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Autore: Bab1974    16/10/2014    1 recensioni
Pino sta soppesando la sua relazione con Fabri e la propria gelosia. l'unica soluzione per non stare male, sembra sia lasciarlo alla fidanzata.
Partecipa al contest di Lelle10 ' Gli strati dell'amore'. Seconda classificata.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Autore: Bab1974/Monnalisa1974
Titolo: La regola principale di una relazione clandestina: nessuna reola
Personaggi e Pairing: Fabrizio, Benedetta, Pino. Fabri/Bene, Fabri/Pino
Genere: Introspettivo, Malinconico
Rating: Giallo
Avvertimenti: Slash, Triangolo.
Introduzione: Pino è l'amante di Fabri che però sta con Bene, una ragazza possessiva e capricciosa.
Note dell'Autore: /

 

 

 

 

 

La regola principale di una relazione clandestina: nessuna regola

 

 

 

 

Sono geloso, in una maniera inguaribile e impotente.

Lo so che la gelosia è una malattia fine a se stessa, che mi renderà il sangue acido e il fegato grosso, ma non posso farne a meno.

Lo so che sono io l'amante, quello che si è intromesso in una storia già consolidata, almeno in apparenza, e che continuerà così se Fabrizio, il mio uomo, continuerà a pensare che è una tragedia essere gay e vivere una storia alla luce del sole con un appartenente al proprio stesso sesso..

Purtroppo in questo momento sono in una situazione di stallo. Amo Fabri in maniera viscerale, sento di non poter fare a meno di lui ma, allo stesso tempo, il male che sento dentro mi sta avvelenando la vita.

 

 

Benedetta, Bene per gli amici, è scesa dall'auto e si è fermata fuori dal parcheggio del pub in cui siamo diretti, e si è appoggiata alla macchina per pomiciare con il mio amico. La conosco bene, so che lo spettacolino di slinguazzamenti e tucatuca è diretto alla mia persona. Sembra un gatto che segni il suo territorio, ci manca solo che gli pisci addosso. Non che sospetti che ogni volta che Fabri le dice “Vado in bici con Pino” o “Vado in piscina con Pino” oppure anche “Vado a pescare con Pino”, in realtà significhi “Mi porto Pino nel primo angolo disponibile e lì scopiamo di brutto”. Lei è la signora delle possessive, la loro regina, e si infastidisce che chiunque allontani, per chicchessia motivo, Fabri dal suo controllo. O la sua migliore amica. O il suo cane. O l'affetto dei suoi genitori. O... E assicuro che non lo dico solo perché sono geloso marcio di lei (se i miei occhi mandano lampi verdi, è colpa del buco nell'ozono).

Io cerco di non fissarli come un ebete, penso ad altro, o almeno ci provo. Un sacco di gente li vede strusciarsi, alcuni scuotono la testa, ma la maggior parte ride del porco e della troietta. Appena si sente soddisfatta, e pensa di aver raggiunto il suo scopo di rendermi il rendermi il fegato grosso (complimenti, ci sei riuscita!), si stacca da Fabri e, finalmente, entriamo nel nostro pub preferito. Ci sediamo al tavolo che abbiamo prenotato essendo in quindici. Io sono lo sgaffo della situazione, l'unico che non ha un partner, quello sempre preso di mira dalle battute di tutti. Bene è assidua negli sfottò: in realtà credo, anzi ne sono certo, spera ardentemente che mi trovi una ragazza che catalizzi tutta la mia attenzione, distogliendola dalla sua proprietà. Se sapesse... e un sospettino gli verrebbe se un giorno mi presentassi con uno stallone al mio fianco. Che ci stava a fare Fabri, tutto quel tempo, con Pino, se è gay? Sorrido un attimo all'idea, in fondo neppure così campata per aria. Se lui non si decide a scegliere fra noi due, potrei davvero lasciarlo e presentarmi con un altro a quelle riunioni. Di tutte le più ardue imprese che si possono tentare al mondo, nessuna è difficile come la guarigione del geloso. Mi rendo conto all'improvviso che la situazione che si è creata non mi aiuta e che solo lasciando i due a cuocersi nel loro brodo, posso sperare di uscirne senza danni.

“Ehi, Bellicapelli, che sorridi con gli angeli?” sbotta nella mia direzione Bene facendo ridere solo due di noi “Perché non vai a chiedere a una delle ragazze a quel tavolo se ti dà da scopare? Magari trovi qualcuna abbastanza disperata.”

Non aspetta la mia risposta, che mentalmente è la seguente:

-Ho già da scopare, cornuta.-

Prosegue parlando verso Fabri:

“Mi vado a fare un siga, mi fai compagnia?”

Fabri, come al solito, rifiuta gentilmente, ma categoricamente e lei se ne va scocciata. Per i prossimi dieci minuti, il tempo di incamerare abbastanza nicotina, è tutto mio. Il fumo è la sua droga, dio abbia gloria chi lo ha inventato e chi ha inventato la legge antifumo è un dio lui stesso. Lei mi fulmina, mentre è costretta a seguire gli altri con il suo stesso problema. Cerco di non sorriderle vittorioso, non voglio che cambi idea e si tenga la voglia di fumare. Ne rimetteremmo tutti, il nervoso che ha quando non riesce a soddisfare questo suo vizio, è peggiore di qualsiasi altra cosa.

Appena ci ritroviamo da soli, sicuro di non essere visto da lei, finalmente Fabri mi sorride. Io non ricambio, ho troppo magone dentro che possa essere cancellato da un gesto così semplice. Se penso che solo quel pomeriggio eravamo nel mio appartamento, fingendo di andare a giocare a calcetto, a fare sesso come due indemoniati!

Vedendo il mio volto serio, il suo sorriso si ritira e cerca di pacificare la situazione.

“Lo sai com'è Bene, è nel suo carattere essere possessiva.” giustifica Fabri.

“Lo so, infatti stavo pensando come la prenderebbe se scoprisse di noi due.” Sto parlando a voce bassa, per non farmi sentire da chi è rimasto con noi.

“Non ha senso che sospetti nulla.” Mi risponde sullo stesso tono.

“Ah no?” In un sussurro gli spiego la mia teoria dello stallone.

Fabri mi guarda a bocca aperta. Non credo che si aspettasse una cosa del genere da me. Pensa che la mia unica aspirazione nella vita sia quella di rimanere al suo fianco nell'ombra.

“Tu... tu mi vuoi lasciare?” Ha parlato a voce normale senza rendersene conto. I nostri amici lo fissano un attimo: probabilmente hanno frainteso, ma sta facendo la figura dell'idiota.

“Non posso lasciarti.” rimarco senza alzare la voce ma senza risparmiargli nulla, improvvisamente forte “Noi non stiamo assieme, tu stai con quell'arpia. Beh, forse è meglio passare per le vie di fatto, poiché non capisci come mi sento.”

Mi alzo e prendo la giacca appesa alla sedia.

“Dove stai andando?” Fabri è preoccupato, forse ancora non si rende conto del mio disagio, ma capisce che c'è qualcosa che non va.

“Lontano da te, perciò la prossima volta che avrai voglia di scopare, rivolgiti alla tua fidanzata.” Ed esco.

 

 

 

Me ne vado con il cuore pesante, ma allo stesso tempo so di non poter fare diversamente. Fuori dalla porta vedo Bene che mi fissa: la sua aria è meno baldanzosa di quello che pensavo. Mi raggiunge di corsa, mentre mi dirigo verso la piazzetta dei taxi.

“Dove stai andando?” Nella sua voce sento un velo di accusa, come se stessi facendo qualcosa di terribile.

Non la capisco, le lascio campo libero con Fabri e non è ancora contenta.

“Non sono affari tuoi. Lasciami stare.”

“E Fabri, il tuo miglior amico. Lo lasci da solo?”

“Certo che voi donne siete davvero incontentabili. Mi stai continuamente con il fiato sul collo e ora che mi arrendo e me ne vado, mi richiami?” L'accusa nella mia voce è evidente. Si tratta di una pazza.

“Lo so, mi dispiace, sono gelosa del rapporto che c'è tra di voi, ma so che non mi perdonerebbe se per colpa mia tu te ne andassi.”

Mi implora e non riesco a crederci. Mi prega di stare al fianco del suo fidanzato, essergli amico. Di certo non lo farebbe se sapesse che è anche il mio amante, o meglio ex.

“No, sono troppo stanco per continuare così.” Lo sono davvero e non m'importa che capisca quello che intendo.

“Su, non mi sembra il caso di prendersela, è normale che una donna sia un po' invidiosa del tempo che il suo uomo passa con altri. Uff, fra i vostri vari impegni, ci stai più che me.”

In effetti ha ragione, Fabri si è inventato davvero tante cose per passare del tempo con me. Devo andarmene prima che dica qualcosa di cui potrei pentirmene. Se lui non ha le palle per lottare per noi, significa che non ci tiene a me. Non è neppure uscito dal locale per cercare di fare un minimo di pace, codardo! Non aggiungo altro, mi approfitto che il semaforo pedonale è tornato rosso e con un balzo attraverso le strisce prima che passi la prima auto. Sento il suo sguardo addosso, ho la sensazione che non sia finita lì, conoscendola bene.

 

 

 

Epilogo

(pov Benedetta)

 

 

La ragazza tornò al gruppo di amici che fumavano con lei.

“Alla fine ci si riuscita a cacciarlo, eh?” la canzonò un'amica.

Lei storse il naso.

“Fabri mi ucciderà per questo. Teneva davvero alla sua amicizia.” sbuffò “Mi toccherà cercarlo per convincerlo a ritornare a frequentarlo. Devo avere la possibilità di intercettarlo dove non mi può sfuggire. Magari potrei provare in piscina.”

Una risatina nervosa interruppe le sue elucubrazioni mentali.

“Pino? In piscina? Questa è bella. Non pensavo che avrebbe mai sconfitto la sua paura dell'acqua.” commentò un altro ragazzo, sputando il fumo dalla bocca. “E invece ha pure imparato a nuotare.”

“Non l'avrei mai detto. Lui e Fabri hanno l'abbonamento.” sorrise Bene, anche se un senso di inquietudine la colse. Di sicuro aveva visto l'abbonamento di Fabri, ma quello di Pino mai. Un controllino non avrebbe fatto male. Conosceva benissimo una ragazza che lavorava all'interno della piscina che frequentavano, non ci perdeva nulla a chiedere se tutti i martedì e i giovedì sera, vedeva il suo fidanzato accompagnato da un amico.

Non c'era nulla di strano, sapeva di essere di natura molto sospettosa, spesso senza motivo. Si sarebbe tutto risolto in una bolla di sapone, come sempre...

 

 

 

THE END?

 

 

 

 

 

  
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