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Autore: Clau_2000    16/10/2014    1 recensioni
Luke.. o Olly? |Muke| |7.940 words|
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia vita si complica ogni giorno di più. Essere un ragazzo gay a 17 anni è molto complicato, soprattutto se nessuno lo sa. La cosa più difficile è accettarsi. Ho sempre saputo di essere così, ho sempre preso delle cotte per dei ragazzi ma ho sempre cercato di nascondere tutto a tutti, perfino a me stesso. E’ ancora più difficile quando devi stare con una ragazza per cancellare i sospetti di tutti.

X: Ciao amore! Mi porti a fare shopping?

Ecco questa è lei, Lucy, la mia ragazza. E’ una persona molto simpatica e le voglio un gran bene ma come amico. E’ insopportabile per me stare con lei, soprattutto quando ho in testa qualcun altro. Di chiamarla amore non se ne parla. Non riesco neanche a guardarla negli occhi e a baciarla senza sentire i sensi di colpa.

Io: Si Lu arrivo!

La mia voglia è sotto zero. Non ho voglia di vederla, di sentirla e di avercela abbracciata tutto il tempo. E’ diventa davvero insopportabile. Mi vesto e scendo da lei, che mi si avvicina e mi da un bacio. Cosa sento? Il vuoto. E’ come baciare un muro, non provo niente. Velocemente mi separo da lei e andiamo in macchina.

Lucy: Amore lo sai che domani abbiamo l’assemblea d’istituto? Il tema è l’omofobia… Chissà che schifo!

La guardo male. Non riesco a nascondere il disprezzo che provo per lei in questo momento. Probabilmente capisce che la penso diversamente da lei e cambia argomento di conversazione. Domani non penso che andrò a scuola, mi sentirei troppo tirato in causa… E poi non ho voglia di passare 6 lunghe ore con Lucy che mi si appende al braccio. No, non andrò a scuola

La sveglia suona come tutte le mattine, ed io ho ancora meno voglia del solito di andare a scuola. Mia mamma ha deciso che devo andare all’assemblea d’istituto perché l’omofobia è una cosa importante e perché devo rispettare i gay. Diciamo che l’avrei benissimo mandata a stendere visto che io sono gay. Ma faccio questo sforzo e vado a scuola. Ho dato appuntamento a Lucy 10 minuti prima. Non voglio averla accollata tutto il giorno ed ho deciso di lasciarla.

Io: Lucy scusami io non ti amo più…

All’assemblea mi ritrovo seduto vicino a Luke, il mio migliore amico. E’ piuttosto carino ma non provo nessun’attrazione per lui. Mentre aspettiamo l’arrivo dei ragazzi che sarebbero venuti a parlarci delle loro esperienze decido di raccontare a Luke di aver lasciato Lucy. Tutto d’un tratto entrano due ragazzi. Uno di questi mi ha colpito subito particolarmente. E’ alto, bello, con i capelli corti corti. Sento scattare una scintilla. Per le 6 ore dell’assemblea non penso ad altro che a quanto sia bello e simpatico. Fa sempre un sacco di battute, anche con qualche parolaccia, e i professori storcono il naso ogni volta. Il ragazzo si chiama Olly e alla fine dell’assemblea dice di contattarlo su Facebook per qualunque cosa. Tutti se ne vanno e rimaniamo solo io e Luke. Ho voglia di andare a parlare con Olly ma non ne ho il coraggio. Allora Luke mi prende per un braccio e mi trascina da lui. Arrivati non abbiamo idea di cosa dire e l’unica cosa che mi esce è: “Non è che posso abbracciarti?” Olly mi guarda un po’stranito. Probabilmente non gli era mai capitata una cosa simile.

Olly: Se hai bisogno scrivimi su Facebook

L’unica cosa che riesco a fare è accennare un saluto e scappare via. Sono convinto che non lo rivedrò mai più. Luke mi vede triste e cerca di tirarmi su ma niente da fare. Vado a casa e mi chiudo in camera. Non piango e non faccio niente, fisso un punto del soffitto e comincio a pensare. Perché una coppia “normale” può esistere senza pregiudizi? Perché invece io non posso stare con chi voglio quando voglio? Una coppia gay non è mica una cosa malvagia no? E allora devo essere me stesso e far sapere alle persone a cui tengo chi sono veramente.

Io: Mamma esco!

Mi alzo e corro verso casa di Luke. Busso insistentemente alla porta e viene ad aprirmi in mutande. E’ bagnato e si stava facendo la doccia. Mi scuso per averlo interrotto e mi butto tra le sue braccia. Comincio a piangere e a sfogarmi. Quando mi calmo saliamo in camera sua e ci buttiamo sul letto.

Io: Luke io sono gay…

Luke mi guarda e mi abbraccia. Mi aspettavo di tutto tranne questa reazione. Pensavo che mi rifiutasse, che mi offendesse, che mi umiliasse o che mi picchiasse. Tutto ma non un abbraccio. Me lo godo al massimo sapendo che potrebbe essere l’ultimo. Ci dividiamo e guardo il mio migliore amico con una faccia interrogativa.

Luke: Mike io lo sapevo… Aspettavo da tempo che me lo dicessi.

Con queste parole mi sono sentito… strano. Si vede così tanto che sono gay? Ho cercato di nasconderlo per 17 anni ma a quanto pare inutilmente. Parliamo un po’di questa cosa e parliamo anche di Olly. Amore a prima vista credo. Vorrei scrivergli ma non ho Facebook. Allora Luke gli chiede il numero per un suo amico che ha bisogno di aiuto e decido di scrivergli.

“Hei :) come va? M.”

“Hei. Sei l’amico di Luke? O.”

“Si si sono io. Possiamo vederci domani? Ho bisogno di parlare con qualcuno. M.”

“Certo. Davanti alla scuola alle 16.30. O.”

“Perfetto grazie :) A domani. M.”

Non so se ho fatto la cosa giusta o meno, ma l’ho fatta col cuore. Vedere Olly mi farà bene? O magari staro ancora peggio dopo questo incontro? Non lo posso sapere e ormai quel che è fatto è fatto.

Luke si offre di accompagnarmi ma non vuole venire fin davanti a scuola. Allora decide di lasciarmi subito prima. Camminiamo tranquillamente ed io sono molto agitato. Comincio a sfregare le mani, fino quasi a farmele sanguinare. Allora Luke lo nota e mi prende una mano, in modo da evitare lo sfregamento. Mi sento subito al sicuro. Ma non è che Luke è gay? I ragazzi “normali” non si prendono per mano. Mentre penso a questo ci troviamo ad un isolato prima della scuola. Luke mi abbraccia e mi dice di non preoccuparmi, che andrà tutto bene. Fatto questo se ne va di corsa. Sento un rumore come se… come se stesse piangendo.

Luke pov’s

Sapevo che Michael è gay da 5 anni. Ma perché lui non si è mai accorto di me? Nascondo davvero così bene la mia sessualità? E soprattutto, nascondo così bene il mio amore per un ragazzo davvero speciale? Scappo via, piangendo. Il mio obbiettivo era quello di non piangere mai davanti a lui, ma non sono riuscito a raggiungerlo. Arrivo a casa e tiro un pugno al muro. Mi rompo la mano ma non mi interessa. Mi getto sul letto a piangere, come non avevo mai fatto prima. Eppure sono innamorato di Mike da 3 anni, perché non se n’è accorto? Sento la porta chiudersi, mia mamma è arrivata a casa. Smetto di piangere perché non voglio che si preoccupi. Prendo il telefono e guardo l’ora. Ho passato un ora e mezza a piangere. Ho 10 chiamate senza risposta. Chi diavolo è? Leggo sul display. Mike, Mike, Mike, Mike… Tutte e 10 le chiamate sono da Michael, l’unica persona che riesce a farmi stare male e bene insieme. Lo richiamo perché potrebbe essere successo qualcosa di grave.0

Mike: “Luke ti prego vieni a casa mia”
E’ successo qualcosa, con Olly forse. Corro da lui, perché in fondo sono il suo migliore amico. In due minuti sono davanti a casa sua e Michael scende di corsa, mi corre incontro e mi abbraccia. In questo istante comincia a piangere. Oggi non è giornata. Saliamo in camera sua e comincia a raccontarmi cos’è successo.

Michael: Quello stronzo non si è presentato! L’ho aspettato per un’ora, cazzo un’ora! Neanche un messaggio per avvertire, niente di niente!

Dicendo questo tira un calcio al muro e si mette a piangere. Io intanto mi ricordo della mia mano rotta e sento un dolore atroce. Mike mi si butta sopra e io mi scosto per paura di farmi male. Mi guarda un po’stranito e per scusarmi gli faccio vedere la mia mano. E’ viola e molto gonfia. Appena mi vede Michael mi stampa un bacio in fronte e mi prende in braccio per portarmi all’ospedale. Ma non capisce che ho male ad una mano e non a un piede?!? Cerco di scendere ma lui mi da un altro bacio in fronte e mi calmo tra le sue braccia. Davanti all’ospedale mi mette giù ed andiamo insieme in radiologia. Mi guarda un po’triste, probabilmente si sente in colpa di non essersi accorto di niente. E’ molto preoccupato per me, si vede dal suo piccolo tic nervoso all’occhio destro. Solo io sono a conoscenza di questo tic, me lo aveva confessato quando eravamo bambini, però non si vede quasi se non lo sai. Con la mano “aggiustata” lo prendo per mano, di nuovo. Mi sento invadere da una sensazione bellissima. Il contatto con lui è straordinario. Entriamo dal radiologo ancora per mano. “Il fidanzato può restare”. Sento dire solo questo, e poi Mike che smentisce, dicendo che sono solo un amico. Ne ho abbastanza di questa storia dell’amico! Mi avvicino all’orecchio del mio migliore amico e gli dico che di aspettarmi fuori. Soffio anche lievemente e lo vedo rabbrividire e arrossire leggermente.

Michael pov’s

Olly non si è presentato, ma in questo momento non mi interessa. Il mio Luke si è probabilmente rotto una mano ed io non me ne ero nemmeno accorto. Mi sento terribilmente in colpa per questo perché mi ha fatto capire quanto sono egoista, quanto penso solo a me stesso. E questa cosa non mi piace per nulla. Mentre penso a questo mi arriva un messaggio. Lo guardo ed è di Olly. Non ho intenzione di leggero e lo lascio brillare sul display. Metto la testa tra le mani e triste comincio a pensare alla mia vita, all’amore, agli amici e a cosa ritengo più importante. Passa circa mezz’ora ed arrivo alla conclusione che la persona più importante della mia vita è il mio amico Luke. Di colpo mi sento coprire gli occhi con una sola mano. E’ sicuramente Luke. Mi giro per chiedergli come sta e ci ritroviamo molto vicini. Mi scosto in fretta e gli chiedo della sua mano. Si è rotto diversi ossicini e quindi decido di prendermi cura di lui, almeno per oggi. Andiamo a casa sua e ci corichiamo sul divano. Io sotto e lui appoggiato sul mio petto, come facevamo da bambini. Accendo la TV e faccio scorrere i canali, fino a capire che non c’è niente di bello da vedere. Appoggio il cellulare sul tavolino e vado in cucina a prendere qualcosa per merenda. Quando ritorno con una vaschetta di gelato vedo che Luke sta curiosando nel mio telefono. Non mi da fastidio, l’ha sempre fatto.

Luke: Amico un messaggio da Olly

Gli sorrido per ringraziarlo di avermi avvisato e leggo il messaggio, controvoglia. Dopo avermi dato buca non ho voglia di sentirlo, soprattutto perché il mio migliore amico sta male.

“Hei :) Scusami ero al lavoro e non sono riuscito a liberarmi. Scusa. O.”

Non ho intenzione di rispondergli. Per prima cosa non saprei cosa scrivergli e poi non voglio farmi perdonare così in fretta. Spengo il cellulare e me lo metto in tasca. Prendo in braccio Luke e lo porto su, in camera sua. Mangiamo il gelato della vaschetta e passiamo una giornata insieme, come non facevamo da tempo. Verso le sei siamo stesi sul letto, stanchi morti e ci teniamo per mano. Sta capitando spesso oggi, non è mai stata una cosa abituale. Stiamo in questa posizione dieci minuti buoni. E’ comoda e rilassante e permette di sentire che l’altro c’è sempre, per qualunque cosa, in qualunque circostanza. Sento Luke muoversi e vedo che mi si avvicina. Sempre tenendomi per mano mi da un piccolo bacio imbarazzato. Ma che significa? Ma allora anche lui è gay... perché non me lo ha detto quando glie l’ho confessato io? E soprattutto come mai non l’ho capito? E cosa significa questo bacio? Luke si scosta velocemente e scappa. Dentro la mia testa c’è una confusione incredibile. Corro a fermarlo e lo prendo per la mano, quella sana. Ci sediamo nel giardino, sulla panchina, e rimaniamo in questa posizione per molti minuti. Vedo che Luke è triste ma non so se provo gli stessi sentimenti per lui… Non ho mai pensato a lui come un ragazzo di cui potermi innamorare, ma solo come un amico.

Io: Luke per favore parlami di questo

Luke: Non c’è molto da dire… Sono gay, come te, e non vedevo l’ora che uscissi allo scoperto per potermi dichiarare. Sono innamorato di te da molti anni ormai…

Sinceramente non me l’aspettavo. Un ragazzo con cui ho avuto un colpo di fulmine, o uno che conosco da una vita e che mi ha sempre voluto bene? Non so se sono innamorato di Luke e non so se sono innamorato di Olly. Saluto Luke con un bacino sulla guancia e vado a casa. Prendo il telefono e trovo mille messaggi da Olly.

Luke pov’s

Perché l’ho fatto? Non potevo starmene buono al mio posto e tenermi Michael almeno come amico? Ora l’ho perso per sempre, e non so se riesco a vivere così. Salgo in camera mia e prendo le mie amate e odiate lamette. Mike me le aveva nascoste dopo che aveva scoperto quello che facevo, e mi aveva aiutato a smettere. Senza di lui non sarei più vivo. Tiro su la mano e poggio la lama sulla mia pelle. Ricordo quando Michael mi aveva chiesto perché lo facevo. Il motivo è sempre lo stesso: sono innamorato di un ragazzo che mai mi amerà e per lo più sono gay. Comincio a far affondare la lametta nella carne. Penso all’amore di Michael verso Olly. Cos’ha di speciale? In fondo non lo conosce nemmeno… La lametta affonda ancora un po’ e mi scendono lacrime amare sul viso. Mi gira la testa e mi sento che sto per svenire. Prendo un cellulare e mando un messaggio a Mike, per farmi portare in ospedale.

Olly pov’s

Ho mandato un sacco di messaggi a Michael e lui non mi risponde. L’ho anche chiamato diverse volte ma ha il telefono staccato. Comincio a preoccuparmi. Che abbia fatto una sciocchezza? Ho paura… Mi suona il telefono ed è Mike.

“Vediamoci ora. Parco in centro. M.”

E’ un messaggio molto freddo ma in fondo lo capisco. Gli ho dato buca. Vado al parco e lo trovo seduto su una panchina, a pensare. Mi siedo accanto a lui e comincia a parlare. Mi spiega che lui è gay, che gli piaccio come ragazzo, che gli piacerebbe conoscermi e che il suo migliore amico l’ha baciato. Credo che sia in una confusione totale e anche se mi piace davvero tanto non gli concedo di uscire con me. Prima deve chiarire con il suo migliore amico e poi si vedrà. Ci salutiamo con un abbraccio. Sono un po’imbarazzato ma mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro: “Anche tu mi piaci tanto…” Mi sorride e se ne va verso casa del suo migliore amico.

Luke pov’s

Sono steso a terra, con un braccio pieno di graffi e una pozza di sangue a terra. Mi mancano e forze e mi pento amaramente di ciò che ho fatto. Ho chiamato Mike da molto, perché non arriva? Perché non viene a salvarmi? Suona il campanello. Sono solo in casa e non ho le forze per andare ad aprire.

Jaymi pov’s

Suono al campanello e nessuno risponde, suono di nuovo e ancora ma nessuno viene ad aprirmi. Comincio a preoccuparmi e mi vengono in mente le cose più brutte. Tiro una spallata alla porta, un’altra e un’altra. Finalmente la porta cede. Corro nella camera del mio migliore amico e la scena che vedo è raccapricciante. Lui è steso a terra con una pozza di sangue accanto. Sussurra una parola, il mio nome, e poi perde i sensi. Mi vengono le lacrime agli occhi e comincio a piangere. Lo prendo in braccio e di corsa lo porto al pronto soccorso. Lo ricoverano e gli medicano le ferite. Dopo una trasfusione di sangue si risveglia. Pensavo che questa volta non ce l’avrebbe fatta. Apre i suoi grandi occhi celesti e mi guarda. Sembra un bambino indifeso, bellissimo. Non gli chiedo perché ha ricominciato, lo so benissimo: è colpa mia. E’ sempre stata in qualche modo colpa mia, ma io lo capisco soltanto adesso.

Io: Cucciolo, penso che potremmo impegnarci tra noi, secondo me ce la possiamo fare.

Abbasso gli occhi un po’imbarazzato ma subito li rialzo per vedere il sorriso del mio migliore amico, o meglio del mio ragazzo. Quelle piccole fossette che gli si creano quando sorride sono fantastiche, lo fanno sembrare un bambino. E i suoi occhi azzurro mare sono perfetti. Di colpo si incupisce, diventa triste.

Luke: Non è che stai facendo questo solo per evitare che io… si che io mi tagli?

Per la prima volta nella mia vita sono sicuro della risposta da dare. Non parlo, le parole non servono. Gli prendo la mano e glie la stringo forte forte. Mi avvicino a lui per dargli un bacio sulla fronte e sussurrargli un piccolo “Zitto scemo” che lo fa sorridere. Esco per chiedere ai medici le condizioni di Luke. Dicono che ha perso molto sangue, troppo in un solo giorno. Se non fossi arrivato probabilmente sarebbe morto. Deve rimanere una settimana in ospedale per riprendersi completamente. Sentendola parola settimana mi rattristo. Una settimana è davvero lunga… Prendo una decisione immediata: passerò questa settimana in ospedale con lui, giorno e notte. Rientro in camera e avverto Luke che sarebbe rimasto in ospedale un po’di tempo. Gli stringo la mano, gli stampo un bacio in fronte e corro a casa sua a prendergli qualche pigiama. Lascio un biglietto sul tavolo i genitori di Luke dove spiego l’accaduto tralasciando qualche particolare privato e mi scuso per avergli sfondato la porta. Corro in camera per prendere i pigiami e prendo anche l’mp3 e il computer. Volo verso l’ospedale e corro nella camera del mio ragazzo. Lo aiuto a togliersi i vestiti sporchi di sangue e a mettersi il pigiama. Dopo aver fatto questa semplice operazione si stende affaticato.

Luke: Conciato così sarò impresentabile.

Rido e penso a quanto sia scemo. Lui è perfetto sempre e comunque. Mi avvicino a lui e gli prendo la mano. So che vorrebbe un bacio ma io non me la sento ancora, è troppo presto. E poi dare il mio primo vero bacio in una camera d’ospedale non è una cosa molto bella, anche se il ragazzo a cui si da è perfetto. Luke mi stringe la mano e mi dice: “Non è il caso che tu stia qui, vai a casa.” Spero che fosse solo una frase di cortesia perché io non ho alcuna intenzione di andare a casa e lasciare solo il mio ragazzo.

Io: Scemo non andrò mai via, starò qui con te per tutti e sette i giorni. Non lascerei mai solo il mio ragazzo.

Enfatizzo la parola ragazzo. In realtà non è niente di ufficiale, nessuno dei due ha fatto la proposta. Però io so che è così e questa è tipo una proposta. Vedo Luke sorridere, era tanto che non lo faceva, non così. Sono tentato di baciarlo ma qualcosa mi ferma. Mi squilla il telefono. Guardo di chi è la chiamata: Olly. Mi scuso con Luke ed esco per rispondere. Parliamo un po’ e mi chiede se ho risolto le cose con il mio amico. Un po’dispiaciuto gli racconto tutto quello che è successo. Sento che la sua voce diventa un po’triste e dopo due minuti attacca. Rientro in camera e subito Luke mi chiede chi era al telefono. Decido di dirgli la verità perché non voglio una relazione basata sulla menzogna. Però quando dico il nome Olly, Luke storce il naso. Vado vicino a lui e gli stampo un bacio al lato della bocca, per fargli capire che mi piace tanto anche se non sono ancora pronto ad andare oltre. Sembra apprezzare questo mio gesto e la questione Olly è oltrepassata.

Luke pov’s

Siamo a fine giornata e sono il ragazzo più felice del mondo. Si, sono chiuso in una camera d’ospedale dopo aver fatto una grande cazzata, ma almeno sono con la persona più importante della mia vita: il mio ex migliore amico, il mio ragazzo. E’ tutto il giorno che sta qui con me, senza riposarsi un attimo. Per cena si è mangiato un panino che ha preso alle macchinette. Se fa così nel giro di due giorni mi scompare.

Io: Cucciolo vai a casa… devi riposarti

Mi viene vicino e mi prende la mano. Quando me la stringe sono la persona più felice del mondo, e poi quando mi da quei suoi bacini sulla fronte mi fa impazzire. Ma perché non mi bacia? Non lo so, ma non voglio mettergli pressione. Penso che per lui stiamo già andando troppo in fretta. Mike si siede sulla poltroncina di fianco al mio letto e gioca con la mia mano. Le sue mani calde e un po’sudate a contatto con le mie cadaveriche sono la fine del mondo. Parliamo di tutto, mi riesce facile con lui. Ogni tanto vedo che mi si avvicina per baciarmi, ma poi si allontana. Dopo un’ora si addormenta. E’ tutto rannicchiato sulla poltrona con la testa ciondolante. Se dorme così domani si sveglia tutto dolorante. Allora mi alzo anche se sono molto debole e lo sveglio delicatamente. Faccio in modo di non svegliarlo del tutto perché non mi lascerebbe fare quello che sto facendo e lo faccio stendere nel mio letto. Dopo gli apro le braccia e mi infilo vicino vicino a lui. Mi addormento cullato dal suono regolare del suo respiro e di colpo è già mattino.

Michael pov’s

Mi sveglio in un letto che non è mio, abbracciato ad un  ragazzo fantastico. Guardo i muri e capisco che siamo in ospedale. Ma che ci faccio nel letto? Quanto è stato dolce Luke a farmi coricare accanto a lui… Mi alzo delicatamente cercando di non svegliarlo. Lo guardo e sembra un cucciolotto. Mi avvicino e gli do un piccolo bacio in fronte. Apre di colpo i suoi magnifici occhioni azzurri e mi guarda sorridendo. “Buongiorno cucciolo”. Passano i medici a visitarlo e dicono che sarebbe dovuto rimanere in ospedale meno del previsto: solo 3 giorni. Sono davvero felice perché ho sempre odiato l’ospedale, ma soprattutto perché il mio cucciolo sta meglio. Pensavo che anche oggi saremmo stati soli, ma all’improvviso sentiamo bussare ed arrivano i genitori di Luke. Nessuno deve sapere della nostra storia, non ancora. Esco per lasciare soli i genitori col figlio e vado a casa a farmi una doccia e a mangiare qualcosa. Appena esco dalla doccia sento che mi è arrivato un messaggio. E’ Olly che mi dice di scendere. Mi vesto velocemente e scendo sotto coi capelli ancora bagnati. C’è li Olly. E’ carino ma… boh non so cos’è cambiato rispetto a prima. Forse il fatto che sto con il mio cucciolo. Parliamo un po’e Olly cerca di baciarmi.

Io: Ma che ti prende? Sto con Luke te l’ho detto!

Olly pov’s

“Sto con Luke” le parole peggiori che io abbia mai sentito. Ieri era cotto di me e oggi sta con un altro. Ma che gli succede? Non dovevo innamorarmi, non di nuovo. Mi è sempre andato tutto male. Ero innamorato del mio migliore amico ed ho fatto la cazzata di confessarglielo. Sono tre anni che non lo vedo e sono stato male fino a poco fa. Ma ora la questione è chiusa, ho oltrepassato tutto. Pensavo che Mike fosse il ragazzo perfetto e invece a quanto pare non è così.

Michale: “Vorrei che fossimo amici, ma non credo di provare altro per te…”

Ottimo! Andiamo di male in peggio. Me ne vado via prima he le lacrime mi escano davanti a lui. Perché faccio così? In fondo non lo conosco nemmeno. Non è possibile che mi sia già innamorato di lui, no non è possibile.

MIchael pov’s

Perché Olly fa così? Io non ci riesco. Ho il mio piccolo Luke che mi aspetta in ospedale, non posso, non voglio stare con Olly. Non devo. Devo rimuovere questa giornata. Decido di riposarmi un po’ prima di tornare da Luke, sono davvero distrutto. Mi butto sul letto e cado in un sonno profondo…

Sono in un paese che non conosco. O forse si. Si era il paese dove andavo da piccolo in montagna con i miei genitori, ma ora non sono più piccolo. Faccio una passeggiata e vado a fare una passeggiata nel bosco e dopo un po’ trovo il fiume dove facevo sempre il bagno. Mi spoglio rimanendo in mutande e piano piano entro nell’acqua gelida.. ma di colpo mi sveglio. Qualcosa ha turbato il mio sonno, il suono del telefono. Appena guardo il telefono mi accorgo che è tardissimo, è mezzanotte ormai. Decido di andare domani da Luke che tanto ormai sta dormendo. Leggo il messaggio che ha disturbato il mio sonno, è Olly”

“Scusami per oggi sono stato uno stupido. Perdonami. O.”

“Senti, io ora sto con Luke. Non scrivermi più, non mi chiamare, non metterti in mezzo. Voglio pensare solo a me ora. Smettila. M.”

Solo dopo averlo mandato mi pento di quello che ho scritto. Sono stato troppo duro. In fondo lui mi aveva solo chiesto scusa. Come pensavo non ricevo risposta. Torno a dormire che domani alle 7 devo essere da Luke.

Luke pov’s

E’ l’ultimo giorno in ospedale. Ieri non ho praticamente visto Mike, si sarà riposato. In compenso i miei genitori sono stati tutto il giorno in ospedale. Sento bussare alla porta, ma non è ancora l’ora a cui passano i medici. Un ragazzo stupendo entra senza far rumore e io faccio finta di dormire. Mike si avvicina e mi da un bacio sulla fronte. Sembra che sia il gesto più naturale del mondo. Allora mi decido ad aprire gli occhi “Buongiorno! Dove sei stato ieri?”. In risposta ricevo un sorriso enorme che mi fa sorridere automaticamente. “Sono rimasto addormentato scusa” dice arrossendo leggermente. Mi alzo a sedere per dargli un bacio sulla guancia e arrossisce ancora di più, è bellissimo. Bussano di nuovo alla porta e questa volta sono i medici e i miei genitori. Firmano per farmi tornare a casa e mi sento la persona più felice del mondo. Chiedo ai miei genitori se posso andare a casa di Michael e dopo un po’ mi lasciano. Non hanno fatto domande sui tagli e per questo gli sono molto grato. Non avrei saputo cosa dire e qualsiasi cosa sarebbe sembrata una bugia.

Michael pov’s

Finalmente posso portare Luke a casa. Non mi fido ancora a farlo camminare, mi sembra così debole. Però lui insiste e allora gli faccio mettere un braccio sulle mie spalle e piano piano andiamo verso casa. A metà strada è esausto e ci fermiamo a riposare un po’ su una panchina. Non riesce a riacquistare le forze allora lo porto in braccio fino  a casa. Lo faccio sedere sul divano e salgo un secondo in camera mia. Metto a posto un paio di cose, faccio il letto ma non ho tempo di cambiare le lenzuola. Scendo giù e aiuto Luke a salire le scale, con calma. In cima è stanchissimo e piano piano entriamo in camera mia. Lo faccio coricare sotto alle coperte e io mi siedo sulla poltroncina al bordo del letto. Penso che nel tempo in cui Luke si fermerà qui dormirò un po’ sul divano e un po’ su questa poltrona. Avvicino la mano al viso del mio ragazzo e lo accarezzo delicatamente. Sento scorrere un brivido lungo tutta la schiena, è bellissimo. Luke mi fissa con quei suoi occhioni azzurri. “C’è il tuo profumo qui” dice sorridendo. Io annuisco leggermente e lui mi invita a coricarmi di fianco a lui. Allora mi stendo e lo faccio appoggiare sul mio petto. Gli accarezzo delicatamente i capelli mentre lui mi abbraccia fortissimo. Mi avvicino piano piano a lui. Sento tutto dentro di me che va su e giù e poi sento come se la pancia mi si stringesse. Arrivo alla sua bocca e gli do un delicato bacio a stampo. Lo sento sorridere. Ho molta paura e non so come fare. Luke allora prende il controllo e fa diventare questo casto bacio, un bacio un po’ meno casto. Quando siamo entrambi senza fiato ci dividiamo e ci addormentiamo abbracciati.

x: “Mikey sono a casa!”

Una voce, mia madre. Non doveva ritornare ancora per un po’.. Sveglio delicatamente il mio ragazzo e lo faccio sedere. Vedo che ha riacquistato una buona parte delle forze. La pelle è meno pallida e le mani sono più calde. Gli faccio segno di fare silenzio e vado giù da mia mamma. Gli spiego che c’è Luke sopra che dorme perché è appena tornato dall’ospedale. La prego di non entrare nella mia camera che mi occupo io di lui. Torno su in camera e faccio segno di ok a Luke che mi guarda con sguardo interrogativo. Vado a sedermi vicino a lui e prende l’iniziativa. Mi si avvicina per baciarmi ma io gli faccio segno di no, di aspettare ancora. Voglio che ogni nostro bacio sia speciale e che se li ricordi tutti. Luke mi guarda con gli occhi desiderosi e allora decido si, di concederglielo questo bacio. Mi avvicino e la magia del giorno prima succede di nuovo.

Luke pov’s

Mi sento il ragazzo più felice del mondo. Sono riuscito ad avere il bacio che desideravo da anni ed è stato anche meglio di come me l’ero sognato. Ora però devo anche tornare a casa, non vorrei disturbare troppo. Però non sono ancora abbastanza forte per tornare da solo e Michael è andato a prendere un po’ d’aria. Aspettando che torni decido di alzarmi e andare sul divano a guardare un po’ di tv. Scorro i canali e non c’è nulla di interessante allora metto un canale di musica e mi appisolo sul divano. Dopo un po’sento che Mike mi sta alzando la testa per farmela poggiare sulle sue gambe. Mi accarezza la testa e i capelli. Lentamente mi sveglio con un sorriso stampato in faccia. Apro gli occhi e mi ritrovo davanti i suoi, mentre mi sta dando un leggero bacio sulla fronte. Mi sorride appena vede che sono sveglio e il mio stomaco fa i salti mortali a vedere una così grande meraviglia. In questi giorni sto provando delle sensazioni nuove, bellissime. “Mike voglio tornare a casa” dico. Lui mi guarda con occhi da “non se ne parla nemmeno” ma asseconda lo stesso il mio desiderio. Mi prende per mano e mi porta in macchina. Casa mia è dalla parte opposta della città e per colpa del traffico ci vuole mezz’ora per arrivarci. Trascorriamo tutto il viaggio in silenzio. Ogni tanto ci guardiamo e la mano di Michael è sulla mia coscia, intrecciata con la mia. Arrivati mi aiuta a scendere dalla macchina e mi porta in camera mia. Mi fa coricare e mi rimbocca le coperte. “Vieni qui sotto, così mi lasci un po’ del tuo profumo. Non è come avere te ma è meglio di niente” dico, alzando la coperta per fargli spazio. Si sfila le scarpe ed entra con me nel letto. Mi abbraccia forte, come se non volesse lasciarmi scappare. Mi avvicino alla sua bocca e gli do un altro bacio. Ormai è diventato la mia dipendenza.

Michael pov’s

Sono ormai due mesi che io e il mio piccolo Luke stiamo insieme. E’ completamente guarito ormai da un po’ ed ha riacquistato tutte le forze. E’ da qualche giorno che parliamo di fare il grande passo: rivelare alla nostra famiglia di essere gay, e soprattutto di stare insieme. “Penso che dovremmo esserci tutti e due quando lo diciamo ai miei.. e anche ai tuoi” dice Luke guardandomi negli occhi. Faccio segno di si con la testa, sono assolutamente d’accordo. Siamo seduti su una panchina subito fuori dal centro della città. Oltre a noi ci sono dei ragazzi, sembrano un po’ubriachi. Luke mi prende dolcemente per mano e io la stringo sorridendogli.

x: “Oh froci di merda!”

Qualcuno urla questa frase ripugnante, ed è lo stesso qualcuno che ci sta venendo in contro. E’ alto, molto più di me ed sotto i vestiti si intravedono possenti muscoli. Luke subito mi si mette davanti per proteggermi ma io mi scosto, non può affrontare questa situazione da solo. “Andate a fare i frocetti da un’altra parte!” dice il ragazzo. Per ripicca Luke mi bacia davanti agli occhi di questo enorme ragazzo. Lo sconosciuto ci separa e comincia a tirare degli schiaffi a Luke. Allora io mi butto per staccarlo dal mio piccolo e gli amici del ragazzo vengono ad aiutarmi. Tengo fermo il tipo per quel che posso con la mia stazza. Luke fortunatamente non ha nulla di grave, gli si avvicina e gli tira un pugno in faccia dicendo “I frocetti lo possono fare questo? Oh ti stai facendo picchiare da un frocetto!” Detto questo io e il mio ragazzo ci allontaniamo. Controllo che stia bene e fortunatamente quel tipo non era così forte come sembrava. Decidiamo di andare a casa mia che è più vicina. “Ciao ma!” Dico appena entro. Mia mamma viene a salutarci e arriva anche papà. Non è mai a casa di pomeriggio. Vado ad abbracciarli e vedono com’è ridotto Luke. Non è niente di grave ma si vedono già dei piccoli lividi e un po’ di sangue. Mia mamma va a chiedergli cos’è successo e rispondo io per lui. Gli faccio capire che ormai il momento è arrivato e che devo, dobbiamo dire tutto ai miei genitori. Li faccio sedere su un divano e io mi siedo accanto a Luke nell’altro. Non mi sono preparato nessun discorso anche perché preso dal panico me lo sarei dimenticato. Metto la mano sulla gamba di Luke e lui non me la prende, aspetta il momento giusto per farlo. Comincio a parlare con calma “Beh Luke è conciato così perché ci hanno aggredito.. un ragazzo omofobo ci ha aggredito” Speravo che capissero solo con questo ma per essere sicuro decido di andare avanti. “Perché si, mamma e papà, io, noi siamo gay e stiamo insieme.” Luke mi fa un timido sorriso e mi stringe delicatamente la mano. Aspettiamo una qualsiasi reazione dei miei genitori che tarda ad arrivare. Mio padre esce mentre mia mamma accenna un piccolo sorriso e dice “Sai, io lo sapevo già da un po’. Aspettavo solo che venissi a dirmelo. Non ti preoccupare per tuo padre, ci parlo io” Le sorrido sollevato e vado ad abbracciarla. Poi torno da Luke e gli prendo di nuovo la mano. E’ fatta, non devo più preoccuparmi dei miei genitori.

Luke pov’s

Michael ce l’ha fatta, ci è riuscito. Suo padre non ha reagito benissimo ma poteva andare molto peggio e sua madre.. beh meglio di così non poteva andare. Spero che anche coi miei genitori sarà così. Faccio un ampio sorriso alla madre del mio ragazzo e andiamo su, in camera. Mi butto sul letto e Mike, dopo aver chiuso la porta, mi si siede in braccio con la faccia rivolta verso la mia e mi sussurra in un orecchio “E’ andata” e poi si butta sulle mie labbra. E’ andata, ora tocca a me.

Logicamente sta notte non posso dormire qui ora che i suoi genitori sanno tutto, non sta notte. Michael mi riporta a casa in macchina anche perché i miei genitori non mi lasciano prendere la patente. Sulla porta di casa mia mi da un timido bacio e poi entro in casa. Vado alla finestra della mia camera e gli faccio ciao con la mano e lui parte. E’ stata una giornata molto intensa. Spero che il padre di Mike riesca ad accettare tutto questo, anche perché non voglio che nessuno rovini la felicità che c’è quando stiamo insieme. I miei genitori mi chiamano per la cena e sono tentato di dire loro tutto quanto, ma non posso, voglio farlo con Michael. Fortunatamente i segni degli schiaffi del ragazzo di oggi sono andati via completamente e i miei non ne devono sapere assolutamente nulla.

Il giorno dopo mi sveglio prestissimo assalito degli incubi. Ho sognato il ragazzo di ieri ma che mi picchiava a sangue e mi chiamava “Schifoso frocetto”. Vado in garage a prendere la mia bici e, ancora in pigiama, corro verso casa di Mike. Dopo un quarto d’ora arrivo e faccio uno squillo al mio ragazzo. Sarebbe bello tirare le pietre alla finestra ma non vorrei spaccarla o con la mia grande mire colpire un’altra finestra. Lascio squillare poco e poi gli mando un messaggio dicendogli di guardare dalla finestra. Dopo qualche secondo lo vedo sbucare dalla finestra e gli faccio segno di scendere ad aprirmi. Scende facendo il meno rumore possibile e quando mi apre mi corre in contro e mi abbraccia e poi mi bacia. La paura per l’incubo è già passata. Mi chiede cosa ci faccio qui così tardi e soprattutto come ci sono arrivato. “Avevo gli incubi” gli spiego “e ho avuto paura, e soprattutto volevo vederti. Sono venuto con la mia bici”. Mi sorride e mi fa entrare in casa. Andiamo in camera sua e mi fa notare che sono ancora in pigiama. Arrossisco lievemente ma quando mi invita a coricarmi con lui il rossore sparisce. Mi riaddormento tra le sue braccia e questa volta passo un sonno tranquillo, cullato dal suo respiro.

Michael pov’s

Mi sveglio e il mio ragazzo non c’è. Dov’è finito? So che non devo preoccuparmi. Vedo sulla scrivania due biglietti. Uno è il solito che mi lasciano mamma e papà prima di uscire. Penso che sia sempre lo stesso perché lo trovo sempre nella posizione in cui l’ho lasciato. L’altro è di Luke. Dice di scendere sotto che c’è qualcosa che mi aspetta. Scendo lentamente le scale e vedo che c’è un tavolo apparecchiato con al centro una torta e un ragazzo bellissimo con indosso soltanto la mia felpa. Mi viene in contro, mi da un bacino e mi fa sedere al tavolo. Taglia la torta e me ne mette un pezzo nel piattino davanti a me. La assaggio e non è un granché ma esclamo “Oh ma è buonissima!” e gli faccio un sorriso enorme.  Luke si siede di fianco a me e la assaggia. Appena la mette in bocca fa una faccia un po’ schifata ed esclama “Ma fa schifo!” Io arrossisco leggermente e gli faccio un sorriso complice. Mi alzo e vado e mi avvicino a lui. Gli do un bacio dolce sul collo e poi uno appassionato sulla bocca. Mi guarda e sorride. Ha il sorriso più bello del mondo. “La buttiamo questa torta eh!” dice dandomi un leggero bacio sulla guancia. Saliamo in camera e gli do un paio di miei pantaloni perché i suoi sono sporchi di impasto per la torta. Gli stanno un po’grandi ma meglio di niente. Io cerco dei vestiti anche per me e opto per la mia maglia con scritto Idiot e un paio di jeans attillati. Devo cambiarmi e mi vergogno un po’davanti a Luke. Glie lo faccio capire allora lui si gira, ma so che ogni tanto sbircia e non mi da tanto fastidio. Lui rimane con la mia felpa un po’ grande per lui. Saliamo in macchina e parliamo un po’. Decidiamo che è arrivato il momento di dire tutto anche ai suoi genitori. Entriamo in casa sue che è l’ora di pranzo. La mamma del mio ragazzo mi invita a pranzo e io accetto volentieri. Ci sediamo al tavolo e vedo che Luke è molto nervoso e si morde sempre il labbro: è una cosa molto sexy. Di nascosto sotto il tavolo gli accarezzo una gamba per tranquillizzarlo e un po’ funziona. Di tanto in tanto ci guardiamo e sorridiamo. I genitori di Luke ci guardano straniti ma dopo un po’ non ci fanno nemmeno più caso. Arrivati a fine pasto Luke comincia a parlare “Mamma, papà volevo dirvi che.. che.. che..” Non riesce a continuare. Gli prendo una mano da sotto il tavolo sperando di tranquillizzarlo ma la situazione peggiora ancora di più. “Volevo dirvi che..” Non riesce ad andare avanti e decido di prendere in mano la situazione. Lo guardo e lui risponde al mio sguardo con occhi imploranti. “Signori Hemmings vostro figlio vuole dirvi che noi stiamo insieme.” La mamma di Luke comincia a piangere mentre il papà cerca di aiutare la mamma. “Uscite da questa casa” dice il papà del mio ragazzo. Saluto i signori Hemmings con un cenno e usciamo. Appena usciamo di casa Luke scoppia a piangere e lo abbraccio. Rimaniamo abbracciati finché lui non si sfoga completamente. Gli accarezzo la testa e dopo un po’ si calma. Decido di portarlo a distrarsi un po’ oggi. Saliamo in macchina e lo porto in uno dei miei posti preferiti.

Luke pov’s

Con i miei genitori è andata malissimo. Ho paura di tornare a casa per paura di quello che mi diranno. Ho voglia di scappare via e non tornare più. Michael mi porta in un prato enorme. Non c’è nessuno tranne noi. L’erba è leggermente bagnata e, per non bagnarci tutti, si toglie la maglia e mi ci fa sedere sopra, rimanendo a petto nudo. Si corica nell’erba e io mi appoggio su di lui. Mi accarezza la testa e io faccio finta di addormentarmi. Stiamo in silenzio per un sacco di tempo, senza fare niente. Solo per il fatto di stare insieme stiamo bene. Dopo un po’ sento che Mike si alza a sedere e io rimango appoggiato alle sue gambe. Ci guardiamo negli occhi per degli interminabili istanti e arrossiamo entrambi. Michael mi fa alzare e facciamo una passeggiata tenendoci per mano. Troviamo una panchina dove ci sediamo per guardare il tramonto. Il cielo è un misto di rosa, rosso e azzurro. Mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro un piccolo “Grazie” e lo bacio. Oggi ha fatto di tutto per non farmi pensare ai miei genitori e ci è riuscito per un po’ di tempo. Torniamo a casa di Mike. Non voglio ancora affrontare i miei genitori oggi, sarebbe troppo difficile.

Michael pov’s

Domani è un anno che io e Luke stiamo insieme. I suoi genitori non hanno mai accettato il fatto che lui sia gay e infatti passa a casa il minor tempo possibile. Ormai siamo entrambi maggiorenni a tutti gli effetti e un po’ distrattamente abbiamo parlato di andare a vivere insieme. Ne ho già parlato con i miei genitori e loro sono assolutamente d’accordo, anche perché è già come se convivessimo visto che lui è sempre qui. Oggi non ci vediamo, ho pregato mia madre perché portasse Luke a comprare qualcosa di adatto per domani. Sicuramente lui sospetterà qualcosa ma almeno non ha il tempo di organizzare nulla e poi ha bisogno di qualche vestito nuovo. La sorpresa si svolgerà interamente di sera, quindi di giorno ci comporteremo come al solito. Ho comprato tutto e non dovrebbero esserci imprevisti. Mia mamma ha portato Luke a casa sua. Domani mattina sarà sicuramente qui a casa mia.

Al mattino vengo svegliato da baci e carezze. Cerco di fingere di dormire per più tempo possibile per godermi al massimo le coccole, ma non ci riesco e mi spunta un sorriso.  Allora apro gli occhi e mi sussurra un piccolo “Buon anniversario, amore” Il mio sorriso si allarga ancora di più e gli do un bacio e dico “Buon anniversario anche a te”. Trascorriamo una giornata come le altre, ma verso le 18 lo porto a casa con la raccomandazione di mettersi il vestito che ha comprato ieri con mia mamma. Vado a casa e mi preparo. Mi faccio una doccia e cambio il colore dei miei capelli. Li faccio blu, spero che gli piacciano. Mi vesto con il mio vestito elegante e mi profumo, ma non troppo.

Luke pov’s

Sento suonare il campanello e quasi correndo scendo. Apro la porta e mi trovo davanti un Michael coi capelli Blu! Gli do un bacio e gli dico “Stai benissimo così amore” accennando ai suoi capelli. Sono super emozionato per sta sera e sono molto curioso di sapere dove mi porterà. Dopo un po’ si ferma con la macchina ed entriamo in un piccolo ristorante. Parla un attimo con li cameriere che ci fa sedere a un piccolo tavolo. E’ un posto molto romantico: le uniche fonti di luce sono delle candele. Ce ne sono tantissime. Forse può sembrare una cosa un po’ banale. Cioè per l’anniversario andare a cena fuori è la cose più comune di tutte, ma anche questo la rende speciale. Il fatto che qualcuno abbia già fatto quello che stiamo facendo noi, e forse proprio in questo posto. E magari ora queste persone sono ancora felici dopo tanti anni, o magari non si parlano più dopo una lunga discussione. Questo noi non lo sapremo mai, ma io rimango sempre della mia idea: “Vivi il presente”.

 Mike sta leggendo il menù e io da dietro al mio lo guardo. E’ ancora più bello del solito. Vedo sulla sua faccia che non ha la più pallida idea di cosa scegliere, per lui è sempre così difficile scegliere qualsiasi cosa! Dopo un po’arriva il cameriere e finalmente Michael ha deciso. Mangiamo la cena tranquilli, parlando tanto, come facciamo sempre, ma ogni tanto fermandoci a guardarci e a pensare. So che pensiamo alla stessa cosa. Pensiamo al fatto che insieme abbiamo fatto dei passi da gigante, abbiamo superato tante cose, abbiamo imparato a conoscerci meglio e ora Michael mi conosce meglio di come io conosca me stesso. E poi siamo riusciti a dire a tutti i nostri amici di noi due, ed è andata molto meglio di quanto pensassi. Queste cose se non ci fosse stato lui non le avrei mai fatte.

Michael pov’s

Voglio chiedergli di sposarmi. So che può sembrare affrettato, ma sono convinto che lui sia la mia persona, la mia metà, la mia parte mancante. Sono assolutamente sicuro di voler vivere il resto della mia vita con lui. E si, lo so che ci saranno discussioni, ma in passato ce ne sono già state e le supereremo insieme. Forse sono troppo giovane per prendere una decisione del genere, non lo so. Però sono totalmente convinto di quello che sto per fare, quindi si, adesso o mai più.

Io e Luke ci alziamo e andiamo sulla terrazza del ristorante. La vista è bellissima e rimaniamo qualche minuto in silenzio ad osservare ogni minimo particolare. La notte non è ancora totalmente buia, ma le stelle sono luminosissime. Gioco un po’con la scatola dell’anello. Sono nervosissimo ma sempre più convinto della mia scelta. Non penso di aver mai provato così tante cose nello stesso momento. Prendo la scatolina dalla tasca e guardo Luke, ancora incantato dal panorama. Tolgo l’anello dalla scatola e avvicino la mia mano alla sua, prendendolo per mano. Glie la stringo forte forte per far sentire che c’è qualcosa tra le nostre mani. Luke se ne accorge subito e apre la sua mano per vederlo. Vedo che gli brillano gli occhi, allora lo prendo e glie lo infilo al dito. Mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro un veloce e imbarazzato “Luke, mi vuoi sposare?”. Mi si tuffa addosso con le braccia al collo, mi da un bacio e sorridendomi, col suo sorriso più bello, mi risponde di si.

   
 
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