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Autore: Frafra9    16/10/2014    2 recensioni
Prologo
Dopo la "cordiale" visita dei Volturi a Forks e la scoperta che Renesmee non è l'unico ibrido tra i vampiri, ne è passato di tempo.
Renesmee è cresciuta e con lei è cresciuta anche l'amicizia verso Jacob, il suo Jacob, fratello/miglior amico e forse anche qualcosa altro che Nessie, deve e cerca di capire cosa prova veramente per il “suo” Jacob. Il ragazzo che le è vicino da quando è nata.
Jacob, dal parte sua, sa di amarla. ma sa che ciò che prova per lei non è, solamente, frutto dell'imprinting. Ma è bensì amore perché l’ha vista nascere e la vede crescere giorno per giorno.
Lei ricambierà questo amore o è solo amicizia?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Il breve tragitto a piedi fino a casa, mi ha svegliato del tutto, adesso il sonno è passato. Ora sono sul letto, con Jaco vicino e guardo il soffitto.
 
Uff!
 
Sbuffo.
 
È inutile, il sonno è andato a farsi un giro stanotte.
 
Mi alzo e prendo il mio lettore mp3.
 
Se non riesco a dormire, tanto vale ascoltare la musica.
 
Mi rimetto a letto. Auricolare alle orecchie e schiaccio il tasto “play”.
La musica comincia a suonare, il cassetto chiuso nella mia testa si riapre e con esso le parole di Leah e la piccola discussione avvenuta in spiaggia.
 
< Oh non mi ero accorta che c’era una Cullen > dice Leah e il suo tono acido.
Guardo Jacob.
< Sì, qui c’è una Cullen! Hai problemi? >- rispondo acida anch’io - < Come puoi ben vedere, qualcuno si è fatto male di cui né io né la mia famiglia siamo i colpevoli >
< A te è vietato mettere piede qui a La Push! > mi dice Leah quasi ringhiando.
< Il patto dice che i vampiri non possono entrare, ma io non sono un vampiro a tutti gli effetti, e poi sono stata invitata > abbozzo un sorriso da stronza.
< Tu, non dovevi nascere! E qui, non sei la benvenuta > mi risponde Leah.
 Jacob, mi si mette davanti e in tono alpha le ordina di andare a casa. Seth afferra per un braccio la sorella e la trascina via.
< Scusa non volevo ma... non ce la facevo più a... > sto dicendo a Jake, ma lui mi mette un dito davanti alla bocca.
< Shhh! Non ci pensare a quello che dice, tu qui puoi venire quante volte vuoi >afferma sorridendo del più bel sorriso che in quel momento mi accorgo che ha.
 
Sorrido ripensando non solo al sorriso di Jake, ma anche perché mi ritengo soddisfatta di aver finalmente preso coraggio e risposto a Leah come dovevo e mai fatto prima, ma non per via dei sensi di colpa sulla mia nascita che quelli restano, purtroppo.
 
< Ancora sveglia ? > chiede papà entrando in stanza e come sempre senza bussare.
 
“Non ho tanto sonno. E tu, bussare mai? “
 
 Rispondo con il pensiero. Con lui è più comodo così.
 
< Capito. Non ho bussato perché se dormivi poi, ti avrei svegliato.  Comunque sia buona notte > mi risponde.  Si avvicina per darmi il bacio della buona notte.  È andato a caccia, vedo dell’erba sulla camicia.
 
“ Io non dovevo nascere vero? “
 
 Gli domando senza rendermene conto. Lui si blocca.
< Renesmee sei nata perché mamma ti desiderava con tutta se stessa > mi dice in tono calmo e dolce come se stesse parlando da un bambino piccolo. Mi accarezza il viso e mi sorride.
 
“ E tu, mi volevi?”
 
Gli chiedo seria fissandolo negli occhi.
 
< Anch’io ti volevo. Certo, non come tua madre che ti ha desiderato fin da subito, da quando ha capito di aspettarti. Io lo ammetto, ero spaventato mai avrei pensato che un vampiro potesse mettere incinta un’umana, ma è successo. Avevo paura che fossi solamente come me, e non come tua madre.  Le stavi facendo male, ed io non potevo vivere senza tua madre. Tutto questo finché Jacob, non ha pensato che avresti voluto del sangue.  Non appena tua madre stava meglio e ho ascoltato i tuoi pensieri, ti ho desiderato anch’io. Sapevo chi eri e chi sei adesso. La creatura più bella e più dolce del mondo > mi dice per poi sorridere e stringermi in un abbraccio paterno.
< Se non nascevo, era meglio, giusto? > dico dando voce al pensiero senza nemmeno rendermene conto.
< Chi è che non doveva nascere? > domanda mamma non appena entra nella mia stanza e mi guarda male. Ho detto quello che nessuna mamma vorrebbe sentire dal proprio figlio.
< Non dire assurdità Renesmee. Se non nascevi, ci saremmo annoiati a morte > mi risponde papà in modo buffo per farmi ridere, ma non ci riesce e così mira al mio punto debole, il solletico. Ci riesce e, infatti, io rido.
 
“Papà basta, fermati!”
 
Inutile, non vuole smettere di farmi ridere.
< Perché dici questo? > mi chiede mamma preoccupata. Papà smette di farmi il solletico, per darmi il modo di prendere fiato e rispondere alla domanda.
< Ho discusso con Leah in spiaggia, oggi > dico e poi racconto tutta la storia, ovviamente la parte in cui resto a osservare le gocce d’acqua scivolare lungo la schiena di Jake, me la tengo per me. Non credo centri molto con la discussione con la lupa e poi non credo che a mio padre faccia piacere sapere questa parte.
< Non pensare a Leah, adesso. Ha bisogno di tempo e vedrai che presto sarete amiche > - mi dice mamma dandomi un bacio sulla fronte - < Ora però a nanna >
 
La mattina dopo, come deciso Jacob viene a prendermi per portarmi non so dove, basta che passiamo una giornata tranquilla, lui ed io. Il mio migliore amico ed io.
< Dove mi porti? > gli chiedo non appena la moto esce dal bosco e si mette sulla strada.
< Principessa è una sorpresa > - mi risponde. Dallo specchietto, lo vedo sorridere - < Posso solo dirti che sto portando in un posto dove né lupi né vampiri staranno tra i piedi >
 
Evvai!
 
< Che bello! Una giornata tranquilla solo tu ed io come quando ero piccola. Ho solo una domanda. Posso scegliere io dove andare? > chiedo. Mi tengo stretta a lui poiché ha iniziato a correre.
< No. Non puoi scegliere almeno non finché non siamo arrivati li. E prima che tu dica qualcosa. Non andiamo alle giostre > mi dice. Sbuffo sulla sua schiena e lo sento ridacchiare.
< Non stavo per dire niente. Mi basta stare con te > gli dico stringendomi di più a lui.
 
Arrivati a Port Angeles, parcheggia la moto davanti a un grazioso ristorante sul mare.
< Sorpresa!  > esclama mentre si toglie il casco.  Sorrido mentre scendo dalla moto e mi tolgo il casco.
< Non avevo mai notato questo ristorante. > gli dico dandogli il casco che mette sotto il sedile.
< Mai notato perché con le tue zie vai dall’altra parte, dove c’è il centro commerciale > mi risponde afferrandomi per mano.
Da vero gentiluomo mi apre la porta, lasciandomi passare per prima.
< Grazie > lo ringrazio ed entro.
< Prego. Ti piace? > mi domanda e annuisco.
< Giorno, desidera? > domanda il cameriere interrompendo il nostro discorso.
< Un tavolo per due > - risponde Jacob - < Se possibile sulla terrazza, grazie >
< Certamente > risponde il cameriere facendoci poi segno di seguirlo.
 
Arrivati al tavolo, il cameriere sposta la mia sedia per farmi sedere e ci da i due menù che tiene in mano. Prende poi la nostra prima ordinazione, in altre parole da bere e va via lasciandoci il tempo di scegliere con calma cosa mangiare.
 
< Molto. Lo sai che adoro il mare > rispondo alla domanda che mi aveva fatto prima che il cameriere ci interrompesse. Guardo lo splendido panorama marino davanti a me. Una tavola d’acqua azzurra, dove alcune persone stanno nuotando felici.
< No, non lo sapevo che ti piacesse il mare >- mi dice scherzando - < Ieri è stato tutto un casino e… ti avevo promesso che oggi saremmo stati soli >
< Lo so. Non doveva andare così... > - gli dico guardando il menù. Quante cose buone - < Se prendo gli scampi me lì capi? > sorrido guardandolo.
< Sì, certo. Tutto quello che vuoi > - mi risponde sorridendo e guarda il menù anche lui - < Nahuel sta bene, poteva andargli peggio, è vero ma se l’è cavata no?! >
< Cosa vi porto? > ci interrompe il cameriere.
 
 Ordiniamo due primi e due secondi e non appena il cameriere va via, riprendiamo a parlare.
< Già se l’è cavata, ma possiamo non parlare di lui oggi? Fino a ieri, non lo sopportavi > gli dico.
< Ok non parliamo di lui e, pensiamo alla nostra giornata > - mi dice sorridendo - < Ieri era ieri e oggi, è oggi >
< Ieri era il passato. Oggi è il presente e domani sarà il futuro > gli dico con fare teatrale.
< Ehi era la mia battuta! > mi dice ridendo.
< Ora è la mia. Tu l’hai persa > gli rispondo facendogli la linguaccia.
 
Ecco le nostre ordinazioni e l’allegria di prima, non so come, svanisce. Incominciamo a mangiare in silenzio, ogni tanto commentiamo le pietanze che ci sono servite, ma nulla di più.
 
Basta! Questo silenzio è troppo. Voglio sapere che pensa di me e della mia esistenza quindi adesso chiedo e parliamo.
 
< Jacob... > lo chiamo mentre continuo a guardare il mio piatto.
 
Non ho il coraggio di guardarlo in faccia.
 
< Nessie dimmi > mi dice lui, guardandomi.
 
Proviamo.
 
Mi faccio coraggio. Un bel respiro e...
< Io, non dovevo nascere vero? > gli domando e lo guardo pulire uno scampo.
Alla mia domanda si ferma e ricambia lo sguardo.
< Che assurdità stai dicendo? Tu, sei nata perché dovevi rendere il mondo più bello > - mi risponde e mi sorride. Fa sorridere anche me - < E’ per via di Leah. Non è colpa tua, se lei è sempre di cattivo umore e l’ha con il mondo intero >
 
Sapevo che avrebbe tirato fuori Leah. Ho sbagliato domanda.
 
Gli faccio di no con la testa che Leah non c’entra niente.
 
 Non è di Leah che voglio parlare o almeno non subito.
 
< E così, il mondo è più bello perché ci sono io > gli dico. Lo vedo arrossire un po’.
< Esatto. Prendi la tua famiglia, un mortorio > dice facendo la faccia di chi si sta per addormentare e mi fa ridere.
< E da te, alla riserva? > chiedo curiosa.
< Beh... alla riserva da quando ci sei tu, i ragazzi sono tutti contenti, allegri. Claire ti adora. Mia sorella, stravede per te, per non parlare poi del mio vecchio, lo hai visto? Sembra tornato bambino. Era da tanto che non lo vedevo così. Tu, hai portato allegria alla riserva ed è una cosa bella e positiva. > mi dice.
 
Non mi ha detto di lui...
 
< E a te invece? > domando. L’ho colto impreparato.
 Prende il suo bicchiere, beve dell’acqua, mangia qualche foglia d’insalata, apre bocca per dire qualcosa ma la richiude subito finché, alla fine riesce a trovare le parole.
< Beh a me... a me... come gli altri > dice tutto di un fiato e guarda subito fuori cambiando argomento - < Ti va una passeggiata in spiaggia? > annuisco contenta.
 
Quello che volevo sapere, non lo hai detto. Poi non so nemmeno io cosa...
 
Scrollo la testa per cacciare via il pensiero di sapere un qualcosa che nemmeno io so prendo un bel respiro, sorrido a Jake facendogli la linguaccia e finisco quello che ho nel piatto.
 
Finito di mangiare, Jake paga il conto e come deciso pochi minuti prima andiamo a fare una passeggiata. Camminiamo così vicini che mi viene voglia di prendergli la mano, e, infatti, gliela afferro e lui non dice nulla si limita soltanto a sorridere. Sorrido anch’io.
 
 Sembriamo una coppia d’innamorati come tante che passeggiano o sono in spiaggia, ma non lo siamo.
 
Mi scappa da ridere. Mi guarda e ride con me, senza saperne il motivo.
 
Questo è il mio Jacob.
 
< Ci facciamo un bagno? > mi dice improvvisamente.
< Non ho il costume> rispondo. La voglia di tuffarmi in quell’acqua azzurra però è tanta e lui, lo sa bene... quanto amo nuotare.
< Neanche io, ma li andiamo a comprare > mi dice facendo spallucce. Senza aspettare una mia risposta, mi trascina fino a un negozio di articoli da mare.  
 
Entriamo e compriamo i due costumi, un due pezzi per me e dei pantaloncini per lui, tre asciugamani e la crema protettiva.  Usciamo dal negozio con i costumi addosso, e i nostri indumenti intimi nella busta.
 
Arriviamo in spiaggia e trovato un posto non troppo affollato, ci togliamo i vestiti ed io per non arrossire e fare chissà quale sogno ad occhi aperti, e soprattutto, per non dover diventare rossa dall’imbarazzo, gli do le spalle.
 
Chissà se a lui piaccio, come lui piace a me.
 
Stendiamo i nostri teli sulla sabbia.
 
Potrei chiederglielo... e se poi, la risposta è no?
 
Mi siedo sul mio telo a gambe incrociate e guardo il mare davanti a me.
 
Rovinerei tutto e non mi va. Meglio star zitti!
 
Il richiamo dell’acqua è troppo forte per me.
Mi alzo e corro in acqua.
Jake mi segue.
< Principessa Ariel non sai resistere all’acqua eh?! > mi dice non appena mi raggiunge in acqua, abbracciandomi da dietro. Sento un brivido correre lungo la schiena.  
< No, Sebastian no e dovresti saperlo bene che sono una sirena! > - gli dico sorridendo allontanandomi un poco da lui per schizzarlo - < E alle sirene piace l’acqua >
< Così non vale! > mi dice ridendo e ricambia gli schizzi.
 
Che i giochi inizino!
 
 Ci rincorriamo per spruzzarci l’acqua addosso, fingendo di azzuffarci inscenando una lotta marina, dove lui è Capitan Jake, soprannominato “il terrore dei mari”, contro  “la Regina dei mari”, ovvero io. Insomma ci comportiamo come due bambini.
< Nessie, non ti sembra di fissare un po’ troppo quel tipo? > mi dice richiamando la mia attenzione dandomi un pizzico sul braccio. Ahi!
< Stavo osservando il suo strano tatoo sulla schiena. Non capisco se è un serpente o un leone è strano > rispondo massaggiandomi il braccio.
 
A parte che è strano il tipo.
 
< Boh è strano davvero, però la tipa che gli sta vicino è carina > dice guardando la ragazza a quelle parole, sento una punta di fastidio che sia gelosia?
< Perché non ci provi? Mica vuoi restare scapolo a vita! > lo stuzzico. Nella mia testa, vedo il collo della ragazza sotto i miei denti . sarà questa la fine che farà se osa avvicinarsi.
< E se quello è il fidanzato? Meglio di no e poi io ho già qualcuna nel mio cuore > dice. Guarda altrove facendo il vago mentre io risento quella punta di fastidio.
< E chi è? Lei lo sa? > chiedo curiosa, ma dentro di me quel piccolo fastidio si allarga.
< Non la conosci e no, non lo sa perché è complicato > mi dice.
< Perché? > chiedo. Per lui, tutto è “ complicato” anche una semplice banalità.
< I suoi non approvano e… su Nessie non farmi più domande a riguardo > mi dice come infastidito.
< Va bene. Un’ultima cosa, se la complicazione sono io, ritieniti libero, vai da lei e cerca di stare con lei. Jake, è da quando sono nata che mi sei accanto, sei come un fratello per me e questo lo sai, ma anche i fratelli si separano vivendo ognuno la sua vita. So, che se avrò bisogno di te, tu ci sarai e la stessa cosa vale per me, se hai bisogno di me, io ci sarò. Ma devi vivere la tua vita. > gli dico abbozzando un sorriso.
< Nessie, la complicazione non sei tu e se non ne voglio parlare, è solo perché è una cosa che non riesco a spiegarmi nemmeno io  > - abbozza un sorriso - < Lo so, che se abbiamo bisogno uno dell’altro ci saremo sempre > mi abbraccia.
< Mamma, mi ha detto che tu, sei stato presente per tutto il tempo della sua gravidanza e che sei stato tu a capire cosa ero e di cosa avevo bisogno > - gli dico mentre usciamo dall’acqua per andare ad asciugarci sui nostri asciugamani. Non dice nulla si limita a sorridere - < Ti voglio bene e tantissimo >
< Anch’io ti voglio tantissimo bene > mi dice. Ce ne stiamo cosi abbracciati, seduti uno accanto all’altro in silenzio.
 
Vorrei che il tempo si fermasse e restare per sempre cosi,  stretta nelle sue braccia.
 
< Una rosa per la sua fidanzata, signore!? > domanda un venditore ambulante a Jacob, mostrandogli delle rose rosse. A quelle parole, divento rossa e nascondo il viso dietro la sua schiena.
< Non è la mia ragazza > - gli risponde Jacob - < Siccome è una ragazza speciale, dammi tutte le rose che hai > lo vedo prendere il portafogli da accanto a lui.
< Jake no > -guardo il tizio - < No, nessuna rosa. Sono bellissime ma... > - stavolta guardo Jake - < Ma hai fatto abbastanza oggi, mi hai reso una stupenda giornata che difficilmente scorderò. > quelle rose, oltre ad essere belle, non avrebbero avuto vita lunga, si e no una settimana ma neanche.  E non mi sembrava il caso spenderci dei soldi, ma dire questo davanti a chi le vende, mi sembra brutto e poco carino.
< Va bene allora me ne dia una > gli dice Jake.
 
 Irremovibile.
 
< Grazie Jake > - prendo la rosa e l’annuso - < Sa di rosa! Senti > dico portando la rosa sotto il suo naso.
< E’ vero! Ed io che pensavo profumasse di muschio selvatico > dice scherzando. Ridiamo come matti.
 
Come tutte le cose belle anche questa sta per finire. Ci rivestiamo e torniamo alla moto.
                                                                      
Il tempo passa troppo velocemente per i miei gusti, soprattutto quando sono con lui.
 
Prendo il casco, me lo allaccio e salgo dietro di lui sulla moto.
< Sei stata bene oggi? Ti sei divertita? > mi chiede  mentre accende la moto per andare verso casa.
< Si molto. Mi piacerebbe rifare un’altra giornata così. Tu ed io da soli > dico. Sorrido e mi stringo di più a lui.
< Quando vuoi. Renderti felice è il mio mestiere, Principessa > dice sorridendo.
 
Una volta arrivata a casa, saluto Jacob abbracciandolo e ringraziandolo per l’ennesima volta della bella giornata appena trascorsa. Appena lo vedo andare via, entro in casa a lavarmi per togliere sabbia e salsedine dal mio corpo. Una volta vestita con il pigiama, scendo in cucina a mangiare qualcosa. La doccia mi ha messo appetito.
In cucina c’è mamma che mi chiede come ho trascorso la giornata e se sono stata bene, anche se dalla mia faccia contenta, lo intuisce da sola com’è andata la mia giornata.
Parlando mi dice che papà, è preoccupato per me, come lo è anche lei perché il giorno prima, dopo essere tornata da La Push, ho cercato di evitare per tutta la serata Nahuel.
E nella chiacchierata in camera mia, papà ha intuito che nascondevo qualcosa. Dico alla mamma che né lei né papà devono preoccuparsi, sto bene e la sera prima ero un po’ scossa da quello che era successo.
 
 
*Note Autrice* 
 
Vi chiedo scusa per il mio ritardo di pubblicazione del capitolo ma ho avuto, in questo periodo alcune cose da fare che non mi hanno permesso di potermi concentrare sulla correzione di questo capitolo e di andare avanti con la stesura di altri capitoli. Ora, però, eccomi qui! 
Come potete aver letto, nel capitolo prima Nessie ha capito cosa prova per Jacob ed avevo chiuso con lei che gli chiede un "appuntamento" ( non è proprio così) e in questo capitolo vediamo che Jacob ha organizzato qualcosa..solo il pranzo fuori e la passeggiata in realtà. Spiaggia e bagno non erano previsti ma gli è andata bene. Jacob in questo capitolo vuole dire e non dire a Nessie chi è la misteriosa ragazza.. però qualche indizio ha lasciato.. 
Frafra
   
 
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