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Autore: Twiggy_Earlgrey    17/10/2014    1 recensioni
Emmeline ricorda una notte in particolare della sua vita...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emmeline Vance, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Emmeline Vance era seduta su quella sedia a dondolo da un'infinità di tempo. Ore, o forse giorni, ma potevano benissimo essere anche anni, per quanto ne sapeva. Non se n'era resa conto. Continuava a fissare al di là del vetro della finestra di quella stanza che dava sulla piazza di Argylle Square, nella Londra babbana, mentre il cielo limpido cosparso di stelle la osservava di rimando.
Mancava pochissimo a Natale e la temperatura si era notevolmente abbassata, tanto che nella Londra babbana, così come ad Hogwarts e in buona parte dell'Inghilterra, tutto era ricoperto da una soffice coltre bianca.
"Come stai, adesso? Chissà cosa stai facendo? Se con questo freddo sei riuscito ad addormentarti. Se mi stai sognando..." Spazzò via rabbiosa, con un gesto della mano, la lacrima che le percorse silenziosa la guancia.
Erano passati mesi da quando l'avevano catturato. Mesi dall'ultima volta che aveva visto il suo sorriso con il quale aveva creduto di mascherare il terrore e il dolore che aveva provato arrivato a Godric's Hollow. La folla che lo circondava, pur mantenendosi a debita distanza da quell'assassino, le riempiva la testa con i suoi mormorii. Eppure nonostante questo, nonostante le proprie urla che le riempivano la testa, era riuscita a sentirlo, poco prima che i Dissenatori glielo strappassero dalle braccia. - No Sirius...non sei stato tu. Diglielo. Vattene. Scappa!- Espirò pesantemente fra i capelli scuri di lei -Non posso, Em. Farebbero del  male a Remus e a Harry...-
Non riuscì a trattenere fra le labbra un singhiozzo angosciato - Ma più di ogni altra cosa...farebbero del male a te. Ti cercherebbero e ti troverebbero ovunque tu possa nasconderti. Ti torturerebbero, per sapere dove mi trovo. Non avresti pace...-
 
Lei lo abbracciò, con il volto rigato di lacrime -E dunque, dovrei accettare impassibile che ti portino via? E non vederti mai più? Davvero credi che potrei continuare a vivere sapendoti rinchiuso ad Azkaban per il resto della vita?- -Promettimi che continuerai a badare ad Harry. Gli rimani solo tu adesso...- Qualcuno la strattonò indietro, costringendola a sciogliersi dal suo abbraccio. Riuscì per puro miracolo a non lanciare tutt'attorno un incantesimo che facesse esplodere chiunque avesse osato anche solo pensare di allontanarla da lui. Gli afferrò il braccio, riportando il proprio corpo a contatto col suo, ancora solo per i pochi istanti che le sarebbero stati concessi. Il ragazzo richiuse il pugno tra i suoi boccoli, scostandole la testa quel poco che bastava per abbassare il volto e baciarla. Le labbra di Sirius erano screpolate e tagliate. Quelle di Emmeline sapevano del sale delle sue lacrime. Ma non c'era niente, niente di più perfetto in quell'attimo. Niente ad esclusione di quelle labbra unite, cariche di dolore. Cariche di paura e ansia per un futuro ignoto e incerto. Cariche della rabbia per la propria sorte avversa, per quel destino ostile. E della furia che esplodeva e che li avrebbe portati entrambi ad uccidere tutti coloro li ostacolavano e impedivano la loro unione. E del desiderio che qualunque cosa accadesse, qualunque cosa, il tempo infido e traditore, fosse già trascorso. Così sarebbero potuti essere insieme. Ancora.Sempre.
-Credi che un giorno ci rivedremo?- sussurrò Emmeline sulle labbra di Sirius, sporcandole ancora di sangue.- Verrà il giorno in cui ci ritroveremo e rideremo di questo tempo e delle avversità che abbiamo dinnanzi ora...- Sfilò la mano dai capelli della ragazza, sfregando piano la ciocca morbida contro il naso, per conservarne il profumo, nei ricordi. Dopotutto avrebbe vissuto solo di quei momenti durante la sua prigionia. La ciocca rimase libera a fluttuare nella leggera brezza notturna. Emmeline, gli accarezzò lievemente la guancia, e poi il mento coperto dalla leggera barba già ricresciuta. Il colletto della camicia di seta color borgogna, il bavero della giacca nera...
Rivedeva ogni particolare come al rallentatore anche in quell'istante. Come se l'istinto cogliesse a singoli fotogrammi, ogni sfaccettatura, ogni dettaglio di lui. Perchè sapeva che le sarebbe dovuto bastare, per chissà quanto. Afferrò il lembo della giacca con le unghie. Sentì una ciocca dei capelli di cui andava tanto orgoglioso, sfiorarle la punta del naso. Carpì il suo profumo nell'aria, pino: come il suo dopobarba preferito. Che Emmeline aveva sempre odiato perchè era troppo forte. E ora le sembrava il profumo migliore al mondo. Nocciola: come la sua crema. In quel caso era lui ad odiarla, perchè era "troppo dolce quasi nauseabonda. Davvero, Em come diamine fai a metterti in faccia questa robaccia?". Così alla fine lei per scherzo gliene aveva spalmata sul viso un'intero tubetto.  Era stata la notte in cui finalmente lui aveva ammesso di amarla davvero e l'aveva baciata. Sirius aveva litigato con Mocciosus quel pomeriggio, una delle infinite liti fra quei due e lei ritrovando il ragazzo furente e malridotto, in giro per il parco della scuola, gli aveva ripulito le ferite e l'aveva imbrattato di crema. Alla fine lui solo per farla contenta e dimostrarle che ci teneva a lei se ne comprava a barattoli, per proprio uso e consumo. E infine lampone. Come il gusto della marmellata che entrambi adoravano. Quante notti dopo aver fatto l'amore, attingevano alle scorte segrete di pane e marmellata delle cucine della scuola?
Percepì il calore dovuto al contatto con lui affievolirsi e svanire, così come si dissolveva la felicità nel suo cuore. Un attimo dopo gliel'avevano portato via. E lei continuava a guardarlo ad occhi sbarrati, colmi di lacrime, terrorizzata. Eppure lo sentì "Non avere paura, piccola. Qualunque cosa accada io e te staremo sempre insieme. Te lo prometto..." Emmeline aprì la piccola scatola d'argento che teneva in grembo, quella che le aveva donato la nonna. "Conservala, ora è tua. Un giorno tesoro, la userai per riporre qualcosa di davvero importante". Adesso conteneva un piccolo pettinino di madreperla e un bottone scuro bordato di piccoli intrecci dorati. Ed un giorno, quel pettinino avrebbe fatto nuovamente bella mostra di sè accanto al suo gemello fra i suoi folti boccoli corvini. Così come un giorno si sarebbe curata personalmente di ricucire il bottone sul bavero della giacca, da cui ora era assente. Un giorno tutto sarebbe tornato al proprio posto, come doveva essere, pensò Emmeline, guardando la luna. Per ora quella piccola scatola d'argento, contenente un bottone ed un pettinino, oggetti apparentemente inutili, solitari com'erano,racchiudeva il suo cuore ed era la cosa più preziosa che avesse.
"Buona notte Felpato... ti amo. Sempre"


***Spazio autrice***
Una one shot dedicata a Lilys come sempre...ma stavolta è finita!
  
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