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Autore: dragonqueens    18/10/2014    0 recensioni
Celeste è una dolce ragazza di 16 anni costretta continuamente a cambiare casa insieme alla zia e al fratello maggiore per problemi. Finalmente hanno trovato la casa perfetta ed è da un anno che ci abitano. Purtroppo un giorno la nostra Celeste vede qualcosa che non doveva e non voleva vedere e scappa piangendo dalla zia, l’unica persona che le è sempre stata vicina. Sua zia le da la possibilità di fare uno scambio e si ritrova in un’altra vita dove pensa di aver sempre vissuto e dove ha tutti i suoi amici. Con i ricordi di quella vita si uniranno anche quelli della precedente di cui non ricorda nulla. Ma solo la vicinanza con Lui le fa ricordare i fatti successi prima dello scambio.
Riuscirà Celeste a ricordare la sua vita passata e in quale mondo deciderà di vivere? Ma soprattutto riuscirà a trovare l’amore della sua vita o è tutto un sogno?
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGELI
Chi non trova il paradiso quaggiù
non lo troverà neanche in cielo .
Gli angeli stanno nella casa
accanto alla nostra
ovunque noi siamo .
(Emily Dickinson)
Angeli vedi nella prima luce
tra la rugiada curvarsi,
Cogliere e volar via con un sorriso:
crescon per loro i fiori?

Angeli vedi quando il sole infuria
tra le sabbie roventi,
cogliere e volar via con un sospiro:
ed i fiori avvizziti con sé portano.
(Emily Dickinson)
Un angelo caduto è colui che ha dismesso le ali imparando a camminare su questa dannata terra.
( frase presa da internet, non so di chi sia)
 
Gli Angeli giovani sono eterni cavallini bianchi che cavalcano le nuvole del mondo, spesso quando piove, tra i boschi ed i prati verdi, si sente nell'aria un odore di pulito, incontaminato, dato dalla purezza de loro cuori. Questi cavallini bianchi hanno ognuno un cavaliere .
( frase presa da internet, non so di chi sia)
"Per quanto riguarda gli Angeli... a loro è stata affidata la cura e la protezione dell'uomo.
A loro perciò compete, in obbedienza a Dio,essere solleciti per la nostra salvezza; e quando pregano per noi altro non fanno che compiere il loro dovere.
Dio ha stabilito che tutti"gli Angeli si occupino della protezione dei giusti"
(Giovanni Calvino)


"La figura angelica si colloca a metà tra ciò che è materiale e ciò che non lo è; l'Angelo è l'essere di confine che rende la materia metafora dello spirito, così come la luce reale lo è di quella inaccessibile.
Per questo e in questo senso è l'essere di luce, l'uomo d'aria, dove l'anima si confonde con la materia"
(Marco Bussagli)
"Gli Angeli sono spiriti potenti, gloriosi, beati, distinti nelle loro persone, divisi secondo la loro dignità, fedeli fin dall'inizio alloro ordine, perfetti nella loro natura, eterei nel corpo,immortali, fatti e non creati impassibili, vale a dire per grazia e non per natura; puri nella mente, buoni nella volontà, devoti a Dio, totalmente casti, unanimi nella concordia,
sicuri nella loro pace, creati da Dio, consacrati alla sua lode e al suo servizio"
(San Bemardo)
………

Ed ecco che milioni di frasi, aforismi, poesie, pensieri sugli angeli mi risuonavano nella testa mentre dormivo dolcemente appoggiata sulla spalla di Castiel. Dolci poesie che non avevo mai sentito mi entravano in testa e, senza volerlo, riuscivo a scorgere senza fatica alcuna il significato. Tutto girava intorno agli angeli. Angeli: esseri celestiali fatti di luce e aria, dediti a Dio e protettori degli uomini. Molti, ancora alle origini della terra, furono scacciati e si rifugiarono nell’inferno per aver seguito Lucifero e diventarono così demoni. Demoni: creature contrapposte agli angeli. Desiderosi di potere e portatori di caos e sventure. Oltre ai demoni dell’inferno e agli angeli del paradiso ci furono angeli che non scelsero con chi schieransi, non scelsero Dio e nemmeno Lucifero, e così caddero. Insieme ai demoni precipitarono per nove giorni fino ad atterrare sulla terra dove, scordandosi in un primo momento chi erano. Vagarono senza metà prima di ricordare le loro origini. Vagarono fino a ricongiungersi con coloro che ritenevano propri amici e compagni. Da quel giorno vissero per sempre. Per sempre può essere tantissimo, ma per loro non era niente. Potevano aspettare anche miliardi di anni prima di rientrare in paradiso. Non avrebbe fatto differenza. Ma ciò che rese duro il loro cammino furono gli angeli e i demoni che cercavano di ucciderli perché erano degli ostacoli per il loro scopo finale. Anche gli angeli del paradiso commisero gesti ignobili e ci furono demoni che aiutarono i caduti. Quindi, ditemi il senso di dire che i demoni sono cattivi e gli angeli buoni? Sono tutte bugie quelle che sentiamo. Nessuno è veramente cattivo e nessuno è veramente buono. E so che sarebbe bello credere che sia tutto bianco e nero, che esistano solo il bene e il male, che gli eroi siano realmente eroici e i malvagi siano veramente cattivi, perché ho imparato a mie spese che raramente la vita è così semplice. Persone buone possono compiere gesti assolutamente tremendi mentre altre cattive a volte ti sorprendono con estemporanee buone azioni. Alla fine, questi angeli caduti continuarono a essere perseguitati, uccisi, massacrati. Dovettero scappare e nascondersi dalle lance sacre e dalle spade maledette, unici mezzi che potevano ucciderli. Si nascosero tra gli umani, si abituarono a vivere come loro e insieme formarono delle famiglie.
Non pensate che sia bello avere il proprio angelo custode che abita nella casa accanto? Che bello sarebbe sentire che ci sia qualcuno che ci protegge. Poter andar avanti senza voltarsi perché sappiamo che nessuno ci può attaccare da dietro perché l’angelo custode ci protegge e ci copre le spalle. Sarebbe bellissimo.
Ma come si sentono veramente gli angeli? Dicono che possono aspettare. Ma… ma ecco secondo me quello che vogliono non è tornare in paradiso ma avere qualcuno che gli ami. Poter stare accanto a una persona che gli ama dal profondo del cuore con cui poter passare l’eternità. Per questo furono cacciati. Osarono chiedere al Trono di poter amare qualcuno all’infuori di lui. Non furono accontentati. Ma il Trono non aveva capito che lui sarebbe stato il primo amore. Pensava che gli volesse tradire come hanno fanno Lucifero e i demoni. Così si divisero in tre fazioni: angeli, demoni e angeli caduti. Le prime due erano le più grandi e cercavano di uccidere le componenti dell’altra. I loro numeri erano uguali. Non uno in più e non uno in meno. La terza, quella degli angeli caduti, cercava solo di sopravvivere per portare la pace sulla terra.
Ecco la storia che ricordo degli angeli. Ma sapete qual è il bello? Io non ho mai letto niente sugli angeli. È come se sapessi già queste cose. Una specie di wikipedia mentale sugli angeli.  Bastava che mi concentrassi su una parte del mio cervello e questa la sentivo infiammarsi e le informazioni mi arrivavano in un secondo. Ma quando dormivo le informazioni arrivavano senza che io lo volessi. Continua così circa da quando ho memoria. Avevo chiesto anche alla zia cosa significasse e lei mi ha risposto che quando sarebbe arrivato il momento l’avrei scoperto da sola. Questo mi preoccupava. Quando qualcuno dice così la cosa in questione è importante. Io mi ero auto convinta che non lo fosse e che le parole della zia erano solo per scherzare, ma dentro di me sentivo che poteva succedere qualcosa. Qualcosa di tremendamente brutto o di tremendamente bello da sconvolgere il corso degli eventi. Questa sensazione mi faceva paura. Da quando Castiel era arrivato a scuola questa sensazione era incrementata ancora di più e inoltre di notte continuavo a fare sogni strani come se avessi già vissuto tutto questo ma in maniera diversa, quasi contraria. Non ce la facevo più, la mia testa stava scoppiando. Sentivo come se degli aghi di ghiaccio rovente mi si conficcassero nella nuca fino a perforarla da parte a parte. Avevo dei dolorosi conati di vomito. Ogni notte, da quando il rosso era arrivato a scuola, continuavano i dolori. E ogni notte quando pensavo che il dolore fosse arrivato al culmine lo superava e per fortuna che mi vegliavo se no non saprei che cosa fosse potuto succedere. E anche in quel momento della storia era arrivato al culmine e tra qualche minuto l’avrebbe superato totalmente. Mancava poco. Gli aghi si stavano moltiplicando a vista d’occhio. L’avevano superato. In quel momento il dolore era incredibilmente forte. Aaaaah. Tra poco pensai mi sveglierò. Tra poco. Mancava poco. Ma a me sembrava moltissimo. Ecco il traguardo. Finalmente. Sveglia. Ero sveglia. Un po’ sudata ma ero sveglia. Il male era passato. Almeno pensavo.
 
Riaprii lentamente gli occhi, molto lentamente. Era vero che mentre dormivo avevo sempre male, ma dopo che mi ero svegliata il dolore era scomparso, mentre in quel momento sentivo un grande peso sul petto. Non faceva male come i dolori dormienti (nome che gli ho dato), me lo stava soltanto schiacciando come se me lo volesse stritolare. Quando riaprii finalmente gli occhi aspettai due secondi, il tempo che i miei occhi si abituino alla luce, per vedere cosa stava succedendo al mio petto. Passati, guardai in basso e notai che quel qualcosa che mi stava schiacciando era un qualcuno. Quel qualcuno era una persona che conoscevo e che conosco ancora adesso. Una persona molto scorbutica e brontolona. Si veste sempre con gli stessi colori: rosso e nero. A una marea di capelli tinti di rosso che in quel momento erano un po’ scompigliati come i miei penso. Quella carissima persona era il mio compagno di banco Castiel. Il nostro carissimo Castiel si era fatto un dolce riposino sul mio petto, usando il mio seno come cuscino e, per di più, stava anche sbavando. Si può essere più animali di così, pensavo di no ma in futuro avrei scoperto tante altre cose più animali che facevano i ragazzi. Stava ancora beatamente dormendo quando sulla mia fronte uscì una vena rossa pulsante di rabbia, il mio braccio destro si alzò e la mia mano destra si chiuse a pugno. Scaraventai un pugno adesso al ragazzo, che lo feci cadere per terra e risvegliare dal suo sonno beato. Si risvegliò per terra e ci vollero due o tre minuti perché capisse quello che era appena successo. Appena il suo cervello da primitivo comprese che una guancia gli faceva male, mi guardò male e mi urlò arrabbiatissimo tenendosi una guancia dal dolore (come se gli e l’avessi tirata forte!) :”ma che ti passa per la testa?! non sarai mica stupida?!” Era proprio incazzato nero. Ma io non ero da meno. Anzi sarei dovuta essere io quella arrabbiata, visto quello che stava facendo il pomodoro sul mio petto.
“semmai lo stupido sarai te! Anzi tu sei un animale o meglio ancora sei un primitivo!”gli urlai contro a mia volta.
“almeno io non vado a dare pugni in faccia alla gente!” mi rispose sempre urlando. Ma si può sapere che cos’aveva in testa quel cretino. Io i pugni gli do a persone che se li meritano e non a casaccio! pensai arrabbiatissima.
“Almeno io non dormo sul petto delle persone” gli risposi a tono. Speravo vivamente che avesse capito di cosa stavo parlando perché non avevo molta voglia di aggiungere altro.
“che? Bah lasciamo stare me ne vado”e se ne andò lasciandomi li da sola a riflettere sugli angeli, demoni e a come ho fatto a prendermi una cotta per lui quando ero ancora insieme a Lysandre. Pensandoci bene non me ne sono nemmeno accorta quando mi sono innamorata. È successo tutto in un batter d’occhio. Quel sentimento mi ha colpito dritto nel petto subito al nostro primo incontro. Era stato un colpo di fulmine dritto nel mio cuore. Anzi, questo sentimento, questa sensazione di amarlo era come se l’avessi già provata prima, ma non ricordo dove e quando. Sembrava un amore che andasse avanti da secoli. Non lo sapevo come spiegare, ma era come se lui fosse stato il mio centro del mondo non dal nostro primo incontro ma da sempre. Dall’eternità. Come era possibile? Sarebbe stato troppo bello scoprirlo subito, senza alcuna fatica. Invece, avrei dovuto superare mare e monti per scoprire la verità. Una piccola grande verità che mi avrebbe cambiato la vita oppure che me la avrebbe riportata alla sua origine.
Finito il mio lunghissimo ragionamento mi venne il dubbio di quanto avevamo dormito. Presi il cellulare, lo accesi, guardai il display per scoprire che erano le quattro e mezza e che Rosalya mi aveva mandato trentatre messaggi. Inizia a leggere quella lunga serie di messaggi. Presi il primo che mi basto per capire che ero in super ritardo per andare a far shopping con Rosalya e che la ragazza si era già trasformata in super sayan. Iniziai a sudare fretto. Non volevo immaginare cosa avesse scritto sui messaggi successivi e nemmeno cosa mi avrebbe fatto dopo perché sapevo di essere morta. Sospirai. Presi tutte le mie cose e mi diressi verso il centro commerciale. Ancora non so come faccio a essere viva adesso.
 
Per fortuna il centro commerciale era vicino alla scuola e ci misi poco tempo ad arrivare perché se no, molto probabilmente, Rosalya si sarebbe evoluta in mega Rosalya senza l’aiuto di nessuna pietra Pokemon speciale. Quindici minuti dopo ero già entrata e stavo cercando con gli occhi la ragazza. La trovai che si stava provando un abito da sera molto scollato e molto corto, che lasciava in bella vista parti che avrebbero fatto sbavare e non solo la maggior parte degli uomini. Pensandoci bene Rosa era un attira depravati perché la maggior parte delle volte che si trovava da sola in qualche luogo pubblico veniva subito adocchiata da persone poco raccomandabili. Per fortuna che c’ero io. La super Celeste riusciva sempre ad intervenire in difesa dell’albina e quindi alla ragazza non era mai successo niente di serio solo qualche spavento. Come riuscivo a mandare via i pervertiti? Semplice! Avevo fatto per anni karate e il mio calcio riusciva a spaccare non so quante ossa del corpo.
Ma oggi fortunatamente Rosa stava bene, si stava provando un bell’abito, ma non era molto felice. Da lei usciva un’enorme aura negativa ed aveva una faccia da “ora t’ammazzo”. Dire che avevo voglia di girarmi e scappare a gambe levate era dir poco, volevo: scappare, prendere un biglietto per il Messico andarci, nascondermi e quando le acque si sarebbero calmate mi sarei stanziata li per tutta la vita e avrei messo su famiglia. Ma il mio orgoglio mi impediva di scappare, così mi incamminai verso Rosa o meglio verso la Morte. Mi avvicinai sempre di più e con mia sfortuna scoprii che Rosa da vicino sembrava ancora più arrabbiata. I suoi lisci capelli argentei erano diventati simili a dei serpenti. Sembrava l’incarnazione di Medusa nel ventunesimo secolo, anche se penso che Medusa faccia meno paura e, per di più, Rosalya non aveva bisogno di guardarti in faccia per trasformati in pietra. Ci riusciva col pensiero.
Arrivata da lei mi dovetti subire quindici minuti di rimproveri di Rosa e, sinceramente, avrei preferito che mi ammazzasse sul colpo. Finito di parlare (stranamente ci ha messo poco quella volta) mi disse di entrare in camerino e di provare gli abiti che aveva scelto. Entrai nel camerino. Guardai gli abiti appesi. Sospirai. Rosa non cambierà mai pensai. Mi aveva portato gli abiti più eleganti e seducenti che era riuscita a trovare. Per non farla arrabbiare ancora di più indossai il primo che mi capito sotto mano. Era un bellissimo abito azzurro cielo senza spalline e stretto in busto. La gonna era a strati bianchi sotto e celesti più sopra e mi arrivava a metà coscia. La scollatura era un po’ troppo pronunciata per i miei gusti ma nel complesso era davvero un abito bellissimo. Metteva in risalto le mie forme, era sensuale ma anche semplice, un po’ da bambina ma anche da donna, ma, soprattutto, era CELESTE. Io adoro il celeste. La maggior parte dei miei vestiti e dei miei oggetti era di quel colore (lo è ancora adesso). So che mi prenderete in giro visto che mi chiamo come il mio colore preferito, ma io lo amo il celeste. Lo amo, lo amo e lo amo ancora. Rappresenta il mio carattere alla perfezione. Sono una ragazza allegra, limpida e spensierata, un po’ come il cielo sereno: allegro, limpido, spensierato e, ovviamente, celeste. Potrei essere l’incarnazione del cielo in terra. Insomma, sono celeste in tutto e per tutto: occhi, carattere e nome (capelli no… per adesso). Il celeste mi rende felice. Quando indosso qualcosa di quel colore è come se potessi volare nel cielo più sereno. Insomma, avete capito che mi piace il celeste.
Ritorniamo nel camerino.
“hey! Esci che ti voglio vedere!” mi urlò Rosalya fuori dal camerino. Quella ragazza diventava troppo rumorosa quando entrava in un negozio. Si metteva ad urlare per ogni cosa. Ogni minima cosa!
“sisi esco!” gli risposi. Scostai la tendina ed uscii. Appena fuori l’albina inizio ad analizzare ogni minimo dettaglio. Secondo me l’albina aveva dei super poteri che la aiutavano a trovare tutti i difetti e i pregi. Appena trovati i difetti riusciva a eliminarli con ago e filo e molto talento. Ogni abito diventava così perfetto per la persona che lo indossava. Non c’era da stupirsi che tutte le ragazze della scuola andassero da Rosa per dei consigli sull’abbigliamento. Rosa era la regina della moda e del perfezionismo. Ogni cosa doveva essere perfetta per lei. Anche io. Ogni settimana avevamo delle sedute pomeridiane di shopping dove Rosalya mi faceva comprare una marea di abiti che avrei dovuto indossare. Di certo non mi tiravo indietro. Anche se i suoi abiti era un po’… emm… diciamo spinti, nel complesso e abbinati a diversi accessori il risultato era una meraviglia per gli occhi (soprattutto maschili).
Dopo vari secondi il verdetto di Rosa era: “perfetto come ogni cosa che scelgo per te, modestamente. Però gli manca qualcosa. Qualcosa che lo renderebbe veramente perfetto. Manca qualcosa da Celeste.”
“che ragionamenti stai facendo?” gli chiesi. Speravo non qualcosa di strano. “e poi perché mi devo prendere un abito elegante? Non ci sono feste per adesso.”
“e invece si cara mia. Le merdambra hanno organizzato una festa in Villa questo sabato” mi corresse. Per chi non lo sapesse Villa era un locale enorme dove noi giovani ci trovavamo per scatenarci, fare festa e bere fino allo sfinimento. Era il locale più in voga allora. Ogni persona che voleva fare una festa come si deve la organizzava lì. Il risultato? Si diventava popolare e per un mese si finiva sulla copertina del giornale scolastico per aver fatto la festa più bella del momento.
 Ah, le merdambra erano Ambra e le sue due amichette, le più stronze della scuola, anzi della città. No, a essere sinceri, dell’Italia. Erano manipolatrici e arriviste, dimostravano più anni di quelli che avevano e non avevano paura di niente.
Girava voce che ci fosse un video porno su YouTube col professore di storia (si, quello che mi aveva interrogato).
 Portavano gonne arrotolate fin all’orlo delle mutande, orecchini ad anello, smalto rosso, tacchi alti e trucco pesante, ma poiché i loro genitori finanziavano la scuola, a loro era concesso tutto.
Ogni anno davano una festa incredibile e se non eri nella loro lista, per farti invitare dovevi pregarle e umiliarti.
La festa dell’anno precedente era stata ripresa da MTV e lì erano venute fuori in tutta la loro arrogante idiozia.
“non ho intenzione di leccare il culo a quelle lì,e comunque non ci sopportiamo io e Ambra, non mi inviterà mai” la informai, anche se sapeva già queste cose. I litigi tra me e Ambra erano all’ordine del giorno.
“guarda che siamo già state invitate” mi informò lei con uno di quei suoi sorrisi che la sapevano lunga. Ma come cavolo aveva fatto? “non ti dico come ho fatto. Quindi è meglio se non ci pensi” una volta avevo il presentimento che mi leggeva nella mente. Oppure che tra di noi c’era un filo invisibile  che ci legava e che faceva passare i nostri pensieri. Io odiavo quel filo invisibile. Ogni volta che dovevo fare una sorpresa all’albina lei lo scopriva subito. Mentalmente imprecavo e lei lo capiva sempre.
“ma devo proprio venire?” le chiesi con un po’ di speranza. Non avevo la minima voglia di andare a quella festa dove mi sarei sentita fuori posto “e poi… non so cosa mettere!”piagnucolai.
“lo stiamo decidendo adesso infatti”. La mia speranza stava volando via.
“ma Rosa … nemmeno a Lys piacciono questi tipi di feste!” riprovai. Bisognava sempre essere in coppia a quelle feste, se no si era degli sfigati.
“ma chi ha detto che andrai con lui?! Tu andrai con Castiel, cara mia!! Muahaha!!!” mi disse con una risata satanica. L’avevo già detto che Rosa mi faceva paura? Aggiungo anche che era un po’ psicopatica. Nella sua bella testolina elaborava ogni sorta di piano per mettere insieme una persona. Ogni sorta di piano significa che andavano da piani semplici a piani complicati che nemmeno super geni sarebbero riusciti a capire. Non sto qui a spiegare come sono o come fa perché non lo so nemmeno io. Chiedete a qualcuno di più qualificato.
Immagina di essere al mio posto. Voi con un abito magnifico addosso che state parlando con la vostra migliore amica di una delle più belle feste dell’anno (a cui non vuoi nemmeno andare) e che ad un certo punto scopri che non andrai nemmeno col tuo ragazzo ma col tuo vicino di banco. Vuoi che reazione avreste avuto. Sapete io cosa ho fatto? Strinsi le labbra fino a farle diventare una linea e i miei occhi diventarono due puntini. Insomma, avevo una poker face. Rimasi impalata per circa quindici minuti prima di riprendermi. Rosa mi stupiva sempre. Ogni giorno si inventata le cose più strane e assurde. Dai. Ve lo immaginate io e Castiel vestiti con abiti da sera in discoteca a ballare e strusciarci tra di noi? Io no. Beh dai forse un pochino si, ma la mia immaginazione era un po’ perversa.
“Ros … Rosalya che cazzo stai dicendo?” imprecai verso di lei.
“modera i termini signorina! E poi anche Lys e Castiel sono d’accordo!” mi informò come se fosse la cosa più naturale del mondo. “prima di venire qui, ho chiesto a Lysandro se voleva venire alla festa. Lui non poteva, però ha detto che potevi andare con Castiel. Anche a Castiel va bene questa cosa”
“che? Non ha senso sta cosa!!!!!!” perché Castiel sarebbe dovuto andare alla festa con me?
“ha più senso di quel che pensi” mi disse con un tono strano. Si era fatta seria tutta d’un tratto. Che cosa avrà voluto dire?
Visto che non potevo discutere con Rosa, accettai. Cosa sarebbe mai potuto succedere? Di certo non potevo immaginare una cosa così.
Quando finimmo di parlare della festa ritornammo nei camerini e ci provammo altri vestiti. Alla fine scelsi il primo che provai e Rosa una tubino viola a mezze maniche (scollatura nella norma stranamente). Pagammo. E tornammo alle nostre rispettive case. Fini così quella giornata particolare. Ma continuai a pensare a cosa mi era successo quel giorno e soprattutto al fatto che avrei voluto accarezzare dolcemente Castiel invece di tirargli un pugno. Il danno ormai era fatto. Non si poteva tornare indietro.
 
   
 
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