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Autore: Bheira    21/10/2014    4 recensioni
Fine e Shade erano amici d'infanzia, la loro amicizia era unica ed erano iseparabili.
Un giorno Elsa, la madre di Fine, trovò un lavoro a Matsuyama, quindi non poté far altro che comunicare alle figlia del trasferimento.
I due bambini soffrirono molto per quell'addio, ma si promisero che nonostante la distanza si sarebbero sentiti comunque per lettere.
Purtroppo la distanza tra Tokyo e Matsuyama era troppa e le lettere scritte andarono perse.
Ci sarà la possibilità per questi due ragazzi di rincontrarsi un giorno?
Ciao Ragazze!!Eccomi con un'altra FF , dico da subito che questa storia all'inizio non sarà tutte rose e fiori ma pian piano che andrà avanti diventerà in parte anche una commedia ^^ quindi buona lettura!
[Storia in fase di correzione]
(Mi scuso se nei primi capitoli la storia è alquanto indecente, cercherò di riscriverla pian piano. Abbiate pazienza e comprensione >.
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Nuovo Personaggio, Shade
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Dolci amici d’infanzia

Capitolo 46: A qualunque costo


Jake era seduto sul divanetto all’entrata del Plaza Hotel, mordendosi la punta del pollice destro e dondolando la gamba con nervosismo.
Sapeva in cosa si fosse andato a cacciare, sapeva che molto probabilmente stesse solamente mettendo a rischio più persone. Eppure gli andava bene così, aveva preso la sua decisione, o meglio, era stato costretto  a prenderla.
Doveva farlo... per lei.
Ormai Fine era scomparsa da due settimane, non riusciva a crederci…
Perché doveva accadere tutto questo? Perché proprio a Fine!
Fine Kureiji era solo una ragazza di sedici anni, frequentava ancora la seconda liceo, era una normale ragazzina come tante altre.
Allora perché le erano capitate tutte quelle cose orribili??
Pensandoci, per la prima volta Jake si rese conto di quanto fosse stata difficile la vita per lei.
Perché nonostante lui e Shade, da bambini fossero sempre stati  al suo fianco, Fine era sempre stata sola.
Dimmi Fine, per quanto tempo hai dovuto sopportare questo gelo?
Il freddo tremore della carne, inconscia di quale fosse il vero calore, quello che ti scalda il cuore.
La rossa era sempre stata una tipetta allegra ed esuberante, eppure quella non era che solo una facciata del suo cuore.
Quante volte lui e Shade la sorprendevano silenziosa, ad osservare il vuoto in un angolo.
“Non è niente, stavo solo pensando”, diceva.
A cosa pensavi tutte quelle volte, mia cara Fine?
Cosa ti torturava?

Il rumore della porta d’ingresso che sbatteva, fece risvegliare Jake dai suoi pensieri.
Alzò lentamente lo sguardo, e con un sorriso triste, accolse quel vecchio amico che non vedeva ormai da settimane.
«Hai un pessimo aspetto»
«...Non dormo da giorni» ribatté amaro, Jake.
Il ragazzo tirò il moro per il polso, facendolo alzare e ricadere in un suo abbraccio. Jake con ciglia umide, strinse il caro amico fra le sue braccia.
«Shade… ho cercato di proteggerla! Mi dispiace, mi dispiace tanto»
Cercava di trattenere le lacrime, per mantenere quel poco orgoglio che gli era rimasto.
Shade stette in silenzio, rafforzando solamente di più quell’abbraccio che li univa.
«...»
«...La troveremo»

Finalmente Shade era arrivato a New York, solo per salvare Fine.
Il cobalto strinse forti le nocche, ancora intrecciare sulle spalle del suo amico. Un’espressione di rabbia mista a dolore, travolse il suo viso.
«La troveremo»



Fine barcollava a causa della febbre.
Per un attimo perse l’equilibrio, ma due forti braccia la presero in tempo, la misero in braccio e la stesero  nuovamente sul letto.
«Brian?», con viso arrossato ed occhi liquidi, Fine chiamò il nome di quell’uomo.
«Già, proprio io. E non quel Jake che ha nominato poco prima», rispose il bruno con un sorrisetto ironico.
Le mancò il respiro, per un attimo si era illusa che fosse davvero lui… per un attimo credeva di essere stata portata in salvo, libera.
Una lacrima le scivolò lungo la guancia, si portò le mani sugli occhi per coprire tutte le altre.
Brian la guardò pietoso.
«Dai non pianga, sono lacrime sprecate. Non vorrà mica sentirsi ancor più male!» , le disse prendendole le mani ed allontanandogliele dal volto.
Gli occhi di Fine erano grandi e ricolmi di lacrime, non era da lei piangere in quel modo, sicuramente era in gran parte a causa della febbre. Brian riusciva a leggere  la tristezza in quegli occhi, e stanchezza, tanta stanchezza.
Brian si fece d’un tratto serio.
«Basta piangere», disse severo, allungando i palmi e asciugandole gli occhi con poca delicatezza.
Le prese il viso fra le mani e la guardò nelle irridi ancora lucide dal pianto.
«E’ inutile disperarsi, principessa. E’ quasi impossibile per lei uscire da qui, nessuno sarà in grado di liberarla» accennò un sorriso, scostandole una ciocca dal volto.
«Ma non si preoccupi, il presidente non ha intenzione né di ucciderla né di torturarla. Sarà prigioniera qui, la compagnia ritiene che lei possa esserci molto utile... in qualche modo»
Fine era perplessa. Perché tenerla in vita? In cosa sarebbe potuta esser utile? Non era né un genio né una spia dai super poteri mistici, Fine era solo una ragazza come tante altre, perché non liberarsi semplicemente di lei, per essere un testimone troppo scomodo? Non capiva, davvero, non riusciva a trovarvi un nesso logico in quella vicenda.
I pensieri della rossa vennero interrotti da una risatina da parte dell’uomo in uniforme.
«Eheh… in realtà pare che il direttore si sia affezionato a lei. Le ha pure assegnato questa camera, si trova proprio accanto alla sua» le rivelò con tono divertito.
«Continui a mostrare queste magnifiche espressioni e a comportarsi con seducente ingenuità, mia cara Rossa, questo sarà l’unico modo per lei di rimanere in vita»
La presa sul suo viso si fece leggermente più forte, Brian stette in silenzio, osservandola. Fine non reagì, cercando anche lei di capire i pensieri di quello strano individuo, avvolto da una perenne nube di mistero.
Le sorrise leggero, accarezzandole la guancia con la punta delle dita.
«La trasparenza del suo sguardo, ecco ciò che rapisce. Questo rosso così intenso che ti cattura e ti rende prigioniero. Quanti di essi ne ha rapiti, mia crudele Rossa?» le sussurrò in modo contorto, Fine non capiva cosa intendesse, cosa volesse dirle. Brian comprese la confusione della rossa e ne sorrise, d’un sorriso un po’ malinconico.
Il bruno fece scivolare lentamente le mani dal suo viso, e si allontanò da lei.
«E’ meglio che si riposi, ha dormito per molto tempo, ma la febbre è ancora alta» le disse dirigendosi verso l’uscita della stanza.
Si fermò sul ciglio della porta e si volse verso il letto, in cui la rossa era ancora sdraiata.
Finalmente sul suo volto ritornò il suo solito sorriso beffardo.
«Buonanotte, Rossa»
Spense le luci ed uscì fuori dalla porta, dopodiché si sentì il suono della chiave che chiudeva la serratura.
Non importava che fosse in un cella umida e lurida o in una stanza extra lusso con tutti i comfort possibili, ovunque lei si trovasse, Fine era comunque prigioniera.
Sgranò gli occhi, non voleva, non riusciva a sopportare tutto ciò. Doveva fuggire.
Di scatto si alzò dal letto, presa da una improvvisa sensazione di panico. Alzandosi la testa incominciò a girarle, dannata febbre! Solo lei doveva mettersi in mezzo!
Nonostante il dolore atroce, si mosse per la stanza, studiandola.
Era davvero stupenda, mai visto tale lusso… ma questo ovviamente passava in secondo piano, la rossa cercava vie di fuga. Purtroppo la stanza non era accessibile tramite finestre, erano tutte sprangate con doppie sbarre. Allora cercò qualche condotto dell’aria, ma a quanto pareva, la stanza ne era priva.
Nessuna via di fuga, nessuna speranza di tornare a casa.
Fine serrò i denti, pressò con forza le unghia sui palmi, procurandosi ferite. I suoi occhi erano oscurati, il panico che aveva preso possesso di lei poco prima, si tramutò in rabbia. Una feroce, ardente rabbia che la consumava da dentro.
Improvvisamente afferrò una sedia e la lanciò verso la porta in legno, ovviamente essa non ebbe ripercussioni. Ancora più furiosa, prese tutto quello che le capitava sottomano e mirò nuovamente all’unica uscita di quella bellissima, lussuosa ed infernale camera.
Vedendo che tutto era stato vano, che aveva creato solo un gran casino, frustrata ed esasperata, si lanciò lei stessa verso la porta, prendendola a pugni, calci ed unghiate, urlando a squarciagola. Ma niente, quella porta sembrava che potesse resistere perfino ad un’esplosione nucleare.
Fine, ormai sfinita, si accasciò per terra. Aveva la gola  graffiata per le troppe urla, si sentiva stordita in maniera assurda, molto probabilmente le era aumentata la febbre.
Diede un pugno al pavimento, superando la soglia del dolore che avevano già subito quelle povere mani.
Si morse il labbro, non riusciva a descrivere il vortice di sensazioni negative che stava provando in quel momento.
Chinò il capo, portandosi le ginocchia al petto.

Voglio tornare a casa.
Anche solo per un po’...
Voglio rivedere Rein e la mamma, voglio mangiare le schifezze da loro preparate per poi riderne con loro.
Voglio vedere mia nonna e litigare con lei a causa della mia poca eleganza, per poi fare pace e bere un po’ di té insieme.
Voglio andare in giro per Tokyo con Jake, fare i cretini e ridere anche delle cose più sciocche.

Voglio vedere Shade.
Il mio Shade.
Voglio che mi abbracci e che mi dica una delle sue battutine sporche all’orecchio, tanto per mettermi in imbarazzo e farmi ridere.
Voglio sentirlo pronunciare il mio nome, con la sua voce roca e melodiosa.
Voglio toccarlo, sentire il suo calore su di me.
Voglio guardarlo negli occhi , perdermi in quei due zaffiri su cui da bambina sognavo tanto.
Vorrei tanto dirgli che lo….
....
Non posso tornare a casa.
Devo trovare papà.
Devo salvare il mio supereroe, devo portarlo da Rein, dalla mamma e dalla nonna.
Papà vuole morire.
Purtroppo sono sempre stata un persona egoista, lo costringerò a vivere.
Perché per troppo tempo, sono stata sola.

Fine alzò il viso, osservando il paesaggio tra le sbarre delle sue finestre.
Si mise in piedi, sistemando un po’  il casino che aveva causato in quel momento di pura ira. Non sarebbe mai più accaduto niente del genere, Fine non avrebbe più perso la pazienza.
Aveva lasciato il Giappone per riportare suo padre a casa, e questo avrebbe fatto.
Basta lacrime, nostalgie e momenti di debolezza, doveva rimanere a mente lucida per far si che tutto questo si risolvesse.
Doveva farcela, cosicché da ritornare a casa.
Per rivederli un’altra volta e sorridere tutti insieme.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per tornare a casa con suo padre.
Da quanto aveva capito, il direttore aveva una sottospecie di affetto ne suoi riguardi, avrebbe sfruttato questa cosa a suo vantaggio.
Forse era la febbre che la stava facendo delirare, ma questo non aveva importanza.
Fine si sarebbe ricongiunta alla sua famiglia, in un modo… o in un altro.

**********
Salve gente!
Come promesso, non è passato un anno! YEEEEH, esultiamo!!
Beh, in questo capitolo Fine decide di darsi una svegliata e di mettere da parte le emozioni, al momento il suo unico obiettivo è quello di riportare suo padre a casa, e lo farà, non importa i mezzi che sarà costretta ad usare. Ritornerà a casa per ricongiursi felicemente alla sua famiglia.
Ma che vi parlo a fare di Fine? So che in questo capitolo vi ha fatte impazzire l’arrivo di Shade a New York. FINALMENTE!
Quel povero ragazzo aspetta tipo da tre anni di poter finalmente partire verso la città della mela. E finalmente l’ho accontentato u.u
Vi dico che sto già preparando il prossimo capitolo, non vi prometto niente, ma molto probabilmente non arriverà molto tardi.
Passiamo ai ringraziamenti!
Ringrazio: FRANFRYlove: Yeeeah! Si, sono tornata! Voi non dovete preoccuparvi che io scompaia, sono come i funghi, antipatica, ma stai tranquilla che posso sbucare da un momento all'altro u.u Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo, spero che ti piaccia anche questo :) Aurora infinity: Bene, grazie! Tu? Mi rende davvero contentissima il fatto che ti sia piaciuto il capitolo, spero che ti piaccia anche questo! Come hai visto, non si trattava né del direttore, né di Shade. Ehi, però il nostro bel principino della Luna ha fatto la sua comparsa! Contenta? (
: Quel Simon che odi tanto invece dovrebbe fare la sua comparsa nel prossimo capitolo, meglio che ti prepari mentalmente u.u
Asahina: Ecco che ho aggiornato,sono contenta che tu non sia tra quelle che usano la violenza, sai a volte per incoraggiarci basterebbe un po' d'ammmore da parte degli lettori çwç Mi dispiace davvero tanto farvi soffrire così tanto per la lunga attesa dei capitoli, però purtroppo capita che o sono impegnata oppure che non sono ispirata ( e sinceramente preferisco non pubblicare nulla invece di un capitolo scritto con i piedi). Spero che comunque possiate perdonarmi. Il prossimo capitolo uscirà certamente entro questo mese, quindi non preoccuparti :)
FURETTO_Yumi: Oh, troppo gentile! Mi fa piacere che la storia ti piaccia, anche se sinceramente i vecchi capitoli hanno davvero bisogno di una sistematina xD
Avevo intenzione di farlo il più presto e possibile, ma penso che inizierò quando "Dolci amici d'infanzia" sarà ormai concluso. 

Grazie a tutte per il vostro sostegno, vi voglio bene :) 
Ringrazio anche coloro che hanno aggiunto la serie ai PREFERITI/SEGUTI/RICORDATI, grazie mille! :)
Ringrazio infine i lettori timidoni, che si limitano a leggere. Grazie :D

Adesso vi saluto, commentate mi raccomando!
Ciaoooooooooo!!!!! (  *3* )
   
 
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