La mia vita si complica ogni giorno
di più. Essere un
ragazzo gay a 17 anni è molto complicato, soprattutto se
nessuno lo sa. La cosa
più difficile è accettarsi. Ho sempre saputo di
essere così, ho sempre preso
delle cotte per dei ragazzi ma ho sempre cercato di nascondere tutto a
tutti,
perfino a me stesso. E’ ancora più difficile
quando devi stare con una ragazza
per cancellare i sospetti di tutti.
X: Ciao amore! Mi porti a fare
shopping?
Ecco questa è lei, Lucy,
la mia ragazza. E’ una persona
molto simpatica e le voglio un gran bene ma come amico. E’
insopportabile per
me stare con lei, soprattutto quando ho in testa qualcun altro. Di
chiamarla
amore non se ne parla. Non riesco neanche a guardarla negli occhi e a
baciarla
senza sentire i sensi di colpa.
Io: Si Lu arrivo!
La mia voglia è sotto
zero. Non ho voglia di vederla, di
sentirla e di avercela abbracciata tutto il tempo. E’ diventa
davvero
insopportabile. Mi vesto e scendo da lei, che mi si avvicina e mi da un
bacio.
Cosa sento? Il vuoto. E’ come baciare un muro, non provo
niente. Velocemente mi
separo da lei e andiamo in macchina.
Lucy: Amore lo sai che domani abbiamo
l’assemblea
d’istituto? Il tema è
l’omofobia… Chissà che schifo!
La guardo male.
Non riesco a
nascondere il disprezzo che provo per lei in questo momento.
Probabilmente
capisce che la penso diversamente da lei e cambia argomento di
conversazione.
Domani non penso che andrò a scuola, mi sentirei troppo
tirato in causa… E poi
non ho voglia di passare 6 lunghe ore con Lucy che mi si appende al
braccio. No,
non andrò a scuola
La sveglia suona come tutte le
mattine, ed io ho ancora meno
voglia del solito di andare a scuola. Mia mamma ha deciso che devo
andare
all’assemblea d’istituto perché
l’omofobia è una cosa importante e
perché devo
rispettare i gay. Diciamo che l’avrei benissimo mandata a
stendere visto che io
sono gay. Ma faccio questo sforzo e vado a scuola. Ho dato appuntamento
a Lucy
10 minuti prima. Non voglio averla accollata tutto il giorno ed ho
deciso di
lasciarla.
Io: Lucy scusami io non ti amo
più…
All’assemblea mi ritrovo
seduto vicino a Luke, il mio
migliore amico. E’ piuttosto carino ma non provo
nessun’attrazione per lui.
Mentre aspettiamo l’arrivo dei ragazzi che sarebbero venuti a
parlarci delle
loro esperienze decido di raccontare a Luke di aver lasciato Lucy.
Tutto d’un
tratto entrano due ragazzi. Uno di questi mi ha colpito subito
particolarmente.
E’ alto, bello, con i capelli corti corti. Sento scattare una
scintilla. Per le
6 ore dell’assemblea non penso ad altro che a quanto sia
bello e simpatico. Fa
sempre un sacco di battute, anche con qualche parolaccia, e i
professori
storcono il naso ogni volta. Il ragazzo si chiama Olly e alla fine
dell’assemblea dice di contattarlo su Facebook per qualunque
cosa. Tutti se ne
vanno e rimaniamo solo io e Luke. Ho voglia di andare a parlare con
Olly ma non
ne ho il coraggio. Allora Luke mi prende per un braccio e mi trascina
da lui.
Arrivati non abbiamo idea di cosa dire e l’unica cosa che mi
esce è: “Non è che
posso abbracciarti?” Olly mi guarda un po’stranito.
Probabilmente non gli era
mai capitata una cosa simile.
Olly: Se hai bisogno scrivimi su
Facebook
L’unica cosa che riesco a
fare è accennare un saluto e
scappare via. Sono convinto che non lo rivedrò mai
più. Luke mi vede triste e
cerca di tirarmi su ma niente da fare. Vado a casa e mi chiudo in
camera. Non
piango e non faccio niente, fisso un punto del soffitto e comincio a
pensare.
Perché una coppia “normale”
può esistere senza pregiudizi? Perché invece io
non
posso stare con chi voglio quando voglio? Una coppia gay non
è mica una cosa
malvagia no? E allora devo essere me stesso e far sapere alle persone a
cui
tengo chi sono veramente.
Io: Mamma esco!
Mi alzo e corro verso casa di Luke.
Busso insistentemente alla
porta e viene ad aprirmi in mutande. E’ bagnato e si stava
facendo la doccia.
Mi scuso per averlo interrotto e mi butto tra le sue braccia. Comincio
a
piangere e a sfogarmi. Quando mi calmo saliamo in camera sua e ci
buttiamo sul
letto.
Io: Luke io sono gay…
Luke mi guarda e mi abbraccia. Mi
aspettavo di tutto tranne
questa reazione. Pensavo che mi rifiutasse, che mi offendesse, che mi
umiliasse
o che mi picchiasse. Tutto ma non un abbraccio. Me lo godo al massimo
sapendo
che potrebbe essere l’ultimo. Ci dividiamo e guardo il mio
migliore amico con
una faccia interrogativa.
Luke: Mike io lo sapevo…
Aspettavo da tempo che me lo
dicessi.
Con queste parole mi sono
sentito… strano. Si vede così
tanto che sono gay? Ho cercato di nasconderlo per 17 anni ma a quanto
pare
inutilmente. Parliamo un po’di questa cosa e parliamo anche
di Olly. Amore a
prima vista credo. Vorrei scrivergli ma non ho Facebook. Allora Luke
gli chiede
il numero per un suo amico che ha bisogno di aiuto e decido di
scrivergli.
“Hei :) come va?
M.”
“Hei. Sei l’amico
di Luke? O.”
“Si si sono io. Possiamo
vederci domani? Ho bisogno di
parlare con qualcuno. M.”
“Certo. Davanti alla scuola
alle 16.30. O.”
“Perfetto grazie :) A
domani. M.”
Non so se ho
fatto la cosa
giusta o meno, ma l’ho fatta col cuore. Vedere Olly mi
farà bene? O magari
staro ancora peggio dopo questo incontro? Non lo posso sapere e ormai
quel che
è fatto è fatto.
Luke si offre di accompagnarmi ma non
vuole venire fin
davanti a scuola. Allora decide di lasciarmi subito prima. Camminiamo
tranquillamente ed io sono molto agitato. Comincio a sfregare le mani,
fino
quasi a farmele sanguinare. Allora Luke lo nota e mi prende una mano,
in modo
da evitare lo sfregamento. Mi sento subito al sicuro. Ma non
è che Luke è gay?
I ragazzi “normali” non si prendono per mano.
Mentre penso a questo ci troviamo
ad un isolato prima della scuola. Luke mi abbraccia e mi dice di non
preoccuparmi, che andrà tutto bene. Fatto questo se ne va di
corsa. Sento un
rumore come se… come se stesse piangendo.
Luke pov’s
Sapevo che Michael è gay
da 5 anni. Ma perché lui non si è
mai accorto di me? Nascondo davvero così bene la mia
sessualità? E soprattutto,
nascondo così bene il mio amore per un ragazzo davvero
speciale? Scappo via,
piangendo. Il mio obbiettivo era quello di non piangere mai davanti a
lui, ma
non sono riuscito a raggiungerlo. Arrivo a casa e tiro un pugno al
muro. Mi
rompo la mano ma non mi interessa. Mi getto sul letto a piangere, come
non
avevo mai fatto prima. Eppure sono innamorato di Mike da 3 anni,
perché non se
n’è accorto? Sento la porta chiudersi, mia mamma
è arrivata a casa. Smetto di
piangere perché non voglio che si preoccupi. Prendo il
telefono e guardo l’ora.
Ho passato un ora e mezza a piangere. Ho 10 chiamate senza risposta.
Chi diavolo
è? Leggo sul display. Mike, Mike, Mike, Mike…
Tutte e 10 le chiamate sono da Michael,
l’unica persona che riesce a farmi stare male e bene insieme.
Lo richiamo
perché potrebbe essere successo qualcosa di grave.0
Mike: “Luke ti prego vieni
a casa mia”
E’ successo qualcosa, con Olly forse. Corro da lui,
perché in fondo sono il suo
migliore amico. In due minuti sono davanti a casa sua e Michael scende
di
corsa, mi corre incontro e mi abbraccia. In questo istante comincia a
piangere.
Oggi non è giornata. Saliamo in camera sua e comincia a
raccontarmi cos’è
successo.
Michael: Quello stronzo non si
è presentato! L’ho aspettato
per un’ora, cazzo un’ora! Neanche un messaggio per
avvertire, niente di niente!
Dicendo questo tira un calcio al muro
e si mette a piangere.
Io intanto mi ricordo della mia mano rotta e sento un dolore atroce.
Mike mi si
butta sopra e io mi scosto per paura di farmi male. Mi guarda un
po’stranito e
per scusarmi gli faccio vedere la mia mano. E’ viola e molto
gonfia. Appena mi
vede Michael mi stampa un bacio in fronte e mi prende in braccio per
portarmi
all’ospedale. Ma non capisce che ho male ad una mano e non a
un piede?!? Cerco
di scendere ma lui mi da un altro bacio in fronte e mi calmo tra le sue
braccia. Davanti all’ospedale mi mette giù ed
andiamo insieme in radiologia. Mi
guarda un po’triste, probabilmente si sente in colpa di non
essersi accorto di
niente. E’ molto preoccupato per me, si vede dal suo piccolo
tic nervoso
all’occhio destro. Solo io sono a conoscenza di questo tic,
me lo aveva
confessato quando eravamo bambini, però non si vede quasi se
non lo sai. Con la
mano “aggiustata” lo prendo per mano, di nuovo. Mi
sento invadere da una
sensazione bellissima. Il contatto con lui è straordinario.
Entriamo dal
radiologo ancora per mano. “Il fidanzato può
restare”. Sento dire solo questo,
e poi Mike che smentisce, dicendo che sono solo un amico. Ne ho
abbastanza di
questa storia dell’amico! Mi avvicino all’orecchio
del mio migliore amico e gli
dico che di aspettarmi fuori. Soffio anche lievemente e lo vedo
rabbrividire e
arrossire leggermente.
Michael pov’s
Olly
non si è presentato, ma in
questo momento non mi interessa. Il mio Luke si è
probabilmente rotto una mano
ed io non me ne ero nemmeno accorto. Mi sento terribilmente in colpa
per questo
perché mi ha fatto capire quanto sono egoista, quanto penso
solo a me stesso. E
questa cosa non mi piace per nulla. Mentre penso a questo mi arriva un
messaggio. Lo guardo ed è di Olly. Non ho intenzione di
leggero e lo lascio brillare
sul display. Metto la testa tra le mani e triste comincio a pensare
alla mia
vita, all’amore, agli amici e a cosa ritengo più
importante. Passa circa
mezz’ora ed arrivo alla conclusione che la persona
più importante della mia
vita è il mio amico Luke. Di colpo mi sento coprire gli
occhi con una sola
mano. E’ sicuramente Luke. Mi giro per chiedergli come sta e
ci ritroviamo
molto vicini. Mi scosto in fretta e gli chiedo della sua mano. Si
è rotto
diversi ossicini e quindi decido di prendermi cura di lui, almeno per
oggi.
Andiamo a casa sua e ci corichiamo sul divano. Io sotto e lui
appoggiato sul
mio petto, come facevamo da bambini. Accendo la TV e faccio scorrere i
canali,
fino a capire che non c’è niente di bello da
vedere. Appoggio il cellulare sul
tavolino e vado in cucina a prendere qualcosa per merenda. Quando
ritorno con
una vaschetta di gelato vedo che Luke sta curiosando nel mio telefono.
Non mi
da fastidio, l’ha sempre fatto.
Luke: Amico un messaggio da Olly
Gli sorrido per ringraziarlo di
avermi avvisato e leggo il
messaggio, controvoglia. Dopo avermi dato buca non ho voglia di
sentirlo,
soprattutto perché il mio migliore amico sta male.
“Hei :) Scusami ero al
lavoro e non sono riuscito a
liberarmi. Scusa. O.”
Non ho intenzione di rispondergli.
Per prima cosa non saprei
cosa scrivergli e poi non voglio farmi perdonare così in
fretta. Spengo il
cellulare e me lo metto in tasca. Prendo in braccio Luke e lo porto su,
in
camera sua. Mangiamo il gelato della vaschetta e passiamo una giornata
insieme,
come non facevamo da tempo. Verso le sei siamo stesi sul letto, stanchi
morti e
ci teniamo per mano. Sta capitando spesso oggi, non è mai
stata una cosa
abituale. Stiamo in questa posizione dieci minuti buoni. E’
comoda e rilassante
e permette di sentire che l’altro c’è
sempre, per qualunque cosa, in qualunque
circostanza. Sento Luke muoversi e vedo che mi si avvicina. Sempre
tenendomi
per mano mi da un piccolo bacio imbarazzato. Ma che significa? Ma
allora anche
lui è gay... perché non me lo ha detto quando
glie l’ho confessato io? E
soprattutto come mai non l’ho capito? E cosa significa questo
bacio? Luke si
scosta velocemente e scappa. Dentro la mia testa
c’è una confusione
incredibile. Corro a fermarlo e lo prendo per la mano, quella sana. Ci
sediamo
nel giardino, sulla panchina, e rimaniamo in questa posizione per molti
minuti.
Vedo che Luke è triste ma non so se provo gli stessi
sentimenti per lui… Non ho
mai pensato a lui come un ragazzo di cui potermi innamorare, ma solo
come un
amico.
Io: Luke per favore parlami di questo
Luke: Non c’è
molto da dire… Sono gay, come te, e non vedevo
l’ora che uscissi allo scoperto per potermi dichiarare. Sono
innamorato di te
da molti anni ormai…
Sinceramente non me
l’aspettavo. Un ragazzo con cui ho avuto
un colpo di fulmine, o uno che conosco da una vita e che mi ha sempre
voluto
bene? Non so se sono innamorato di Luke e non so se sono innamorato di
Olly.
Saluto Luke con un bacino sulla guancia e vado a casa. Prendo il
telefono e
trovo mille messaggi da Olly.
Luke pov’s
Perché l’ho
fatto? Non potevo starmene buono al mio posto e
tenermi Michael almeno come amico? Ora l’ho perso per sempre,
e non so se
riesco a vivere così. Salgo in camera mia e prendo le mie
amate e odiate
lamette. Mike me le aveva nascoste dopo che aveva scoperto quello che
facevo, e
mi aveva aiutato a smettere. Senza di lui non sarei più
vivo. Tiro su la mano e
poggio la lama sulla mia pelle. Ricordo quando Michael mi aveva chiesto
perché
lo facevo. Il motivo è sempre lo stesso: sono innamorato di
un ragazzo che mai
mi amerà e per lo più sono gay. Comincio a far
affondare la lametta nella
carne. Penso all’amore di Michael verso Olly.
Cos’ha di speciale? In fondo non
lo conosce nemmeno… La lametta affonda ancora un
po’ e mi scendono lacrime
amare sul viso. Mi gira la testa e mi sento che sto per svenire. Prendo
un
cellulare e mando un messaggio a Mike, per farmi portare in ospedale.
Olly pov’s
Ho mandato un sacco di messaggi a
Michael e lui non mi
risponde. L’ho anche chiamato diverse volte ma ha il telefono
staccato.
Comincio a preoccuparmi. Che abbia fatto una sciocchezza? Ho
paura… Mi suona il
telefono ed è Mike.
“Vediamoci ora. Parco in
centro. M.”
E’ un messaggio molto
freddo ma in fondo lo capisco. Gli ho
dato buca. Vado al parco e lo trovo seduto su una panchina, a pensare.
Mi siedo
accanto a lui e comincia a parlare. Mi spiega che lui è gay,
che gli piaccio
come ragazzo, che gli piacerebbe conoscermi e che il suo migliore amico
l’ha
baciato. Credo che sia in una confusione totale e anche se mi piace
davvero
tanto non gli concedo di uscire con me. Prima deve chiarire con il suo
migliore
amico e poi si vedrà. Ci salutiamo con un abbraccio. Sono un
po’imbarazzato ma
mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro: “Anche tu mi
piaci tanto…” Mi
sorride e se ne va verso casa del suo migliore amico.
Luke pov’s
Sono steso a terra, con un braccio
pieno di graffi e una
pozza di sangue a terra. Mi mancano e forze e mi pento amaramente di
ciò che ho
fatto. Ho chiamato Mike da molto, perché non arriva?
Perché non viene a
salvarmi? Suona il campanello. Sono solo in casa e non ho le forze per
andare
ad aprire.
Jaymi pov’s
Suono al campanello e nessuno
risponde, suono di nuovo e
ancora ma nessuno viene ad aprirmi. Comincio a preoccuparmi e mi
vengono in
mente le cose più brutte. Tiro una spallata alla porta,
un’altra e un’altra.
Finalmente la porta cede. Corro nella camera del mio migliore amico e
la scena
che vedo è raccapricciante. Lui è steso a terra
con una pozza di sangue
accanto. Sussurra una parola, il mio nome, e poi perde i sensi. Mi
vengono le
lacrime agli occhi e comincio a piangere. Lo prendo in braccio e di
corsa lo
porto al pronto soccorso. Lo ricoverano e gli medicano le ferite. Dopo
una
trasfusione di sangue si risveglia. Pensavo che questa volta non ce
l’avrebbe
fatta. Apre i suoi grandi occhi celesti e mi guarda. Sembra un bambino
indifeso, bellissimo. Non gli chiedo perché ha ricominciato,
lo so benissimo: è
colpa mia. E’ sempre stata in qualche modo colpa mia, ma io
lo capisco soltanto
adesso.
Io: Cucciolo, penso che potremmo
impegnarci tra noi, secondo
me ce la possiamo fare.
Abbasso gli occhi un
po’imbarazzato ma subito li rialzo per
vedere il sorriso del mio migliore amico, o meglio del mio ragazzo.
Quelle
piccole fossette che gli si creano quando sorride sono fantastiche, lo
fanno
sembrare un bambino. E i suoi occhi azzurro mare sono perfetti. Di
colpo si
incupisce, diventa triste.
Luke: Non è che stai
facendo questo solo per evitare che io…
si che io mi tagli?
Per la prima volta nella mia vita
sono sicuro della risposta
da dare. Non parlo, le parole non servono. Gli prendo la mano e glie la
stringo
forte forte. Mi avvicino a lui per dargli un bacio sulla fronte e
sussurrargli
un piccolo “Zitto scemo” che lo fa sorridere. Esco
per chiedere ai medici le
condizioni di Luke. Dicono che ha perso molto sangue, troppo in un solo
giorno.
Se non fossi arrivato probabilmente sarebbe morto. Deve rimanere una
settimana
in ospedale per riprendersi completamente. Sentendola parola settimana
mi
rattristo. Una settimana è davvero lunga… Prendo
una decisione immediata:
passerò questa settimana in ospedale con lui, giorno e
notte. Rientro in camera
e avverto Luke che sarebbe rimasto in ospedale un po’di
tempo. Gli stringo la
mano, gli stampo un bacio in fronte e corro a casa sua a prendergli
qualche
pigiama. Lascio un biglietto sul tavolo i genitori di Luke dove spiego
l’accaduto tralasciando qualche particolare privato e mi
scuso per avergli
sfondato la porta. Corro in camera per prendere i pigiami e prendo
anche l’mp3
e il computer. Volo verso l’ospedale e corro nella camera del
mio ragazzo. Lo
aiuto a togliersi i vestiti sporchi di sangue e a mettersi il pigiama.
Dopo
aver fatto questa semplice operazione si stende affaticato.
Luke: Conciato così
sarò impresentabile.
Rido e penso a quanto sia scemo. Lui
è perfetto sempre e
comunque. Mi avvicino a lui e gli prendo la mano. So che vorrebbe un
bacio ma
io non me la sento ancora, è troppo presto. E poi dare il
mio primo vero bacio
in una camera d’ospedale non è una cosa molto
bella, anche se il ragazzo a cui
si da è perfetto. Luke mi stringe la mano e mi dice:
“Non è il caso che tu stia
qui, vai a casa.” Spero che fosse solo una frase di cortesia
perché io non ho
alcuna intenzione di andare a casa e lasciare solo il mio ragazzo.
Io: Scemo non andrò mai
via, starò qui con te per tutti e
sette i giorni. Non lascerei mai solo il mio ragazzo.
Enfatizzo la parola ragazzo. In
realtà non è niente di
ufficiale, nessuno dei due ha fatto la proposta. Però io so
che è così e questa
è tipo una proposta. Vedo Luke sorridere, era tanto che non
lo faceva, non
così. Sono tentato di baciarlo ma qualcosa mi ferma. Mi
squilla il telefono.
Guardo di chi è la chiamata: Olly. Mi scuso con Luke ed esco
per rispondere.
Parliamo un po’ e mi chiede se ho risolto le cose con il mio
amico. Un
po’dispiaciuto gli racconto tutto quello che è
successo. Sento che la sua voce
diventa un po’triste e dopo due minuti attacca. Rientro in
camera e subito Luke
mi chiede chi era al telefono. Decido di dirgli la verità
perché non voglio una
relazione basata sulla menzogna. Però quando dico il nome
Olly, Luke storce il
naso. Vado vicino a lui e gli stampo un bacio al lato della bocca, per
fargli
capire che mi piace tanto anche se non sono ancora pronto ad andare
oltre.
Sembra apprezzare questo mio gesto e la questione Olly è
oltrepassata.
Luke pov’s
Siamo a fine giornata e sono il
ragazzo più felice del
mondo. Si, sono chiuso in una camera d’ospedale dopo aver
fatto una grande
cazzata, ma almeno sono con la persona più importante della
mia vita: il mio ex
migliore amico, il mio ragazzo. E’ tutto il giorno che sta
qui con me, senza
riposarsi un attimo. Per cena si è mangiato un panino che ha
preso alle
macchinette. Se fa così nel giro di due giorni mi scompare.
Io: Cucciolo vai a casa…
devi riposarti
Mi viene vicino e mi prende la mano.
Quando me la stringe
sono la persona più felice del mondo, e poi quando mi da
quei suoi bacini sulla
fronte mi fa impazzire. Ma perché non mi bacia? Non lo so,
ma non voglio
mettergli pressione. Penso che per lui stiamo già andando
troppo in fretta. Mike
si siede sulla poltroncina di fianco al mio letto e gioca con la mia
mano. Le
sue mani calde e un po’sudate a contatto con le mie
cadaveriche sono la fine
del mondo. Parliamo di tutto, mi riesce facile con lui. Ogni tanto vedo
che mi
si avvicina per baciarmi, ma poi si allontana. Dopo un’ora si
addormenta. E’
tutto rannicchiato sulla poltrona con la testa ciondolante. Se dorme
così
domani si sveglia tutto dolorante. Allora mi alzo anche se sono molto
debole e
lo sveglio delicatamente. Faccio in modo di non svegliarlo del tutto
perché non
mi lascerebbe fare quello che sto facendo e lo faccio stendere nel mio
letto.
Dopo gli apro le braccia e mi infilo vicino vicino a lui. Mi addormento
cullato
dal suono regolare del suo respiro e di colpo è
già mattino.
Michael pov’s
Mi sveglio in un letto che non
è mio, abbracciato ad un
ragazzo fantastico. Guardo i muri e capisco
che siamo in ospedale. Ma che ci faccio nel letto? Quanto è
stato dolce Luke a
farmi coricare accanto a lui… Mi alzo delicatamente cercando
di non svegliarlo.
Lo guardo e sembra un cucciolotto. Mi avvicino e gli do un piccolo
bacio in
fronte. Apre di colpo i suoi magnifici occhioni azzurri e mi guarda
sorridendo.
“Buongiorno cucciolo”. Passano i medici a visitarlo
e dicono che sarebbe dovuto
rimanere in ospedale meno del previsto: solo 3 giorni. Sono davvero
felice
perché ho sempre odiato l’ospedale, ma soprattutto
perché il mio cucciolo sta
meglio. Pensavo che anche oggi saremmo stati soli, ma
all’improvviso sentiamo
bussare ed arrivano i genitori di Luke. Nessuno deve sapere della
nostra
storia, non ancora. Esco per lasciare soli i genitori col figlio e vado
a casa
a farmi una doccia e a mangiare qualcosa. Appena esco dalla doccia
sento che mi
è arrivato un messaggio. E’ Olly che mi dice di
scendere. Mi vesto velocemente
e scendo sotto coi capelli ancora bagnati. C’è li
Olly. E’ carino ma… boh non
so cos’è cambiato rispetto a prima. Forse il fatto
che sto con il mio cucciolo.
Parliamo un po’e Olly cerca di baciarmi.
Io: Ma che ti prende? Sto con Luke te
l’ho detto!
Olly pov’s
“Sto con Luke” le
parole peggiori che io abbia mai sentito.
Ieri era cotto di me e oggi sta con un altro. Ma che gli succede? Non
dovevo
innamorarmi, non di nuovo. Mi è sempre andato tutto male.
Ero innamorato del
mio migliore amico ed ho fatto la cazzata di confessarglielo. Sono tre
anni che
non lo vedo e sono stato male fino a poco fa. Ma ora la questione
è chiusa, ho
oltrepassato tutto. Pensavo che Mike fosse il ragazzo perfetto e invece
a
quanto pare non è così.
Michale: “Vorrei che
fossimo amici, ma non credo di provare
altro per te…”
Ottimo! Andiamo di male in peggio. Me
ne vado via prima he
le lacrime mi escano davanti a lui. Perché faccio
così? In fondo non lo conosco
nemmeno. Non è possibile che mi sia già
innamorato di lui, no non è possibile.
MIchael pov’s
Perché Olly fa
così? Io non ci riesco. Ho il mio piccolo
Luke che mi aspetta in ospedale, non posso, non voglio stare con Olly.
Non
devo. Devo rimuovere questa giornata. Decido di riposarmi un
po’ prima di
tornare da Luke, sono davvero distrutto. Mi butto sul letto e cado in
un sonno
profondo…
Sono in un paese che non conosco. O
forse si. Si era il
paese dove andavo da piccolo in montagna con i miei genitori, ma ora
non sono
più piccolo. Faccio una passeggiata e vado a fare una
passeggiata nel bosco e
dopo un po’ trovo il fiume dove facevo sempre il bagno. Mi
spoglio rimanendo in
mutande e piano piano entro nell’acqua gelida.. ma di colpo
mi sveglio.
Qualcosa ha turbato il mio sonno, il suono del telefono. Appena guardo
il
telefono mi accorgo che è tardissimo, è
mezzanotte ormai. Decido di andare
domani da Luke che tanto ormai sta dormendo. Leggo il messaggio che ha
disturbato il mio sonno, è Olly”
“Scusami per oggi sono
stato uno stupido. Perdonami. O.”
“Senti, io ora sto con
Luke. Non scrivermi più, non mi
chiamare, non metterti in mezzo. Voglio pensare solo a me ora.
Smettila. M.”
Solo dopo averlo mandato mi pento di
quello che ho scritto.
Sono stato troppo duro. In fondo lui mi aveva solo chiesto scusa. Come
pensavo
non ricevo risposta. Torno a dormire che domani alle 7 devo essere da
Luke.
Luke pov’s
E’ l’ultimo
giorno in ospedale. Ieri non ho praticamente
visto Mike, si sarà riposato. In compenso i miei genitori
sono stati tutto il
giorno in ospedale. Sento bussare alla porta, ma non è
ancora l’ora a cui
passano i medici. Un ragazzo stupendo entra senza far rumore e io
faccio finta
di dormire. Mike si avvicina e mi da un bacio sulla fronte. Sembra che
sia il
gesto più naturale del mondo. Allora mi decido ad aprire gli
occhi “Buongiorno!
Dove sei stato ieri?”. In risposta ricevo un sorriso enorme
che mi fa sorridere
automaticamente. “Sono rimasto addormentato scusa”
dice arrossendo leggermente.
Mi alzo a sedere per dargli un bacio sulla guancia e arrossisce ancora
di più,
è bellissimo. Bussano di nuovo alla porta e questa volta
sono i medici e i miei
genitori. Firmano per farmi tornare a casa e mi sento la persona
più felice del
mondo. Chiedo ai miei genitori se posso andare a casa di Michael e dopo
un po’
mi lasciano. Non hanno fatto domande sui tagli e per questo gli sono
molto
grato. Non avrei saputo cosa dire e qualsiasi cosa sarebbe sembrata una
bugia.
Michael pov’s
Finalmente posso portare Luke a casa.
Non mi fido ancora a
farlo camminare, mi sembra così debole. Però lui
insiste e allora gli faccio
mettere un braccio sulle mie spalle e piano piano andiamo verso casa. A
metà
strada è esausto e ci fermiamo a riposare un po’
su una panchina. Non riesce a
riacquistare le forze allora lo porto in braccio fino
a casa. Lo faccio sedere sul divano e salgo
un secondo in camera mia. Metto a posto un paio di cose, faccio il
letto ma non
ho tempo di cambiare le lenzuola. Scendo giù e aiuto Luke a
salire le scale,
con calma. In cima è stanchissimo e piano piano entriamo in
camera mia. Lo faccio
coricare sotto alle coperte e io mi siedo sulla poltroncina al bordo
del letto.
Penso che nel tempo in cui Luke si fermerà qui
dormirò un po’ sul divano e un
po’ su questa poltrona. Avvicino la mano al viso del mio
ragazzo e lo accarezzo
delicatamente. Sento scorrere un brivido lungo tutta la schiena,
è bellissimo.
Luke mi fissa con quei suoi occhioni azzurri.
“C’è il tuo profumo qui” dice
sorridendo. Io annuisco leggermente e lui mi invita a coricarmi di
fianco a
lui. Allora mi stendo e lo faccio appoggiare sul mio petto. Gli
accarezzo
delicatamente i capelli mentre lui mi abbraccia fortissimo. Mi avvicino
piano
piano a lui. Sento tutto dentro di me che va su e giù e poi
sento come se la
pancia mi si stringesse. Arrivo alla sua bocca e gli do un delicato
bacio a
stampo. Lo sento sorridere. Ho molta paura e non so come fare. Luke
allora
prende il controllo e fa diventare questo casto bacio, un bacio un
po’ meno
casto. Quando siamo entrambi senza fiato ci dividiamo e ci
addormentiamo
abbracciati.
x: “Mikey sono a
casa!”
Una voce, mia madre. Non doveva
ritornare ancora per un
po’.. Sveglio delicatamente il mio ragazzo e lo faccio
sedere. Vedo che ha
riacquistato una buona parte delle forze. La pelle è meno
pallida e le mani
sono più calde. Gli faccio segno di fare silenzio e vado
giù da mia mamma. Gli
spiego che c’è Luke sopra che dorme
perché è appena tornato dall’ospedale.
La
prego di non entrare nella mia camera che mi occupo io di lui. Torno su
in
camera e faccio segno di ok a Luke che mi guarda con sguardo
interrogativo.
Vado a sedermi vicino a lui e prende l’iniziativa. Mi si
avvicina per baciarmi
ma io gli faccio segno di no, di aspettare ancora. Voglio che ogni
nostro bacio
sia speciale e che se li ricordi tutti. Luke mi guarda con gli occhi
desiderosi
e allora decido si, di concederglielo questo bacio. Mi avvicino e la
magia del
giorno prima succede di nuovo.
Luke pov’s
Mi sento il
ragazzo più felice
del mondo. Sono riuscito ad avere il bacio che desideravo da anni ed
è stato
anche meglio di come me l’ero sognato. Ora però
devo anche tornare a casa, non
vorrei disturbare troppo. Però non sono ancora abbastanza
forte per tornare da
solo e Michael è andato a prendere un po’
d’aria. Aspettando che torni decido
di alzarmi e andare sul divano a guardare un po’ di tv.
Scorro i canali e non
c’è nulla di interessante allora metto un canale
di musica e mi appisolo sul
divano. Dopo un po’sento che Mike mi sta alzando la testa per
farmela poggiare
sulle sue gambe. Mi accarezza la testa e i capelli. Lentamente mi
sveglio con
un sorriso stampato in faccia. Apro gli occhi e mi ritrovo davanti i
suoi,
mentre mi sta dando un leggero bacio sulla fronte. Mi sorride appena
vede che
sono sveglio e il mio stomaco fa i salti mortali a vedere una
così grande
meraviglia. In questi giorni sto provando delle sensazioni nuove,
bellissime. “Mike
voglio tornare a casa” dico. Lui mi guarda con occhi da
“non se ne parla
nemmeno” ma asseconda lo stesso il mio desiderio. Mi prende
per mano e mi porta
in macchina. Casa mia è dalla parte opposta della
città e per colpa del
traffico ci vuole mezz’ora per arrivarci. Trascorriamo tutto
il viaggio in
silenzio. Ogni tanto ci guardiamo e la mano di Michael è
sulla mia coscia,
intrecciata con la mia. Arrivati mi aiuta a scendere dalla macchina e
mi porta
in camera mia. Mi fa coricare e mi rimbocca le coperte.
“Vieni qui sotto, così
mi lasci un po’ del tuo profumo. Non è come avere
te ma è meglio di niente”
dico, alzando la coperta per fargli spazio. Si sfila le scarpe ed entra
con me
nel letto. Mi abbraccia forte, come se non volesse lasciarmi scappare.
Mi
avvicino alla sua bocca e gli do un altro bacio. Ormai è
diventato la mia
dipendenza.
Michael pov’s
Sono ormai due mesi che io e il mio
piccolo Luke stiamo
insieme. E’ completamente guarito ormai da un po’
ed ha riacquistato tutte le
forze. E’ da qualche giorno che parliamo di fare il grande
passo: rivelare alla
nostra famiglia di essere gay, e soprattutto di stare insieme.
“Penso che
dovremmo esserci tutti e due quando lo diciamo ai miei.. e anche ai
tuoi” dice
Luke guardandomi negli occhi. Faccio segno di si con la testa, sono
assolutamente d’accordo. Siamo seduti su una panchina subito
fuori dal centro
della città. Oltre a noi ci sono dei ragazzi, sembrano un
po’ubriachi. Luke mi
prende dolcemente per mano e io la stringo sorridendogli.
x: “Oh froci di
merda!”
Qualcuno urla questa frase
ripugnante, ed è lo stesso
qualcuno che ci sta venendo in contro. E’ alto, molto
più di me ed sotto i
vestiti si intravedono possenti muscoli. Luke subito mi si mette
davanti per
proteggermi ma io mi scosto, non può affrontare questa
situazione da solo.
“Andate a fare i frocetti da un’altra
parte!” dice il ragazzo. Per ripicca Luke
mi bacia davanti agli occhi di questo enorme ragazzo. Lo sconosciuto ci
separa
e comincia a tirare degli schiaffi a Luke. Allora io mi butto per
staccarlo dal
mio piccolo e gli amici del ragazzo vengono ad aiutarmi. Tengo fermo il
tipo
per quel che posso con la mia stazza. Luke fortunatamente non ha nulla
di
grave, gli si avvicina e gli tira un pugno in faccia dicendo
“I frocetti lo
possono fare questo? Oh ti stai facendo picchiare da un
frocetto!” Detto questo
io e il mio ragazzo ci allontaniamo. Controllo che stia bene e
fortunatamente
quel tipo non era così forte come sembrava. Decidiamo di
andare a casa mia che
è più vicina. “Ciao ma!” Dico
appena entro. Mia mamma viene a salutarci e
arriva anche papà. Non è mai a casa di
pomeriggio. Vado ad abbracciarli e
vedono com’è ridotto Luke. Non è niente
di grave ma si vedono già dei piccoli
lividi e un po’ di sangue. Mia mamma va a chiedergli
cos’è successo e rispondo
io per lui. Gli faccio capire che ormai il momento è
arrivato e che devo,
dobbiamo dire tutto ai miei genitori. Li faccio sedere su un divano e
io mi
siedo accanto a Luke nell’altro. Non mi sono preparato nessun
discorso anche
perché preso dal panico me lo sarei dimenticato. Metto la
mano sulla gamba di
Luke e lui non me la prende, aspetta il momento giusto per farlo.
Comincio a
parlare con calma “Beh Luke è conciato
così perché ci hanno aggredito.. un
ragazzo omofobo ci ha aggredito” Speravo che capissero solo
con questo ma per
essere sicuro decido di andare avanti. “Perché si,
mamma e papà, io, noi siamo
gay e stiamo insieme.” Luke mi fa un timido sorriso e mi
stringe delicatamente
la mano. Aspettiamo una qualsiasi reazione dei miei genitori che tarda
ad
arrivare. Mio padre esce mentre mia mamma accenna un piccolo sorriso e
dice
“Sai, io lo sapevo già da un po’.
Aspettavo solo che venissi a dirmelo. Non ti
preoccupare per tuo padre, ci parlo io” Le sorrido sollevato
e vado ad
abbracciarla. Poi torno da Luke e gli prendo di nuovo la mano.
E’ fatta, non
devo più preoccuparmi dei miei genitori.
Luke pov’s
Michael ce l’ha fatta, ci
è riuscito. Suo padre non ha
reagito benissimo ma poteva andare molto peggio e sua madre.. beh
meglio di
così non poteva andare. Spero che anche coi miei genitori
sarà così. Faccio un
ampio sorriso alla madre del mio ragazzo e andiamo su, in camera. Mi
butto sul
letto e Mike, dopo aver chiuso la porta, mi si siede in braccio con la
faccia
rivolta verso la mia e mi sussurra in un orecchio
“E’ andata” e poi si butta
sulle mie labbra. E’ andata, ora tocca a me.
Logicamente sta notte non posso
dormire qui ora che i suoi
genitori sanno tutto, non sta notte. Michael mi riporta a casa in
macchina
anche perché i miei genitori non mi lasciano prendere la
patente. Sulla porta
di casa mia mi da un timido bacio e poi entro in casa. Vado alla
finestra della
mia camera e gli faccio ciao con la mano e lui parte. E’
stata una giornata
molto intensa. Spero che il padre di Mike riesca ad accettare tutto
questo,
anche perché non voglio che nessuno rovini la
felicità che c’è quando stiamo
insieme. I miei genitori mi chiamano per la cena e sono tentato di dire
loro
tutto quanto, ma non posso, voglio farlo con Michael. Fortunatamente i
segni
degli schiaffi del ragazzo di oggi sono andati via completamente e i
miei non
ne devono sapere assolutamente nulla.
Il giorno dopo mi sveglio prestissimo
assalito degli incubi.
Ho sognato il ragazzo di ieri ma che mi picchiava a sangue e mi
chiamava
“Schifoso frocetto”. Vado in garage a prendere la
mia bici e, ancora in
pigiama, corro verso casa di Mike. Dopo un quarto d’ora
arrivo e faccio uno
squillo al mio ragazzo. Sarebbe bello tirare le pietre alla finestra ma
non
vorrei spaccarla o con la mia grande mire colpire un’altra
finestra. Lascio
squillare poco e poi gli mando un messaggio dicendogli di guardare
dalla
finestra. Dopo qualche secondo lo vedo sbucare dalla finestra e gli
faccio
segno di scendere ad aprirmi. Scende facendo il meno rumore possibile e
quando
mi apre mi corre in contro e mi abbraccia e poi mi bacia. La paura per
l’incubo
è già passata. Mi chiede cosa ci faccio qui
così tardi e soprattutto come ci
sono arrivato. “Avevo gli incubi” gli spiego
“e ho avuto paura, e soprattutto
volevo vederti. Sono venuto con la mia bici”. Mi sorride e mi
fa entrare in
casa. Andiamo in camera sua e mi fa notare che sono ancora in pigiama.
Arrossisco lievemente ma quando mi invita a coricarmi con lui il
rossore
sparisce. Mi riaddormento tra le sue braccia e questa volta passo un
sonno
tranquillo, cullato dal suo respiro.
Michael pov’s
Mi sveglio e il mio ragazzo non
c’è. Dov’è finito? So che
non devo preoccuparmi. Vedo sulla scrivania due biglietti. Uno
è il solito che
mi lasciano mamma e papà prima di uscire. Penso che sia
sempre lo stesso perché
lo trovo sempre nella posizione in cui l’ho lasciato.
L’altro è di Luke. Dice
di scendere sotto che c’è qualcosa che mi aspetta.
Scendo lentamente le scale e
vedo che c’è un tavolo apparecchiato con al centro
una torta e un ragazzo
bellissimo con indosso soltanto la mia felpa. Mi viene in contro, mi da
un
bacino e mi fa sedere al tavolo. Taglia la torta e me ne mette un pezzo
nel
piattino davanti a me. La assaggio e non è un
granché ma esclamo “Oh ma è
buonissima!” e gli faccio un sorriso enorme.
Luke si siede di fianco a me e la assaggia. Appena la
mette in bocca fa
una faccia un po’ schifata ed esclama “Ma fa
schifo!” Io arrossisco leggermente
e gli faccio un sorriso complice. Mi alzo e vado e mi avvicino a lui.
Gli do un
bacio dolce sul collo e poi uno appassionato sulla bocca. Mi guarda e
sorride.
Ha il sorriso più bello del mondo. “La buttiamo
questa torta eh!” dice dandomi
un leggero bacio sulla guancia. Saliamo in camera e gli do un paio di
miei
pantaloni perché i suoi sono sporchi di impasto per la
torta. Gli stanno un
po’grandi ma meglio di niente. Io cerco dei vestiti anche per
me e opto per la
mia maglia con scritto Idiot e un
paio di jeans attillati. Devo cambiarmi e mi vergogno un
po’davanti a Luke.
Glie lo faccio capire allora lui si gira, ma so che ogni tanto sbircia
e non mi
da tanto fastidio. Lui rimane con la mia felpa un po’ grande
per lui. Saliamo
in macchina e parliamo un po’. Decidiamo che è
arrivato il momento di dire
tutto anche ai suoi genitori. Entriamo in casa sue che è
l’ora di pranzo. La
mamma del mio ragazzo mi invita a pranzo e io accetto volentieri. Ci
sediamo al
tavolo e vedo che Luke è molto nervoso e si morde sempre il
labbro: è una cosa
molto sexy. Di nascosto sotto il tavolo gli accarezzo una gamba per
tranquillizzarlo e un po’ funziona. Di tanto in tanto ci
guardiamo e
sorridiamo. I genitori di Luke ci guardano straniti ma dopo un
po’ non ci fanno
nemmeno più caso. Arrivati a fine pasto Luke comincia a
parlare “Mamma, papà
volevo dirvi che.. che.. che..” Non riesce a continuare. Gli
prendo una mano da
sotto il tavolo sperando di tranquillizzarlo ma la situazione peggiora
ancora
di più. “Volevo dirvi che..” Non riesce
ad andare avanti e decido di prendere
in mano la situazione. Lo guardo e lui risponde al mio sguardo con
occhi
imploranti. “Signori Hemmings vostro figlio vuole dirvi che
noi stiamo
insieme.” La mamma di Luke comincia a piangere mentre il
papà cerca di aiutare
la mamma. “Uscite da questa casa” dice il
papà del mio ragazzo. Saluto i
signori Hemmings con un cenno e usciamo. Appena usciamo di casa Luke
scoppia a
piangere e lo abbraccio. Rimaniamo abbracciati finché lui
non si sfoga
completamente. Gli accarezzo la testa e dopo un po’ si calma.
Decido di
portarlo a distrarsi un po’ oggi. Saliamo in macchina e lo
porto in uno dei
miei posti preferiti.
Luke pov’s
Con i miei
genitori è andata
malissimo. Ho paura di tornare a casa per paura di quello che mi
diranno. Ho
voglia di scappare via e non tornare più. Michael mi porta
in un prato enorme.
Non c’è nessuno tranne noi. L’erba
è leggermente bagnata e, per non bagnarci
tutti, si toglie la maglia e mi ci fa sedere sopra, rimanendo a petto
nudo. Si
corica nell’erba e io mi appoggio su di lui. Mi accarezza la
testa e io faccio
finta di addormentarmi. Stiamo in silenzio per un sacco di tempo, senza
fare
niente. Solo per il fatto di stare insieme stiamo bene. Dopo un
po’ sento che
Mike si alza a sedere e io rimango appoggiato alle sue gambe. Ci
guardiamo
negli occhi per degli interminabili istanti e arrossiamo entrambi.
Michael mi
fa alzare e facciamo una passeggiata tenendoci per mano. Troviamo una
panchina
dove ci sediamo per guardare il tramonto. Il cielo è un
misto di rosa, rosso e
azzurro. Mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro un piccolo
“Grazie” e lo
bacio. Oggi ha fatto di tutto per non farmi pensare ai miei genitori e
ci è
riuscito per un po’ di tempo. Torniamo a casa di Mike. Non
voglio ancora
affrontare i miei genitori oggi, sarebbe troppo difficile.
Michael pov’s
Domani è un anno che io e
Luke stiamo insieme. I suoi
genitori non hanno mai accettato il fatto che lui sia gay e infatti
passa a
casa il minor tempo possibile. Ormai siamo entrambi maggiorenni a tutti
gli effetti
e un po’ distrattamente abbiamo parlato di andare a vivere
insieme. Ne ho già
parlato con i miei genitori e loro sono assolutamente
d’accordo, anche perché è
già come se convivessimo visto che lui è sempre
qui. Oggi non ci vediamo, ho
pregato mia madre perché portasse Luke a comprare qualcosa
di adatto per
domani. Sicuramente lui sospetterà qualcosa ma almeno non ha
il tempo di
organizzare nulla e poi ha bisogno di qualche vestito nuovo. La
sorpresa si
svolgerà interamente di sera, quindi di giorno ci
comporteremo come al solito.
Ho comprato tutto e non dovrebbero esserci imprevisti. Mia mamma ha
portato
Luke a casa sua. Domani mattina sarà sicuramente qui a casa
mia.
Al mattino vengo svegliato da baci e
carezze. Cerco di
fingere di dormire per più tempo possibile per godermi al
massimo le coccole,
ma non ci riesco e mi spunta un sorriso.
Allora apro gli occhi e mi sussurra un piccolo
“Buon anniversario,
amore” Il mio sorriso si allarga ancora di più e
gli do un bacio e dico “Buon
anniversario anche a te”. Trascorriamo una giornata come le
altre, ma verso le
18 lo porto a casa con la raccomandazione di mettersi il vestito che ha
comprato ieri con mia mamma. Vado a casa e mi preparo. Mi faccio una
doccia e
cambio il colore dei miei capelli. Li faccio blu, spero che gli
piacciano. Mi
vesto con il mio vestito elegante e mi profumo, ma non troppo.
Luke pov’s
Sento suonare il campanello e quasi
correndo scendo. Apro la
porta e mi trovo davanti un Michael coi capelli Blu! Gli do un bacio e
gli dico
“Stai benissimo così amore” accennando
ai suoi capelli. Sono super emozionato
per sta sera e sono molto curioso di sapere dove mi porterà.
Dopo un po’ si
ferma con la macchina ed entriamo in un piccolo ristorante. Parla un
attimo con
li cameriere che ci fa sedere a un piccolo tavolo. E’ un
posto molto romantico:
le uniche fonti di luce sono delle candele. Ce ne sono tantissime.
Forse può
sembrare una cosa un po’ banale. Cioè per
l’anniversario andare a cena fuori è
la cose più comune di tutte, ma anche questo la rende
speciale. Il fatto che
qualcuno abbia già fatto quello che stiamo facendo noi, e
forse proprio in
questo posto. E magari ora queste persone sono ancora felici dopo tanti
anni, o
magari non si parlano più dopo una lunga discussione. Questo
noi non lo sapremo
mai, ma io rimango sempre della mia idea: “Vivi il
presente”.
Mike
sta leggendo il
menù e io da dietro al mio lo guardo. E’ ancora
più bello del solito. Vedo
sulla sua faccia che non ha la più pallida idea di cosa
scegliere, per lui è
sempre così difficile scegliere qualsiasi cosa! Dopo un
po’arriva il cameriere
e finalmente Michael ha deciso. Mangiamo la cena tranquilli, parlando
tanto,
come facciamo sempre, ma ogni tanto fermandoci a guardarci e a pensare.
So che
pensiamo alla stessa cosa. Pensiamo al fatto che insieme abbiamo fatto
dei
passi da gigante, abbiamo superato tante cose, abbiamo imparato a
conoscerci
meglio e ora Michael mi conosce meglio di come io conosca me stesso. E
poi
siamo riusciti a dire a tutti i nostri amici di noi due, ed
è andata molto
meglio di quanto pensassi. Queste cose se non ci fosse stato lui non le
avrei
mai fatte.
Michael pov’s
Voglio chiedergli di sposarmi. So che
può sembrare
affrettato, ma sono convinto che lui sia la mia persona, la mia
metà, la mia
parte mancante. Sono assolutamente sicuro di voler vivere il resto
della mia
vita con lui. E si, lo so che ci saranno discussioni, ma in passato ce
ne sono
già state e le supereremo insieme. Forse sono troppo giovane
per prendere una
decisione del genere, non lo so. Però sono totalmente
convinto di quello che
sto per fare, quindi si, adesso o mai più.
Io e Luke ci alziamo e andiamo sulla
terrazza del
ristorante. La vista è bellissima e rimaniamo qualche minuto
in silenzio ad
osservare ogni minimo particolare. La notte non è ancora
totalmente buia, ma le
stelle sono luminosissime. Gioco un po’con la scatola
dell’anello. Sono
nervosissimo ma sempre più convinto della mia scelta. Non
penso di aver mai
provato così tante cose nello stesso momento. Prendo la
scatolina dalla tasca e
guardo Luke, ancora incantato dal panorama. Tolgo l’anello
dalla scatola e
avvicino la mia mano alla sua, prendendolo per mano. Glie la stringo
forte
forte per far sentire che c’è qualcosa tra le
nostre mani. Luke se ne accorge
subito e apre la sua mano per vederlo. Vedo che gli brillano gli occhi,
allora
lo prendo e glie lo infilo al dito. Mi avvicino al suo orecchio e gli
sussurro
un veloce e imbarazzato “Luke, mi vuoi sposare?”.
Mi si tuffa addosso con le
braccia al collo, mi da un bacio e sorridendomi, col suo sorriso
più bello, mi
risponde di si.