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Autore: Christi    18/10/2014    1 recensioni
Fu in quel momento che le labbra di Zayn incontrarono per la prima volta quelle di Angele.
Un bacio di quelli lenti.
Quelli dati ad occhi chiusi e labbra leggere.
Quelli che ti allontani piano, ci si guarda negli occhi e scoppia l'amore.
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’ve fallen for your eyes
But they don’t know me yet





Per quanto fosse sempre stata definita una delle città più fredde e grigie dell'Inghilterra, Londra e il suo folle tempo atmosferico sembravano voler superare le aspettative di chiunque. Le temperature durante quell'insolito Settembre erano calate più del solito, costringendo ogni singolo abitante a tirar fuori dal proprio armadio gli abiti adatti a Dicembre. Il meteo non sembrava voler cambiare il suo copione. 
"Le temperature non subiranno cambiamenti fino alla fine del mese", questo, era quello che si sentiva pronunciare da ogni singolo meteo e la situazione non accennava a cambiare. 
Angele uscì di casa a malincuore, consapevole di dover affrontare un'altra fredda giornata in un posto ancora più freddo di casa sua. 
La giovane camminava velocemente per i marciapiedi, affondando il viso nella sciarpa blu notte. Osservava con i suoi grandi occhi chiari la città che ora più che mai le sembrava molto interessante. I metri che dividevano l'appartamento dei suoi dalla scuola, erano i più difficili da affrontare. Non ricordava nemmeno quante volte avesse desiderato di proseguire per la strada e non fermarsi davanti a quel grande istituto che secondo delle grosse lettere di legno appese alla facciata si chiamava "Felicity High School". Angele aveva sempre sostenuto che quello fosse un nome fin troppo azzardato per una scuola. Immersa nei suoi pensieri, si accorse solo dopo molti squilli, che il suo telefono stava suonando nella tasca dei jeans. Lo afferrò con le mani chiare e tremanti, coperte da dei guanti neri e dopo aver tolto questi ultimi, riuscì a rispondere.
«Pronto?» domandò incerta, tenendo una mano in testa per non fare volare il capello, mentre continuava a camminare velocemente.
 «Angele, oggi non ci sono a scuola, non aspettarmi okay?» 
La voce della sua migliore amica arrivò disturbata alle orecchie di Angele che sbuffò per la notizia poco gradita. 
«Hannah ne sei sicura?» domandò la giovane. 
«Mamma ha ancora il gesso, papà è a lavoro e mio fratello è a Liverpool. Non ho nessuno che mi accompagna.» spiegò la ragazza al di là del telefono. 
«Va bene, okay, ti vengo a trovare oggi pomeriggio» 
«A dopo splendore»
Con questa frase, Hannah aveva chiuso la telefonata, eliminando ogni speranza di Angele. 
Perché la giovane, nonostante amasse il conoscere e il sapere, odiava la scuola come edificio e le persone che lo frequentavano, a parte alcuni individui.
Hannah era una di quelle. L'aveva incontrata il primo giorno di scuola dopo che entrambe, a campanella suonata da un bel po', non avevano ancora trovato la propria classe. 
Perciò adesso, Angele era distrutta dall'idea di dover passare una giornata scolastica senza la sua migliore amica, l'unica che riusciva a rendere quelle cinque ore più leggere. 
Solo quando urtò qualcuno, la ragazza si accorse di aver raggiunto il cancello della scuola. Angele era una ragazza che stava fin troppo con la testa sulle nuvole. 
Aveva sempre avuto quell'aria da sognatrice romantica, di quelle che si perdono nei propri pensieri. 
Sussurrò un "mi dispiace" appena udibile ed attraversò il cortile della scuola. 
Il vociare degli studenti era ancora calmo e tutti parevano avere la testa ancora sul cuscino. 
La giovane attraversò i pochi metri di corridoio che la dividevano dal suo armadietto e dopo averlo raggiunto afferrò i libri per quell'ora. 
Filosofia. 
Una delle materie che preferiva. Scrutò con gli occhi verdi il corridoio per cercare la propria classe, quando il suo sguardo si scontrò con la persona che più a malincuore voleva vedere quel giorno. 
Si voltò di scatto. 
Odiava vederlo, soprattutto di lunedì. 
Sentì il sangue affiorarle alle guance e passò una mano su di esse sfiorando le sue lentiggini. 
Ecco che effetto le faceva. E la cosa che Angele detestava di più, con tutto il suo cuore, era che un ragazzo di cui non conosceva nemmeno il nome, la riducesse così.
Lo aveva notato per la prima volta durante il suo terzo anno di superiore, mentre leggeva un romanzo nella biblioteca della scuola. Aveva alzato per un secondo gli occhi e lo aveva visto. 
Esattamente davanti a lei, un ragazzo moro leggeva concentrato un libro e sembrava non curarsi di niente e di nessuno. E Angele era rimasta a fissarlo per minuti interminabili fino a quando, anche lui aveva alzato lo sguardo e lei era stata costretta a fissare di nuovo il suo libro.
Ecco come tutto era iniziato. Da quel giorno, tutto era in qualche modo cambiato. I voti non erano calati ma la giovane si era ritrovata con la testa sempre più altrove. 
Non aveva mai detto a nessuno di quella cotta, che ormai si divertiva a chiamare amore, e considerava quel ragazzo il suo piccolo segreto. L'unica cosa negativa di quel folle amore era che ogni tanto, Angele si ritrovava a piangere per lui. E questo, proprio non le andava giù. Come poteva buttarsi giù in questo modo per un ragazzo che non sapeva nemmeno della sua esistenza? Lo trovava inconcepibile. Eppure, ogni volta che lo vedeva scherzare con i suoi amici, o leggere un libro in biblioteca, sentiva di amarlo con tutta se stessa. Le piaceva rappresentare quell'insolita situazione, con una frase che scarabocchiava ovunque ormai, ogni volta che si ritrovava a pensare a lui. L'aveva scritta in ogni quaderno, sul polso e sui post-it. "I've fallen for your eyes, but they don't know me yet". Se la ripeteva ogni giorno quella maledetta frase e sperava che un giorno, anche lui si sarebbe inbattuto nei suoi occhi. La campanella la riportò alla realtà. Attraversò con lo sguardo basso il corridoio fino a raggiungere la sua classe. 
In quel momento l'unica cosa che doveva avere in testa era la filosofia.


 
«««««««»»»»»»» 



Il cielo grigio fuori dalle finestre non gli era sembrato mai così intenso ed interessante. Si ritrovò a chiedersi solo in quel momento, cosa ci fosse al di là dei palazzi che vedeva all'orizzonte. Se non fosse stato per la voce pacata del professore che ripeteva il suo cognome, il ragazzo avrebbe volentieri continuato a fissare il vuoto. 
«Signorino Malik, potrebbe gentilmente spiegare a tutta la classe, cos'è che ha la finestra più interessante della mia lezione?»
Il professor Silveston lo guardava attraverso i suoi occhiali, attendendo una risposta. 
Zayn sbuffò, indeciso sul rispondere a tono o lasciar perdere.  «Mi scusi professore» si limitò a dire alla fine, impugnando la penna e tornando a scarabocchiare sul foglio. 
La lezione sembrava non voler finire e il suono della campanella, suonò come musica alle orecchie del giovane. 
Uscì di corsa dalla classe ed imboccò il corridoio. Sistemò il cappello nero sui capelli altrettanto scuri ed entrò in biblioteca. 
Zayn era un ragazzo abbastanza anonimo. 
Lo era per il semplice motivo che non faceva parte di nessun gruppo che la scuola creava. Non era tra i popolari ne tra i nerd. Era anonimo. Non che non avesse personalità anzi. Nei suoi silenzi nascondeva mille parole e nei suoi occhi interi mondi, universi infiniti. Era un ragazzo con una buona reputazione, buoni voti ma sentiva sempre un vuoto agli angoli del cuore. 
Sperava che un giorno, sarebbe riuscito a trovare qualcuno che potesse colmare quel vuoto. Così non avrebbe più sentito quel prurito fastidioso agli angoli del cuore ogni volta che uscendo da scuola, vedeva delle dolci coppie abbracciarsi. Zayn, per quanto fosse un ragazzo di bell'aspetto era solo. Solo per il semplice motivo, se si può definire semplice, che le persone non avevano abbastanza forza e determinazione per scavalcare quel muro che erano i suoi silenzi. Aveva avuto qualche relazione, ma tutte si erano concluse allo stesso modo. 
Perciò Zayn aveva per così dire rinunciato all'amore, stanco ormai di ritrovarsi ogni volta con il cuore in frantumi. Immerso nei suoi pensieri più profondi afferrò un libro dalla grande libreria e si mise seduto a leggere. Lo sguardo fisso sulla pagina, ma i pensieri altrove. Triste a dirlo, ma pensava ancora a quel vuoto nel cuore. Durante quel freddo Settembre, gli sarebbe piaciuto tanto stringere qualcuno e scaldare il proprio cuore. In quel esatto momento, come richiamato da qualcosa, il giovane alzò lo sguardo. Davanti a lui, una ragazza dai capelli mogano, era intenta nella lettura di un romanzo. Gli occhi verdi, erano puntati tra le pagine. Era completamente avvolta in un maglione e sembrava non curarsi di nulla. Zayn abbassò improvvisamente lo sguardo, dopo essersi reso conto di essere rimasto a fissarla per minuti interminabili. Si sentiva leggermente in imbarazzo e tornò a fissare il libro, senza però riuscire a leggerlo. Pensava a lei. Il giovane sentì improvvisamente il bisogno di conoscere il suo nome. L'unico problema era che lui non era un tipo senza pudore. Avrebbe avuto sicuramente dei problemi a spiccicare parola con lei. Tentò invano di concentrarsi sul suo libro, ma l'idea di parlarle gli torturava la mente. Era come un richiamo che non poteva ignorare. Alzò di nuovo lo sguardo scuro e vide la giovane abbassare lo sguardo. Lo stava guardando. I lineamenti del giovane furono stravolti da un sorriso involontario. Fu in quel momento che Zayn prese la decisione di alzarsi e affiancarsi alla ragazza. 
Durante i pochi metri che aveva attraversato per raggiungerla si era creato un mini dialogo in mente, nonostante fosse sicuro che nulla sarebbe andato secondo il suo copione. 

 
«««««««»»»»»»»


«Emh scusa»
Angele alzò lo sguardo dal libro e si scontrò contro degli occhi scuri. Solo dopo qualche attimo realizzò con chi stesse parlando. Il ragazzo di cui era follemente innamorata le stava rivolgendo la parola. 
«Stai leggendo Orgoglio e pregiudizio?» domandò il giovane sedendosi accanto a lei. Angele spostò lo sguardo sul libro e annuì lentamente. 
Un moto di delusione si era innescato nella mente di Angele, fermamente convinta che al ragazzo fosse interessato al suo libro e non a lei.
«E' un libro stupendo» continuò il ragazzo. Angele accennò un sorriso. 
Il libro è stupendo, non tu. 
Lo sguardo della ragazza si incupì improvvisamente, mentre quel pensiero le rimbombava nella testa. 
«Adoro il signor Darcy ed Elizabeth. La tenacia di quella ragazza mi sorprende. Tu invece? Chi preferisci?»
Mentre Zayn pronunciava quelle parole si ritrovò a pensare che fosse alquanto ridicolo. 
Angele dal canto suo temeva di parlare, colta dall'improvviso presentimento che la sua voce sarebbe risultata spezzata dall'emozione. 
Ma poi, rispose. 
«Elizabeth ovviamente. Ed effettivamente anche il signor Darcy. Il suo sarcasmo mi affascina.»
La parole della giovane risuonarono come musica nelle orecchie di Zayn.
Sicure e schiette. 
«Giusto» affermò il giovane in un sussurro. «Dio, non mi sono presentato. Io sono Zayn.»
Angele fissò il ragazzo. Zayn. Così si chiamava il suo sogno. E in quel momento, la giovane non poteva far altro che pensare che Zayn, fosse il nome più bello di quell'universo, che Zayn sarebbe diventato il suo nome preferito. E sapeva anche che da quel momento in poi, avrebbe scritto ovunque il nome Zayn, in ogni quaderno, sul polso e sui post-it e che la famosa frase sarebbe stata sostituita da quel nome, perché adesso Zayn conosceva i suoi occhi.
«Io sono Angele.» La ragazza sorrise involontariamente quando sul volto del ragazzo si formò un sorriso. 
Un sorriso che nessuno dei due avrebbe dimenticato. 

«««««««»»»»»»»
 
Settle down with me
Cover me up
Cuddle me in
Lie down with me
Hold me in your arms
Your heart’s against my chest
Lips pressed to my neck
I’ve fallen for your eyes
But they don’t know me yet
And the feeling I forget
I’m in love now




Erano passati tre mesi da quel giorno. In quei tre mesi Zayn e Angele non si erano lasciati per un secondo. Pomeriggi passati in biblioteca a scrutarsi, ad osservare l'uno i comportamenti dell'altro. Ore ad ascoltare musica, stesi su un prato. Notti a guardare le stelle in silenzio. Ed ogni volta che si sfioravano, che si sorridevano, che si abbracciavano, Angele sentiva un peso in meno sul petto e Zayn non sentiva più quel fastidioso prurito agli angoli del cuore. Adesso, durante quel freddo Dicembre appena iniziato, Zayn e Angele, guardavano un film stesi sul divano coperti da un infinità di coperte. In quei tre mesi, erano diventati i classici migliori amici. 
Angele bloccata tra mente e cuore e Zayn che crollava lentamente nella trappola dell'amore. La giovane che era riuscita finalmente ad avere ciò che voleva, non aveva affatto intenzione di dichiararsi, per paura di rovinare tutto. 
Zayn dal canto suo temeva lo stesso. Ora che aveva trovato qualcuno che sapeva apprezzare i suoi silenzi, avrebbe fatto di tutto pur di non rovinare nulla. 
Entrambi troppo spaventati da qualcosa per ottenere quel qualcuno
Angele si lasciava tranquillamente cullare nelle braccia di Zayn mentre gioiva nel sentire il cuore del giovane, battere con il suo.
Solo quando Angele si strinse di più a lui, Zayn sentì scoppiare qualcosa nel cuore. 
Il sentimento che aveva dimenticato, aveva colmato il vuoto agli angoli del cuore. 
Era innamorato adesso. 
«Angele»
La ragazza alzò il capo, scontrando gli occhi verdi in quelli scuri del giovane.
«Cosa Zay?» domandò la giovane. Zayn prese un respirone e guardò la ragazza per attimi infiniti. 
«Sono innamorato di te» disse in un sussurrò il giovane.
Niente di più semplice.
Niente di più.

Ma sul volto di Angele, le lacrime iniziarono a scorrere copiose, mentre un sorriso stravolgeva i lineamenti della ragazza. 
«Dio, Zay, anche io»


 
Kiss me like you wanna be loved
Wanna be loved
Wanna be loved

This feels like I’ve fallen in love
Fallen in love
Fallen in love


Fu in quel momento che le labbra di Zayn incontrarono per la prima volta quelle di Angele. 
Un bacio di quelli lenti. 
Quelli dati ad occhi chiusi e labbra leggere. 
Quelli che ti allontani piano, ci si guarda negli occhi e scoppia l'amore.


 

Settle down with me
And I’ll be your safety
You’ll be my lady
I was made to keep your body warm
But I’m cold as, the wind blows
So hold me in your arms
My heart’s against your chest
Your lips pressed to my neck




«Zay ho freddo, chiudi quella finestra!»
Angele si rivoltò nel letto, coprendosi con le coperte. Aveva la febbre e il suo fidanzato si divertiva fin troppo a farle prendere freddo. 
Il giovane entrò sorridente nella stanza, con un vassoio in mano. 
«Siediti qua con me» lo implorò Angele, dopo essersi seduta sul letto, con la schiena contro la spalliera. 
Zayn appoggiò il vassoio sulle coperte e si mise seduto accanto a lei. 
La giovane affondò nelle braccia del ragazzo e lasciò che fossero quelle a scaldarla.
Zayn era la sua medicina, il suo antidoto.
Il corpo di Zayn era stato creato per scaldare quello di Angele. 
Petto contro petto, cuore contro cuore, labbra contro labbra.

So kiss me like you wanna be loved
Wanna be loved
Wanna be loved


This feels like I’ve fallen in love
Fallen in love
Fallen in love





Ehi ciao!
Siamo arrivati in fondo. 
Non so esattamente per quale assurdo motivo ho scritto questa OS e non chiedetemelo ma beh, l'ho fatto.
E' la prima che pubblico e che spero non cancellerò, dato che la routin alla fin fine e sempre la stessa:
Pubblico una OS o una Long, non ricevo recensioni, mi deprimo pensando di essere uno schifo nello scrivere e la cancello.
Bene, ho deciso che non cancellerò questa OS, qualunque cosa succeda. 
Se le recensioni ci saranno bene, anzi benissimo, ma se non ci saranno, mi accontenterò delle viste.
Non mi reputo una grande scrittrice, non lo so anzi, ma faccio del mio meglio. 
Qualunque sarà il destino di questa OS, ne rimarrò sempre orgogliosa. 
Orgogliosa per il semplice fatto che sono riuscita a postarla, fregandomene altamente di ciò che ne penseranno gli altri leggendola o del fatto che ci sono persone che scrivono molto meglio di me. 
E possiamo dire, che questa OS è anche un tributo ad Ed, quel poeta dai capelli rossi che non può essere definito un semplice "cantante".
E ovviamente è anche dedicata a Zayn, anche se non lo saprà mai. 
E' dedicata a lui e a quel suo essere se stesso. 
Lo amo e non smetterò mai di dirlo. 

Adesso che vi ho rotto abbastanza le scatole, credo sia l'ora di congedarmi, sperando che questo piccolo angolo autrice non vi abbia annoiato. 
Un abbraccio ai poveri lettori arrivati qua giù in fondo 
Christina 
   
 
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