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Autore: Theprettyliestheuglytruth    19/10/2014    2 recensioni
Draco è stanco di essere chiamato mangiamorte dai buoni.
Draco è stanco di essere chiamato traditore dai mangiamorte.
Draco è stanco di soffrire per la sua famiglia.
Draco è stanco di essere da solo.
Draco è stanco di essere Draco.
Draco ha preparato una potente pozione proibita.
Draco ha fatto una cosa sbagliata.
Draco ha smesso di essere Draco.
Draco vive nel corpo di Harry, ed Harry vive nel corpo di Draco.
Harry è disperato.
Draco è innamorato.
Di chi? Di chi ha sempre potuto guardare solo da lontano.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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L'unica cosa alla quale riusciva a pensare in quel momento era che dopo anni di stupidi scherzi, dopo anni di odio, avrebbe potuto distruggere il ragazzo davanti a lui: sarebbe bastato un lieve movimento del polso verso destra per puntare al cuore la sua bacchetta e pronunciare "Sectumsempra" come il bambino sopravvissuto aveva fatto con lui qualche anno prima. Quanta ironia, vero? Il ragazzo che aveva liberato il mondo da uno dei più temibili maghi oscuri della storia della comunità magica, era adesso accasciato ai suoi piedi, dopo che uno schiantesimo proveniente dalla sua bacchetta di biancospino lo aveva colpito in pieno petto. Triste sopravvivere a Voldemort e poi morire per mano di un ragazzino. Si era già trovato una volta a decidere se uccidere Potter oppure no: scelse di non darlo in pasto a Voldemort, affermando di non riconoscere il suo volto trasfigurato. Aveva fatto la scelta giusta, per una volta nella sua vita, ma come sempre, non lo aveva fatto per lui, ma per se stesso. Fare fuori l'odiato nemico di sempre avrebbe avuto conseguenze disastrose, Voldemort avrebbe preso in nel suo pugno il mondo magico, lo avrebbe ridipinto di nero, cosparso di dolore fino a quando non avesse inflitto a tutti la stessa sofferenza che aveva patito lui per colpa di suo padre, ma cosa ben più importante agli occhi egoisti del ragazzo, avrebbe sicuramente distrutto il mangiamorte timoroso e piuttosto inutile che lui era sempre stato. Timoroso ed inutile non erano gli aggettivi che i suoi compagni di scuola avrebbero attribuito a Draco Malfoy, perchè la sua maschera altera e sicura di sè aveva sempre ingannato tutti. Ma il signore oscuro sembrava conoscere ogni piccolo angolo della sua anima, ogni suo pensiero, ogni sua debolezza. Tante volte Voldemort aveva cercato di violare la sua mente, scavando sempre più a fondo, ma gli insegnamenti di Severus Piton erano stati molto utili, Draco era un perfetto Occlumante. Ma quando lo aveva fissato negli occhi e gli aveva sussurrato: "Non serve celare la tua mente, i tuoi occhi dicono tutto del tuo cuore", Draco aveva capito che Voldemort aveva sempre saputo che era un debole, e non aveva nessun futuro glorioso in serbo per lui. Lo aveva sempre saputo, provava pena per zia Bellatrix e per padre Lucius, perchè i loro occhi non erano mai riusciti a vedere quale mostro Voldemort fosse. La verità è che sin dal primo anno di scuola Draco aveva capito che tutte quelle stupidaggini sul sangue non erano vere: lo aveva capito quella volta che Hermione Granger aveva fatto volare per prima la sua piuma. Ne era rimasto molto colpito, lui aveva provato per anni a casa con i suoi genitori a far volare la sua piuma, ma non ci era mai riuscito, lei invece, quella che suo padre avrebbe definito una sudicia sanguesporco, l'aveva fatta volare al primo colpo, ed anche molto in alto. Aveva osservato curioso i suoi occhi scuri che seguivano la piuma in giro per l'aula, aveva catturato ogni movimento del suo piccolo polso destro che stringeva la bacchetta, e tornato nella sua stanza nel dormitorio dei Serpeverde, aveva cercato di riprodurre ogni gesto fino a quando non aveva visto la sua piuma compiere piroette in aria esattamente come aveva fatto qualche ora prima quella della sanguesporco. Sorrise di se stesso, del bambino che aveva finalmente capito tutte le bugie di Lucius. Durante le vacanze di Natale mostrò a suo padre come faceva volare la sua piuma, ma lui lo allontanò con un rapido gesto della mano che creò una sorta di campo di forza che sbalzò il bambino e la sua piuma indietro. Draco cacciò indietro le lacrime e provò a bussare al campo di forza ma suo padre non si girò. Tornò nella sua stanza, lanciò la piuma nel caminetto e la guardò bruciare. Ne ricordava ancora l'odore pungente. Quando qualche ora dopo non ne era rimasto altro che cenere, un elfo bussò alla sua porta per dirgli che Padron Luicius lo aspettava nel suo studio. Lo studio tetro di suo padre era sempre così maledettamente freddo, così simile al suo proprietario. Quel giorno invece il caminetto era acceso, e a Draco sembrò così strano. Lucius lo chiamò a sedersi sulle sue ginocchia, come quando Draco era un bambino, e gli chiese della scuola. Draco raccontò di come aveva montato bene la scopa, di come era riuscito a far volare le cose. Lucius sorrise dolce e gli chiese delle sue amicizie: Draco raccontò lui di Tiger, di Goyle, di Zabini, di Nott, della Parkinson e della Greengrass, ma a Lucius sembrava non importare. "Draco, hai fatto quello che ti avevo chiesto?" "Certo padre, ho parlato con Harry Potter, ma lui non vuole essere mio amico" Vide gli occhi di Lucius allargarsi e la sua mano scorrere lungo i fianchi ad afferrare la bacchetta. "Ti avevo chiesto solo una cosa Draco! Solo una!" Draco si sentì in colpa come non mai, ma le lacrime che solcarono il suo viso non destarono Lucius dal puntare la bacchetta verso suo figlio e sussurrare "Crucio". Il bambino pianse e si contorse dal dolore, vide sua madre attraverso lo specchio sul camino piangere in ginocchio in corridoio. Gli occhi chiusi per non guardare e le mani a stringere forte le orecchie, per non sentire le sue urla. La facevano stare male, le sue urla. La faceva stare male anche quel suo contorcersi. Draco si fece forza ed in quel momento smise di urlare e chiuse gli occhi per nascondere le lacrime che, involontariamente, gli solcavano le guance. Non importava quanto si sentisse solo, avrebbe sofferto sia per lui che per Narcissa Si concentrò sul caminetto, fissò le fiamme mentre danzavano, la luce tremolante che proiettavano tutt'intorno, sulla carta da parati verde scuro: tutto in lui bruciava, ogni muscolo, tutte le sue ossa. Era come se un veleno bollente stesse scorrendo fra la sue vene. Immaginò di ballare con le fiamme, di essere di fuoco e di emanare tanta luce. Immaginò di bruciare Lucius, di accoglierlo fra le braccia e di vederlo diventare cenere. Fu da quel giorno durante le vacanze di Natale che Draco Malfoy cominciò ad odiare Harry Potter e tutto ciò che lo riguardava. Quella fu la prima di tante torture che Draco subì, e per quanto Narcissa cercasse di consolarlo, Draco era diventato di pietra. Negli anni si era trasformato in una maschera di indifferenza, di superiorità, così tremendamente Malfoy da assomigliare vagamente a quella di suo padre. Ma i loro cuori erano così diversi che non sembrava nemmeno che pulsassero lo stesso sangue. Tirò un calcio al corpo accovacciato ai suoi piedi, che rotolò un pochino e si fermò sdraiato supino e con le bracia allargate. Puntò la bacchetta ai polsi e grosse corde li legarono insieme, poi fece lo stesso con le caviglie, e con un'ultima corda lo legò ad un tubo idraulico sotto il lavandino. Draco si girò verso lo specchio del bagno in cui si trovavano, lo stesso nel quale si stava specchiando quando fu colpito dal "Sectumsempra" di Harry. Osservò distrattamente i suoi capelli, la cravatta sgualcita per via del duello e il taglio sulla guancia sinistra. Lo toccò e si sporcò la mano di sangue, e per poco non svenne. Per quanto sembrasse ironico, Draco aveva una fottuta paura del suo meraviglioso sangue puro, per nessun motivo simbolico, ma solo perchè era abituato a vomitarne molto dopo le torture di Lucius. Alla fine prese la sua decisione, quella era la sua unica occasione di fare quello che aveva meditato già da un po'. Tirò fuori dalla tasca una fiaschetta che conteneva del liquido giallastro che profumava di limone e ne bevve un sorso, poi ne versò un po' sulle labbra di Harry. Prima che facesse effetto, mise fra le mani di Harry la sua bacchetta, e puntò la sua sul corpo che giaceva ai suoi piedi sussurrando: "Innerva". Entrambi videro tutto bianco per qualche secondo. Draco aveva appena fatto bere ad entrambi una antichissima pozione, e le loro anime si erano scambiate: Draco si trovava nel corpo di Harry ed Harry in quello di Draco. Subito Draco nel corpo di Harry schiantò quello che sembrava lo stesso Draco ma che in realtà era Harry. Con l'incantesimo Levicorpus lo nascose in uno dei piccoli bagni inutilizzati e prese a gridare. Hermione Granger adorava il turno di ronda del giovedì sera. Aveva un percorso bellissimo, in quanto si occupava di sorvergliare i giardini, le serre ed il campo di Quidditch; ogni giovedì poteva andare a salutare Hagrid e, visto che mai nessuno si aggirava di sera per le serre ( erano tutte chiuse a chiave da un incantesimo della stessa professoressa Sprite), poteva attardarsi e fare un giro per la scuola. Quella sera aveva deciso di andare a dormire presto, voleva essere fresca e riposata per il compito di trasfigurazione della mattina successiva, ma appena varcò la soglia del porticato che circondava il cortile interno, si accorse che qualcuno stava gridando. La sua voce era talmente provata che Hermione capì con orrore che erano diverse ore che gridava. Se la guerra le aveva insegnato qualcosa, questo era sicuramente che quando una persona urla in quel modo allora bisogna correre a salvarla. Dopo venti minuti di corsa la ragazza spalancò la porta del bagno maschile sguainando la bacchetta. "AIUTOO! QUALCUNO MI AIUUUT- Hermione per Merlino sono ore che grido!" "Harry, cosa è successo?" chiese lei, seriamente preoccupata. "Non lo so Hermione, sarà stato uno scherzo di qualche Serpeverde, giura che non lo dirai a nessuno, non voglio che chiunque sia stato possa godere nel sapere che tutti ridono di me per questa storia! Tanto ora sto bene!" rispose tutti di un fiato Draco dal corpo di Harry. "Come vuoi. Sei sicuro di stare bene? Guarda che brutti lividi ai polsi, fammi dare un'occhiata". Hermione prese le sue mani fra le sue e diede un piccolo bacio ai polsi, come faceva durante la guerra sulle sue ferite. Era un piccolo segreto fra i due migliori amici, entrambi sapevano che quei piccoli baci erano molto più curativi di una magia medica. Quanti baci aveva dato Harry all'avambraccio di Hermione, dove una brutta e profonda cicatrice citava "Sanguesporco". Ma Draco non sapeva niente di tutto questo, si trovò semplicemente ad arrossire, e a ripetersi nella mente che aveva fatto bene, benissimo a fingersi Harry. Lo aveva fatto anche per questo, per queste coccole che altrimenti non avrebbe mai avuto. "Va meglio?" chiese lei apprensiva. Lui le rispose con un piccolo sorriso e le disse che era stanco e aveva voglia di tornare al dormitorio.
   
 
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