Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club
Segui la storia  |      
Autore: SmartieMiz    17/10/2014    0 recensioni
«E tu di nuovo non nuoti?».
Una bambina gli si avvicina. Ha la sua stessa età: è più alta di lui, ha i capelli corti color ciliegia e un sorrisetto appena accennato.
Le guance di Misao diventano dello stesso colore dei capelli della bambina.

[Raccolta senza pretese di daddies! MakoHaru + accenni daddies! SouRin, daddies! Reigisa, daddies! Momotori, parents! SeiGou]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: 明日 - For the Future
Rating: verde
Genere: commedia/fluff/slice of life

 

Note: piccole note che vi prego di leggere. Questa è una raccolta di OS, ogni OS avrà un "finale", quindi possono essere lette anche in disordine. E' una piccola raccolta senza pretese, non avrò giorni precisi di aggiornamento, posto ogni volta che ho una nuova idea.
Piccola precisione sul titolo: 
 明日 (ashita) non è la traduzione di "For the Future", bensì è la traduzione della parola "domani". Non conosco il giapponese, però mi piaceva l'idea di costruire un titolo per metà giapponese. ^^
Altre informazioni nelle note a fine capitolo. Buona lettura! :)

 


 

Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 

明日 - For the Future
 
(Ashita)



 

                              

«Che cosa te ne pare, papà?».
«Ci vuole soltanto un altro po’ di sale. Per il resto è buono».
Il piccolo Misao Nanase-Tachibana sorride enormemente. «Ho fatto il mio primo piatto! Adesso voglio fare anche i takoyaki!».
«No, per quello bisogna essere estremamente bravi».
«Ma sono stato bravo!».
«Intendo bravi sempre. È un piatto difficile da preparare».
Misao si arrende con un piccolo sbuffo.
«Sei comunque più bravo di papà. Questo ti fa onore».
Il bambino si lascia andare ad una piccola risata. I suoi occhioni verdi sono pieni di allegria e papà Haru è sempre lieto di avere la sua compagnia al ristorante. Quando Misao è a casa di un amico o a basket, le giornate al ristorante sono monotone e grigie e quasi interminabili.
Non che ad Haruka non piaccia il suo lavoro, ma Misao riesce a dargli il buonumore con la sola presenza.
«Dopo andiamo a prendere Akemi e papà, vero?», è la consueta domanda che ogni giorno pone Misao a papà Haru.
«Certo», risponde lui, poi dà un’occhiata al grosso orologio piantato sulla parete della cucina ed esclama: «È ora di smontare».
Haruka sistema e pulisce le ultime cose prima di abbandonare il ristorante.
Come ogni giorno, Misao non cammina, bensì saltella di qua e di là.
Haruka lo osserva da dietro con occhio vigile e le labbra incurvate leggermente all’insù.
«Misao», lo chiama ad un certo punto.
«Sì, papà?».
«Sembri felice».
«Lo sono! Finalmente rivedo papà e Akemi! E Keiko e Kumi! E se facciamo presto, possiamo ancora vedere Akemi nuotare!».
«Ti piace tanto vederla nuotare?».
«Sì! Sembra un delfino!».
Haruka ha ormai raggiunto Misao. Gli dà la mano e camminano insieme. «Ti piacerebbe imparare a nuotare? Non devi lasciare basket per farlo».
Il sorriso che è sempre presente sul volto di Misao incomincia a svanire. «Io… a me non piace nuotare, papà».
«Sei sicuro? Non hai mai provato», gli fa notare Haruka.
«Sì, papà. Non fa per me», fa il piccolo con un sorriso triste ed impercettibile che a suo padre non sfugge.
 
L’acqua è viva.
Non rifiutare l’acqua, accettala. Non rinnegare l’acqua, riconosci la sua esistenza.
 
Akemi Nanase-Tachibana ha appena terminato la vasca e toccato la parete. Si toglie gli occhialini e la cuffietta e si sistema i corti capelli corvini.
Il piccolo Misao l’ha osservata da lontano, affascinato dallo stile pulito e armonioso di sua sorella.
Ha sempre ammirato Akemi. Così sicura di sé, è sempre stata il suo punto di riferimento e il suo modello da seguire.
«Ben fatto, tesoro. Hai migliorato i tuoi tempi, sai?», le dice papà Makoto con un gran sorriso.
«Non m’interessa dei tempi, papà».
«L’ho già sentita questa cosa», fa Makoto, vago, ridacchiando, per poi porgere la mano alla bambina e aiutarla ad uscire dalla piscina.
«Tachibana-kōchi!», un gruppo di bambini si riunisce intorno a Makoto: «Quando facciamo la staffetta?».
«La prossima settimana».
«Che bello! A domani, Tachibana-kōchi!», i bambini si esibiscono in un inchino.
Makoto ricambia con un sorriso che potrebbe oscurare il sole. «A domani!».
I bambini vanno dai loro genitori. Misao si precipita su sua sorella e su suo padre. «Onee-chan, otōsan!».
Makoto scompiglia affettuosamente i capelli di Misao. «Tesoro! Cosa hai fatto oggi, sentiamo?».
«Ho fatto il mio primo piatto!», annuncia il bambino, fiero di se stesso.
«Con l’aiuto di papà, scommetto», fa Makoto con fare scherzoso.
«Da solo, gli ho solo detto cosa fare. Non è una schiappa come te in cucina», risponde Haruka al posto di Misao con assoluta naturalezza, facendo scoppiare a ridere il bambino e facendo sorridere Akemi.
«Questo è un affronto, Haru. E comunque qualche volta ho cucinato per i miei fratelli e hanno sempre apprezzato».
«Perché hai imparato da me».
Misao ridacchia, per poi avvicinarsi ad Akemi. «Onee-chan! Volevo dirti che sei stata fantastica. Come sempre».
Akemi sorride di cuore. «Grazie, Misao. Dovresti provare anche tu».
Misao china il capo, arrossendo leggermente. «Io… io non posso».
«Sì che puoi. Posso insegnarti lo stile libero».
«Ti ringrazio, ma non me la sento», fa il piccolo Misao, ed è così che passano i giorni.
Ogni volta che il lavoro lo permette, Haruka accompagna Misao in piscina che, conquistato, guarda sua sorella, ma non se ne parla affatto di immergersi in piscina.
Misao ha sempre detto ai suoi genitori che non gli piace nuotare, ma loro sanno che non è così, altrimenti i suoi occhi non sarebbero sempre coperti da un velo di malinconia.
Un venerdì come gli altri, Misao osserva ancora una volta sua sorella, maestosa e leggiadra come sempre.
I bambini sono tornati a casa, eccetto Akemi e altre due piccine.
«E tu di nuovo non nuoti?».
Una bambina gli si avvicina. Ha la sua stessa età: è più alta di lui, ha i capelli corti color ciliegia e un sorrisetto appena accennato.
Le guance di Misao diventano dello stesso colore dei capelli della bambina.
«No, Keiko».
«Perché sei qui, allora? Anche tu affascinato dallo stile libero di Akemi?».
«Sì».
La bambina scuote leggermente il capo. «Dovresti provare anche tu».
«In realtà non mi piace molto nuotare».
«Non puoi mentirmi», fa la piccola, con fare indagatore: «Lo si vede nei tuoi occhi che ti piacerebbe tanto».
«Io… io ho paura. Non voglio andare sott’acqua, non voglio annegare… non è vero che a me non piace nuotare… ho soltanto tanta paura!».
Haruka e Makoto si voltano. Misao non riesce a guardare i suoi genitori in faccia, ritrovandosi a fissare insistentemente le proprie scarpe.
«Vuoi imparare, Misao? Potresti fare dorso», propone Makoto.
«Ho paura…».
Haruka si abbassa alla sua altezza. «Non devi aver paura dell’acqua, Misao. Accettala. Non deve vincere su di te né tu su di essa. Dovete riconoscervi. Quando ci riuscirai, capirai cosa intendo».
«Non ci riuscirò», si rammarica il piccolo.
«Invece sì», lo incoraggia la piccola Keiko: «solo se lo vuoi, ovviamente. Zio Makoto e zio Haru hanno ragione».
«Certo che lo voglio! Mi piacerebbe tantissimo nuotare!».
«Ce la puoi fare, Misao», lo esorta Haruka, accarezzandogli dolcemente i capelli rossi: «Non c’è niente di cui aver paura».
Makoto tende gentilmente la propria mano a Misao. «Ti terrò la mano stretta tutto il tempo. La terrò stretta finché non acquisirai sicurezza. Finché lo vorrai».
Misao fa un passo avanti, per poi bloccarsi. «Se non ti senti sicuro non fa’ nulla. Voglio solo farti capire che non c’è niente di cui preoccuparsi».
Keiko guarda Misao, sorridente.
Il piccino, rassicurato, accetta la stretta salda e affettuosa di suo padre. «Sì», lo interrompe, prendendo un sospiro: «Ci proverò, papà».
Il bambino va a cambiarsi negli spogliatoi. Al suo ritorno, Makoto cerca di infondergli sicurezza con un sorriso e lo fa entrare in piscina. Haruka, Keiko e Akemi – che nel frattempo li ha raggiunti – assistono alla scena, quasi col fiato sospeso. Nessuno osa parlare.
«Misao sta provando a nuotare?», chiede un’altra bambina, identica a Keiko se non per il fatto che porti i capelli lunghi e sciolti.
«Sì, Kumi!».
«Misao, tesoro, devi fare così e…».
«Tienimi la mano, papà!».
«Certo. Te la terrò anche fino alla fine, se vuoi. Te lo prometto».
Akemi alza il capo e osserva l’espressione calma stampata sul volto di Haruka. Apparentemente sembra tranquillo, ma un vortice di emozioni deve averlo appena travolto.
«Misao… devi soltanto rilassarti. Sono qui», Makoto stringe fortemente la mano di Misao: «Apri gli occhi. Non te ne pentirai, credimi».
Misao sbatte leggermente le palpebre.
Riesce a vedere il cielo rosato a causa del tramonto. È una vista così bella da lasciarlo a bocca aperta.
Non c’è niente e nessuno che lo afferra, lo porta giù, lo imprigiona. Il suo sguardo è puntato verso l’alto.
Non sa neanche come definirlo, ma forse l’acqua lo sta riconoscendo per davvero.
Sta forse accettando l’acqua? Misao non lo sa, ma non è mai stato così felice in vita sua.
 
«Sei stato bravo», commenta Keiko sulla strada di ritorno verso casa. Il vento soffia leggermente, facendo dondolare appena le foglie degli alberi.
«Non è vero», risponde Misao con un piccolo sorriso: «Non ho fatto niente di che, è stato papà ad aiutarmi».
«Ma sei stato tu a decidere di provarci. Non è una cosa da niente», insiste Keiko.
Misao sospira leggermente. «In realtà… in realtà sei stata tu a convincermi. L’hai fatto quando mi hai sorriso», risponde, per poi diventare paonazzo: «Scusami, non so nemmeno che cosa ho detto…».
Keiko ride. «Ne sono onorata», fa la bambina, per poi proporre: «Appena imparerai a nuotare, ti sfiderò. Facciamo che il perdente deve fare tutto quello che vuole il vincitore?».
«Ma non vale! Tu sei più brava di me!».
La bambina sorride, divertita. «E se invece mi superassi? Ti metto alla prova!».
Misao scuote il capo, sorridendo, per poi battere il pugno contro il suo. «Ci sto».

 

~

 

Angolo Autrice
In questa raccolta Haru ha lasciato la carriera da nuotatore (ma ciò non significa che abbia smesso di nuotare, assolutamente. Non potrei mai! u.u) e, come possiamo vedere nella sigla finale Future Fish, ha un ristorante u.u Makoto è istruttore di nuoto per bambini.
Keiko e Kumi sono le figlie gemelle di Rin e Sousuke <3 
Spero vi sia piaciuta :)

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club / Vai alla pagina dell'autore: SmartieMiz