Il suono del campanello distrasse la bambina dal rispondere al padre. Saltò entusiasta dal divano, correndo in direzione della porta, ignorando i rimproveri del padre.

- Mamma, mamma!-” urlò contenta mentre apriva la porta.

Il sorriso le si smorzò in viso quando vide un uomo sconosciuto guardarla con compassione.

Sentii dietro di lei la presenza del padre, voltò lo sguardo verso di lui, non lo aveva mai visto così serio. C'era un silenzio innaturale, sentiva le orecchie fischiare e il suo cuore battere ritmicamente con fervore dentro lei.

Aveva una brutta sensazione.

 

- Tesoro vai nella tua stanza.-” il tono usato da Kogoro era serio, piatto e a tratti duro.

Lo guardò con timore ma eseguii l'ordine docilmente.

Ma si sa, i bambini di natura hanno un indole curiosa e Ran non era da meno. Si nascose dietro il telaio della porta ad alcuni metri di distanza, tese le orecchie e restò ad ascoltare.

 

- Lei è il Signor Kogoro Mouri, marito della Signora Eri Kisaki?-”

- Si sono io -”

- Mi dispiace che lei venga informato così, ma sua moglie è stata coinvolta in un incidente sulla statale. L'impatto è stato frontale, benché, chi ha investito sua moglie percorreva controsenso la strada. Oltretutto il conducente dell'altra auto era in stato di ebbrezza. Nonostante l'intervento dei soccorsi sia stato tempestivo, sua moglie non c'è l'ha fatta.-”

Le parole del poliziotto penetrarono duramente in Kogoro e Ran. Ma ebbero reazioni differenti :

 

Il primo, era immobile, gli occhi persi nel vuoto, il viso pallido ed i pugni stretti talmente forti da far sbiancare le nocche.

Sentiva nella sua testa le parole di quel uomo ripetersi all'infinito, non voleva credere che Eri.. la sua Eri, non c'era più.

 

La piccola Ran nascosta lì vicino, al suono di quelle parole sgranò i suoi occhi color lillà, ormai colmi di lacrime, e corse verso quel uomo.

- No, non è vero! Sei un bugiardo, la mia mamma non..non -”

singhiozzi violenti spezzarono quella frase piena di dolore, scosse la testolina facendo ondeggiare i suoi capelli color cioccolata.

 

Guardò il padre che in quel momento era immobile, non parlava, non la guardava.

Vide l'uomo sconosciuto accovacciarsi vicino a lei arrivando così alla sua altezza. Era dispiaciuto per quella bambina, le fece una carezza sul capo, non parlò di altro rimase lì in silenzio, perché in quel momento sapeva che le parole avrebbero solo fatto ancor più male..

 

 

                                                                          ~ ~ ~ ~ ~

 

 

 

Due giorni dopo fu celebrato il funerale, Kogoro era diventato apatico, non mangiava e non dormiva. Per lui il mondo aveva

smesso di girare, non riusciva a vedere che c'era anche qualcun altro che soffriva oltre a lui, che aveva bisogno di lui.

Entrambi dovevano diventare la forza dell'altro.

 

Molti sguardi si posarono su una bambina con un vestitino nero semplice; nessun bambino avrebbe dovuto avere quel viso pallido e smunto, gli occhi rossi e gonfi dai continui pianti e perennemente spenti e tristi. Nessun bambino avrebbe dovuto soffrire così tanto.

Da quel momento passarono giorni, che divennero settimane, trasformandosi in mesi..

 

Ormai erano passati tre mesi dall'incidente, Kogoro i primi tempi lavorava senza sosta arrestando tutti quelli che, come colui che uccise mia madre, guidassero ubriachi.

Purtroppo però neanche il lavoro che tempo prima amava gli dava pace, iniziò così ad evitare di andare a lavoro: una, due, tre volte, sino a smettere del tutto.

Iniziò a bere, perché l'alcool seppur non essendo la giusta soluzione lo aiutava a dimenticare il dolore e la sensazione di vuoto che Eri gli aveva lasciato addosso.

 

Ran non sorrideva, i suoi occhi erano sempre tristi perché si rendeva conto che oltre ad aver perso la madre, stava perdendo pian piano anche il padre.

Anche se era piccola si rendeva conto che il padre, ormai, si stava auto distruggendo. Si sentiva abbandonata.

Da tre mesi a questa parte aspettava come sempre quel bacio della buona notte che oramai non riceveva più. Aspettò, ed aspettò, ma il suo papà non venne.

E mentre chiudeva gli occhi una lacrima le solcava il viso..

 

Come ogni sera di quei tre mesi, il suo incubo tornava a tormentare il suo riposo tra le braccia di Morfeo.

Vedeva la sua mamma e voleva raggiungerla, corse, corse a per di fiato ma l'Uomo Nero era più veloce e in attimo risucchiò Eri nel buio. Ed ecco che il vide il suo papà, lo chiamava a gran voce, ma lui non l'ascoltava e voltandosi di spalle si allontanava sempre più abbandonandola mentre l'Uomo Nero la risucchiava nel suo mondo tetro fatto di disperazione, solitudine,dolore e buio..

 

Si svegliò urlando spaventata e tremando, Kogoro la raggiunse preoccupato e le si sedette accanto.

Ran guardò il suo papà con gli occhi pieni di lacrime e senza pensarci lo abbracciò stretto.

- Papà, non lasciarmi anche tu, ti prego -” singhiozzava disperata.

Quelle parole colpirono Kogoro al cuore, si rese conto di quanto egoista era stato, la sua bambina adesso aveva solo lui..

- Perdonami bambina, mi dispiace tanto. Non ti lascio rimango con te, sempre-” sussurrò dolcemente cullandola.

 

Rimasero abbracciati quella notte, dove per la prima volta dopo tre mesi Kogoro pianse per la scomparsa della sua amata Eri. Quell'abbraccio racchiudeva in sé la forza per andare avanti..

 

FINE FLASHBACK

 

 

Ancora persa in quei pensieri e camminando con sguardo un po' basso, non si accorse di aver urtato qualcuno.

Alzò lo sguardo e si perse ad ammirare due occhi blu oceano. I capelli corvini scompigliati,con alcune ciocche che gli ricadevano sul viso, le gambe fasciate strettamente dai jeans blu notte, il busto coperto da una camicia bianca e un giubbino nero. Era perfetto.

Arrossì di botto,e capì di essersi incantata soltanto dopo aver visto il sorriso divertito sul volto di quel ragazzo.

Scosse la testa debolmente per riprendersi.

 

“- Scusami, ero sopra pensiero non ti ho visto -” si scusò velocemente.

 

“- non preoccuparti -” rispose lo sconosciuto con voce gentile.

 

“persino la sua voce mi incanta, accidenti” pensò Ran

 

“- oh.. ehm.. io vado, ciao -” balbettò rossa d'imbarazzo, e farfugliando le ultime parole si preparò a scansarlo.

 

Gli passò accanto, e sentì una presa calda sul braccio.

Era una presa salda e decisa, ma allo stesso tempo dolce e delicata.. il suo cuore cominciò a battere forte.

Sentì nitidamente il profumo di quel ragazzo: menta e muschio.

 

“- Scusami, mi sono trasferito da poco qui in città e non riesco ad orientarmi molto bene, dovrei andare al Liceo Teitan sapresti indicarmi la strada?-” la sua voce provocò in Ran emozioni contrastanti, chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Quando li riaprì, si scontrò nuovamente con quel blu intenso che erano i suoi occhi.

 

“- Si, certo.. s-se vuoi puoi.. fare la strada in-insieme a me..io sono diretta lì -” parlò esitante, mentre il rossore sulle gote si intensificava.

Lui sorrise gentile.

 

“ ma che mi succede?” pensò nuovamente Ran

 

“- Ti ringrazio molto -” parlò nuovamente sorridendo

 

“- di nulla -” sussurrò lei imbarazzata

 

Allentò la presa sul suo braccio fino al renderla inesistente,

Ran fù colta da un senso di vuoto improvviso e rimase un po' turbata.

 

“- Non mi sono neanche presentato – cominciò lui nuovamente, attirando lo sguardo di Ran su di sé – mi chiamo Shinichi Kudo -” concluse porgendogli la mano.

 

“- Io sono Ran, Ran Mouri -” lo imitò lei ricambiando la stretta.

 

Entrambi a quel contatto fremettero, mentre furono pervasi da mille brividi, che entrambi attribuirono al fresco di quella giornata.

 

 

Angolo Autrice:

 

Eccoci qui, al primo vero capitolo della storia!

So di essere in ritardo ma ho avuto dei problemi..

Sorry “^^”

Ringrazio di vero cuore i ragazzi/e che hanno recensito e chi ha letto silenziosamente.. ^.^

Come vedete qui assistiamo all'incontro tra Ran e Shinichi, viene anche raccontato un pezzo del passato di Ran... e della morte di Eri.

 

Diciamo che la sua morte non era in programma ecco, è stata un'aggiunta nella revisione del primo capitolo precedentemente scritto.

Ad ogni modo spero vi sia piaciuto questo capitolo.. ^_^

 

Oggi inizio la revisione- modifica del secondo capitolo, avevo detto nel prologo che i capitoli sono 16.. potrebbe esserci qualche variazione in proposito..

Bene, vi aspetto al prossimo capitolo de “ IL GIOCO DEL DESTINO”

 

Alla Prossima

                                                                      Cristal

 

  
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