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Autore: Regina Acqua    19/10/2014    0 recensioni
Piccoli momenti quotidiani vissuti dai protagonisti con i loro adorabili,ma anche no,fratellini.Le nazioni saranno dei bravi fratelloni? O periranno davanti agli occhietti dolci e all'astuzia dei più piccoli?
Dedicata a tutti coloro che hanno fratelli o sono figli unici.
E' la mia prima FF...sono nervosa!
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccovi il terzo capitolo della FF dedicata ai fratelli di Hertalia.
I protagonisti sono questa volta i fratelli Vargas.



Faliciano sapeva di  essere un  prediletto per i suoi.
 Veniva sempre considerato il più piccolo della situazione,quello più guardato,quello più protetto. Tutti si erano già prefissati che lui sarebbe stato un tenero batuffolo da coccolare,ancor prima della sua  nascita. I suoi genitori,le maestre e persino la vicina del palazzo di fronte lo ritenevano un Dono sacro sceso in terra.
Lui non poteva sbagliare,lui non poteva comportarsi diversamente.
 
Lovino sapeva di essere una delusione per i suoi.
L’avevo scoperto con i continui paragoni fra lui e  Feliciano ma già dall’asilo ne aveva un sospetto .
I suoi genitori,le maestre e persino la vicina del palazzo di fronte, avevano sempre da ridire. Qualsiasi cosa lui facesse o dicesse o solo pensasse era  sbagliata ,incompleta e lui era solo un bambino.
Ogni volta che loro lo facevano …un pezzettino di Lovino si sgretolava.
 
Feliciano odiava in Lovino la sua libertà,lui poteva fare tutto ciò che voleva,nessuno si sarebbe mai aspettato nulla da lui.
Lovino odiava Feliciano il suo buon carattere,lui andava d’accordo con tutti e tutti lo amavano,nessuno si sarebbe mai sognato di sgridarlo .
Entrambi crebbero con queste convinzioni dell’altro, ma quando i genitori iniziarono ad andare in disaccordo e cominciarono a urlarsi insulti e maledizioni dalla sera e alla mattina i due fratelli si ritrovano a tenersi compagnia a vicenda.
Capitò una volta durante la quale la litigata quotidiana durò fino a tarda sera. I due non riuscirono ad addormentarsi,fu così che il minore , accendendo una bajour e accennando a un sorriso tirò fuori delle carte da gioco. Si sedette sul letto e si schiarì la gola:
-Emm Lovino,vuoi farti una partita?
Le coperte dell’altro letto si spostarono leggermente  e due occhi verdi lo fissarono diffidente.
-Perché dovrei?
-Solo per passare il tempo. Ammise onestamente Feliciano.
Prima che il fratello gli rispose si sentirono altre urla e un rumore di cocci per terra. Entrambi si voltarono verso la porta, fissandola in silenzio,dopodiché Lovino si alzo percorse quella breve distanza fra i due letti e si lasciò cadere pesantemente,vicino alle gambe dell’altro,sospirando
-Però scelgo io a che giocare.
Giocarono per quasi due ore,e parlarono parlarono molto…
La mattina scoprirono che il regalo del nonno era ancora a terra,quel vaso in ceramica che veniva da Roma era ora sparso un po’ qui,un po’ li ,nel corridoio.
Tuttavia  quella notte non si era rotto solo il vaso ma anche la barriera invisibile che si era creata negli anni fra i due fratelli.
 
Grazie a chi leggerà.
   
 
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