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Autore: Tamar10    19/10/2014    3 recensioni
Sif conosce Loki da sempre e sa che lui appartiene alla notte. Quello che Sif non sa è che se tocchi l'oscurità ti sporchi e a poco a poco le macchie diventano una seconda pelle. Impossibili da lavare via
[Loki/Sif; 567 parole]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sif
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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C'era un detto fra le genti del nord: “Colui che parla bene sa mentire”. Quando lo sentì Sif scoppiò a ridere amaramente. Aveva sempre reputato gli esseri umani una razza stupida, vivevano troppo poco per conoscere abbastanza cose e ancora meno ne comprendevano veramente, eppure ogni tanto riuscivano ancora a sorprenderla con queste perle di saggezza.
 
Conosceva Loki da sempre. Se ripercorreva i suoi ricordi lui era sempre stato lì. Un bambino magro coi capelli neri come la notte, perché era ad essa che Loki apparteneva; quando nel regno degli Aesi si accendevano le fiaccole per tener lontano il buio, allora rilucevano magnifici e pericolosi gli occhi di Loki.
Le sue menzogne vivevano nell'oscurità, lontano dalle mura dorate di Asgard.
Era buio quando lui le sussurrò che la trovava bellissima, e sempre al buio le dichiarò il suo amore.
In quei momenti Loki sembrava poter colorare l'oscurità di mille colori con le sue parole, belle come sogni e altrettanto fuorvianti. Lei si nutriva di esse senza sapere che fossero in realtà frutti velenosi, in cambio lui si nutriva del suo amore. Fino a quando fu prosciugato fino all'ultima goccia.
Poi arrivò il sole che portò via la notte con tutte le sue menzogne, proprio come il lieto fine di una fiaba per bambini. L'ennesima beffa per Sif, poichè sapeva che nella sua storia non era previsto nessun lieto fine.
Thor non ricambiava il suo amore e Loki l'aveva usata e le aveva mentito, aveva persino osato rubarle la sua chioma bionda insieme alla dignità. Lei però era andata avanti; l'unico indizio di un cambiamento erano i suoi abiti sempre neri, come un piccolo lutto, che assorbivano la luce del giorno, per il resto manteneva la testa alta e gli occhi fieri ed impassibili.
Le lacrime le riservava alla notte.
 
Sif conosceva Loki da sempre, per questo sapeva bene che “colui che parla bene sa mentire”. Nei suoi ricordi Loki era un bambino che rimaneva in disparte da solo. Nei suoi ricordi Loki era un ragazzino coi capelli neri e i bei lineamenti, ma troppo magro e pallido per essere veramente attraente. Nei suoi ricordi Loki era un uomo crudele e bugiardo.
Adesso Loki è un demone che si allontana quel tanto che basta per farle credere di essere al sicuro e poi torna a tormentarla.
Gli abiti neri di Sif fanno un leggero fruscio mentre scende le scale che portano alle prigioni decisa ad affrontarlo una volta per tutte. La sua determinazione però scema non appena incrocia il suo sguardo, si sente in trappola nonostante sia lui quello in gabbia.
“Mi hai sempre mentito” dice e nel suo tono c'è un po' di quel veleno che era presente nelle parole di lui.
“Ti ho detto solo quello che volevi sentirti dire”
Ormai le parole di Loki non colorano più la notte che rimane ostinatamente nera e silenziosa.
Non nega né cerca scuse, eppure Sif si sente ugualmente sciocca e colpevole. Vorrebbe almeno sapere se quello che voleva sentire lei fosse la stessa cosa che desiderava dirle lui. Come se condividere la stessa colpa potesse almeno un po' alleggerire il rimorso.
Ma lei sa che è tutto inutile, ci sono cose per cui non riusciremo mai a perdonare noi stessi.
Fa per andarsene, ma viene frenata dalla voce di Loki.
“Il nero ti dona” dice e Sif sa che non sta mentendo “Ti rende più simile alla notte”








Note:
Ho rispolverato cose che avevo scritto un anno fa. La bozza di questa storia giaceva nel mio vecchio quadernino, io ho approfittato dell'occasione visto che era da un po' che volevo scrivere una Sif/Loki e mantenendo la struttura originaria le ho dato una sistemata.
Spero che non risulti una storia troppo superficiale/irrealistica, l'intento era proprio quello di intaccare appena la superficie del loro rapporto. Il paragone con la notte mi sembrava calzasse a penello per entrambi i personaggi.
Idealmente la storia è ambientata prima di Thor 2. Il detto è veramente un proverbio, non ricordo se norvegese o giù di lì.
Aspetto i vostri commenti ;)
  
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