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Autore: Ale_LoveBS    19/10/2014    3 recensioni
Allora, ciao a tutti, questa è la prima fic a capitoli che scrivo, e anche la prima in questa sezione.
Spero che vi piaccia.
Non sono brava a nelle intro, quindi ci dico solo che è una storia un po' diversa dalla trama originale, e che qualche elemento mi ha ispirato la fic di Fede, che si trova in un'altra sezione.
Che altro dire... Bho.
Spero la leggiate e che qualcuno recensica. Ciao e spero di vedervi presto.
Genere: Dark, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Kukai Soma, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminava con passo pesante, per i marciapiedi ormai deserti, della piccola cittadina nella quale era capitata. Non si ricordava come ci fosse arrivata, l'ultima cosa che aveva visto era una mano appoggiata sulla sua spalla,... Poi più nulla, vuoto totale. Le sembrava quasi di essere caduta in un buco nero, che risucchia tutto quello che gli sta intorno. Ormai, da un po' di tempo, diciamo pure anni a questa parte, le sembrava di vivere una vita non sua. Come essere la controfigura di un'attrice famosa, che tutti scambiano per lei, ma che in realtà non sai minimamente a chi si stiano riferendo. Formulando questi pensieri, si era resa conto, di come si sentisse infelice, di come tutto non avesse più un senso proprio. Aveva passeggiato inconsciamente fino ad arrivare in un posto a lei fin troppo famigliare, e fin troppo intriso di ricordi per tenerli a mente tutti. Le si stagliava davanti, una casetta a due piani. Aveva un cancello, e un piccolo giardino sul davanti. Esso era molto curato, fin nei minimi particolari; la siepe che la contornava era liscia, senza un ramo fuori posto; le aiuole, definite dai ciottoli grigiastri presi dal fiume, rendevano il tutto molto elegante ma allo stesso tempo rustico (insomma un controsenso formidabile); all'interno, fiori di ogni genere, piantati secondo uno schema preciso. Sull'altra metà, invece, c'era un piccolo orto, molto fiorente e sano, (si vedeva alla prima occhiata), e al certo di tutto questo c'era un piccolo albero,... più che albero in realtà era una piantina che in un futuro sarebbe divenuta un albero forte e imponente. Legato al suo piccolo e esile tronco, c'era un nastrino rosa, con alle estremità del pizzo, e sulle sue corte e fragili radici vi erano un microfono giocattolo e due elastici molto frivoli. (Come quelli che si mettono in testa alle bambine piccole per fargli le codicce.). Sull'insegna attaccata al cancelletto, c'era scritto: "coniugi Hinamori". Un colpo al cuore, che la fece tremare la pervase e gli occhi le divennero lucidi. Da quanto tempo non entrava o solo scorgeva da lontano quella dimora? Un altro tuffo al cuore la fece piegare in due e appoggiare con la schiena al muretto poco distante. Ormai era sull'orlo di una crisi isterica. Voleva andarsene, si era ripromessa di non passare più vicino a quell'abitazione, ma il suo subconscio non le era molto d'aiuto. Si inclinò un poco, giusto per dire addio un'ultima volta a quella famiglia, ma la porta della casa si aprì proprio in quel momento, mostrando una donna sui 50 anni, che stava uscendo. La ragazza si ritrasse immediatamente, sperando di non essere stata vista, e di essersi mimetizzata nel migliore dei modi, spalmandosi letteralmente sulla parete. Proprio quando si stava per tirare un respiro di solievo, perché orma sicura di averla scampata, ecco arrivarle addosso un pallone da calcio che la fece sbilanciare all'indietro e cadere rovinosamente, con il fondo schiena, sul morbido asfalto. Imprecò contro quella palla bianco-nera, che le aveva procurato anche un bel bernoccolo, oltre all'essersi fatta riconoscere dalla signora. La donna sgranò gli occhi che le si inumidirono immediatamente. Si portò una mano alla bocca e inconsapevolmente le chiavi di casa le caddero sul vialetto che divideva in due il pezzo di verde anteriore all'abitazione. Amu non sapeva come comportarsi, era indecisa sul da farsi... Andarle incontro dopo essere scappata e aver scoperto la sua natura come niente fosse e instaurare una conversazione basata su rimproveri e compassionevoli frasi o scappare via a gambe levate come un coniglio davanti a un cacciatore?... Le sembrava di vivere in prima persona il pezzo scritto da Shekspear dell'Amleto: "Essere o non essere... Questo è il dilemma", logicamente la sua indecisione era un po' diversa, ma le assomigliava parecchio. Il suo sguardo vagava incerto su tutto il paesaggio, frenetico come quando gli studenti scrutano imperterriti l'orologio che segna le 12.59. Cosa avrebbe dovuto fare? Incrociò per un millesimo di secondo gli occhi della "madre". Non resistette al vederla così, decise di andarle incontro. Attraversò con passo estremamente lento il terreno in pietra contornato da rose ancora in boccoli, e si chinò stringendo in un abbraccio caloroso la donna di fronte a lei. Senza parlare, attraverso un semplice e sincero scambio di sguardi, entrarono insieme in quella casa. Appena aperta la porta, il profumo di fiori d'arancio inebriò i sensi alla ragazza. Subito i suoi occhi guizzatono, da un angolo all'altro, per vedere tutti i particolari che erano cambiati,... praticamente nessuno, tranne... : Sia sulle pareti, che sul comodino dell'entrata, che sopra le scale, c'erano delle foto tutte diverse, che ritraevano una bambina. Aveva il sorriso dolce e un energia che usciva anche da quei semplici quadretti sparsi per tutta l'abitazione. Due occhi grandi e furbi color ambra dorata, capaci di vedere tutto. Un sorriso amaro comparve sulle labbra di Amu, mentre la signora Hinamori la portava in soggiorno, facendola accomodare sul divano color vaniglia in pelle insieme ai cuscini rosso magenta che lo abbellivano.
   
 
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