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Autore: dierrevi    19/10/2014    4 recensioni
Harry riaprì gli occhi lentamente, emergendo dal sonno. Si godette quei pochi secondi del risveglio in cui pare di non avere nemmeno un corpo, ma solo di galleggiare senza peso, liberi da qualsiasi sensazione negativa. Poi riebbe piena coscienza di sé, e percepì il corpo di Ginny contro il proprio. Sorrise.
Perché al mondo mancava un'altra versione della loro prima volta.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Tutti i pezzi al posto giusto

Harry riaprì gli occhi lentamente, emergendo dal sonno. Si godette quei pochi secondi del risveglio in cui pare di non avere nemmeno un corpo, ma solo di galleggiare senza peso, liberi da qualsiasi sensazione negativa. Poi riebbe piena coscienza di sé, e percepì il corpo di Ginny contro il proprio. Sorrise. Lei dormiva ancora, sdraiata contro di lui, con la fronte quasi poggiata al suo collo.
Cercando di muoversi il meno possibile per non svegliarla, riuscì ad adocchiare la sveglia sul comodino. Le cinque e un quarto, dunque non aveva dormito poi molto. C'era tutto il tempo prima di doversi rendere presentabili. Rilassò di nuovo la testa sul cuscino, fissando il soffitto della camera di Ginny.
Nella mente, levò un pensiero di ringraziamento al cielo che, finalmente, aveva fatto andare tutti i pezzi al posto giusto. La battaglia di Hogwarts era stata più di tre mesi prima, ma solo ora lui e Ginny erano riusciti ad avere la voglia, l'energia, il tempo e l'occasione per fare l'amore. Per bene, con calma e senza sentirsi come se stessero rubando del tempo a persone che avevano bisogno di loro. Per un mese, dopo la battaglia, non c'era stato nemmeno da parlarne. Non era solo per via dello shock, del dolore per Fred e per tanti altri, che pure c'era. Era come se non fosse ancora il momento. C'erano tante cose da dirsi, prima. Tante cose da raccontarsi, da spiegarsi l'un l'altra, così tante che quando potevano avere un po' di tempo per sé soli, lo passavano a parlare. Magari abbracciati, magari intervallando i baci alle frasi, ma parlando, non spogliandosi a vicenda.
Poi, quando lo shock era passato, e tutti avevano iniziato a cercare di riprendere una vita normale, allora sì, il desiderio aveva preso forma.
Ma il desiderio non aveva potuto trovare sfogo tanto presto: l'intimità che basta per parlare non è sufficiente per andare oltre, ed era difficile, molto difficile, avere tempo per stare da soli senza doversi preoccupare d'altro.
C'era da dare una mano in casa, e gli sembrava che non avrebbe potuto mai fare abbastanza per i signori Weasley. E dare una mano a risistemare Hogwarts, magari facendo niente di complicato, ma erano lo stesso lunghe giornate di lavoro. E ricevere le visite dei membri dell'Ordine, che cercavano di sapere quel che davvero c'era dietro la fine di quella guerra, che per loro era stata più lunga che per tutti gli altri. E andare ad incontrare quei compagni di scuola che avevano combattuto, e che erano stati feriti e che stavano ancora guarendo, e che l'avevano fatto perché avevano fiducia in lui, e si meritavano di venire ringraziati di persona, e di sentirsi raccontare almeno qualcosa, tutto no, tutto non si poteva proprio, ma almeno qualcosa sul perché era successo, sul perché lì e in quel momento. Perché era chiaro, era stato chiaro a tutti quasi subito, che la battaglia c'era stata perché lui era comparso a Hogwarts, e non il contrario. E rispondere all'inchiesta ufficiale del Ministero, condotta da Kingsley Shacklebolt in persona; riservata e tenuta con cura al riparo dalle chiacchiere, ma ineludibile.
O stare senza fare niente, ad aspettare Ginny che era andata a sua volta a visitare qualche amica, o a trascorrere lunghe serate in salotto, a chiacchierare con Arthur e Molly e gli altri, perché ai signori Weasley faceva bene vedere che gli altri loro figli stavano bene ed erano ancora lì, con loro, anche se uno non c'era più.
E sopportare la sorveglianza di Ron, che a parole non sembrava avere più nulla contro la sua storia con Ginny, ma dentro di se non ce la faceva proprio a lasciarli stare da soli per troppo tempo, e non c'era muffliato che tenesse. Per Godric! A volte sembrava di avere a che fare con Percy il prefetto.
Nel sonno, Ginny si mosse appena, ma bastò a intercettare i suoi pensieri e a riportarli al presente. Senza muovere la testa, cercò di controllare con la coda dell'occhio se si era svegliata. Il respiro di lei gli disse che dormiva ancora. Il soffio del suo fiato gli scaldava il collo. Sentiva l'umido della sua saliva contro la spalla, il peso del braccio di lei di traverso sul petto, e la morbidezza del seno contro il proprio braccio. Il calore e il solletico del suo inguine contro il fianco, un ginocchio poggiato sopra la propria coscia. Solo pelle contro pelle, per la prima volta.
Era la prima volta in cui si erano visti nudi. Per lui era la prima volta che vedeva dal vivo una ragazza nuda, in assoluto. Si permise di considerare se fosse così anche per lei. Be', avendo la bellezza di sei fratelli maggiori, un maschio nudo doveva averlo visto, almeno qualche volta. Uno a zero per lei.
Anche quanto a baci aveva più esperienza lei. Era un divario che era stato facile da colmare, l'anno prima, a Hogwarts. Ma era stata lei a fargli da maestra.
D'altronde, in quel periodo anche Ron ne sapeva più di lui. E anche Dean Thomas... E anche Michael Corner... Forse anche Hermione ne sapeva più di lui. Pensare a Hermione e Victor Krum gli riportò alla mente il Ballo del Ceppo. C'era anche Ginny, c'era andata con...
No, che anche Neville ne sapesse più di lui, no.
Sì, Neville era un amico, e Harry gli voleva bene. Neville lo aveva sempre spalleggiato, era stato il leader della resistenza di Hogwarts; perfino quanto a Horcrux distrutti, lui e Neville erano uno pari. Ma quanto a ragazze, Harry vinceva due a zero.
Sempre che...
Qualche ragazza carina nell'ES c'era. In quasi un intero anno scolastico alla guida dell'ES, qualche occasione Neville poteva anche averla avuta. Se la sarebbe anche meritata, quanto a questo.
Be', quanto a Ginny Weasley, era uno a zero per Harry. Verso tutti. E il resto non importava.
Diede un'altra occhiata alla sveglia. Le cinque e mezza. Arthur e Molly non sarebbero tornati tanto presto dalla loro visita a Elphias Doge, probabilmente verso le sei e mezza. Il negozio di scherzi avrebbe chiuso alle sette, e solo allora sarebbe arrivato anche Ron. A sentire lui, anche Harry avrebbe dovuto trasformarsi in commesso, per quel pomeriggio. Non era stato facile fargli accettare che lui e Ginny sarebbero rimasti alla Tana soli per ore.
Finalmente soli per ore.
Liberi di chiudersi nella cameretta di lei, di baciarsi per minuti interi, perché finalmente c'era tutto il tempo, tempo di toccarsi, e carezzarsi ed esplorarsi a vicenda senza paura di interruzioni.
Ginny gli aveva fatto bloccare il cuore per un attimo, levandosi il vestito con un unico gesto flessuoso, afferrando la stoffa sotto la vita e sfilandolo dalla testa. Sarebbe potuto restare a guardarla per molto tempo, ma per fortuna si era ricordato di cosa ci facevano lì, e che era il caso di imitarla.
Peccato che avesse cercato di imitarla alla lettera, e di togliersi in un solo colpo maglia e camicia, ricordandosi un secondo troppo tardi che le camicie vanno sbottonate, se si vuole riuscire a sfilarle. Tipo, non si può fare quando l'hai già tirata fin sopra la testa, con collo e polsini ancora chiusi che non si muovono da dove sono.
Numeri da circo, per levarsi quella camicia.
Almeno lei l'aveva presa sul ridere. L'aveva aiutato a liberarsi, poi aveva provveduto a finire di spogliarlo, levandogli i pantaloni e gli slip.
E dopo gli aveva fatto capire che toccava a lui finire di spogliarla, togliendole l'intimo. Tutto molto romantico.
A parte il gancetto del reggiseno.
Numeri da circo, di nuovo.
Se c'era stata una cosa che non aveva dato problemi, benedetto fosse il cielo, era stato infilarsi il suo primo preservativo. Ci sarebbe mancato solo quello, visto che aveva dovuto battagliare per tutto il resto.
E poi, e poi...
E poi sentirsi di nuovo teso quasi come Quella Volta in Sala Grande, perché anche se stavolta non doveva morire nessuno, ci si stava comunque giocando qualcosa di importante. La prima volta è la prima volta. È naturale che ci sia tensione.
Dimenticato niente, ragazzi?
Harry, abbiamo pensato a tutto, vero?
Vero?
Casa libera, sì.
Tempo a disposizione, sì.
Preservativi1, sì.
Fare piano, piano, piano...
Coprire il viso di lei di baci per farsi perdonare il non abbastanza piano, sì.
E poi, finalmente, si poteva lasciarsi andare, no?
Altro?
Harry sentiva che ci avrebbe rimuginato sopra parecchio. Perché, quanto a pratica, sapeva ci sarebbe anche stato molto da imparare, ma la teoria, nei dormitori maschili di Hogwarts, non era mai mancata: il sangue faceva parte del “pacchetto prima volta”, era praticamente inevitabile. Ora, dopo il patatrac, Harry riusciva anche a ricordare più di una dotta discussione in proposito.
Ora.
Al momento invece, era stato panico: corpi macchiati, e si poteva sorvolare; lenzuola macchiate, ergo: grave rischio di scoperta; imbarazzo, costernazione, Arthur Molly Ron sei fratelli maggiori. Panico.
Fermare tutto.
Smontare tutto.
Ripulire tutto.
E poi ricominciare da capo, pensò sorridendo.
La mano di Ginny gli carezzò il petto. Harry piegò la testa verso di lei, che adesso era sveglia e lo guardava.
«A cosa pensavi?» gli chiese.
Lui fece spallucce: «A noi».
Ginny sorrise, e si allungò per baciargli la guancia. «Pensieri belli?»
Lui le baciò la punta del naso. «Secondo te?»
«Secondo me sì.»
«Indovinato.»
Ginny si tirò su e si portò sopra di lui.
«Ne hai ancora di...?»
«Preservativi? Sì, qualcuno» rispose lui, adocchiando la scatola vicino alla sveglia.
«Bene» disse lei, chinandosi a baciarlo.

1 – Sì, preservativi: perché né i programmi didattici di Hogwarts né gli allenamenti dell'ES avevano mai riguardato magie o pozioni contraccettive, e questo era uno di quei campi in cui non potevi assolutamente permetterti di sbagliare. Nossignore.
Scusate la digressione, ma spiegare tutto nella storia avrebbe rotto il ritmo. Non bisogna rompere il ritmo. Anzi, per riprendere il ritmo, riprendete da due righe più su. [Torna alla storia]
Spazio Autore:
Ok, ho scritto questa cosa. La cosa più dolce e romantica che mi uscisse da anni a questa parte. E ciò non è da me.
Non so cosa mi sia successo, devo avere esagerato con la nutella, è l'unica spiegazione. Per rimediare mi sono prescritto una dieta di una settimana a birra e salsicce, per tornare quello di prima. E crauti. E rutto libero.
E programmi su Dmax.
E speriamo che funzioni.

Alla prossima!


  
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