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Autore: A lexie s    19/10/2014    6 recensioni
CaptainSwan spelling:
Scrivere flashfic o oneshot partendo dai seguenti prompt, la pubblicazione può avvenire in qualsiasi momento, l’unica regola consiste nel rispettare la sequenza senza saltare lettere.
-Chocolate&Comfort: Lui spostò la mano dalla sua schiena, facendole sentire la mancanza di quel calore, le toccò leggermente il labbro inferiore catturando una scia di cioccolata che era sfuggita al suo controllo e se la portò alle labbra.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Never give up

Captainswan – [Alcool&Angry; 664 parole.]


C’era qualcosa che non andava, lo aveva avvertito nel primo momento in cui la sua mano aveva ripreso il posto del freddo metallo dell’uncino. Aveva capito subito che le parole di Gold, per quanto dolorose, erano vere.
Quella era la sua mano, ma non era più sua. Non apparteneva all’uomo che era diventato, all’uomo che voleva continuare ad essere.
Lo rendeva irascibile, nervoso e perfino incontrollabile delle volte. Così come quando aveva colpito quel tizio, Will, non voleva davvero farlo, era come se la sua mano si fosse mossa da sola, come se non fosse più lui a controllarla.
Non era stato così pochi minuti prima, non era stato così quando finalmente aveva sfiorato la pelle delicata del suo braccio sottile.
Un attimo prima tutto stava procedendo in maniera perfetta, la serata era magnifica, lei bellissima e lui non poteva fare a meno di guardarla. Poi, tutto era precipitato e non aveva avuto nemmeno il coraggio di rimanere lì, scrutato dal suo sguardo di disappunto, ed aveva rovinato tutto.
“Killian” gli aveva urlato dietro più volte, ma lui non si era fermato.
E adesso non stava facendo nulla per rimediare, continuava a rimanere seduto in quella maledetta panchina del porto a bere il solito rum, una fiaschetta non bastava però, aveva bisogno dell’intera bottiglia per ricacciare indietro quella sensazione di inadeguatezza e per riempire quel buco che sentiva nello stomaco.
Afferrò la bottiglia dal collo e buttò giù un altro sorso, aveva la gola in fiamme, nonostante fosse abituato a quel sapore forte. L’alcool sembrava non sortire nessun effetto, nessun beneficio. Se è possibile, lo faceva anche sentire peggio, più miserabile, più triste, più preoccupato dalla possibilità di averci rimesso tutto, di aver ferito lei.
Si sentì improvvisamente stanco, come se tutte le forze lo avessero abbandonato di colpo. Riappoggiò la bottiglia sul tavolino e si stese, appoggiando la testa sul legno freddo e duro. Si portò una mano sugli occhi per ripararsi dalla luce dei lampioni e cominciò a sfregarli per darsi sollievo.
“Sapevo di trovarti qui!” Esclamò una voce alle sue spalle, non aveva bisogno di alzare lo sguardo per capire di chi si trattasse.
“Coma facevi?” Sussurrò, deglutendo piano in attesa di una risposta.
“Perché so quanto ami il mare e quanto ti manca” asserì piano quella, avvicinandosi e sedendosi vicino alla sua testa.
Killian si alzò lentamente e si mise seduto.
“Non voglio parlarne adesso, Emma. Ti prego, lasciami solo.” Chiese, la voce uscì più flebile di quanto avesse voluto.
“No” disse decisa, “io voglio parlarne, voglio capire cos’è successo” aggiunse, alzandosi in piedi e appoggiandosi al tavolo. Fissò per qualche minuto la bottiglia mezza vuota, e poi tornò a guardarlo con disappunto.
“Io non so che dirti okay? Dimmi cosa vuoi sentirti dire.” Urlò arrabbiato, non aveva mai urlato con lei, non in quel modo disperato. Allargò le braccia, colpendo con la mano sinistra la bottiglia e scagliandola sul pavimento, il vetro si frantumò ed il liquido si riversò sulle mattonelle chiare.
Emma rimase immobile, continuando a far vagare lo sguardo tra lui e i cocci di vetro.
“Io, non volevo. E’ stato un incidente, non riesco a controllarla” sussurrò, guardandosi la mano e toccandola piano con la destra. Tornò a sedersi, il tormento nei suoi occhi era qualcosa che Emma non aveva mai visto.
“Hey, va tutto bene” lo rassicurò, sedendosi al suo fianco e prendendogli la mano tra le sue.
“Lo sai che non è così. Gold mi aveva avvisato, mi aveva detto delle possibili conseguenze, ma io volevo soltanto passare questa serata con te. Volevo che fosse tutto perfetto, volevo stringerti con entrambe le mani e invece.. Invece, ho rovinato tutto.”
Emma rimase così colpita dalla sincerità e dalla tenerezza di quelle parole, così sorpresa che avesse fatto tutto per lei che i suoi lineamenti si distesero spontaneamente, diventando dolci.
“Lo risolveremo.” Promise, passandosi il suo braccio dietro le spalle e stringendosi al suo petto. “Lo risolveremo” ripeté, stringendo più forte la sua mano per rassicurarlo. 
  
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