Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: deardarlin    20/10/2014    0 recensioni
Premetto che è la prima storia che pubblico
È una Larry ambientata nel 1888, con Harry!JackTheRipper
E nulla, spero vi piaccia
Genere: Erotico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Non-con
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una cupa sera di settembre del 1888 a Londra e un ragazzo stava camminando in una delle stradine secondarie meno battute con le mani infilate nel cappotto pesante che indossava. 
Si chiamava Louis Tomlinson, aveva 22 anni ed era originario di Doncaster, una cittadina del South Yorkshire. Si era appena trasferito a Londra per cercare un lavoro e fare carriera, ma dopo una settimana non aveva ancora trovato nulla. 
Assorto nei suoi pensieri, Louis non si era reso conto di essersi perso; alzò lo sguardo e impreco tra i denti: era finito in un vicolo cieco. Sbuffò e tornò sui propri passi, svoltando a destra: la scena che aveva davanti gli fece accapponare la pelle. 
C'erano un ragazzo e una donna nel vicolo: lei era riversa a terra e lui le stava sopra, a cavalcioni, tra le mani un pugnale sporco di sangue. La luce lunare che filtrava tra le nubi si rifletteva sui suoi capelli scuri, che parevano ricci. 
Il ragazzo non si accorse di Louis e continuò il suo "lavoro": l'urlo della donna si spense dopo un istante, tempo che era servito al giovane per reciderle le gola. Schizzi di sangue lordarono il muro e Louis mosse dei passi all'indietro spaventato.
Evidentemente la fortuna non era dalla sua parte perché calpestò un coccio di vetro, che si frantumò sotto il suo peso. 
Il ragazzo si alzò di scatto e si voltò verso di lui e Louis trattenne un urlo: era lui, l'assassino che da un po' girava per Londra uccidendo prostitute. Era conosciuto come "il mostro di Holmes Chapel", per la sua provenienza ma Louis conosceva il suo vero nome e il suo viso, Londra era tappezzata di sue immagini
-Harry Styles- sussurrò spaventato 
Il ragazzo sorrise, e si esibì in un inchino scherzoso, il coltello sporco di sangue tra le mani e gocce rosse a lordargli il viso chiaro.
-vedo che conoscete il mio nome- disse, e si avvicinò a Louis il quale mosse automaticamente dei passi all'indietro.
-non preoccupatevi, non vi farò del male. Voglio solo sapere il vostro nome- 
Louis si morse il labbro, la schiena contro il muro; era in trappola, in un vicolo cieco con un celebre assassino, per giunta  armato. 
-L-Louis..- sussurrò
-Louis- la lingua di Harry accarezzò morbidamente il nome, strascicando sull'ultima parte, facendolo uscire distorto, più simile a "Loueh"
-che incantevole nome. Del resto, non mi aspettavo nulla di diverso. Un nome incantevole per una persona incantevole. 
Sono dispiaciuto per quello a cui siete stato costretto ad assistere, e mi spiace comunicarvi che dopo quello che avete visto sono costretto ad uccidervi. Non ho nulla contro di voi, anzi. Ma non posso correre il rischio che parliate con qualcuno, mi capite?-
Louis spalancò gli occhi: -Ve lo giuro, i-io sarò muto come un pesce, non dirò nulla a nessuno, lo giuro sulla mia vita!!-
-ne sono sicuro, Louis, ne sono sicuro- 
L'ultima cosa che Louis vide, prima di svenire, furono due occhi verde smeraldo, decisamente troppo vicini e un viso chiaro, sporco di goccioline di sangue. 
----
Louis sbatté gli occhi, disorientato: gli faceva male la testa, aveva la gola riarsa e gli dolevano i polsi. Fece per alzarsi la qualcosa glielo impedì: aveva delle manette ai polsi, manette fissate alla parete di roccia. Di colpo ricordò tutto: il vicolo, l'assassinio, Harry Styles... E il buio. 
Un rumore di chiavistelli lo riscorse: dalla porta apparve il viso di Harry. Si era evidentemente lavato e cambiato, indossava una camicia bianca e pantaloni neri, il viso era pulito e i ricci vaporosi. 
-come vi sentite, Louis?-
Il ragazzo lo fulminò con lo sguardo: -mi avete drogato, trascinato qui mentre ero privo di sensi e poi ammanettato alla parete. E avete anche il coraggio di chiedermi come sto?!- 
Il volto di Harry si rabbuiò, nei suoi occhi si accese una scintilla di rabbia: afferrò il mento di Louis e lo costrinse ad alzare la testa: -mai, mai rivolgersi a me con quel tono. Avete capito?! Mai!!- 
Louis annuì, col cuore che batteva all'impazzata. 
-bene.-
Harry lasciò la presa e gli liberò i polsi
-alzatevi, e camminate davanti a me-
Louis deglutì, e fece come gli era stato ordinato. Salirono delle scale fino a spuntare in un corridoio buio, e poi in una stanza, dove Harry spinse Louis: a causa della troppa stanchezza, il ragazzo finì in ginocchio con un gemito. Alzò lo sguardo, guardando l'assassino dal basso: -perché lo fate? Perché uccidete?- 
Il riccio si bloccò: nessuno glielo aveva mai chiesto, nessuno si era mai preoccupato per lui. E se prima voleva solo uccidere quel ragazzo dagli occhi blu, ora l'idea non lo sfiorava per niente. 
-i-io non lo so... Solo quando tolgo la vita mi sento bene...- 
Louis raccolse quel poco di coraggio che aveva in corpo e si alzò: -voi avete bisogno di amore, avete bisogno di qualcuno da amare e che vi ami con tutto il suo cuore. Ecco perché vi sentite bene quando uccidete, a voi manca l'amore.-
Amore, pensò Harry. L'amore non esisteva, era solo una fregatura. Lui l'amore non l'aveva mai conosciuto, nemmeno dai suoi genitori. Suo padre picchiava sua madre, si ubriacava e la picchiava ancora: morì quando Harry aveva 6 anni. E sua madre si suicidò dopo due anni. No, decisamente l'amore non esisteva.
Afferrò Louis per il colletto della camicia sgualcita e lo spinse a terra; si mise a cavalcioni sul suo petto e gli puntò alla gola il pugnale. Louis aveva gli occhi sbarrati, aveva paura e il respiro irregolare: riusciva a percepire il freddo della lama contro la gola, la lama che aveva stroncato decine di vite e che stava per prendersi la sua.
-v-vi prego... Non uccidetemi...- 
-datemi una buona ragione per non farlo. Sono un assassino, uccidere è ciò che faccio ogni giorno- 
Per Louis era difficile ragionare col filo della lama puntato al collo.
-perché anche voi, sotto alla corazza di assassino avete un cuore. E poi l'avreste già fatto se mi volevate davvero uccidere.-
Harry si fermò a riflettere: non aveva tutti i torti, normalmente gli sarebbe saltato addosso appena lo avesse visto e lo avrebbe ucciso all'istante. Magari lo avrebbe prima stuprato ma non avrebbe esitato ad ucciderlo. 
Mentre era immerso nei suoi pensieri, Louis ebbe tutto il tempo che voleva per guardarlo bene: pelle chiara, liscia, senza imperfezioni, che pareva di porcellana; due occhi verdi, che spiccavano sul quel viso pallido; due fossette, le aveva viste nel vicolo quando era stato costretto a presentarsi; capelli ricci, color cioccolato che incorniciavano quel visetto angelico che non sembrava quello di uno spietato serial killer. E poi quella bocca, dalle labbra carnose, rosse, come se si divertisse a morderle. Bocca che, mentre Louis era distratto, si era posata violentemente su quella del liscio, che si fece sfuggire un gemito di sorpresa. 
Harry ne approfittò, insinuando la lingua nella bocca del castano, alla ricerca della sua, le mani strette alla sua vita e il coltello dimenticato a terra; le mani di Louis finirono tra i ricci di Harry, a tirarli mentre il bacio si faceva più sporco e passionale.
Il riccio lo spinse a terra mettendosi a cavalcioni del suo corpo; le sue dita fameliche sbottonarono velocemente la camicia sgualcita del castano che deve lo stesso con la sua inamidata, per poi fermarsi ad accarezzare il torso scolpito del giovane assassino che nel frattempo l l'aveva già liberato di tutto il resto. Louis si bloccò: ne era sicuro? Si era fatto prendere dalla frenesia e ora si trovava nudo sul pavimento di una casa chissà dove con un serial killer addosso, che si stava spogliando completamente con un'espressione indecifrabile sul viso. 
Prima che potesse ribattere, Louis si trovò a pancia sotto, l'altro seduto sulle sue gambe e due dita bagnate di saliva tra le natiche; gli sfuggì un urlo soffocato e strinse le mani a pugno mentre le dita del ragazzo lo allargavano meglio che potevano, l'azione resa più facile grazie alla saliva. 
Una volta che lo ritenne preparato a sufficienza, Harry tolse e le dita e si posizionò tra le cosce divaricate del ragazzo, alzandogli il bacino per favorire l'amplesso e con un'unica spinta di reni lo penetrò. 
Non ci fu amore nei gesti di Harry, erano meccanici, dentro e fuori in rapida successione, incurante del dolore che stava causando al giovane sotto di lui. Per Louis, tutto finì preso: dopo un gemito gutturale, il riccio venne nel suo corpo e si sfilò velocemente, si alzò e si vestì, uscendo poi dalla stanza, il tutto senza proferir parola. 
Il giovane dagli occhi blu si morse il labbro: che si aspettava? Si tirò su a fatica e raccattò i propri abiti infilandoseli in fretta. Uscì dalla stanza e vide la porta d'ingresso aperta: decise in un secondo netto. Un'occhiata per vedere se il riccio fosse in vista e scattò verso la soglia e iniziò a correre senza voltarsi indietro. 
---
Erano passati tre mesi da quel giorno ed erano tre mesi che "il mostro di Holmes Chapel" non faceva vittime.  Passava le sue giornate seduto sulla poltrona davanti al caminetto acceso a girarsi tra le mani il ciondolo che Louis aveva perso la notte in cui era scappato. E a Harry il giovane dagli occhi blu mancava, mancava come l'aria. 
Più volte aveva pensato di andare a cercarlo per dirgli quello che gli frullava in testa da quasi due mesi. Ma non aveva trovato il coraggio. 
Erano passati tre mesi anche per Louis e ora se ne stava a casa sua con la sua famiglia, in compagnia di quella che sarebbe diventata sua moglie nel giro di qualche giorno. Eleanor Calder, di ottima famiglia, bella, giovane, ricca, un ottimo partito insomma. Peccato che a Louis non interesse minimamente: nella sua mente erano fissi un paio di occhi verde smeraldo e dei ricci indomabili. Era decisamente fottuto.
Finalmente il gran giorno era arrivato e mancano un paio d'ore al matrimonio tra Louis ed Eleanor. Il ragazzo uscì di casa e si bloccò sul gradino più alto, lo guardo fisso su una persona che lo fissava dall'altro lato della strada. La stessa persona che per più di tre mesi aveva popolato i suoi sogni e i suoi pensieri 
-Harry...- mormorò. Il riccio sorrise, e gli si avvicinò
-sapete, in questo tempo ho pensato molto. E credetemi, non lo faccio mai. 
Quello che avete detto sull'amore, sul cuore e sulla persona da amare...era tutto vero. E ho anche capito che vorrei che quella persona foste voi... Ma sono arrivato in ritardo, vedo che vi dovete sposare. Per questo, faccio i miei più sinceri auguri a voi e alla vostra signora. Ho deciso di andarmene, per il bene di Londra e anche il vostro. Potervi conoscere è stato un piacere ed un onore, Louis Tomlinson- 
Harry si esibì in un elegante baciamano e fece per allontanarsi
-Aspettate!! Portatemi con voi, vi prego!!-
Il riccio annuì, e sorrise. Poco dopo, sul treno diretto a Edimburgo, si stavano già baciando e sussurrando "vi amo". 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: deardarlin