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forum/efp: Mitsuki91
Coppia: Lucius-Rose-Lily Luna
Generi: introspettivo, malinconico, sentimentale
Rating: arancione
Note/Avvertimenti: lime
NdA (eventuali): questa storia aveva un incipit e basta, poi qualche giorno fa ho avuto un’illuminazione e si è come costruita da sola.
Coppia: Lucius-Rose-Lily Luna
Generi: introspettivo, malinconico, sentimentale
Rating: arancione
Note/Avvertimenti: lime
NdA (eventuali): questa storia aveva un incipit e basta, poi qualche giorno fa ho avuto un’illuminazione e si è come costruita da sola.
Spero
che la “coppia” sia abbastanza crack, anche se purtroppo è solo intuibile ad un
certo punto (ma è effettiva, te lo posso garantire). Sono indecisa se scrivere
o meno una scena con loro tre… Il vero problema è che non si può scrivere
rating rosso né lemon (e, anche qui, spero di averci azzeccato con il lime e di
non aver ecceduto. In caso fammelo sapere). Purtroppo il sesso era una parte importante
nella mia storia, che non ho potuto sacrificare ma che ho cercato di limitare
al massimo.
Spreco
due parole solo per dire che non c’è l’avvertimento incest perché EFP (e la
legge italiana) non considera incest le relazioni fra i cugini, e che non c’è
l’avvertimento threesome per il motivo che ho detto prima.
La
storia è abbastanza triste e, più di ogni altra cosa, spero di aver ben
delineato le caratterizzazioni e le motivazioni dietro i gesti di ogni
personaggio. Manca una riflessione che inizialmente volevo inserire, ma che non
sapevo come mettere, su Lily che pensa al perché il cappello l’abbia smistata a
Grifondoro se lei è così priva di coraggio. Beh… Te l’ho scritto perché credo
che sia un bel punto di riflessione, ma non volevo forzarlo all’interno della
storia, ecco. Anche la questione della maternità è solo accennata, eppure è uno
dei pilastri portanti delle sue scelte, come spero si sia capito.
Alla
fine, troverai che ho ribaltato un concetto in una frase. Non è un errore, è
una cosa voluta… Come una sorta di presa di consapevolezza. Non dico di più
onde evitare spoiler.
Beh,
non mi resta che augurarti buona lettura!
Io
attendo i risultati :)
L’amore
sbagliato
Non
sapeva nemmeno lei quando fosse cominciata.
Forse
un gioco, in quel momento dell’adolescenza in cui si cerca sempre di sentirsi
più grandi. Un bacio rubato, i segreti sussurrati fra amiche, gli esperimenti
con il corpo in solitudine confidati solo alla persona che ti capisce più di
tutte.
Lei.
Rose
che era stata al gioco, all’inizio, e che poi aveva trasformato il gioco in
sentimento.
Rose
che l’aveva portata a scoprire se stessa, la sessualità e alla fine l’amore, il
desiderio dirompente nelle vene quando la guardava da lontano e il fuoco spento
solo di notte, in un angolo nascosto.
Lily
aveva plasmato il suo cuore su di lei; l’aveva amata con la forza dirompente
del primo amore; l’aveva desiderata con ogni singola cellula di se stessa per
così tanto, tanto tempo.
Eppure sapeva
che era sbagliato.
Non
solo perché erano cugine. Non solo perché erano due donne.
Non
solo perché non avrebbero avuto alcun futuro, perché avrebbe dovuto sacrificare
il desiderio di maternità per lei.
Prese
separatamente le motivazioni erano piccole, ostacoli superabili come un salto
da una riva all’altra del ruscello, ma insieme… Già, insieme.
Le
schiacciavano il petto con il senso di colpa di notte, mentre nel dormitorio di
Grifondoro lei non riusciva a prendere sonno e fissava le tende del suo
baldacchino.
A
volte pensava cosa sarebbe successo semmai le avessero scoperte. Pensava allo
sguardo di suo padre, Harry che aveva sempre predicato l’amore come magia più
grande, e che nella sua mente la guardava stringendo appena le labbra,
mascherando la disapprovazione.
Sua
madre, gli occhi carichi di disprezzo.
James,
che le avrebbe voltato la spalle; Al, che forse le sarebbe rimasto accanto, ma
diviso a metà fra lei e il resto della famiglia.
Rose
la rassicurava, le diceva che erano tutte sciocchezze.
Che
gli adulti, i cugini, i parenti avrebbero capito.
Che erano figli di una guerra che aveva cercato di portare avanti un ideale
estremista e, per questo, avrebbero rifiutato tutti ogni chiusura mentale.
Lei
avrebbe voluto urlare al mondo che l’amava.
Lei.
Ma
Lily no; Lily si sentiva soffocare se pensava anche solo di confidarsi con
un’amica.
Lily
aveva questa molla nel petto, questo battito accelerato che le impediva di
lasciarsi andare completamente; che faceva sì che lei evitasse ogni situazione
di rischio.
Evitava Rose se
non era del tutto sicura di poterla baciare lontano da sguardi indiscreti.
Preferiva
far finta che il loro rapporto fosse inesistente o quasi, per non far nascere
nemmeno il minimo sospetto nella mente degli altri.
Rose
sopportava.
Credeva
seriamente che fosse solo una questione di tempo; che Lily, una volta uscita
dalla parte più problematica dell’adolescenza, avrebbe abbandonato le paranoie
e le paure e l’avrebbe stretta dinanzi al mondo.
Nel
frattempo si limitava ad amarla di notte, lontana da tutti.
Aspettava,
paziente.
Quello
che non aveva previsto, che non aveva
nemmeno immaginato, era che Lily alla fine cedesse, ma per cadere
dall’altra parte.
“Non
può funzionare. Mi spiace, Rose. Il nostro è un amore sbagliato.”
Aveva
sentito il cuore andare in frantumi ed era rimasta impassibile, con ancora un
leggero sorriso sulle labbra.
“E’
uno scherzo. Non dici sul serio.” rispose, qualche infinito istante dopo.
Lily
aveva lo sguardo basso, ma non tremava. Aveva fatto appello a tutta la sua
forza; aveva pensato nel dettaglio a cosa dire e anche al momento.
L’ultimo
giorno delle vacanze estive, quando entrambe erano alla Tana.
Rose
aveva finito Hogwarts l’anno prima; lei aveva ancora due anni dinanzi a sé. Due
anni di lontananza da lei e che poteva sopportare con i silenzi.
Il
rancore era più semplice, se gestito da lontano.
Il
dolore si sarebbe allentato; quella morsa al petto l’avrebbe sciolta con la
forza, durante tutto il tempo in cui non l’avrebbe vista.
“No,
Rose. Sono seria.”
Lily
alzò lo sguardo per la prima volta da quando aveva preso la cugina per un polso
e l’aveva trascinata di sopra, nella stanza che una volta era appartenuta a sua
madre.
“Io…
Non mi sento a mio agio.” non una vera e propria menzogna, ma neppure la verità
“Ho deciso che è il momento di cambiare. Devo… Devo provare qualcosa di nuovo.
Devo…”
Rose
tremò appena. Lily vide un’ombra attraversarle gli occhi e poi ritirarsi.
Il
suo sorriso si era spento, ma l’espressione si manteneva impassibile.
“Io
lo so che mi ami. Questa non sei tu.”
Lei
non si fece scalfire. Prese il pugnale che le era appena stato conficcato nel
cuore e lo chiuse in un piccolo cassetto della sua mente, a cui non era
permesso di aprirsi.
Non
fino al giorno dopo.
Non
fino a quando non fosse stata lontana.
“…
Devo provare.” rispose, eludendo le sue affermazione “Scorpius Malfoy si è
dichiarato una settimana fa, quando è passato a trovare Al. Io accetterò, Rose.
Starò con lui. E sarà giusto.”
Lei
ci credeva davvero. Lily era così sicura che il loro fosse un amore sbagliato,
senza futuro… Era così sicura che avrebbe fatto di tutto per toglierselo dal
cuore.
Anche
riempirsi il corpo e l’anima di schegge di vetro.
Camminare
sui carboni ardenti l’avrebbe liberata da quella passione malata. D’ora in
avanti, avrebbe smesso di chiamarlo amore.
Era
sbagliato.
Lei.
Rose
era sbagliata, ad amarla così.
Loro.
E
sarebbe guarita da quella follia. Sarebbero guarite entrambe.
Rose
si girò senza più degnarla di uno sguardo. Non aveva detto una parola.
Lily
la vide uscire dalla stanza, rigida ma in un certo modo fiera.
Non
avrebbe mai mostrato il suo dolore, lo sapeva. La conosceva meglio di chiunque
altro.
Si
avvicinò alla finestra, concedendosi finalmente di tremare.
Il
suo lungo viaggio nell’oceano di dolore stava per avere inizio. Aveva fatto la
cosa giusta, ma… A quale prezzo.
Quando
ne sarebbe uscita?
Vide
Rose correre nel piccolo cortile della Tana, diretta verso la strada sterrata.
Lei, nel suo
cuore. Da strappare via.
Non
poteva ancora sapere che non l’avrebbe vista più, dopo quel giorno.
***
Erano
trascorsi due anni.
Due
anni che Lily aveva passato con la morte nel cuore.
La
sua famiglia, dapprima disperata, aveva abbandonato le ricerche qualche mese
dopo che era giunta una lettera, da parte di Rose, in cui lei stessa chiedeva
di smetterla; dove diceva che si era allontanata volontariamente e che non
voleva essere trovata.
Zia
Hermione, in lacrime, l’aveva consegnata ad Harry, che non aveva potuto far
altro che stabilirne l’autenticità.
Tutti
si chiedevano il perché di quel gesto. Non c’era nessuno zio, nessun cugino che
non sperasse, arrivati a questo punto, di trovarla per caso; di incrociarla in
una strada qualsiasi di una città qualsiasi; di incontrarla e di convincerla a
tornare.
Solo
Lily sapeva la verità.
Solo
lei respirava bugie e senso di colpa alla mattina, come se non bastassero i
cocci del suo amore infranto che la tagliavano ad ogni passo, ad ogni sospiro.
Non
l’aveva dimenticata.
Lei.
E
sapeva che neanche Rose l’aveva fatto, o sarebbe tornata.
Tuttavia,
faceva di tutto perché le cose con Scorpius funzionassero. Aveva scelto la sua
strada tempo prima e, ormai, cos’altro le rimaneva?
Le
sue paure non erano scomparse… Non se ne erano semplicemente andate assieme a
Rose. Era stata una sciocca a crederlo.
Anche
se l’amava più di se stessa, anche se le cose non fossero arrivate ad un punto
di rottura così estremo… Lily non poteva immaginare lo stesso un futuro per
loro due, se non uno fatto di ombre e di incontri segreti nel cuore della
notte; di rinunce e di figli mai nati.
A
volte la desiderava così tanto che, la mattina, non riusciva ad alzarsi dal
letto.
Lei.
Quando
era capitato ad Hogwarts aveva finto dei malori, ma più andava avanti, più gli
anni passavano, e più questi ‘malori’ si erano fatto frequenti.
Lei, il suo mal
d’amore.
Per
fortuna Scorpius era ricco. Lily l’avrebbe sposato quanto prima e non sarebbe
stata costretta a lavorare; non sarebbe stata costretta ad alzarsi tutte le
mattine.
Lui
avrebbe capito; avrebbe pensato che dopotutto non importava se lei dormiva,
l’importante era che rimanesse al suo fianco.
Scorpius
la sosteneva sempre, in ogni sua decisione, cullandola con i suoi sorrisi
dolci.
E lei, lei che
l’aveva morsa così forte su una spalla fino a farla sanguinare, e poi l’aveva
leccata.
Lei che le aveva
detto: “Ti rimarrà la cicatrice, affinché tu possa ricordarti che mi appartieni
sempre.”
Lily
aveva insistito per sposarsi a fine ottobre. Non voleva indossare un vestito a
maniche corte.
Scorpius
aveva acconsentito con un bacio e una carezza e lei si era sfiorata la spalla
sinistra con le dita.
***
Rose
era ben presto giunta alla conclusione che non aveva alcun titolo di studio
valido per il mondo dei Babbani. E, ovviamente, era stata costretta a
rifugiarsi in esso, se non voleva essere rintracciata dalla sua famiglia.
Aveva
trovato lavoro in un piccolo pub malfamato. Non avrebbe mai accettato se avesse
avuto una minima altra possibilità altrove; se non altro, si consolava con il
pensiero di avere sempre la bacchetta a portata di mano, nel caso qualche
cliente diventasse troppo molesto.
Dopo
qualche mese di incertezza ed esitazione – aveva ancora paura che la sua
famiglia la cercasse, nonostante la lettera che aveva loro spedito – aveva
deciso di abbonarsi nuovamente alla Gazzetta del Profeta, sotto falso nome.
Anche se si era volontariamente isolata da quel mondo, non avrebbe potuto
vivere nella completa ignoranza.
Cercava
spesso di non pensarci, ma… E se fosse successo qualcosa? Se qualcuno della sua
famiglia avesse avuto un incidente?
Cercava
sempre di ipotizzare in termini generici e mai a lei.
Non
l’avrebbe sopportato.
In
ogni caso, i Weasley-Potter erano abbastanza famosi, e ogni notizia degna di
nota sarebbe apparsa sulla Gazzetta del Profeta.
Rose
sperava che non accadesse mai. Non era pronta a prendere delle decisioni – a
sapere se tornare o meno, in caso – e
soprattutto non era pronta all’eventualità che lei fosse implicata in qualche modo in qualsiasi cosa meritasse di
finire sul giornale.
Aveva
un piccolo appartamento in un quartiere sporco e malconcio che la deprimeva, ma
che era stata in grado di revitalizzare con la magia.
Aveva
il suo lavoro degradante e insoddisfacente con cui però riusciva a sfamarsi.
E
aveva la speranza; la speranza che, un giorno, il suo cuore spezzato avrebbe
smesso di sanguinare. Sperava di poter tornare, di poter dimenticare per riprendere in mano la propria vita.
Erano
passati anni, ma dentro di sé sapeva che era ancora troppo presto.
A
volte si disperava e si immaginava stanca, vecchia e grigia, a spegnersi e
morire in quel lurido appartamento, perché l’affievolirsi dei suoi sentimenti
per lei era così lontano, ed essi
ardevano ancora con tanta di quella forza, di quella potenza…
Nonostante lei
l’avesse ferita oltre ogni umano e fisico dolore.
Poi,
un giorno aprì la Gazzetta del Profeta e scorse proprio quel nome che aveva
fatto di tutto per dimenticare.
Un
annuncio di fidanzamento.
Lily
Luna Potter si sarebbe unita in matrimonio con Scorpius Malfoy il trentun
ottobre.
Il
dolore la travolse a ondate.
Rose
cadde in ginocchio e poi si sdraiò piano, abbandonando il giornale da qualche
parte accanto a sé.
Aveva sperato
che fosse stato solo un sogno.
Aveva
pensato che ok, Lily non l’aveva più voluta, e aveva pensato di fare
esperienza, ma non così. Non in modo così definitivo.
Non
con l’intenzione di passare davvero tutta la vita accanto ad un’altra persona.
Anche
lei, all’inizio, ci aveva provato. Non a innamorarsi ancora, quello sarebbe
stato sbagliato e impossibile sotto tutti i punti di vista.
Era
però stata con altre donne.
Aveva
accarezzato i loro corpi e le aveva baciate e aveva fatto sesso con loro, per
poi tornare nella sua misera casetta e piangere tutte le sue lacrime.
Nessuna
era durata più di una volta. Con nessuna aveva anche mai solo preso in
considerazione l’idea di un secondo appuntamento.
E, invece, lei
si stava per sposare.
Era
andata avanti.
Aveva
dimenticato.
Lily.
Che
senso aveva censurare il suo nome, se ora era morta con lei anche la speranza?
Passarono
ore e lei rimase in quel limbo di non esistenza e non accettazione.
Quando
Rose si riprese, si mise addosso qualche vestito senza badarci troppo e uscì di
casa. Sapeva che sarebbe dovuta andare al lavoro, ma non ne aveva la forza.
Non
aveva la forza più per fare niente.
A che era servito
scappare?
Forse,
se fosse rimasta, invece di chiudersi nel suo dolore… Forse Lily sarebbe stata
ancora al suo fianco.
Al buio, di
nascosto.
Aveva
poi così importanza?
Pur di poterla
amare ancora…
Rose
camminò senza avere alcuna meta precisa. Un piede dietro l’altro. Facile come
respirare, cercando di ignorare i coltelli nei polmoni. Bastava solo comprimere
un poco. Non più respiri ampi, ma brevi e spezzati.
Se
non c’erano lacrime, non era come piangere.
Ad
un certo punto si sentì appellare in un modo strano, quasi insolito.
Distolse
lo sguardo dal marciapiede e vide che una macchina si era accostata. Il
guidatore, un vecchio che lei non vedeva bene, aveva abbassato il finestrino.
“Quanto
fai per una notte?”
Rose
rimase così, a fissarlo senza dire niente, finché lui non la insultò e passò
oltre.
Solo
a quel punto lei alzò lo sguardo, incontrando quello di un’altra donna – una
prostituta – poco lontano. Stava fumando una sigaretta ed era sotto ad un
lampione, con i vestiti stretti e sgargianti per mettere in mostra la mercanzia
e il trucco pesante per nascondere almeno una decina di anni.
“Ti
sei persa, cara?” le chiese, sorridendo appena e allontanandosi dalla sua
postazione.
“Non
lo so più.” rispose lei, trovando la voce per la prima volta in quell’infinito
giorno di agonia.
“Non
sempre arriviamo dove dobbiamo andare.” le disse lei, scrollando le spalle,
sempre più vicina “Ma, a volte, arriviamo dove dobbiamo essere e basta.”
***
Da
quando Narcissa era morta, Lucius viveva in una sorta di limbo.
Agli
occhi degli altri, del mondo, aveva recitato la parte del vedovo affranto per
qualche mese e, poi, nonostante continuasse a vestire di nero, era tornato ai
suoi affari come e più di prima.
Nel
privato delle mura di casa, però, la sua famiglia sapeva che lui stava
soffrendo seriamente per quella perdita.
Lui
e Cissy ne avevano passate tante, insieme. Erano sopravvissuti a due guerre
riuscendo sempre a cadere in piedi e, anche se non sempre avevano fatto le
scelte giuste, erano riusciti a salvare la famiglia, che era la cosa più
importante di tutte, per loro.
A
Lucius rimanevano un figlio e un nipote, che tuttavia avevano altre persone a
cui badare. Quello di Draco e Astoria era un rapporto solido e complice, e
quello fra Scorpius e Lily… Beh, era un rapporto.
Lui
vedeva quanto a Scorpius brillassero gli occhi, ogni qualvolta ci fosse Lily. E
lei sembrava davvero in grado di soddisfare ogni sua necessità, ogni sua
voglia. Sebbene fosse apatica per la maggior parte del tempo, stavano così bene
insieme che nessuno le diceva niente.
Presto
sarebbe diventata di famiglia. La nuova lady Malfoy, la nuova generazione
pronta a metterne al mondo un’altra.
Forse
un tempo sarebbe rabbrividito per quell’unione. Lily aveva una parte di sangue
Babbano nelle vene… Ma era anche figlia del salvatore del mondo magico – di quel ragazzo che Narcissa aveva salvato
– e, francamente, in quel periodo nessuno più badava allo stato di sangue.
In
fin dei conti, la caratteristica dei Malfoy era quella di cadere sempre in
piedi, e non di conservare puro il loro sangue, che nei tempi passati si era
già mescolato.
In
ogni caso, ciò che importava in quel momento era che suo nipote era felice, e
che lui, invece, si sentiva terribilmente solo.
Lily
si era trasferita al Manor dopo aver preso i M. A. G. O. Non sembrava
intenzionata a cercarsi un lavoro e passava il tempo a chiacchierare con
Astoria, anche lei ben contenta di far la signora del castello, e ad apprendere
le buone maniere e l’etichetta. Quando non restava a letto tutto il giorno,
beninteso.
Scorpius,
invece, aveva iniziato ormai da qualche anno ad affiancare Draco negli affari
di famiglia.
Tutti
sembravano così contenti e Lucius era stufo, davvero stanco, di dover rimanere
chiuso in quei saloni immensi senza alcuna compagnia, senza nessuno sfogo se
non, di tanto in tanto, una chiacchierata con la genera e Lily.
Era stanco di
sentire la mancanza di Narcissa.
Così
aveva iniziato ad uscire.
Con
il suo bastone, che un tempo aveva rappresentato uno strumento di potere e che
all’interno del Manor risultava solo essere un appiglio per le sue membra
stanche, Lucius si aggirava per l’immenso parco, osservando lo scorrere del
tempo attorno a sé.
Poi
anche quello aveva iniziato a non bastargli più.
Era
uscito di casa.
Aveva
fatto due volte una comparsata a Diagon Alley, ma si sentiva a disagio.
In trappola, non
libero di essere solo un vecchio che aveva perso l’amore della sua vita.
Ed
era quindi passato nella parte Babbana del mondo.
Lì
nessuno lo conosceva. Nessuno lo fermava per salutarlo, e lui non doveva per
forza tenere la schiena dritta e assumere un’espressione fiera e orgogliosa.
Era libero di
soffrire.
Camminava
a caso, smaterializzandosi disilluso in un luogo scelto ogni mattina puntano il
dito su una cartina che aveva trovato in biblioteca. Cercava una meta che non
arrivava mai.
Finché,
un giorno, non trovò lei.
***
Doveva
capire cosa Lily ci trovasse in Scorpius Malfoy.
Doveva
capire che cosa potesse darle un uomo
più di quanto avrebbe potuto fare lei.
La
sera in cui aveva incontrato Lia, era tornata a casa e si era spogliata,
rimanendo nuda davanti allo specchio a figura intera che aveva comprato mesi
addietro.
Si
era osservata, cercando di valutarsi con occhio critico.
Obiettivamente,
era una bella ragazza. I capelli avevano quella sfumatura ramata particolare
che le ragazze Babbane cercavano di ottenere mettendosi strane creme sui
capelli, ed erano ondulati in modo lieve e naturale – non crespi, come invece
li aveva sua madre.
Aveva
due occhi grandi e azzurri, e quella piccola spruzzata di lentiggini sul naso
che si sposava bene con la sua pelle chiara, quasi bianca. Aveva le curve di
una donna, anche se non eccessive; non era così magra che le si potessero
vedere le costole, ma non aveva neppure dei rotolini di grasso.
Era
una bella donna, giovane.
Ci
aveva dormito su per tutto il resto della notte e della mattina, poi era andata
al pub dove lavorava e si era licenziata.
Era
tornata da Lia e aveva iniziato la sua carriera nella prostituzione.
Doveva capire
cosa Lily potesse amare così intensamente, al punto da rinunciare a lei.
La
prima volta che era stata con un uomo era stato… Abbastanza orribile. Con Lily
a volte aveva usato dei giochini, perciò non aveva sentito troppo dolore, ma… Era sbagliato.
Così
sbagliato, con quella carne in più e in meno, con quelle spalle troppo larghe e
quell’odore forte di estraneo.
Almeno
non c’erano stati malintesi o fraintendimenti; nessun cuore spezzato e speranze
lasciate a morire. Rose a fine rapporto aveva accettato i contanti ed era
sparita dalla vita di quello sconosciuto, veloce come ci era entrata, senza che
lui potesse reclamare qualcosa in più per sé.
Era
andata avanti in questo modo per qualche tempo, e poi aveva in un certo senso
‘fatto carriera’. Lia aveva trovato per entrambe una buona sistemazione: un
complesso di appartamenti che venivano affittati interamente a donne dedite a
quel mestiere, per poter ricevere i clienti in santa pace.
Una
sorta di casa chiusa.
Lei
e Lia avevano preso in affitto un piccolo appartamentino per loro – Rose si era
liberata di quel buco vecchio e puzzolente che prima usava come casa – e due
stanze separate in un’altra casa da poter utilizzare per esercitare la loro professione.
Rose
continuava ad avere rapporti con uomini che la lasciavano insoddisfatta e con
ancora molte domande chiuse nella mente e nel cuore.
Perché l’aveva
fatto? Cosa aveva trovato Lily in quel tipo di approccio; cosa aveva visto che
lei non riusciva a cogliere? Possibile che fosse davvero più felice così?
E
poi, due mesi prima della data fissata per il matrimonio, alla sua porta aveva
bussato l’ultima persona che si sarebbe mai aspettata di vedere.
Lucius
Malfoy.
***
Non
l’aveva cercata di proposito.
Lucius
si era avvicinato una sera a una di quelle donne che popolavano i marciapiedi
degli angoli bui delle città e aveva scoperto il sesso a pagamento.
All’inizio
aveva pensato che sarebbe stata una buona idea; un diversivo per poter
dimenticare Cissy.
Ci
aveva provato, ma ogni rapporto sessuale alla fine lo lasciava vuoto.
Non era mai
amore, e per questo non era mai così importante.
Poi,
cambiando poco a poco zona della città, aveva iniziato a sentire una voce.
Gli
uomini che ne parlavano si riferivano a lei come ‘la puttana triste’. Dicevano
che aveva un fisico da paura e il viso di una bambola, ma che la sua
espressione non cambiava mai durante il rapporto.
Potevano
farle o farle fare qualsiasi cosa, ma lei rimaneva sempre impassibile e con una
sorta di ombra nello sguardo.
Non
fingeva nemmeno di provare qualcosa. Nessuno dei suoi clienti era mai riuscito
a strapparle un gemito, nemmeno un sospiro.
Lucius
si era incuriosito. Aveva pensato che, forse, due anime stanche come loro si
sarebbero capite.
E
così si era fatto dare l’indirizzo – pareva che lavorasse in una casa chiusa –
ed era andato a trovarla.
Erano
rimasti entrambi sorpresi, in effetti.
Mai,
neanche nelle sue più recondite fantasie, Lucius si sarebbe aspettato di
trovare Rose Weasley, la figlia di due degli eroi del mondo magico, che avrebbe
potuto avere il mondo ai suoi piedi, a fare la prostituta nel mondo Babbano.
E
Rose, dal canto suo, aveva intuito da subito la possibilità. Passato il primo
momento di sconcerto, aveva afferrato Lucius Malfoy per un polso e gli aveva
impedito di andarsene.
Un Malfoy. Lui
potrebbe avere la chiave.
Se
n’erano andati in camera. Una volta chiusi dentro, Lucius aveva estratto la sua
bacchetta dal bastone e aveva silenziato la stanza.
“Rose
Weasley.” disse, inclinando la testa “Ti stanno cercando ancora tutti. Chissà
cosa direbbero… Se sapessero ciò che fai per vivere.”
“E
cosa direbbero di Lucius Malfoy, che per diletto si intrattiene con prostitute
Babbane?” rispose lei, sorridendo appena. Non sapeva se l’uomo stesse tentando
di ricattarla per ottenere il suo silenzio, ma non le importava nulla.
Con
Lucius, avrebbe fatto sesso gratis più e più volte, pur di comprendere.
Pur di capire il
segreto, la cosa che era riuscita a tenere Lily lontana da lei.
Lucius
risistemò la bacchetta nel bastone e lo picchiettò più e più volte sul
pavimento, senza guardala direttamente.
“Impasse.”
disse infine “Ma non importa. Probabilmente qualcuno capirebbe che un vecchio
che ha perso sua moglie ha le sue esigenze.”
“Credevo
fosse venuto qui per una cosa, e non per discutere.”
Lucius
alzò la testa e cercò di scrutarla a fondo negli occhi.
“…
La puttana triste.” disse infine “E tu, per cosa sei qui?”
Rose
sorrise ancora, ma il lieve sollevarsi di labbra non arrivò mai agli occhi.
Sapeva cosa dicevano di lei, e non le importava minimamente.
“Una
cosa che forse solo lei mi può dare.” rispose “In fondo, possiamo
tranquillamente raggiungere i nostri diversi scopi in questa stanza.” allargò
la braccia “Avanti, faccia di me ciò che vuole.”
Lucius
appoggiò il bastone alla parete, poi si avvicinò alla donna. La osservò, per
qualche minuto: sotto la semplice veste semitrasparente, si intuivano delle
belle forme. Allungò una mano e le sfiorò un seno. Rose rimase impassibile
sotto il suo tocco e lui, fissando quell’ombra che aveva negli occhi, sospirò.
Ogni
remora scomparve e Lucius le ordinò di spogliarsi e di spogliarlo. Le disse di
fare di tutto per eccitarlo e le fece lui stesso certe cose, cose che sapeva
che mandavano in estati una donna.
Anche
quando entrò in lei, Rose rimase impassibile, con quel velo nello sguardo, per
nulla annebbiato dall’eccitazione.
Lucius
spinse e venne in lei, staccandosi da quel corpo freddo quasi subito e
sdraiandosi accanto a lei; riprendendo fiato dopo aver fatto sesso.
“Ti
ho dato quello che volevi?” chiese infine.
Rose
sospirò e chiuse gli occhi. Era il primo rumore che faceva, dopo che avevano
smesso di parlare per dedicarsi ad altro.
“No.”
rispose “La mia ricerca continua.”
“Anche
la mia.”
Lucius
continuò ad andarla a trovare.
***
Lily
passava parecchio tempo in biblioteca.
Nelle
giornate no, in cui anche solo alzarsi dal letto sembrava richiedere uno sforzo
eccessivo, lei si puntellava sui gomiti e sulle ginocchia e cercava di
trascinarsi in quell’enorme stanza sempre in penombra e dall’odore di carta
vecchia.
Aveva
scoperto l’evasione che i libri potevano dare alla sua esistenza piatta.
Leggeva,
senza sosta.
Leggeva per non
pensare a lei.
Aveva
trovato la sezione dove erano custoditi i diari delle antenate Malfoy e si era
trovata a sfogliare febbrilmente le pagine, viaggiando con la mente fra
passioni illecite e tradimenti e pugnalate alle spalle. Certe donne riuscivano
a far passare il più piccolo screzio per la fine del mondo e Lily era come
attratta, risucchiata, da tutta
quella rabbia e passionalità.
Lei, che non ne
provava più da così tanto tempo.
Poi
aveva iniziato a leggere il diario appartenuto a Narcissa Malfoy. Purtroppo per
lei, durante le due guerre la nonna di Scorpius non aveva scritto molto. Era
davvero spaventata – durante la prima si era riscoperta prima incinta e poi
madre; durante la seconda aveva la certezza che la sua famiglia sarebbe andata
in pezzi, che suo figlio sarebbe stato ucciso da Voldemort per punire Lucius –
e, almeno così credeva Lily, non aveva avuto il tempo di sedersi ad una
scrivania e annotare ciò che le stava succedendo attorno.
C’erano
i ricordi degli anni in mezzo, e quelli successivi.
Dopo
che suo padre aveva salvato il mondo magico… Dopo tutti i processi e le accuse
e i proscioglimenti… Narcissa Malfoy si era svegliata un giorno e si era resa
conto di essere un’estranea in una famiglia che non riconosceva più.
Il
rapporto con suo figlio era migliorato un pochino, ma con il marito… Si era
resa conto di non amarlo più. Si era accorta che gli errori erano stati troppi,
e che lei sentiva il peso di dover dividere il proprio letto con un assassino.
Lily
si scoprì in un qualche modo affine
alla donna.
Scorpius
era un bravissimo ragazzo, ovviamente, ma lei non era mai stata in grado di
ricreare il trasporto con lui.
Non come con
lei.
Ovviamente
erano una coppia a tutti gli effetti; facevano l’amore quasi tutte le sere e si
coccolavano sul divano e si raccontavano della giornata appena trascorsa, ma
poi… Poi, non c’era più nulla.
Cene
fuori nelle occasioni speciali.
Serate
con gli amici di sempre, a casa di qualcuno o più raramente fuori, in cui
esibire felicità e sorrisi.
Regali
e gioielli e vestiti, perché Scorpius poteva permetterseli e amava credere che
per lei fossero importanti.
La
promessa di un futuro normale, un bel
matrimonio e tanti figli sorridenti.
Ma mai quella
passione che correva sottopelle, che doveva trattenere quando la vedeva da
lontano e c’era sempre così tanta gente, troppa gente pronta a giudicare
quell’amore sbagliato.
Si
era affezionata alla storia di Narcissa.
Rileggeva
più e più volte le sue parole eleganti, cercando di mettere in pratica i suoi
consigli contro la vita spenta che si era anche lei trovata a vivere.
Curare
il giardino.
Dare
ricevimenti.
Bere
il the con le vecchie amicizie.
Riuscire ad
alzarsi dal letto ogni giorno con un finto sorriso sulle labbra.
Cercava
di seguire alla lettera le parole che Narcissa aveva scritto a se stessa.
Per evitare di
morire poco a poco pensando a Rose, ormai lontana, ormai perduta.
***
Alla
fine Lucius gliel’aveva chiesto.
“Tutte
le volte te lo chiedo, e tu mi rispondi che non l’hai trovato. Cosa,
esattamente, stai cercando?”
Erano
sdraiati l’uno accanto all’altra, dopo l’ennesima notte di sesso. In quel mese
avevano sperimentato più cose, più volte, utilizzando diversi giochi e
mettendosi in diverse posizioni. Nonostante l’età, Lucius si manteneva ancora
atletico e in forze.
Rose
non aveva ancora emesso un singolo gemito.
Lui
credeva che sarebbe impazzito presto. Si stava quasi dimenticando del suo desiderio di sentirsi amato e
consolato, pur di risolvere il mistero della puttana triste.
Rose
voltò la testa dalla sua parte.
“Lo
vuoi sapere davvero?” chiese, leggera, ma con ancora quell’ombra nello sguardo.
Lucius
annuì.
“Sto
cercando di capire cosa si provi. Cosa ci possa essere in più… Soprattutto in un Malfoy.”
“In
più rispetto a cosa?”
“Non
è la domanda giusta.” rispose Rose, scuotendo piano la testa “Ma la risposta
giusta è che cerco di capire che cosa lei
ci trovi in più.”
“Lei?”
chiese Lucius, alzando un sopracciglio.
Rose
rimase zitta alcuni istanti. Lily aveva sempre protetto il segreto, il loro segreto, come se ne andasse più
della sua stessa vita. Era sempre stata così spaventata… Ed era lontana.
Avrebbe
sposato Scorpius il mese prossimo.
E
lei aveva con Lucius un patto di segretezza.
Il
loro era un fragile equilibrio, vero, ma sinceramente Rose non vedeva altra
soluzione. Non capiva come spezzare definitivamente quel legame, che fino a
quel giorno aveva custodito gelosamente nel suo cuore.
Forse,
se avesse trovato il coraggio di farlo defluire dalle labbra, qualcosa sarebbe
cambiato.
Non avrebbe più
sofferto. Avrebbe iniziato a guarire.
“Lily…”
disse, con un sospiro.
Lucius
si puntellò su un gomito per osservarla meglio. Gli occhi di Rose erano pieni
di lacrime non versate, di rimpianti e di rimorsi.
E
lui capì.
Lei
e Lily, quella Lily – e come avrebbe potuto essere altrimenti?
– avevano avuto una relazione.
“Cerco qualcosa che
solo tu puoi darmi. Ma non la trovo, non la trovo mai.”
Così
aveva detto, una delle tante sere prima.
Solo tu.
Lui,
in quanto Malfoy.
Lui,
in quanto parente di Scorpius, l’uomo che avrebbe sposato la sua amata.
E
Lily, ah, Lily… L’apatica.
Lily
che faticava ad alzarsi dal letto e che si chiudeva in biblioteca ogni giorno a
morire un po’ nella realtà per vivere un’ora in più di fantasia.
Ah…
Come andava tutto a posto.
Come
aveva tutto senso.
“Lily
Luna Potter.” sussurrò, più a se stesso che a lei.
“Un
amore sbagliato.” rispose lo stesso lei, stavolta guardandolo negli occhi,
vedendolo davvero “Così l’aveva
definito lei.”
Lucius
si fece cadere sul letto, riflettendo.
Non
sapeva come ordinare i propri pensieri. C’era il mistero finalmente risolto,
che lo lasciava in un certo qual modo sollevato. E c’era suo nipote, che stava
per sposare una donna che non lo amava ma del tutto determinata ad entrare a
far parte della famiglia.
Non
poteva essere per i soldi. Lucius non credeva Lily una così bieca calcolatrice…
E, poi, quando aveva iniziato a frequentare Scorpius aveva solo quindici anni.
Un amore
sbagliato.
Probabilmente
credeva davvero in quelle parole.
Probabilmente
stava sforzando se stessa fino al limite… Senza riuscirci.
Adesso,
lui sapeva.
Già.
Sapeva.
E
cosa avrebbe potuto fare?
***
Lucius
si era avvicinato durante uno dei giorni in cui lei riusciva quasi a farsi
piacere il mondo. Aveva detto di avere una sorpresa per lei e Lily si era
fidata, porgendogli la mano.
Non
si era aspettata la smaterializzazione, così quando arrivarono sbatté le
palpebre, confusa.
Si
guardò intorno, ma si trovavano in una semplice camera da letto del tutto
anonima, come poteva essere quella di un motel.
Per
un breve istante si era sentita smarrita.
Poi,
un terrore irrazionale aveva iniziato a farsi strada dentro di lei. Era senza
bacchetta, era…
Ma
non aveva fatto a tempo a provare davvero paura, perché una porta si era
spalancata ed era entrata lei.
Lei. Rose.
Indossava
solo un corpetto rosso e nero, e delle calze a rete.
Per
un lungo istante si guardarono. Poi Rose chiuse gli occhi e rabbrividì, come quell’ultima volta.
“Perché?”
Si
era rivolta a Lucius.
E
Lily, con il cuore dai battiti dolorosamente accelerati, si era ricordata della
presenza del nonno del suo futuro marito.
Le
ginocchia avevano ceduto. Si era sorretta al letto e aveva aperto e richiuso la
bocca, più volte.
“…
Come…?”
“So
tutto.” le rispose Lucius. Lei non aveva il coraggio di alzare la testa e
guardarlo in faccia “E sono del parere che questa farsa debba finire.”
Lily
chiuse gli occhi, tremando.
Avrebbe dovuto
annullare le nozze. Smettere di vivere la vita che aveva scelto, e tutto
perché… Perché Rose aveva rivelato il segreto.
Perché l’aveva
distrutta.
E lei sapeva fin
dall’inizio che sarebbe finita così.
Si
rialzò, di nuovo padrona di se stessa di nuovo decisa. Si voltò verso Lucius
Malfoy con la determinazione nello sguardo.
“No.”
disse.
“…
No?”
“No.
Io amo Scorpius. Io so amare
Scorpius.”
Lucius
fece uno strano sorriso a metà, che era in qualche modo sia sarcastico che
compassionevole.
“No,
non è vero. Io ho conosciuto l’amore. Tu non sai fingere.”
“Scorpius
non si è mai lamentato.”
“Per
me non è abbastanza. Se sei decisa a sposarlo lo stesso, devi dimostrarmelo.”
“Sì,
infatti.” intervenne Rose, avvicinandosi. Il suo sguardo era imperscrutabile
“Fai vedere anche a me come sei in grado di amare un Malfoy.”
La
sua voce era fredda, ah, Merlino, così fredda! Lily si sentì morire.
Eppure,
non demorse. Strinse le labbra e la fissò con un odio fatto di rimpianto.
“Come
posso…?” iniziò a chiedere, ma Lucius aveva afferrato il suo bastone e l’aveva
spinto verso la sua intimità.
Lily
si lasciò sfuggire un gridolino, sorpreso.
“Fammi
vedere come ami un Malfoy.” disse Lucius, anche lui con lo sguardo ora vuoto.
Lily
sentì le lacrime premere per uscire, ma strinse i denti e le ricacciò indietro.
Aveva
capito.
Aveva
capito cosa volevano da lei.
Li
odiò per questo.
Eppure,
non tremò quando si tolse la camicetta prima, e la gonna poi. Rimase in
biancheria davanti a Lucius finché lui non prese l’iniziativa.
Rose
guardava.
Per
Lily, era oltremodo difficile e imbarazzante lasciarsi andare. Ma doveva farlo. Doveva farlo, se voleva
convincerli che aveva abbandonato la via del suo amore sbagliato.
Chiuse
gli occhi e si abbandonò alle sensazioni puramente fisiche.
Lucius
era bravo; la toccava nei punti giusti e la baciava con ardore.
Piano,
molto piano, lei si lasciò andare. Ricambiò i gesti tastando il suo corpo con
le mani. Venne fatta sdraiare sul letto e si sforzò in ogni modo di dimenticare
la presenza di Rose accanto a sé.
Prima
di penetrarla, Lucius la fece girare di schiena e mettere a carponi. Solo in
quel momento Lily aprì gli occhi, e vide Rose osservarla sempre con quell’espressione
impassibile.
Stavolta
le lacrime strabordarono.
Lucius
non poteva vederla, ma lei stava chiedendo con lo sguardo una cosa a Rose.
Perché? Perché
mi fai questo?
Alla
fine, riuscì a simulare un orgasmo. Urlò forse più del dovuto e richiuse gli
occhi.
Voleva
solo che tutto quello finisse. Che potesse tornare a casa e rintanarsi in
biblioteca.
Che
potesse vivere tutta la sua vita rinchiusa in una stanza.
Quando
anche Lucius finì, lei si era già asciugata le lacrime e aveva assunto di nuovo
un’espressione dura.
“Sei
soddisfatto?” gli chiese, rialzandosi e dando la schiena a Rose, per guardarlo
negli occhi.
Lucius
non rispose, ma andò in bagno, chiudendo la porta dietro di sé e lasciandole
sole.
Lily
divenne ben presto consapevole della presenza della cugina nella stanza.
Erano sole.
L’elettricità
scorreva fra loro.
Nonostante
gli anni passati, il dolore… Nonostante ciò che le avevano appena fatto.
Ah,
Merlino!
La
desiderava ancora come il primo giorno. Sentiva il fuoco sottopelle
sconvolgerle il respiro.
La
ascoltò camminare.
Rose
era arrivata proprio dietro di lei e le aveva posato le mani sulle spalle. Con
le dita della sinistra, le aveva sfiorato la piccola cicatrice in rilievo sulla
spalla.
“Mi
dispiace.” disse, e nella sua voce si mescolavano dolore e sollievo.
Lily
si girò, perché non sopportava più di non vederla in faccia.
“Dovevo
capire.” continuò lei.
“Sei
soddisfatta?”
“Sì.”
La
baciò. Rose prese il suo mento con forza e dischiuse le sue labbra con la
lingua.
Lily
ci mise meno di un secondo a diventare burro sotto le sue dita.
Come se non
fosse mai passato un secondo.
Sentiva
il cuore sfarfallare, impazzito. Sentiva lo stomaco contratto dal desiderio.
Un
gemito le uscì dalla bocca e subito Rose la imitò, stringendola di più a sé.
Fecero
di nuovo l’amore. Lily staccò il cervello e si lasciò fare ogni cosa da lei, dalla donna che amava. E Rose, nel
frattempo, ricambiava la sua disponibilità levandole con le labbra e con il
corpo ciò che le era stato fatto da Lucius.
Alla
fine notarono che Lucius era uscito dal bagno, che le aveva osservate. Non se
n’erano neanche accorte, prese com’erano.
“La
puttana triste.” disse lui, con una nota malinconica “Che ritrova la voce per
la sua amata.”
Lily
non si pose il problema del significato di quelle parole.
Era,
per un secondo solo, finalmente in pace con se stessa.
Finalmente
amata.
“Rose.”
chiese, voltandosi verso di lei “Che cosa hai capito, con tutto questo?”
Lei
le accarezzò una guancia.
“Che
solo con me sei te stessa. Avevo sbagliato prospettiva. Nessuno, neanche un
Malfoy, ha qualcosa in più di me, può darti qualcosa di diverso. Sei solo tu
che non lo vedi, che ti sforzi. Ma sapere che mi ami ancora riuscirà a farmi
tornare in pace con me stessa, almeno per un po’.”
Lily
chiuse gli occhi.
Una
lacrima scivolò lungo la guancia.
Non poteva
ammettere ad alta voce di essere ancora legata ad un amore sbagliato.
***
Lucius
l’avvicinò ancora due giorni dopo.
Lily
aveva un libro in grembo, ma non stava leggendo. Osservava il parco fuori dalla
finestra, ed era persa fra i propri pensieri.
“Ho
una proposta da farti.”
Lily
voltò il capo verso di lui, studiandolo impassibile.
Non
sapeva ancora come sentirsi nei suoi confronti. Lui aveva approfittato di lei,
in un certo senso, costringendola a fare sesso. Ma poi…
Le aveva
restituito Rose, anche se solo per un’ora, solo per un giorno.
In
ogni caso condividevano un segreto troppo grande anche solo per essere detto ad
alta voce.
“Che
tipo di proposta?”
Lucius
sorrise appena, stringendo il suo onnipresente bastone. Si sedette nella
poltrona di fronte alla sua.
“Mi
hai convinto.” disse, aggirando la domanda “Ma non nel modo giusto.”
Lily
continuò a guardarlo, alzando un sopracciglio.
“Sei
stata in grado di amare Scorpius in questi due giorni più di quanto tu abbia
fatto negli ultimi mesi. Ma entrambi sappiamo che non è merito… Mio.”
Stava
per dire ‘del mio ricatto’, ma si trattenne.
“…
Non capisco.” disse infine lei.
“So
che è… Merito suo. E quindi ho una proposta
da farti.”
Lily
strinse le labbra.
“La
toglierò da quel posto. Le darò una casa e di che vivere. E favorirò tutti gli
incontri che vorrete avere; non importa se tradirai mio nipote, purché tu
continui a renderlo felice in questa casa.”
L’espressione
impassibile abbandonò il viso di Lily, mentre l’incertezza si fece largo nel
suo sguardo.
In
quel momento avrebbe detto ‘sì’ senza pensarci due volte. Eppure…
“E
lei, cosa ci guadagna?”
Stavolta
Lucius distolse lo sguardo. Si mise nella posizione che aveva lei prima che la
interrompesse: lo sguardo assorto verso il parco, fuori dalla finestra.
“…
Ho mentito.” disse infine. Tornò a guardarla “Quando ho detto che conosco
l’amore. In realtà io ho amato Narcissa fino alla fine… Ma lei, ah, lei, non
amava più me da tanto tempo. E non ha saputo nemmeno fingere.”
Lily
abbassò lo sguardo.
Sapeva
che Narcissa non lo amava più, perché aveva letto i suoi diari. Si era
immedesimata così tanto, l’aveva capita pensava più di chiunque altro e… Non
aveva considerato l’altra parte della storia.
La solitudine.
“Capisci
perché sono andato da lei?”
Lily
rialzò il viso e annuì.
“E
poi, l’altro giorno… Vi ho viste insieme. Tutta quella felicità… Che mi è stata
negata.”
Rimasero
in silenzio per alcuni istanti. Lily cominciava a capire cosa volesse Lucius e,
a conti fatti, per lei non era un sacrificio così eccessivo.
Tutto, pur di
corrompersi ancora l’anima con quell’amore sbagliato.
Aveva già
provato una volta a vivere senza Rose. Non avrebbe più rifatto lo stesso
errore.
“Non
pretendo di essere amato. Pretendo solo un po’ di consolazione. Voi due…” disse
Lucius, fissando il suo sguardo in quello di lei “Dovrete solo accettarmi fra
voi. Non sempre. Ma quello che può bastare.”
Lily
annuì ancora. Era quello che si era aspettata, dopotutto.
Era
il prezzo che era disposta a pagare.
“Dovrà
chiederlo anche a Rose.” rispose, semplicemente.
Lucius
notò come la sua voce si era arrotondata e ammorbidita sull’ultima parola.
Sorrise.
“Naturalmente.”
***
Rose
aveva ascoltato i termini dell’accordo continuando a dare la schiena al suo
interlocutore.
Aveva
stretto le labbra senza dire una parola per molto, molto tempo.
“Lily
ha già accettato.” concluse Lucius, seduto comodo sul letto disfatto.
Rose
rifletté.
La
sua ricerca era conclusa. Aveva capito che nessun uomo, nessun Malfoy, avrebbe mai potuto cancellare l’amore di Lily per
lei.
Aveva
anche capito che, sebbene Lily fosse una debole, altrettanto debole lo era
anche lei.
Non poteva
vivere senza quell’amore.
E, dunque, non
aveva già la risposta pronta?
Perché esitava,
perché si sentiva di nuovo sconfitta? Perché Lily sceglieva sempre, sempre
Scorpius… Ma amava lei.
Amava lei.
Forse
un giorno non le sarebbe bastato più.
Ma,
per il momento, non sarebbe mai riuscita a vivere senza Lily.
Lei. Il suo
unico amore.
E
non poteva più permettersi di prostituirsi, o di vivere di stenti nel mondo
Babbano. Non se aveva un’altra opportunità, un’opportunità tutto sommato comoda
che l’avrebbe tenuta lontana dalla famiglia, dalle domande…
Annuì.
Sapeva
che Lucius avrebbe capito.
***
Il
trentun ottobre il sole splendeva basso sull’orizzonte, mentre l’aria ormai
frizzante mitigata solo un poco dagli incantesimi costringeva gli ospiti ad
avvolgersi in pesanti giacche o cardigan.
Lily
e Scorpius stavano per dirsi il fatidico sì all’ombra dell’arco di rose
predisposto per l’occasione.
Mancavano
ancora circa dieci minuti all’inizio della cerimonia, e buona parte degli
invitati si stavano irritando. Scorpius attendeva fiducioso sotto l’arco, ma
Draco continuava ad aguzzare la vista, alla ricerca di suo padre.
“Non
può arrivare in ritardo oggi.” lo sentì borbottare Scorpius “Non può. Lo
strozzo con le mie mani, se si azzarda.”
Poi,
alla fine, lo vide. Il suo sollievo fu sostituito dalla sorpresa, quando notò
chi lo accompagnava, tenendo una mano sul suo braccio.
“Ma
quella… Quella è Rose Weasley.” esclamò Scorpius, per un momento distratto.
Fra
gli ospiti iniziò a circolare la voce. Hermione e Ron, invitati in quanto zii
di Lily, andarono verso la figlia creando non poco trambusto; il resto della
famiglia cercò di seguirli, mentre i maghi addetti alla cerimonia e al catering
li imploravano di tornare ai propri posti. Quando ormai solo i due genitori di
Rose le impedivano di fatto di sedersi, asfissiandola con domande su domande a
cui lei non rispondeva, fece la sua comparsa Lily.
Il
cuore le cadde nello stomaco, non appena si rese conto di cosa fosse l’ingorgo
al centro del tappeto rosso che avrebbe dovuto percorrere. Lasciò il braccio di
Harry, che era sorpreso quanto il resto della sua famiglia, e corse verso
quella che, agli occhi di tutto il mondo magico, era sua cugina.
Sua cugina e
basta.
Le
buttò le braccia al collo, scansando gli zii, e lei rispose all’abbraccio con
un sorriso.
“Rose.”
mormorò, contro il suo collo.
Il suo amore
sbagliato, ma così giusto.
“Lily.”
rispose lei.
Si
staccarono. Lily abbassò lo sguardo e vide che Lucius la osservava.
“Perché
tu sia il ritratto della felicità, nel giorno più importante.” disse.
Sapeva
che gli altri l’avrebbero visto solo come un bel gesto. Riunire una famiglia
spezzata per la riuscita del matrimonio di suo nipote.
Solo
Lily sapeva qual era la verità sottostante a quelle parole.
Perché tu possa
fingere al meglio, com’era nei patti.
Lily
annuì e sorrise, poi riprese posto al fianco di Harry. Qualcuno, nonostante il
ritardo, fece partire la musica, e Hermione e Ron vennero finalmente convinti a
sedersi ai loro posti mentre anche Rose si accomodava.
Quando
Harry depose la sua mano su quella di Scorpius, Lily si girò verso di lei.
Quanto deve
essere dura per lei sopportare tutto questo.
Sorrise
per il resto della cerimonia e recitò con parole appena tremanti le sue
promesse vuote.
Disse
“Sì” e una lacrima le sfuggì dalle ciglia.
E lo fa solo per
me.
Scorpius
la baciò.
Nonostante io
abbia fatto di tutto per distruggere il nostro legame, per favorire questo
amore sbagliato.
E
Lily sorrise agli invitati, lanciando il bouquet con un grido.
Perdonami, Rose.
PS:
alla fine avrei voluto mettere una piccola discussione fra Rose e i suoi
genitori, ma mi stonava inserirla in questa storia, quindi è rimasta fuori.
Comunque ho immaginato Rose dire ai due che non dovevano preoccuparsi di nulla,
che lei stava bene ed era ragionevolmente felice. Che riusciva a mantenersi
perché era diventata l’amante di un uomo facoltoso e che dovevano accettarlo.
Mi sono immaginata la loro facce… Ahahahah! Ron che avrebbe voluto strozzare
Lucius (ha fatto due più due, vedendo la figlia arrivare al suo braccio) e Hermione
che, invece, avrebbe colto qualcosa di più nell’ombra del suo sguardo.
Me
la sono immaginata così bene; è stato un peccato non scrivere niente, per
questo te lo dico qui ù.ù
PPS:
l’altra “coppia” a cui avevo pensato era la James/Lily/Severus. Chissà, magari
prima o poi la scriverò tanto per! XD