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Autore: EmmaAlicia79    19/10/2014    6 recensioni
Randy, Gale, e una telefonata chiarificatrice.
Genere: Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Un telefono squilla, a Santa Barbara.

Passi concitati.

Imprecazioni perché il maledetto telefono non si trova.

Sospiro di sollievo. Trovato.

- Pronto?
- Randy?
- Sì? Chi parla?
- …
- Pronto?
- Randy, non mi riconosci?
Tono deluso.
All’altro capo del filo, prima confusione, poi realizzazione, occhi sgranati, ed infine tachicardia.
- Gale?
- Sì, sono io… E’ un bel po’ dall’ultima convention, uh?
- Eh, già…
Cosa vorrà?
- Come te la passi, Randy?
- Be… Bene, direi… Bene, sì. Tu?
- Potrebbe andare meglio, ma potrebbe anche andare peggio. Me la cavo, diciamo.
Randy sa cosa l’altro intenda. Pur essendo un bravissimo attore, non è più riuscito ad avere ruoli di rilievo dopo… Beh, dopo quello.
- Capisco…
- Invece tu… So che sei impegnatissimo a teatro…
Randy sgrana gli occhi azzurri, lasciandosi cadere su una poltrona dell’appartamento in affitto.
- Segui… Segui la mia carriera?
- Certo che la seguo, Randy. Come potrei non farlo? Sono anche venuto a vederti, una volta…
E’ venuto a vedermi?
- … E sei bravissimo…
- Gr… Grazie. Ma perché non sei venuto a cercarmi, dopo?
- Avresti voluto parlarmi?
Il tono è sarcastico.
- Hai ragione. Forse no.
- Sono un po’ troppo vecchio per essere umiliato da un bel faccino, Harrison.
Randy sorride, suo malgrado.
Quello è il Gale che ricorda, il Gale che… Che…
- Ascolta, Randy… Ti chiamo perché ho visto che online c’è l’ennesima raccolta firme per una reunion di “Queer As Folk”…
Lui deglutisce.
- Pare che questa volta stia andando bene… Se… Se la cosa dovesse concretizzarsi, mi sa che ci dovremo rivedere - per un lungo periodo di fila, intendo -, che tu sia volente o nolente.
A Randy fa improvvisamente male la testa. Si allunga sulla poltrona, cercando di rilassarsi, e di coordinare cuore e cervello, che da un momento all’altro sembrano ballare due ritmi diversi: il primo un incalzante bolero, e il secondo una di quelle inquietanti melodie new age, a base di ululati e canne al vento.
- Randy, ci sei?
- Sì… Ci-Ci sono… Ma tu avresti intenzione di accettare, eventualmente?
- Perché no? Sono rimasto in contatto con quasi tutti i ragazzi, e sarebbe un piacere rivederli… Qualunque poi sia l’esito della produzione.
Ad un tratto, Gale è sulle spine.
- Avresti intenzione di rifiutare? Quando tutti noi accetteremmo? Randy…
- NON HO DETTO QUESTO! - grida, esasperato.
Poi:
- Scusami, è che… Già è difficile dover sopportare la tensione emotiva per i due o tre giorni canonici delle convention… Un’altra serie o un film insieme… Io… Io non so se…
- Cosa c’è, Harrison? Hai paura?
Sì, ho paura, a quasi quarant’anni, di non riuscire a tenere a bada gli ormoni quel tanto che basta per non mandare tutto al diavolo; DI NUOVO!
- Non è quello, Gale, e lo sai…
Un sospiro dall’altra parte del filo.
- Randy, se io non voglio vivere la mia sessualità alla luce del sole, è un problema mio, ok?
- Sì, ma non troppo tempo fa era anche un problema mio, o sbaglio?
Gale si cristallizza, nella penombra del suo appartamento quasi all’altro capo degli Stati Uniti.
E' sdraiato sul letto, e si bea della voce profonda di Randy, in contrapposizione con le sue fattezze così delicate.
Solo che quello è un colpo basso.
- Colpito e affondato, Harrison…
- Gale, cerca di capire… Io… Se dovessimo girare qualcosa, QUALSIASI cosa, di nuovo, insieme, io e te… Io e te nei panni di Brian e Justin… E sappiamo bene quale fosse l’attività principale di quei due…
- Pensi di non saper resistere al mio fascino?
Randy non capisce se l’altro stia scherzando, se lo stia solo provocando, se ci stia provando, o se lo voglia indietro.
Non capisce.
E lui odia non capire.
- Gale, non girarci intorno, ti prego… Esattamente, cosa vuoi?
- Te.
A Randy sembra di soffocare.
Sprofonda ancora un po’ nella poltrona, mentre il sole cala dietro i vetri delle finestre.
- Ti prego, ne abbiamo già parlato milioni di volte…
- E per milioni di volte non abbiamo mai concluso niente! Lo vedo come mi stai lontano alle convention… Quando dobbiamo far qualche foto insieme, e per qualsiasi motivo ti devo sfiorare, ti irrigidisci… Scappi appena abbiamo finito… Randy, questa storia sta andando avanti da anni… Dobbiamo darci un taglio, nel bene e nel male…
- E allora tagliamo nel male!
Randy non sa come uscirne senza mandarlo al diavolo o, in alternativa, agganciargli in faccia. Si sente messo all'angolo.
Ansima, nella cornetta.
- Non sei serio, adesso… Non puoi essere serio… Se ti sono così indifferente, perché le poche volte in cui ci vediamo scappi sempre? Perché ancora non hai riappeso?
- Gale, ti prego…
Randy è sull’orlo delle lacrime.
- Forse perché tutte le volte in cui ci vediamo pensi le stesse cose che penso io. Pensi che non vedresti l’ora di saltarmi addosso, pensi che vorresti solo essere in una camera d’albergo con me a fare di nuovo tutto quello che abbiamo già fatto altre volte…
- Gale…
- Vorresti sentirmi su di te, dentro di te, e invece ti aggrappi a scuse vecchie di anni per non tentare di nuovo, per non…
- Gale, per la miseria! Tu non vuoi uscire allo scoperto!
Mentre grida, Randy si accorge di essere improvvisamente gonfio in mezzo alle cosce.
Gale lo sta torturando. Com’è possibile sentirsi eccitato, incazzato, frustrato e sull’orlo del pianto… Tutto allo stesso tempo?
- Randy, io non voglio negare niente di quello che sono, solo non voglio fare le pubblicazioni, tutto qui!
Il tono onesto di Gale lo intenerisce un po’.
Ma non vuole cedere.
Perché tanto tornerebbe tutto come prima: lui che vuole camminare per la strada mano nella mano mentre vanno a cena fuori, e Gale che preferisce restare in casa a guardare un film; lui che ha l’istinto di baciarlo in un centro commerciale, e Gale che gentilmente si scansa dicendo che improvvisamente deve andare in bagno… Quello non è essere riservato… Quello è vergognarsi.
Glielo dice.
- Gale, sarebbe tutto dannatamente come prima. Non siamo dei ragazzini… Più invecchiamo, e più i nostri atteggiamenti si inaspriscono… No, aspetta. Non sarebbe come prima, mi correggo. Sarebbe peggio di prima…
- Non mi dire che non mi vuoi…
- Gale…
- Non mi dire che non vuoi che ti baci, che ti accarezzi…
- G-
- Che ti spogli…
Improvvisamente, la voce cala di un’ottava o due; un sussurro, quasi.
Senza rendersene conto, Randy si porta la mano al cavallo dei pantaloni.
Chiude gli occhi, leccandosi le labbra.
Non se ne accorge, ma sta cominciando a sudare.
- Gale…
- Che ti lecchi…
- Oddio…
- Ti stai toccando, Harrison?
Ecco, in questo Gale è sempre stato molto… “Brian”… Bravo con le parole, con la voce, con la lingua… E con tutto il resto. Il problema era quando uscivano di casa.
- Mh-mh…
Randy ormai ha allargato le gambe e si accarezza. In un angolo sperduto del suo cervello, un residuo barlume di lucidità gli grida di fermarsi, ma lui non riesce.
La voce di Gale è ipnotica.
- Ne sono felice, ciò conferma la mia teoria…
- … Che sarebbe?…
Randy annaspa; è a malapena in grado di portare avanti la conversazione, figuriamoci fare ipotesi.
- Sei un po’ distratto, Harrison… Te l’ho detto prima. Tu mi vuoi ancora.
In un attimo, le continue sollecitazioni di tutti quegli anni passati ad evitarlo, pur avendolo spesso intorno, gli cascano addosso come macigni, schiacciandolo e lasciandolo senza fiato.
E Randy crolla, continuando ad accarezzarsi.
- Sì, ti voglio ancora… Mi… Mi odio, per questo. Non andrà mai bene, fra noi, siamo una causa persa in partenza, siamo maledetti, ma ti voglio, Gale Harold. Ti voglio e per questo ti detesto!
Gale non è per niente impressionato.
- Ti stai ancora toccando?
- S… Sì…
- Sei adorabile, Randy Harrison.
- Fanculo, Harold! Prendi il primo volo e corri qua!
- Cedo solo perché stai lavorando e sei in scena praticamente tutte le sere… Perché diversamente saresti tu a dover muovere il culo! Con tutta la fatica che ho fatto per convincerti!
Ma Randy ormai non lo ascolta più.
Il telefono gli scivola di mano, mentre inarca la schiena, mugolando e sbuffando.
Quando ricade sulla seduta, ansimante e con le tempie che gli pulsano, guarda la sua mano destra, con stupore e sopracciglia aggrottate… Come ad accertarsi che sia davvero la sua.
E’ sporca e appiccicosa…
Gale lo sta chiamando.
- Randy? Randy?
Corri qui, Fottuto Harold… Corri da me…

............

NDAPCFAPN (Note Dell’Autrice Prima Che Fugga Al Polo Nord).
Ciao a tutti!
* saluta imbarazzata con la manina *
Sono tipo ventordicimila anni che non mi avventuro su questo fandom, anche perché ho una raccolta in sospeso, di cui nessuno sente la mancanza, ovvio, ma che però mi dispiace di aver abbandonato (ma che spero sempre di portare in fondo, prima o poi).
Per cui, torno un po’ con la coda fra le gambe.
Oltretutto, questa è una storia senza né capo né coda, non vuole essere né l’inizio né la fine di niente, ma ogni tanto mi piglia così, ho queste crisi domenicali che mi assalgono, scrivo ste scempiaggini e poi le pubblico pure!
Insomma, vedete voi (se avete avuto il coraggio di arrivare in fondo)… Quindi, specifico solo che per me Gale è bisex, perché le scene con Randy in QaF erano talmente * ahem * “sentite” che non posso pensare che siano state fatte solo col cervello e non col cuore o, perché no, altre parti anatomiche. E anche che loro due avessero ai tempi avuto una... Liaison.
Chi mi segue sa che penso lo stesso di Dan Feuerriegel e di Pana Hema Taylor e le loro scene in Spartacus.

Insomma, il succo è che io ogni tanto mi butto… Finora mi è andata sempre bene, ma prima o poi mi sa che batto una musata!
Buona domenica sera!
A presto!
Cate
* si eclissa *
  
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