Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: Edward    15/10/2008    9 recensioni
[Flashfic su Black*Star]
Black*Star era casinista, era forte. Lo sapevano tutti.
E poi era successo.
Bam. La Star non era più tale.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Barbed Wire Soul
Serie: Soul Eater
Personaggi: Black*Star
Rating: Giallo
Genere: Introspettivo
Avvisi: Flashfic
Timeline: Prima del capitolo 29
Note: Questa è la mia prima fanfic su Soul Eater, e cazzo, non ci credo, è su Black*Star! xD Doveva essere su...Chrona, o Giriko, o Stein! Ma lui, cioè...(mi piace, sia chiaro, ma...non è esattamente il tipo di fic a cui aspiravo)
...bah...comunque. Era una vita che non scrivevo, quindi yatta!, mi va bene qualsiasi cosa passi il convento.
Il titolo è riferito all'unico album pubblicato dai BlackStar Rising.



Barbed Wire Soul





Erano poche le cose di cui Tsubaki Nakatsukasa era assolutamente certa. Le aveva sempre tenute presente, contandole di tanto in tanto sulla punta delle dita quando aveva bisogno di sapere che erano tutte lì, che andava tutto bene.
Per prima cosa, c'era Shinigami-sama. Era lì, era presente, e a Death City non sarebbe mai successo niente. Poi c'erano Maka e Soul, Death the Kid e le sorelle Thompson. C'erano Ox, Hero, il professor Stein. Il piccolo gruppo di persone che sapeva ci sarebbe stato. Bene o male, c'era Masamune.
E poi c'era quell'ultima, piccola certezza che non aveva neanche bisogno di ricordare, poiché l'aveva sempre davanti agli occhi.
Black*Star era Black*Star.
Era casinista, era forte. Era con lei, nonostante l'avesse sfruttato, imbrogliato preso usato e poi gettato, cosa per cui ancora certe volte sentiva in bisogno di scusarsi, congiungendo le mani e chinando il capo.
Black*Star era imbattibile.


E poi era successo.
Bam, come un colpo di cannone, la certezza era crollata. Ridotta in frantumi, piccoli pezzi di vetro che il Meister sentì ad uno ad uno conficcarsi dentro di sé -nella carne, nello spirito, nell'orgoglio- quando, quella volta, aveva fallito. Si era distratto, o forse si era concentrato troppo, e il Kishin -una specie di maniaco fottutamente forte che non l'aveva neanche guardato in faccia- lo aveva fatto sbagliare con la propria pazzia.
Da lì, era cambiato tutto.


La Star non era più tale, e una piccola, sottile e graffiante consapevolezza si era fatta strada nella mente del Meister.
Non era forte.
Non lo era abbastanza.
Perdeva tempo ad urlare, ad agitarsi, sbraitando di essere il migliore, di essere la Star.
E lo era. Lo era, cazzo, lo sapeva. Ne era certo.
La sua ora non era più la consapevolezza dettata solo dall'entusiasmo e dalla smania di fare a botte che aveva sempre avuto. E dopo lo scontro contro il samurai, si era trasformata in qualcosa di diverso. Di più chiaro, più sentito, più certo. Doveva solo dimostrarlo a tutti. A sé stesso. Ancora una volta.
Non aveva bisogno di Tsubaki.
Non più, non ancora.


Aveva perso contro il Kishin.
Aveva perso contro Mifune.
"Ora basta."
Black*Star non è più il moccioso casinista che gioca a fare il Ninja. Ha lottato, è caduto. Ed ora si è rialzato.
E farà vedere a tutti di cosa è capace.



Perchè lui è la Star!



   
 
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