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Autore: Niley story    17/10/2014    26 recensioni
-Sono complicata- dice lei lei guardandolo negli occhi-Avremo un amore complicato- risponde lui sorridendo mentre scrolla le spalle. Lei nega col capo -Non è così facile- lui come al solito ha la risposta pronta e il sorriso indelebile -Non mi sono mai piaciute le cose facili. Le cose facili sono noiose-
Ta daaa eccomi qui con una nuova storia di...JORTINI (ma no dai chi se lo aspettava? lol)
Allora il pezzo è tratto da un capitolo ma non chiedetemi quale perché ancora non lo so lol
In questa storia Tini ha 20 anni e ha avuto una vita tutt'altro che facile. Dopo un lungo periodo di assenza deve tornare a Buenos Aires e lì si ritroverà ad affrontare i fantasmi del passato che tanto l'hanno torturata. Poi c'è lui Jorge, il ragazzo solare, simpatico e al 100% playboy...ma quale storia nasconde dietro al suo sorriso? Potrà lui aiutarla a fare i conti con il suo passato e riuscire ad aprire il suo cuore?
...A Jortini story...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~Mi fissa per qualche secondo e poi si volta di nuovo verso il sacco per riprendere ad allenarsi << Jorge! >> cerco di chiamarlo ma non mi ascolta, decido di voltarmi fino ad arrivare alla parete che era alle mie spalle, mi ci poggio con la schiena e scivolo fino a sedermi a terra. Cerco di cacciare via le lacrime mentre continuo a singhiozzare, tiro su col naso, i miei occhi sono così offuscati che non riesco neanche ad avere una buona visuale, so solo che Jorge è di spalle davanti a me e mi ignora prendendo a pugni il sacco. Nascondo il volto tra le mani, non ce la faccio più né a guardare lui né a tenere gli occhi aperti. Sento il rumore di un colpo più forte degli altri << DANNAZIONE! VAFFANCULO! >> impreca ancora in lontananza. Non sollevo lo sguardo ma avverto che si sta avvicinando << Martina, smettila di piangere >> la sua voce è abbastanza vicina, per questo so che si è piegato per abbassarsi ed arrivare, il suo tono non è molto duro ma so che sta cercando di esserlo perché me lo ha praticamente ordinato. Non voglio alzare lo sguardo perché non voglio che lui mi veda, non fino a quando queste dannatissime lacrime non si saranno fermate. << Martina, smettila >> ripete, questa volta afferra il mio polso delstro per allonarlo dalla faccia, non faccio forza per impedirglielo, << Ti prego, smettila >> il suo tono si è addolcito e noto che in questo momento ha gli occhi chiusi come se non volesse vedermi. Cerco di calmarmi usando il dorso della mano destra per asciugarmi le guance, man mano la mia vista diventa più chiara, Jorge è seduto sui talloni di fronte a me. << Vorrei sapere almeno perché lo hai fatto…io mi fidavo di te Martina e non ti ho forzato per farti confessare il tuo segreto. Ti avevo chiesto solo un po’ di rispetto e di fiducia >> << Lo so… >> sussurro chinando lo sguardo << E allora perché lo hai fatto?! >> alza di poco il tono continuando a fissarmi. << I-io…mi dispiace. Sono una stupida…i-io l’ho fatto perché…perché non potevo sopportare il fatto che Eleana ti conoscesse meglio di me! >> << Cosa?! >> << Lei conosce il tuo segreto ed io no Jorge! Lei è…evidentemente è più importante di me >> << Ma che scemenze vai farneticando?! >> << Lei me lo ha detto Jorge! Mi ha detto che lei sa! >> << Lei non sa un bel niente Martina! O forse qualcosa si ma…non ho mai parlato con lei di quella storia né con nessun’altra. >> << Grandioso, adesso mi sento ancora più stupida di prima >> chino nuovamente il capo, mi passo le mani sul viso per riuscire a togliere quello che è rimasto delle lacrime versate, Jorge si alza in piedi e poi mi tende le mani << Vieni su >> << Mi perdoni? >> chiedo guardandolo << Solo perché non riesco a fare a meno di te, figuriamoci poi vederti in questo stato >> sorrido afferrando le sue mani << È un modo carino per dirmi che ti faccio pena? >> << Si ma…è anche un modo come un altro per dirti…che per quanto tu mi abbia ferito, continui ad essere il mio punto debole. Non voglio vederti pinagere così mai più mi sono spiegato? >> passa il pollice destro sotto al mio occhio giusto in tempo per fermare l’ultima lacrima, io annusco col capo e successivamente lui mi avvolge tra le sue possenti braccia. Finalmente posso respirare  di nuovo il suo profumo, profumo che non sentivo da tre giorni eppure…mi è sembrata un’eternità. << Promettimi che la prossima volta parlerai con me e non farai quello che hai fatto >> << Te lo prometto >> rispondo senza pensarci, mi accarezza la schiena con la mano destra continuando a stringermi, io ho le braccia praticamente bloccate posso solo piegare gli avambracci per riuscire a ricambiare l’abbraccio. Restiamo fermi in quella posizione per qualche minuto, quando sciogliamo l’abbraccio lui tiene le mani sulle mie spalle e mi guarda negli occhi << Poco fa hai detto che vuoi raccontarmi tutto. Non voglio che tu lo faccia perché ti senta in colpa, lo sai io non ti costringo a… >> << Lo voglio fare perché sono stanca di tacere, perché tu sei l’unica persona in grado di darmi quella sicurezza che…che riesce a distruggere la paura del mio passato. Mi fido più di te che di me stessa. Ho bisogno di fare in modo che questa storia sia solo un orrendo ricordo niente di più, niente di così forte da influenzare il mio presente >> << Okay, allora vieni >> mi prende la mano sinistra e ci incamminiamo verso la panca piana che serve per sollevare i pesi. Ci sediamo l’uno di fronte all’altro e prima di iniziare a parlare chiudo gli occhi e faccio un sospiro. << Come ti ho già detto quando è morto mio padre, avevo dodici anni, Francisco ne aveva quasi quindici e l’anno successivo avrebbe iniziato il liceo. Cassandra decise che non poteva mantenerci entrambi, perché non avevamo molte possibilità economiche così la mia matrigna lo spedì in Spagna da mia zia Sol, la madre di Diego >> << Si Fran me ne aveva parlato, ma dopo due o tre anni loro sono tornati qui per stare con te no? >> << Si ma…andiamo per gradi >> << Hai ragione, scusami, non ti interrompo più, promesso >> gli sorrido come per ringraziarlo e poi continuo il discorso << Mio padre è morto un mese prima del mio compleanno, Francisco fu mandato in Spagna quasi subito. Ci sentivamo tutti i giorni per computer, su msn, via webcam e si insomma hai capito. Passarono due mesi e mi arrivò un email da un certo “DarkKnight91” >> << Cavaliere oscuro 91? >> << Si, esatto…aprii l’email e dentro c’erano… >> resto in silenzio e guardo le mie dita mentre mi rigiravo i pollici << C’erano cosa? >> mi incalza lui << Foto. C’erano delle foto di me mentre…mentre ero in camera mia e mi cambiavo…si insomma hai capito no? >> mi fissa in silenzio per qualche secondo << Stai scherzando vero? >> è visibilmente scioccato << No. Non scherzerei mai su una cosa del genere >>. Lui deglutisce guardandomi in silezio e io riprendo a parlare guardando il parquet << Nell’email mi diceva che se non avessi fatto tutto quello che mi diceva quelle foto sarebbero finite su facebook e le avrebbe viste chiunque. Mi costrinse a fare una cam con lui, lui si trovava al buio, non potevo vedere niente e lui… >> ho un groppo alla gola, come se delle sottili e affilate lame me la stessero tagliando per impedirmi di continuare << Mi parlava con una voce meccanica, mi diceva cosa dovevo fare, mi obbligò a spogliarmi sotto i suoi occhi. Mi disse che ero bella e che non vedeva l’ora di avermi tra la sue braccia >>. Spostando gli occhi sulle mie mani mi rendo conto che queste stanno tremando, come il resto del mio corpo, come se questo fosse così traumatizzato da reagire da solo al ricordo di quella storia. Da qui in poi non riesco più neanche a parlare come una persona normale, anche la mia voce trema e riuscire a dire qualcosa di sensato diventa sempre più difficile. << Continuava…e continuava ancora. Ogni volta aveva delle foto nuove. Io avevo paura di tutti così mi allontanai da tutti. Non potevo fidarmi di nessuno, non ci riuscivo, chiunque poteva nascodersi dall’altra parte dello schermo. Mi sentivo sempre osservata, non volevo uscire di casa  ma al tempo stesso sentivo di non essere al sicuro neanche lì. >> Stringo forte le mie braccia intorno allo stomaco che mi si sta contorcendo provocandomi dei dolori asfissianti per niente piacevoli. << Per tutti io ero quella stramba. Quella che non si avvicina a nessuno, lo zombie, l’emo, il fantasma. Nessuno voleva più avere a che fare nulla con me perché ero diventata come…come un cadavere vivente. Mi prendevano in giro, mi maltrattavano, mi insultavano e non avevo nessuno con cui sfogarmi. >>. Ogni parte del mio corpo sembra essersi indolensita, come se fossi stata presa a pugni esattamente adesso. << Non  potevoraccontare nulla a Fran o sarebbe venuto da me col primo volo ed io…io non volevo intaccare il suo destino. Quando sei sola come me diventi una preda facile per tutti soprattutto per i bulletti. Poi quel giorno rese tutto ancora più difficile >> cerco di guardare Jorge continua ad avere gli occhi sgranati puntati su di me in uno stato di shock << Voleva incontrarmi e io non potevo dire no altrimenti avrei pagato le conseguenze. Avevo quattordici anni, mi diede appuntamento nella mia stanza, puoi immaginare la mia sorpresa, disse che dovevo tenere la luce spenta. Quella sera sarebbe iniziato un incubo ancora più grande per me >> << NO! Ti prego non dirmi che… >> sussulto alla pronuncia di quel “NO” così tempestivo, mi volto verso Jorge e vedo due lacrime scendere dai suoi occhi. << Si…mi…mi…lui… >> chiudo gli occhi e stringo forte i pugni ancora tremanti come le mie braccia, le mie gambe e ogni centimetro del mio corpo << Mi violentò. E quella fu soltanto la prima volta di tante. Jorge io quella sera volevo…volevo morire, ma non avevo il coraggio né la forza di uccidermi >> mi rendo conto che stavo affondando le mie unghie sulle mie braccia lasciandomi dei graffi non molto carini. << Ma quella sera conobbi anche il volto del mio aggressore. Era Fernando. Durante le vacanze di Natale mia zia Lucinda venne a trovarmi dal Messico con la sua famiglia e vedendo lo stato in cui mi trovavo convinse Cassandra a farmi andare con lei, ovviamente alla mia matrigna non importava niente. Così in Messico mia zia mi fece andare da uno psicologo e pian piano riuscii a ricominciare a vivere ma…non potevo superare il trauma. Fingevo di vivere perché in realtà ero bloccata nella paura del passato >>. Finalmente il mio corpo smette di tremare. Quella tortura è finita. Non riesco ancora a credere di essere riuscita a raccontare questa storia, non lo avevo mai fatto prima d’ora e credevo che mai ci sarei riuscita. Finalmente posso fare in modo che il passato diventi passato e smetta di influenzare così tanto il mio presente. Mi sono liberata da quelle opprimenti catene che mi tenevano legata alla bugia di una vita sempre rose e fiori, di una vita piena di terrore, di una vita che mi teneva imprigionata in una vecchia storia. Faccio respiro profondo e poi inspiro voltandomi verso di lui << Jorge? >> lo chiamo, notando che lui sta fissando un punto indefinito della parete che si trova dinnanzi a noi << Jorge? >> lo richiamo ancora, lui si alza di scatto così velocemente che in un batter di ciglia si trova vicino la porta. La apre ed esce fuori dalla casetta in piscina, mi alzo di scatto anche io e cerco di stargli dietro seguendolo a passo svelto << Jorge! >> ho il cuore che mi batte  a mille, cosa gli è preso? Dove sta andando? Che vuole fare? Mio fratello arriva dal corridoio dell’entrata principale seguito da Diego << Hey Jorge ciao! Non ti dispice vero se ho portato Cande a fare un giro con la Ferrari >> dice Fran << Io ho preso l’R8 per accompagnare Lodo a… >> mio cuigino non continua la frase dato che Jorge gli passa davanti impassibile, indifferente come se non li avesse né visti né sentiti << Ma che gli prende? Dove sta andando? >> Francisco guarda Diego << Boh! >> questo alza le mani e poi entrambi guardano me. Non so che dire, apro la bocca come per dargli una risposta ma poi la richiudo e seguo il tragitto  di Jorge, Fran e Diego mi vengono dietro. Jorge apre la porta della stanza di Fernando , allora affrettiamo il passo << Lurido bastardo! >> sentiamo urlare Jorge. Quando arriviamo di fronte la porta di Fernando vediamo questo steso a terra e Jorge sopra di lui che lo prende a pugni in faccia << Ma che vuoi idiota?! Ti è dato di volta il cervello?! >> Fernando cerca di reagire e di fermare i colpi di Jorge ma è tutto inutile, lui è una furia, non gli permette neanche di alzare un dito, è senza controllo, non sembra neanche lui. Porto la mano destra alle labbra guardando la scena. << JORGE! CHE CAZZO FAI?! >> mio fratello reagisce << FERMATI PORCA MISERIA COSI’ LO UCCIDI! >> e anche Diego. Jorge non li ascolta, li ignora e continua a colpire Fernando così forte da fargli uscire il sangue dal naso e non so da quale altra parte del corpo. Fernando ha smesso di reagire e opporre resistenza, non ne sono sicura ma credo abbia perso i sensi, tuttavia anche i suoi occhi sono sporchi di sangue perché io possa vederli << Jorge! >> lo chiamo anche io ma sembra non servire a niente. Una parte di me si sente in colpa per quello che gli è preso, qualsiasi cosa sia. Francisco e Diego si lanciano uno sguardo e poi si si fiondano su Jorge cercando di allontanarlo da Fernando ci riescono per qualche secondo, il tempo di metterlo in piedi ma lui riesce a liberarsi e torna di nuovo su Fernando << Che sta succedendo qui!? JORGE! >> è arrivato anche il padre che vedendo la scena interviene subito prendendo il figlio per la vita sollevandolo di peso ancora una volta con l’aiuto di Francisco e Diego che gli bloccano le braccia << LASCIATEMI! >> Jorge si dimena e i tre fanno davvero fatica a trattenerlo. Adesso ho la conferma, Fernando è steso a terra privo di sensi, approfitto della situazione per avvicinarmi a Jorge, poggio entrambe le mani sul suo petto e con difficoltà riesco a trovare il suo sguardo << Ti prego Jorge, FERMATI! >> lo guardo preoccupata e come se un campanello d’allarme suonasse nella sua testa si ferma rispecchiando i suoi occhi nei miei. << Fermati… >> ripeto più silenziosamente, in un sussurro. Lui sembra finalmente calmarsi, i tre che lo tengono fermo lentamente lo lasciano andare per poi concentrarsi su Fernando. Io e Jorge invece restiamo fermi a guardarci negli occhi l’uno dell’altro. << Ma che cos’hai fatto? >> chiede il padre con un tono di rimprovero ma allo stesso tempo molto sottile. Entrmabi ci voltiamo verso di lui che sta guardando il figlio, poi sposta lo sguardo su mio fratello e gli fa un cenno col capo. Francisco si avvicina a Fernando, tutti quanti posiamo gli occhi su di lui, Fran si piega e avvicina due dita al collo per sentire il battito << È ancora vivo >> dice guardando Alvaro << Mettetelo sul letto >> Diego e Francisco obbediscono sollevando Fernando per adagiarlo sul suo letto. << Allora? Qualcuno mi vuole dire che cosa… >> Anahi entra nella stanza, evidentemente stava aspettando che il marito tornasse per dirgli cosa stesse succedendo, quando vede Fernando si copra la bocca con la mano destra come me poco fa << Anahi chiama il dottor Brown digli che il ragazzo è caduto dalla moto >> dice il marito, dal modo in cui Anahi si volta a guardarlo capisco che vorrebbe fargli molte domande ma decide di stare in silenzio ed ascoltare Alvaro. << Tu vuoi darmi delle spiegazioni o te ne vuoi andare in camera tua? >> chiede rivolto verso il figlio posandogli una mano sulla spalla, Jorge si sposta camminando verso la porta << Vado in camera mia >> mi passa davanti uscendo dalla stanza, Alvaro stringe i denti è palese che non sa cosa fare, probabilmente è la prima volta che si trova davanti ad una situazione del genere in cui non riesce a capire il figlio, probabilmente non è abituato a non avere una spiegazione, per questo non sa cosa fare. Io approfitto del momento in cui tutti sono concentrati su Fernando per uscire fuori dalla stanza ed andare in quella di Jorge. << Hey >> dico entrando nella stanza, Jorge è seduto alla scrivania con qualcosa tra le mani, si è cambiato, adesso porta un paio di jeans e una maglietta bianca a mezze maniche. << Hey… >> risponde lui guardandomi, chiudo la porta alle mie spalle poggiandomici con la schiena e mi avvicino al letto per sedermi sul margine alla fine di questo. << Non era necessario che facessi una cosa del genere >> dico riferendomi al modo in cui ha preso a pugni Fernando, ma non posso negare a me stessa che una parte di me è contenta di ciò e avrebbe voluto davvero che Fernando morisse…ma poi Jorge avrebbe pagato le conseguenze quindi è mille volte meglio che sia andata così. << Ci sono istinti che non posso, non riesco e non voglio controllare Tini e questo era uno di quelli. Ti giuro che se non ti fosse messa davanti a me dicendomi di smetterla io lo avrei ucciso. Non posso credere che ti abbia fatto una cosa del genere io…dimmi qualcosa, svelta, altrimenti torno di là e lo faccio fuori >> lo osservo mentre si passa le mani tra i capelli e si, è davvero frustato, muore davvero dalla voglia di tornare di là a prendere a pugni Fernando << Perché? Perché hai reagito in quel modo? È una storia vecchia >> chiedo guardandolo << Perché? >> ripete lui quasi sbalordito, con la sedia con le rotelle si da una spinta per avvicinarsi a me, mi si piazza di fronte e mi prende le mani << Sweety, io non posso pensare che qualcuno ti sfiori anche solo con un dito, figuriamoci poi quello che ha fatto quello…quello schifoso. Se penso a tutta la sofferenza, il dolore il trauma che hai avuto a causa sua…quanto avrei voluto essere al tuo fianco in quel momento, picchiare chiunque ti prendesse in giro o ti desse fastidio…impedire che quel mostro distruggesse la tua innocenza >> mi accarezza delicatamente i capelli con la mano destra e posso vedere la sincerità delle sue parole attraverso i suoi occhi. Come se il mio dolore fosse anche il suo, è possibile? << Jorge…non devi sentirti in colpa per questo, tu non c’entri niente voglio dire…neanche sapevi della mia esistenza >> << No ma se lo avessi saputo…lo avrei impedito. Lo sai vero? >> << Ne sono sicura >> gli sorrido, lui ricambia e poi all’imporovviso poggia la mano dietro la mia testa per poi attirarla verso sé. Mi fa poggiare il capo nell’incavo del suo collo << Non permetterò mai a nessuno di farti del male Sweety è una promessa >> << Ti avrei creduto anche se non me lo avessi promesso >> rido perché sono praticamente intrappolata tra le sue braccia, incapace di fare qualunque movimento. Restiamo così ancora per un po’ fino a quando lui con uno scatto si allonanta e torna con la sedia vicino la scrivania. Prende la chiave dal bauletto e poi si alza in piedi << Che stai facendo? >> domando mentre lo guardo, lui non mi risponde, si avvicina al cassetto con la serratura e lo apre, mi sento nervosa, e di nuovo un senso di colpevolezza si fa spazio nel mio corpo. << Non sei obbligato… >> << Ti pare che sono il tipo che può essere obbligato? >> chiede inarcando un sopracciglio. Rido e nego col capo, lui poggia il cassetto nel mezzo del letto e poi si siede di fronte a me, io mi volto per averlo ben di fronte. Fa un respiro profondo poggiando le mani sulla scatola e poi la prende. La poggia sul letto e la apre << Lei è Sarah >> dice passandomi una foto, la riconsoco è quella che avevo già visto dove c’è solo la ragazza che cammina con lo sguardo basso << Come sei a me piace dare soprannomi alle ragazze carine e…il suo era Angel >> deglutisco, “Angel” se prima avevo qualche dubbio adesso è impossibile averlo. Lei è la ragazza per cui Jorge ha tanto sofferto e senza dubbio, deve essre stata parte importante della sua vita. << La conobbi all’asilo, avevamo solo due anni, all’inizio ero un bambino che se ne stava sulle sue e se qualcuno si avvicinava lo respingevo in malo modo perché…in realtà non lo so perché ma ero un bambino molto chiuso. Poi arrivò lei con i boccoli rossi raccolti in due codini >> resto stupita dalle sue parole, aveva solo due anni e ricorda ancora il loro primo incontro << Non disse niente, né ciao né altro, si sedette vicino a me e iniziò a giocare con le mie macchinine. Capii da subito che lei era una bambina speciale, un angelo. Lei divenne la mia migliore amica e io il suo. Ci confidavamo tutto, segreti, passioni, cotte, tutto. Un giorno capii che quello che provavo per lei andava oltre l’amicizia, così presi coraggio e le confessai il mio amore >> muovo i bracciali che ho sul polso sinistro, per qualche strana ragione questa storia mi infastidisce ma allo stesso tempo ovviamente mi incuriosisce << Lei mi disse che provava lo stesso e così ci mettemmo insieme anche se i suoi genitori non erano d’accordo >> << Perché no? >> << Perché loro non mi sopportavano. Mi ritenevano uno squilibrato, uno sbandato che avrebbe fatto soffrire la loro bambina. Mi hanno sempre visto come un cattivo ragazzo che aveva una pessima influenza su…su Sarah. Io la facevo tornare a casa tardi, le facevo scavalcare i muretti e cose del genere >> sorride malinconico probabilmente nel ricordare ciò che sta raccontando << Fino a quando un giorno…stavamo insieme da tre anni e io…sono sempre stato un tipo possessivo e geloso. La vidi parlare con un ragazzo che ci provava e mi avvicinai in malo modo, anche perché conoscevo quel ragazzo, lo avevo già sentito dire che voleva portarmela via e così litigammo. Attraversai la strada allontanandomi da lei, Sarah continuava a chiamarmi dicendomi di tornare indietro, di parlare ma io continuavo per la mia strada fino a quando lei non mi urlò “Ma la vuoi capire che ti amo stupido”? >> china lo sguardo sulle foto che sono nella scatola << Mi fermai di colpo a quella parola e mi voltai verso di lei. Vidi come un sorriso smagliante si formava man mano sul suo volto poi corse verso di me lasciando cadere lo zaino a terra. Mi voltai e lasciai cadere anche il mio zaino allargando le braccia per poterla prendere al volo ma… >> si ferma e si guarda le mani che tiene una nell’altra << Ma?... >> lo incalzo << Ma non arrivò mai tra le mie braccia. Passò una macchina è la scaraventò per aria. Io rimasi fermo, immobile. Letteralmente scioccato. Suo padre che aveva visto tutta la scena dalla macchina corse fuori per arrivare a prendere la figlia, anche il conducente dell’auto si fermò a prestare soccorso. Sarah finì in coma, in coma per un mese. Tre giorni prima della mia partenza per Buenos Aires i suoi mi avvisarono che Sarah non ce l’aveva fatta. Lei era morta…era diventata un vero angelo. Ironico no? >> un sorriso di amarezza, dolore e rabbia compare sul suo volto. << L’odio dei genitori nei miei confronti aumentò, mi ritenevano responsabile del suo stato di coma e poi…della sua morte >> << Cosa?! E perché?! Lei ha attraversato senza guardare! >> rispondo con un tono forse un po’ agressivo, ma il fatto è che non mi piace che Jorge si senta colpevole di una cosa del genere << Ah no? Rifletti un attimo Martina. Per colpa di chi ha attraversato la strada senza guardare? Per colpa mia! Se non avessi fatto quella scenata, se non mi fossi voltato a guardarla…lei non lo avrebbe mai fatto e…e oggi sarebbe ancora qui con noi. E invece no…i suoi genitori hanno ragione, è stata colpa mia, avrei almeno potuto provare a salvarla e invece…sono solo un vigliacco >> << Chi ti ha messo in testa queste cose?! I suoi genitori? >> << Perché vuoi dargli torto? >> << Okay. E sentiamo come avresti potuto salvarla?! Rischiando la tua vita?! >> << SI. Avrei dovuto farlo ma sono stato un codardo >> i nervi stanno prendendo il sopravvento e mi sforzo di non urlare << Tu sei la persona più coraggiosa che conosca Jorge. Se non l’hai salvata è stato perché non potevi perché io ci metterei la mano sul fuoco che tu…che tu avresti rischiato la sua vita per lei >> una strana fitta mi colpisce allo stomaco. La triste e dura verità << Suo padre ha visto la scena, lui ha detto che… >> << MA LO HAI DETTO TU STESSO CHE LUI TI ODIAVA! >> Jorge resta a guardarmi in silenzio e io sospiro, mi passo le mani sul volto e poi tra i capelli. Come faccio a fargli capire che il suo senso di colpa non ha fondamento? << Ci sono! Vieni con me >> dico alzandomi dal letto << Dove? >> << Lo scoprirai, muoviti e prendi le chiavi dell’auto >>. Lui esegue gli ordini, nella casa c’è un grande silenzio, probabilmente sono tutti nella stanza di Fernando. Io e Jorge usciamo senza farci notare, entriamo nel BMW e ci dirigiamo verso l’auto strada << Continua ad andare avanti >> dico indicando il percorso << Non vuoi dirmi dove stiamo andando? >> << Lo scoprirai tra poco, gira a sinistra, arriva al boschetto e accosta la macchina >>.  Jorge è un po’ riluttante ma comunque svolta a sinistra, ancora un altro paio di chilometri e parcheggia la macchina. << E adesso? >> chiede guardandomi << E adesso vieni con me >>. Esco dalla macchina, chiudo la portiera, Jorge e ancora dentro << Ma…devo lasciare la macchina qui da sola?! >> << Si Jorge! Non è una persona! Muoviti! >>. Lo sento sospirare prima fare ciò che gli è stato detto, fa una piccola corsetta per raggiungermi << Dove stiamo andando? >> << Adesso lo vedrai >> rispondo mentre arriviamo sul percorso che segue l’autostrada << Okay. Qui va bene >> << Qui va bene per fare cosa? >> inarca un sopracciglio fissandomi più confuso che mai << Ti dimostrerò che non sei un vigliacco e che se davvero avessi avuto l’opportunità di salvarla lo avresti fatto >>. Il suo volto si incupisce << Che cosa vuoi fare Martina?! >> osservo la strada e vedo un auto che sta arrivando << Io mi fido di te >> corro allontanandomi da lui, mettendomi al centro della strada nello stesso istante in cui una macchina si avvicina a velocità supersonica, probabilmente è guidata da un ubriacone e questo mi spaventa perché non lo avevo previsto. La macchina si avvicina sempre di più anche se chiudo gli occhi posso sentirne il rumore << NOOOO MARTINAAAAAAAAAAAAAAAA >> e poi un fascio di luce bianca.



*Angolo autrice*
Yeyyy come state? Allora prima di parlare della storia e del capitolo ci tengo a dirvi una cosa. Su fb c'è una ragazza di una pagina che va in giro dicendo che questo account ovvero "Niley story" era suo e lo condivideva con un'amica (che sarei io in testa a lei) e dice di aver scritto lei "Jortini: L'amore non ha età" e tutte le altre ff prima di questa. NON CREDETELE. Lei è solo una falsa bugiarda che mi ha rubato le storie facendole passare per sue e mi ha bloccato sulla pagina. Questo accounto è SOLO mio ed è sempre stato così fin dalla sua creazione. Non ho mai condiviso con nessuno un account e tanto meno le storie. Tra l'altro vorrei dire a questa genete che si spaccia per me e mi copia addirittura i nick...cioè un po' di originalità, per non parlare del fatto che siete dei codardi perché non avete neanche il coraggio di afforntarmi sul serio, persone senza valore né niente. Detto questo chiudo parentesi e parliamo del capitolo u.u
Beh che dite? So che una persona ha pianto leggendolo lol e voi? Qualcuna di voi ha pianto? All'inizio abbiamo visto Jorge che si rifiutava di ascoltare Tini...ma poi l'ha vista piangere e non ha resistito, ha dovuto ascoltarla, beh cosa dire della storia di Vilu...onestamente non sapevo se era il caso di mettere il reating rosso, forse per la storia un po' forte ma pensandoci ho pensato che si parla di argomenti forti ma non credo di averli presentati arrivando al punto del reating rosso che dite?...Il titolo...ho scritto così perché volevo che la storia di Jorge fosse una sorpresa, Anche se tuttavia non hanno finito di discutere...ma ora potranno farlo o Tini ha fatto la cazzata del secolo? Se Jorge fosse rimasto davvero traumatizzato da quellla cosa e non fosse riuscito a reagire? Cosa sarà successo a Tini?...Beh almeno adesso abbiamo messo fine hai segreti...o chissà forse è appena iniziato un nuovo ciclo dove nuove cose stanno per sorgere, nuove domande, nuovi misteri...nuove persone...o forse no lol chi può dirlo...(io ma non ve lo dico lol). Beh ora vi lascio spero che vi abbia fatto piacere la sorpresa e che vi sia piaciuto il capitolo
Ps: Domani cercherò di rispondere alle recensioni dei capitoli 19-20 lol grazie mille a tutte VI AMO *W*
Eee...va beh se ricordo di dovervi dire qualcos'altro ve lo dico domani lol baciiii chicasss...una cosa che volevo dire l'ho ricordata. So che magari alcuni di voi sono rimasti delusi dal fatto che quella ragazza era la fidanzata di Jorge e si un po' vi capisco ma...la storia deve andare così lol inoltre a parte essere stata la sua ragaazza è stata la sua amica d'infanzia e...niente lol
A prestoooooo...ah dimenticavo...vi lascio una foto di angel ovvero...Sarah, eccola! Ciaoo besoss





  

   
 
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