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Autore: moondance    15/10/2008    5 recensioni
PRE-TWILIGHT
Carlisle ed Esme dinanzi al vuoto lasciato dalla partenza di Edward.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Esme Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho mai scritto di Carlisle, consideratelo un piccolo esperimento, spero vi piaccia!!!

Angel


Chiusi il pesante portone di legno alle mie spalle e mi incamminai verso la camera da letto ma Esme mi precedette e mi venne incontro ansiosa.

“L'hai trovato? Sta bene? Dov'è ora?”. Dalla sua voce capivo che era in preda al panico. La abbracciai e la strinsi a me, accarezzandole i capelli.

“Calmati te ne prego.”

“Come posso calmarmi? Come... Dio, lui è la fuori, solo. Chissà cosa gli accadrà”.

La mia dolce Esme, amava Edward come un figlio e perciò reagiva come solo una madre avrebbe fatto.

“E' forte, giovane, e non è stupido. Inoltre ha una arma che noi non abbiamo. Non temere per la sua vita. Io temo piuttosto per la sua anima. Ho provato a parlare con lui...”.

Esme alzò il capo e mi inchiodò con lo sguardo.

“L'hai trovato? Perchè non è con te allora? Carlisle perchè non l'hai riportato a casa!”.

Le presi la mano e la trascinai verso il divanetto che tenevamo nel salotto. La feci accomodare e stringendole le mani cercai di alleviare la sua tensione.

“Ora calmati e ascoltami. Ho parlato con lui, è stato lui a venire da me. Ha detto che aveva letto i miei pensieri, che non poteva lasciarmi in una tale preoccupazione. Mi ha spiegato perchè è andato via. Non accetta il nostro stile di vita Esme. Mi odia, mi detesta perchè non gli concedo la libertà che tanto agogna.”

Avevo cercato di parlare con un tono di voce misurato, controllato, come era mia consuetudine, ma persino io stesso mi ero reso conto che qualcosa stonava. C'erano note di sofferenza che trapelavano. Sperai che Esme non si accorgesse del mio tormento, focalizzata com'era sul suo.

Sentii una lieve pressione alle mani, per qualche strano motivo ora non erano più le mie a stringere le sue ma le sue a tenere unite le mie, a far si che non si separassero.

“Non dire idiozie. Edward non ti odia. Non potrebbe mai, è talmente buono d'animo che credo non possa provare questo sentimento”.

Le sorrisi, non ero convincente, me ne rendevo conto. Dopotutto avevo ben impresso nella memoria lo sguardo torvo con cui Edward mi aveva osservato. Sentivo ancora il tono freddo della sua voce. Quasi volesse ruggirmi contro ma si trattenesse a stento.

Questa era la prova del mio fallimento. Questo mi dimostrava che ero un mostro, che per me non c'era redenzione.

Avevo preso un angelo, senza nessun diritto, e lo avevo gettato nell'inferno sotto mio insindacabile giudizio. Credevo di poter essere diverso dagli altri. In questo credevo ancora, avevo imparato ad usare le mie doti in modo altruistico. Credevo anche di poter rendere gli altri diversi. In questo non credevo più. Forse ero io ad essere difettoso, e per questo non riuscivo ad attaccare gli umani. Forse un giorno anche Esme mi avrebbe abbandonato ed allora sarei ripiombato nella solitudine totale.

“Io...Esme io so di averti deluso. So che ti porto un immenso dolore, un dolore che preferire provare nel mio petto anziché sapere che alberga nel tuo. Ti ho donato un figlio e per colpa della mia ideologia te l'ho strappato via. La cosa più terribile che potessi farti. Avrei preferito morire che infliggerti questa perdita. Io... se solo ci fosse un modo per...”

Delle dita gelide mi sfiorarono le labbra per metterle a tacere. Fissai gli occhi di Esme e colsi il cambiamento del suo stato d'animo. Sembrava che stesse prendendo consapevolezza di qualcosa.

“Non osare incolparti. Tu non puoi decidere per gli altri. Tu non mi hai portato via Edward. Non voglio più sentirti fare discorsi così avventati. Morire, tu. Non dirlo nemmeno per scherzo Carlisle. Mai. Edward ha scelto con la propria testa. Tu hai offerto a noi una possibilità. Anzi, molto di più. Ci hai concesso la vita. Ci hai ridato la nostra umanità. Sta a noi la scelta amore. Tu puoi solo suggerirci la via ma sta ad Edward decidere di intraprenderla.”

Sapevo che aveva ragione. Mi rendevo conto di non poter scegliere al posto di Edward. Tuttavia non ero sciocco. Se Edward decideva di agire in un determinato modo era evidente che fosse una diretta conseguenza dei miei insegnamenti, che, a questo punto, non potevo che considerare errati.

Qualcosa mi era sfuggito.

“Esme io... spero che Edward torni. So che le mie speranze non bastano a placare la tua angoscia. Ma sai che ripongo la mia fiducia in Dio e sai che per me la parola “spero” ha un profondo significato. Conosco Edward, il suo potere gli consentirà di agire con criterio. Mi rifiuto anche solo di pensare a lui come ad un mostro sanguinario. Edward è speciale. Come dici tu, ha una bontà d'animo senza precedenti. E' il nostro angelo e dovrà tornare, perchè la sua coscienza non può sopportare il peso di vite umane.”

Esme poggiò il capo alla mia spalla e sospirò. Sentivo che il suo corpo si stava rilassando a contatto col mio.

“Lo spero anche io, Carlisle. E quando lui tornerà, noi non dovremmo fargli pesare la sua scelta, ma gli saremo grati per essere tornato da noi”.

Chiusi gli occhi, sperando che quel giorno arrivasse il prima possibile. La vita da vampiro mi aveva abituato a non curarmi del tempo. I giorni erano attimi e gli anni settimane. Ma ora, ora che avevo perso una cosa per me vitale, ogni istante era sempre troppo lungo.

“Non ci sarà bisogno di discorsi. Quando tornerà sarà perchè avrà capito. Ho solo timore che possa soffrirvi troppo. Sappiamo entrambi quanto lui sia sensibile. Dovremmo amarlo come mai prima d'ora, per far sì che perdoni se stesso. Altrimenti lo perderemo per sempre”.

“Si”, disse Esme, accarezzandomi il viso, “lo accoglieremo come il figliol prodigo e faremo ogni cosa in nostro potere per renderlo felice.”

“Non temere, Esme. Non temere”, dissi.

Se Edward fosse mai tornato da noi, allora avrei prestato a lui quell'attenzione che avrei dovuto prestargli prima. Se fossi stato più attento, se mi fossi preoccupato di più per lui forse non saremmo giunti a questo. Ero stato sciocco, non avevo pensato alle sofferenze che sicuramente Edward provava ma non mi confidava. Dovevano essere le stesse che avevo provato io.

Il bisogno di qualcuno simile a te, in primis. Ma soprattutto, il bisogno di una compagna, di una persona che ti amasse anche in queste nuove spoglie. Qualcuno che ti volesse così come eri, vampiro, pericoloso, imperfetto, letale ma al contempo estremamente vulnerabile.

Avrei ucciso nuovamente qualcuno, per permettere a mio figlio di trovare questa persona, prima che per lui fosse troppo tardi per sperare ancora nell'amore e nella felicità.


  
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