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Autore: kamisama_says    16/10/2014    0 recensioni
Byakuya era certo di essere morto nel momento in cui Naraku era ormai rimasto sconfitto.
La sua esistenza era stata breve ma sapeva che essendo una mera emanazione, con la morte del suo creatore sarebbe giunta anche la sua fine.
O almeno così credeva..
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Byakuya, Naraku, Nuovo personaggio | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 4:
In una calma giornata di primavera, un demone stava all’ombra di una grande pianta.
Nonostante la sua posizione rilassata mentre stava con la schiena poggiata al fusto dell’albero, aveva un’espressione irritata sul volto resa evidente dalle sopracciglia aggrottate e dal naso arricciato.
Byakuya si diede uno slancio grazie al quale si trovò in pochi secondi sulla cima, seduto su uno dei rami. Questo suo gesto non servì ad allontanare da lui l’oggetto della sua rabbia che continuò a parlare come se niente fosse.
Come hai potuto lasciarla andare così? Era un’occasione imperdibile per acquisire il suo potere curativo e tu l’hai sprecata!, a quanto pare il demone dell’illusione non era l’unico ad essere furente.
“in qualche modo riuscirò a rivederla” tentò di mantenere un tono pacato ma la sua voce si incrinò appena.
E come? Devo forse ricordarti che il villaggio è protetto da una barriera potentissima?, il suo tono era lo stesso che si rivolge ad un bambino quando ha appena fatto qualcosa di sciocco.
Rimase in silenzio per alcuni istanti in cui Byakuya realizzò che ancora non aveva idea di come fare a rincontrarla ma una domanda interruppe quegli attimi di riflessione.
Non ti sarai mica interessato a lei?
“in parte è così” confessò il demone “la ragazza mi incuriosisce, voglio conoscerla meglio. Non sono impazzito, ricordo bene i tuoi ordini ma intendo svolgere questo lavoro a modo mio. Con i miei tempi”.
Credo che il mio concetto di “interessato” sia diverso dal tuo. Comunque non serve che ti ricordi che potrei ucciderti in qualunque momento, giusto?
Byakuya sorrise con amarezza “e allora cosa ne guadagneresti tu?”
Naraku prima di andarsene scoppiò in una secca risata che lasciò il demone perplesso.
 
 
Una brezza leggera portò via uno dei panni che una ragazza stava stendendo ad asciugare. Non appena se ne accorse fece per rincorrerlo ma vide che si era intrecciato nel ramo di una pianta bassa.
Si avvicinò piano per riprenderlo ma Eiko la precedette e glielo porse “ti vedo pensierosa, Misato.
Non è da te distrarti in questo modo”.
La ragazza afferrò il panno frettolosamente e forzò un sorriso “deve essere solo la tua immaginazione. Sono la stessa di sempre”
Eiko che la conosceva da quando aveva sette anni, non si fece ingannare dalla sua finta espressione ma decise comunque di non chiedere. Quando Misato decideva di non parlare era meglio non fare domande, perciò si allontanò senza chiedere altro.
La giovane era a conoscenza del fatto che il suo comportamento stava preoccupando Eiko e questo la fece sentire in colpa. Ma ciò non l’avrebbe spinta a parlarle dello strano incontro fatto il giorno precedente.
Da quando si era svegliata quella mattina non faceva altro che pensare all’uomo su cui si era posato il suo sguardo poco tempo fa.
Ricordò che i suoi capelli neri erano raccolti in una lunga coda e che la sua pelle era di un bianco quasi irreale. Indossava un lungo abito celeste sopra al quale portava una tunica viola.
Portava una spada all’interno di un fodero alle sue spalle mentre un’altra era al suo fianco.
Ciò che colpì di più la ragazza però furono i suoi occhi violacei dai quali non riuscì a distogliere lo sguardo, erano di un colore che lei non aveva mai visto prima d’ora.
Ripensando a quanto l’uomo fosse attraente le sue guance diventarono rosse come due pomodori tanto che scosse la testa per scacciare quel pensiero.
Non ne sapeva il motivo, ma desiderava rincontrarlo ancora una volta per parlargli. Aveva molte domande che avrebbe voluto fargli, ad esempio come si fosse procurato quella ferita.
“Misato!” una ragazza le venne incontro con un secchio ed alcuni kimono da sacerdotessa “scusami ma sono davvero molto impegnata ora. Non è che potresti lavarmi questi, per favore?” le rivolse uno sguardo speranzoso.
Misato pensò che, anche se normalmente l’avrebbe aiutata comunque, in questo modo avrebbe potuto incontrare Byakuya perciò si affrettò a dire “certo lascia fare a me” e rivolse alla giovane uno sguardo colmo di gratitudine.
La ragazza, conosciuta per la sua loquacità, non riuscì a trattenersi dal dirle “ti vedo particolarmente energica oggi”
Misato la guardò con aria innocente “tu dici?” le rivolse un sorriso dopo il quale le diede le spalle per incamminarsi verso il fiume sperando in un piacevole incontro.
 
Oramai la ragazza aveva raggiunto il torrente e non tentò affatto di nascondere la delusione provata quando vide che l’uomo non si trovava lì.
Si inginocchiò accanto al fiume ed iniziò a lavare a mano i kimono, dopo di che li lasciò a bagno nel secchio per alcuni minuti. Lo sollevò poi da terra e lo trascinò verso la pianta dove il giorno precedente era seduto Byakuya e si sdraiò a terra chiudendo gli occhi.
“ci rincontriamo di nuovo a quanto pare” una voce familiare le fece spalancare le palpebre all’improvviso, e vide che l’uomo da lei aspettato era seduto sul ramo proprio sopra di lei.
Per la sorpresa si alzò di scatto e con le guance rosse per l’imbarazzo iniziò a lisciarsi il kimono.
Con un salto l’uomo scese dal ramo fino a trovarsi proprio di fronte alla ragazza, che lo guardava perplessa. L’improvviso arrivo dell’uomo l’aveva agitata non poco ma l’aveva resa anche felice perciò gli sorrise “buongiorno”.
Il demone si sedette con la schiena contro l’albero e le disse “non immaginavo di rivederti così presto”.
A quel punto Misato non riuscì a trattenersi dal chiedere “ma durante la notte dormi accanto a questo albero?”
Byakuya rimase sorpreso dall’interesse della ragazza per lui ma provò una strana e piacevole sensazione che addolcì il suo tono di voce “fino ad ora ho fatto così, ma per me non è un problema”.
La ragazza sembrava un po’ agitata “ma in inverno non è freddo?” si sedette anche lei nell’erba.
Il demone fece spallucce “ti ci abitui” sospirò e poggiò la testa al tronco per rivolgere lo sguardo verso le foglie dell’albero “non è male stare qui”.
A quel punto lei esitò ma decise di chiedergli “come ti sei procurato quella ferita?” dopo pochi secondi di silenzio si affrettò a dire “scusa, non volevo essere invadente. Sono solo curiosa ma non sei obbligato a rispondermi”.
Lui sospirò “potresti evitare di scusarti così spesso? Se preferisco non rispondere te lo dirò io” disse con tono pacato “comunque, la ferita mi era stata procurata da un demone che ho incontrato mentre passavo per il bosco. Tutto qui”.
La ragazza sorrise notando che l’uomo iniziava a fidarsi di lei. Byakuya si voltò verso di lei e le disse “è da un po’ che mi chiedo dove hai trovato quelle ossa di demone” indicò il ciondolo che Misato portava al collo.
La ragazza strinse il pendente nel suo pugno esitando appena “beh, ecco..”.
Non finì di parlare che si ritrovò alle spalle del demone, scattato in piedi non appena sentì una minaccia avvicinarsi. Tra gli alberi si sentiva infatti un rumore di passi pesanti e in pochi minuti comparve di fronte a loro una creatura uguale in tutto e per tutto a un essere umano, fatta eccezione per delle squame presenti sul dorso delle sue mani e sul suo collo.
“sento un’aura demoniaca ed una spirituale provenire da qui” esclamò il demone acquatico.
Byakuya sussultò sicuro di essere stato scoperto e maledisse se stesso per aver creduto che un semplice dente di drago lo avrebbe difeso.
Il demone si voltò verso Misato “e provengono entrambe da te, ragazzina”.
Iniziò ad avvicinarsi a lei finché il demone dell’illusione le si parò davanti istintivamente dicendo “qualcuno qui ha bisogno di rilassarsi un po’”.
L’intruso lo guardò irritato “cosa vuole dal sottoscritto un misero umano?” fece per spazzarlo via ma Byakuya estrasse la spada parando con facilità il suo attacco.
Il demone fece un balzo indietro e sorrise con disprezzo per poi scomparire.
L’avversario rimase spiazzato e non si accorse che era ricomparso alle spalle della giovane “mi dispiace ma non sei tu il mio obiettivo” con un gesto fulmineo della mano le tagliò la collana che cadde pesantemente a terra insieme al ciondolo.
La ragazza iniziò a tremare, i suoi canini si allungarono e le sue pupille si restrinsero.
Il kimono si gonfiò e si strappò sul retro per permettere ad una folta coda di muoversi liberamente.
Misato tentò di trattenere la sua trasformazione e riuscì a non far spuntare le sue orecchie da lupo.
“allora era proprio come avevo immaginato, è un mezzo demone” il demone acquatico rimase rapito dal cambiamento della giovane e non si accorse di essere stato bloccato da Byakuya che gli impediva ogni movimento tenendogli la spada fissa sulla gola.
“ne ho avuto abbastanza di te” il volto del demone dell’illusione era colmo di rabbia e con un rapido movimento del polso fece rotolare il capo dell’avversario a terra.
La ragazza, troppo presa dal trattenere la sua trasformazione, non fece caso allo scenario raccapricciante che aveva di fronte ma allungò la mano per afferrare il ciondolo caduto a terra.
Non appena esso si trovò nel suo palmo, tornò alle sue sembianze umane.
Si sedette a terra sfinita e svenne riuscendo a sentire solo una voce familiare che la chiamava.
 
 
Angolo dell’autrice:
eccomi con il 4° capitolo nuovo di zecca! Spero che questa storia vi piaccia e sentitevi liberi di dirmi se c’è qualcosa che non va o se ho sbagliato nel compilare la scheda.
Grazie per leggere questa fan fiction e al prossimo capitolo! <3
  
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