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Autore: ChibyLilla    19/10/2014    2 recensioni
Non fatevi ingannare dal titolo! Finn è narratore della storia (ed un personaggio abbastanza importante) ma i protagonisti sono Blaine e Sam, soprattutto nella prima parte. Con una importante presenza di Kurt, naturalmente.
Dal primo capitolo: Non lo stupisce affatto la sua risposta evasiva. “Sono solo un po’ stanco.”
Non se ne stupisce perché in questo momento Finn sa che Kurt aveva ragione. C’è qualcosa nel comportamento di Blaine che non va.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Sam Evans, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non sono scomparsa, so che ci avevate sperato!
No, è solo l'università. E non dico altro!

Beh... Enjoy!!!

Colpa del burro d'arachidi

È tutto il giorno che Finn ha mal di stomaco. No, non si tratta del solito fastidio post sbornia, né del mal di pancia di chi ha mangiato troppi donuts. È proprio quel bruciore allo stomaco che ti dice “resta a letto questa mattina, perché se ti alzi succederà qualcosa di brutto”.

Ecco da cosa è dipeso il suo pessimo umore, ecco per quale motivo ha risposto in malo modo a chiunque abbia incrociato il suo sguardo ed ecco perché si è convinto a non rispondere alle telefonate di Kurt e Rachel per tutto il giorno. Non vuole litigare con loro ed il solo modo che ha per evitare che succeda è non aver alcun tipo di contatto con nessuno dei due.

Quando decide di andare a letto tira un sospiro di sollievo.

Si è sbagliato. La giornata è giunta al termine ed in fondo non è successo niente di orribile. Ha perfino smesso di fargli male lo stomaco e forse l’unico problema è stato quello di aver mangiato troppo burro di arachidi la sera precedente.

Stupido, stupidissimo Finn.

Il burro di arachidi non c’entra proprio nulla. Dovrebbe saperlo ormai che il suo istinto ha sempre ragione. Okay, ultimamente si è sbagliato un po’ troppo e su un po’ troppe cose, ma quello che ha davanti agli occhi in questo momento è la conferma del suo potentissimo sesto senso, o cerca-sciagure 2.0, che dir si voglia.

La camera della stanza di Blaine è spalancata, quasi a voler invitare Finn ad assistere alla scena ed ovviamente sia Blaine che Sam sono seduti sul letto. Il moro sta piangendo, Finn riesce a percepirlo senza neppure impegnarsi per guardare il suo viso. È diventata una situazione tanto normale che per un attimo sta per fare un altro passo e raggiungere la sua stanza, addormentandosi senza pensare a quei due.

Ma poi si ricorda del burro di arachidi e del mal di stomaco e capisce che forse è questo il cattivo presentimento che lo assilla da quando ha aperto gli occhi.

“Che altro gli è successo?” domanda a Sam, senza preoccuparsi di essere discreto, tanto alla fine qualcuno si sarebbe comunque accorto della sua presenza e Finn ci avrebbe fatto per l’ennesima volta la figura dello spione ficcanaso.

Il biondo spalanca gli occhi quando lo vede, confermando a Finn che qualcosa non quadra. Lo fissa per una frazione di secondi, poi sposta lo sguardo sul pavimento, dicendo che va tutto bene e che Finn può tornare a fare quel che stava facendo.

“Sul serio, ragazzi? Cercate ancora di tenermi fuori dai vostri casini?” domanda un po’ annoiato, “Non vi ha insegnato niente l’ultima esperienza?”

“Sul serio, Finn. Ho tutto sotto controllo.”

“Potete uscire tutti e due? Adesso.”

“Lo vedo come hai tutto sotto controllo, Sam. Che è successo?”

“Ve ne andate?”

“Stai soltanto peggiorando le cose, Finn.”

E su questo Finn si trova d’accordo. Ha come la sensazione che dal momento in cui ha messo piede in quella stanza, Blaine abbia perso la voglia di parlare anche con Sam.

Anzi, no. Non è affatto una sensazione, è esattamente quello che sta succedendo, visto che il più piccolo sta poco elegantemente cercando di buttarli fuori.

“Blaine, ti prego, ascoltami un secondo.”

“Sam, buonanotte.”

Lo sguardo serio sul suo viso alla fine convince sia Finn che Sam a lasciare la stanza. E così eccoli lì, con le spalle alla porta che si è appena chiusa ed un nulla di risolto.

“Telefono a Kurt,” risolve Finn all’improvviso, cercando il cellulare in tasca.

“Non ti sembra di star esagerando? Non è niente.”

Finn inarca un sopracciglio e lo guarda come se avesse appena detto che la barba di Obi Wan Kenobi è finta. “Magari non è niente. Magari è qualcosa. Non lo so perché l’ultima volta che mi sono fidato di voi due Blaine è finito in ospedale e ci ha fatto quasi venire un colpo. E se non dico a Kurt che il suo fidanzato si sta comportando come Rachel quando ha le sue cose, Kurt me la farà pagare. Quindi o mi dici che c’è che non va o telefono e-”

Finn continua a farfugliare mentre la porta dietro di lui si apre ed il viso esasperato di Blaine fa capolino. “Sul serio, adesso basta. Lasciatemi in pace ed andate a parlare da qualche altra parte, se proprio dovete.”

Quando la porta si richiude, Sam incrocia le braccia al petto, guardando Finn con aria seccata, come se fosse lui la ragione tutti i suoi guai. “Dovevi proprio intrometterti?” domanda acido.

“Se non volevate che mi intromettessi, potevate almeno chiudere la porta.”

“E con questo cosa vuoi dire?” Sam sembra mettersi sulla difensiva, “Perché avremmo dovuto chiudere la porta?”

“Dico solo,” sbuffa Finn, “Che se non volete essere interrotti, dovete imparare ad essere discreti. Avete lasciato la porta aperta, lui che piangeva … Secondo te dovevo ignorarvi ed andare a dormire?”

“Sarebbe stata una buona idea.”

“Hai intenzione di dirmi perché si sta comportando così?”

Sam scuote la testa senza guardare verso di lui e Finn sospira. Continua a sentirsi come se stesse avendo a che fare con dei bambini, non con quelli che fino ad un mese fa considerava come dei suoi coetanei.

 “Sam. Tu mi piaci, sul serio. Ma non mi piace come ti stai comportando ultimamente. Siete ambigui, sia tu che Blaine. Lo so che nascondete qualcosa e ti giuro che se fate soffrire mio fratello-”

Il biondo emette un suono vagamente riconducibile ad una risata tutt’altro che allegra, “Credimi, Kurt è l’unico che ne uscirà senza soffrire.”

“E con questo cosa vuoi dire?”

“I-io… Niente, lascia perdere,” balbetta Sam, inarcando un po’ la schiena e muovendosi in direzione della propria camera.

Ma Finn non ha alcuna intenzione di demordere così facilmente e finisce col seguirlo.

“Guarda che lo so.”

“Sai cosa?”

È il momento della verità. Ormai questo discorso è iniziato e Finn sa che se non lo affronta in questo preciso istante non ritroverà il coraggio di parlare in questi termini ad un suo amico. Gli conviene approfittare della situazione, dell’adrenalina del momento e dell’impeto di coraggio che lo ha colto per far uscire fuori tutti i propri pensieri. “Lo so che hai baciato Blaine l’altro giorno e che gli hai detto di essere geloso di lui e Kurt.”

“Finn-” a questo punto sarebbe opportuno un finale di frase del tipo, “Posso spiegare,” o “Non è come sembra,” ma Sam si risparmia, concludendo con un più onesto, “Mi dispiace.”

“So anche che non è vero che ti piace Blaine. Sei etero, Sam. Anche se la tua scappatella con una lesbica potrebbe farmi venire qualche dubbio, vivendo con Kurt ho imparato a riconoscere un gay quando lo vedo.”

“Non tutti i gay sono uguali. E poi è incredibilmente di cattivo gusto quello che stai dicendo.”

“Ma è la verità. Tu- tu ti senti solo, tutto qui. E credimi, di solitudine ne so abbastanza in questo momento. Se ne sono andati tutti e tu hai finito con l’aggrapparti a Blaine, ma è una cosa puramente amichevole e-”

“Finn, basta. Sto abbastanza da schifo senza la tua paternale,” confessa Sam drammaticamente, lasciandosi ricadere con le spalle contro la porta della propria stanza.

“Sto cercando di dire che secondo me dovresti scendere, incontrare persone nuove. E tu e Blaine sarete comunque le due metà dello stesso Ringo, anche se c’è Kurt nella sua vita ed anche se qualcuna entrerà nella tua.”

Finn si ferma a riprender fiato, consapevole di averci messo tutto se stesso a far venire fuori quel discorso. E deve ammettere che è stato abbastanza bravo, soprattutto tenendo conto che ha improvvisato. Però Sam non risponde. Lo guarda per un momento che sembra interminabile e Finn continua a chiedersi cosa risponderà e quanto male avrà preso le sue parole.

Poi il biondo cambia completamente espressione, rilassando la propria postura e decidendosi a guardare Finn negli occhi. “Le due metà dello stesso Ringo?” domanda sorridendo ed in un attimo il suo sorriso si trasforma in una risata e Finn può tirare un sospiro di sollievo.

“Buonanotte, Finn.”

“Ehi, aspetta! Non mi hai ancora detto cosa è successo.”

È stato un bel momento, ma Finn non lascerà a Sam la possibilità di evitare il discorso.

  
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