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Autore: Lisa Iacopetti    20/10/2014    0 recensioni
Forse dimenticare fa più male che ricordare...
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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<< Elettraaaa! Sono le 7.28!! Scendi, su, che devi andare a scuola!>>
<< Si mamma... Certo...>> cercai a tentoni nel buio profondo della mia camera la piccola sveglia appoggiata sull'ampio comodino giallo a lato del letto. Quando finalmente la trovai tirai un pugno sulla sommità di quel cubo, che improvvisamente si illuminò di tutti i colori, proiettando l'aurora boreale sulle pareti lilla della stanza. Quella luce quasi mi accecò, ma dopo un paio di minuti riuscii ad aprire gli occhi per controllare l'ora. Come volevasi dimostrare. Mi trattenni dal bestemmiare in tutte le lingue che conoscevo (non tante in fondo) e me ne uscii con una frase semplice in tono calmo, però urlata a squarciagola, un po' per la rabbia, un po' per farmi sentire da mia madre al piano di sotto: << Mamma la tua sveglia è ancora una volta avanti! Sono le 7.15 adesso!>> quindi schiacciai la testa sul cuscino e provai a riposarmi ancora un po' prima di alzarmi definitivamente dal letto, il primo trauma emotivo della giornata. Non feci neanche tempo a chiudere gli occhi che il mio telefono prese a squillare a tutto volume. Oramai non sarei più riuscita neanche a riposarmi, tanto valeva rispondere alla chiamata. Piccolo problema: il telefono era dalla parte opposta della camera. Come uno zombie mi misi a sedere sul letto e accesi tutte le abat-jour a portata di mano, prima di battere le mani due volte di seguito per accendere anche i faretti che illuminavano tutta la stanza, rendendo visibili tutti gli ostacoli presenti sul percorso che portava dal mio letto alla mia scrivania, dove era appoggiato in carica il mio iPhone. Mi alzai di scatto ma un mancamento mi fece tornare subito seduta. Mi succede spesso di non reggermi in piedi quando mi alzo di scatto da seduta, ma ci ho fatto l'abitudine e non è un problema rialzarmi poco dopo con più calma. Finalmente in piedi iniziai il mio percorso a ostacoli schivando fogli, pastelli, matite, pennarelli e cuscini sparsi ovunque sul parquet. Staccai con uno strattone il telefono dal caricabatterie e risposi alla chiamata. Era Anima, la mia migliore amica di scuola, o meglio una delle mie due migliori amiche di scuola, dall'altra parte del telefono.
<> risposi
<< ce ne hai messo di tempo a rispondere è? E se fossi stata in punto di morte o inseguita da un pedofilo e ti stessi chiamando per salvarmi la pelle cosa avresti fatto? Mi avresti lasciato morire?>> odiava aspettare! E aspettare che io rispondessi al telefono era uno strazio per lei, quindi in tono scherzoso mi riprendeva sempre quando ci mettevo una vita a risponderle, ma io avevo sempre la risposta pronta per finire il tutto in una sonora risata
<> ride della mia risposta.
<< hai ragione, comunque buon giorno! >>
<< buon giorno! Allora, vuoi spiegarmi perché mi hai fatto alzare dal letto in fretta e furia?>>
<< si si scusa. Hai ragione. Dunque ho un problema enorme... Però forse è meglio non parlarne al telefono...>> senza aspettare che finisse la frase iniziai a parlare a macchina, come sempre quando sentivo che una mia amica aveva un problema da risolvere
<< scendi dall'autobus vicino a casa mia e suona che io scendo e andiamo a scuola, insieme così me ne parli. >>
<< sono già sotto casa tua Elettra, era prevedibile questa tua affermazione sai?>>
<< strano che non prevedi qualcosa! Ma io sono ancora in pigiama! Dai, ti apro, sali, la strada la sai>> riattaccai il telefono e aprii il cancello direttamente dal citofono della mia camera. Con la coda dell'occhio vidi una palla di pelo bianca e nera acquattata in un angolo della stanza, vicino al termosifone, respirare al ritmo di chi dorme pesantemente. A passi leggeri mi ci avvicinai, separando le mie due gatte, Luce e Ombra, che insieme sembravano formare un unico essere tanto erano sincronizzate in tutto ciò che facevano. Erano due gatte gemelle, di una cucciolata di dieci, che però lasciata sul ciglio di un'autostrada da un uomo vile e senza  cuore che ancora non era stato trovato, si era ridotta a solo loro due. Si erano salvate a vicenda, Luce è capace di scovare un topo anche a distanza di metri, ha un udito e un olfatto eccezionale, ma non ha il sangue freddo di ombra per catturare e uccidere la preda, così avevano fatto squadra quando tutti i loro fratellini erano morti, e si erano avventurate in un campo di pomodori, dove sono state trovate da Anima, che non potendole tenere ha casa sua, le ha portate a me. Era passato ormai un anno da quel giorno, e Luce e Ombra erano diventate due belle gatte adulte dal pelo folto e lucido, sicure di se, e avevano superato la loro paura per gli uomini ed i motori. Luce è bianca come il latte di cui è tanto golosa, mentre ombra è nera come la pece, come le braci appena spente del camino, dove quando era piccola si rintanava sempre per stare un po' al calduccio.  Dopo averle messe nelle rispettive cucce, mi sono fiondata giù per la scala a chiocciola che porta dalla mia camera alla cucina, dove ho trovato Anima fare colazione e chiacchierare allegramente con mia madre.
<< e te chi ti ha fatto entrare?>> dissi con il sorriso sulle labbra, vedendo quel quadretto tanto famigliare, pieno di felicità. 
<< mi ha fatto entrare Anna. Ricordi? Hai una madre che si chiama Anna, e senza la quale io sarei rimasta sul pianerottolo aspettandoti. Cos'hai nella testa? Mi apri il cancello e non la porta di casa?>>  disse lei di rimando, e scoppiammo entrambe a ridere. 
<< hahaha si è vero.. Anna.. Adesso mi ricordo di te — dissi osservando attentamente mia madre — sei quella che mi ha svegliato troppo presto sta mattina... Vero?>> e scoppiammo tutti a ridere. Mia mamma stava sempre al gioco quando c'era da scherzare così mi rispose a tono 
<< si e sono quella che ti butterà fuori di casa a calci se non ti muovi a vestirti! Su che poi fai tardi a scuola e fai fare tardi anche ad Anima!>> ridendo corsi alla cabina armadio seguita a ruota da Anima. Tutti i miei vestiti sono divisi, in quella camera circolare, in base al loro colore, seguendo l'ordine delle sfumature dell'arcobaleno. Lei adora quella camera, soprattutto la sezione del nero. Lei adora il nero: si veste sempre di nero, indossa bracciali e collane nere, spesso adornati di borchie color bronzo. È un po' dark e io glielo ripeto sempre, le dico spesso che un po' di colore si accosterebbe bene con tutte quelle sue felpe e quei cardigan neri che ha sempre indosso, ma lei non ne vuole sapere, così quando le devo fare un regalo, spesso le compro delle felpe bianche a disegni neri, o nere con molte decorazioni bianche e la obbligo ad indossarle almeno una volta ogni due mesi. Almeno cambia un po'! Mi infilai al volo un paio di jeans chiari molto attillati, e scelsi con cura una maglietta larga e lunga a maniche corte sul tono del panna, con una stampa rappresentante un gufo, e una felpa blu con dentro il pelo da abbinarci. Quando mi voltai per andare alla specchiera per truccarmi, trovai Anima ad osservarmi.
<< perché mi fissi?>> le chiesi, un po' inquietata da quel suo sguardo penetrante, mentre mi infilavo le mie blazers grigie e blu.
<< come fai?>> mi chiese lei in tutta risposta
<< come fai a fare che?>>
<< come fai a essere sempre così... Perfetta... Colorata, allegra, vivace, con i vestiti abbinati alla perfezione nonostante tu li abbia scelti al volo in dieci minuti, e anche come fai ad avere certi vestiti nell'armadio: io certe cose non le prenderei nemmeno in considerazione entrando in un negozio, figurarsi provarle o addirittura prenderle, come fai a stare bene con tutto... Insomma come fai a essere così perfetta?>>
<< io perfetta?>> ero esterrefatta, non sapevo proprio che dire.
<< si tu!!!>>
<< io non sono per nulla perfetta.>>
<< ah no? E come lo spieghi che tutti i ragazzi guardano sempre te? Insomma non sentirai mai dire a uno della nostra classe una cosa tipo "quanto vorrei essere il vicino di banco di Anima, anche solo per guardarla mentre si addormenta nell'ora di storia, o quando gioca con l'Ipad nell'ora di chimica" e invece mezza classe lo dice di te! E tu continui a dire di non essere perfetta?>>
<< questo non vuol dire essere perfetta Anima, vuol dire solo che i nostri compagni di classe sono BAMBINI che non hanno mai visto ragazze fuori da quelle del loro paese che conoscono da una vita, e la prima che gli ha sorriso senza alcun motivo li ha fatti impazzire. Comunque non capisco dove vuoi arrivare.>>
<< voglio arrivare che.. Beh hai presente Jake? Della nostra classe... È in ultima fila, non parla mai con nessuno... Si fa sempre gli affari suoi e durante le lezioni legge la divina commedia... Però riesce sempre a dare la risposta giusta ai prof quando lo beccano che è distratto... Hai capito chi intendo?>>
<< si si ho capito... E...? Ti piace?? >>
<< no... Cioè si... Insomma non lo so... Però di sicuro a lui non piaccio...>> 
<< e come fai a saperlo se non parla con nessuno scusa?>> 
<< perché con me ci parla>>
<< aspetta un momento, usciamo intanto e continuiamo il discorso mentre andiamo a scuola, che sennò facciamo tardi sul serio>> nel frattempo avevo finito di truccarmi e pettinarmi ed ero pronta per uscire. Salutai mia mamma e mi chiusi la porta alle spalle, per poi chiamare l'ascensore che ci avrebbe portate dal terzo piano del condominio in cui vivo, al piano terra, pronte per uscire.
<< ok vai finisci di raccontare che sono curiosa... Comunque se con te ci parla è già un buon punto di partenza, no?>>
<< non lo so... È boh.. È strano, non so come spiegarlo... È molto dolce, però si vergogna anche a dirti "ciao", ha sempre paura di disturbarti, però in compenso quando ti deve dire una cosa lo fa nel modo più... Più fantastico che si possa fare... È un poeta... Cioè non è un poeta, non compone poesie e cose simili, però è molto bravo con le parole... Insomma se hai un problema, la cosa migliore che tu possa fare è andare da lui e dirgli tutto quello che ti preoccupa, che lui ti trova una soluzione e una spiegazione logica a tutti i tuoi problemi... E a te viene da pensare di essere una stupida a esserti fatta un problema così, che ti sembrava impossibile da risolvere e ci stavi malissimo, e lui in due minuti ti ha dato la soluzione... Però è capace di dirtelo in un modo... Che alla fine se ci pensi bene l'unica vera soluzione era dirlo a lui sfogarti di tutto con lui... Cioè ti dice perché non capivi la soluzione così non ti senti più una cretina e... Boh quando sono con lui non mi importa più niente di niente, perché ci siamo io e lui è questo mi basta...>> 
<< eh Anima... Il mio verdetto finale è... Sei malata!>>
<< ecco, non mi hai preso sul serio! io ti ho detto il mio problema e tu mi prendi in giro!>>
<< ah, ma no! Sei solo malata d'amore!!!>>
<< ma io non credo di essere innamorata... Cioè non lo so... Non ci conosciamo da abbastanza tempo per esserci già innamorati... O meglio io innamorata... Lui non credo proprio...>>
<< come puoi esserne così sicura? Insomma, se lui parla solo con te, ci sarà pur qualcosa fra voi due, o no?>>
<< no, no, e no! Uffa lui... È innamorato, si... Ma non di me... >>
<< e di chi allora?>>
<< di te... Vedi che piaci a tutti? Non è giusto... Io non chiedo mezzo mondo... Chiedo solo lui... E non posso... Perché al cuore non  si comanda... E nel suo cuore ci sei tu... Non io...>> stava per  mettersi a piangere, lo sentivo, e volevo rassicurarla... ma non sapevo proprio cosa fare, insomma io non avevo mai fatto niente per meritarmi tutto questo e, anzi, tutta questa gente che mi viene dietro mi da anche un po' fastidio a dirla tutta... 
<< uffa! — sbottai, questa situazione mi stava facendo impazzire sul serio — io gli devo parlare, se gli piaccio veramente, cosa che non credo, con me dovrebbe parlare volentieri. Se invece quando vado a parlargli lui non dice niente come fa con tutti gli altri, allora ti sta semplicemente mettendo alla prova, non so per quale perverso motivo, ma chissà cosa gli frulla in testa durante tutti quei suoi silenzi... Quindi per lui non ti preoccupare... Se anche per un qualche motivo totalmente irrazionale, tu non gli piaci ancora del tutto, dai, non ti preoccupare, io credo che tu possa avere ottime possibilità con lui, quindi stai calma... Però adesso raccontami tutto, fin dall' inizio, voglio sapere come avete iniziato a parlarvi, cosa vi dite... Voglio sapere tutto, dai, pare che quest'estate siano successe tante cose, devi aggiornarmi su tutto! >>  
<< ah ok... Beh vedremo se è come dici tu... Comunque adesso ti spiego... Mmm da dove posso iniziare... Dunque, tu sei partita a metà giugno... Ed è poco dopo che abbiamo iniziato a parlare... Era il 25 giugno, e io ero in biblioteca, stavo cercando un po' di libri da leggere per il compito di italiano... E beh l'ho visto... Insomma era lì... Seduto a un tavolo... Era bellissimo... Pareva essere immobile, chiuso nel suo piccolo universo, lui e il suo libro... Nessuno poteva disturbarli, o almeno era quello che credevo... Perché ero così intenta a osservare quella meraviglia, che non mi sono neanche accorta di essermi bloccata nel bel mezzo del corridoio, con i libri che avevo appena preso, ancora in mano, non mi sono accorta di tutte quelle persone che mi giravano attorno, che ridevano di me, non mi sono accorta di Damien e del suo gruppo che erano entrati, che mi avevano vista, mi hanno riconosciuta... Mi sono venuti vicino e mi hanno buttata a terra con uno spintone. Sono atterrata con un tonfo, anche a causa di tutti quei libri che avevo in mano. Tutti hanno iniziato a ridere di me e mi sono vergognata tantissimo... Poi, quando proprio stavo per mettermi a piangere, con la faccia tra le mani per non far vedere a tutti i miei occhi gonfi di lacrime, ho sentito dei passi avvicinarsi e ho pensato "perfetto, questo è l'ultimo scherzo, giusto per darmi la stoccata finale". Ho aspettato un paio di secondi, nel silenzio più totale. Avevano tutti smesso di ridere, ma questo silenzio poteva dire soltanto che quello che stavano facendo era una cosa davvero grossa. Invece no, ho sentito alla mia destra una voce tuonare ed intimare a Damien e a tutto il suo gruppo di lasciarmi in pace e di non provare mai più a farmi una cosa del genere, o se la sarebbero vista brutta. Quella era veramente un voce tipo "wooowww" era dolce, sensuale, ma con quel pizzico di arroganza... Era musica per le mie orecchie... Peccato però che quella musica fosse inascoltabile a causa dei continui singhiozzi di pianto provenienti da una fonte più vicina alle mie orecchie rispetto alla provenienza di quel suono quasi innaturale tanto era bello. Solo in quel momento mi sono accorta di essere scoppiata in lacrime e non ho proprio avuto il coraggio di alzare lo sguardo per vedere a chi appartenesse quel' incantevole voce. Quando poi i miei occhi si erano totalmente asciugati ho avuto finalmente il coraggio di alzare lo sguardo. La biblioteca era quasi vuota, chissà quanto tempo era passato, e nessuno che si fosse preoccupato di chiedermi come stavo o cosa mi fosse successo. In compenso però, i miei libri erano stati impilati con cura in ordine di grandezza a lato del mio fianco sinistro. Quando invece mi girai a destra... Beh lui era li... Seduto accanto a me a leggere un libro spesso e apparentemente molto vecchio, con una copertina di cuoio nero, molto rovinata ai lati e agli angoli... Quando si accorse che lo stavo fissando si girò verso di me e mi sorrise. Io arrossii e girai di scatto la testa per coprire il rossore delle mie guance con i capelli. Sentivo il suo sguardo fisso su di me ed era un cosa bellissima... Però mi vergognavo troppo per girarmi e ricambiare il suo sorriso... Fu lui il primo a rompere il ghiaccio chiedendomi se adesso stavo bene. Oh la sua voce...!! Ero in estasi a sentirla ancora, molto più vicina a me rispetto a prima, così mi sono girata verso di lui, perché è maleducazione non guardare una persona negli occhi quando ti parla e gli ho risposto risposto con un timido " si si... Molte grazie per prima" e lui boh, lui era fantastico, i suoi occhi penetravano nei miei e continuavano a cambiare colore, passando dal blu del mare in tempesta, al verde brillante, dello stesso colore degli smeraldi lucenti, all'azzurro del cielo chiaro di primavera, quando neanche una nuvola oscura i primi raggi di sole che illuminano i fiori dai colori pastello, e le rondini iniziano a volare fischiettando felici. E io dentro quegli occhi ci sarei anche annegata, sarei stata a guardarli per ore, perché sentivo che quegli occhi erano la mia casa, sapevo che li sarei sempre stata accettata, qualunque cosa facessi, in qualunque modo mi vestissi, non importava che il colore o il taglio dei miei capelli, non importava niente, sapevo solo che io in quegli occhi sarei sempre stata apprezzata, sapevo che li niente mi avrebbe mai criticata, io in quegli occhi ci ho trovato la felicità, in quegli occhi ci ho trovato l'amore...>>
<< oh che cosa tenera! — avevo quasi gli occhi a cuoricino per quella storia, ma volevo sapere come continuava, cosa avevano fatto dopo, volevo sapere tutto della mia migliore amica e del suo nuovo quasi fidanzato — e poi? E poi? Dopo cosa avete fatto? Dove siete andati? Cosa ti ha detto? Sta storia potrebbe essere la mia droga per i prossimi giorni Anima! È troppo bella!!!>>
  
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