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Autore: GottaBeLou    21/10/2014    2 recensioni
"Ti obblighi ad alzarti e ti strofini gli occhi, per poi mettere a fuoco il caos che regna nella stanza. Sistemerai più tardi. Recuperi dei vestiti puliti e ti trascini in bagno.
All’inizio odiavi quella casa. Troppo grande. Troppo caotica. Troppo in centro. Troppo.
Inspiegabilmente però non ti ci è voluto molto per abituarti alla nuova vita, ma forse lo dici solo per convincere te stessa. Forse fai solo finta di aver dimenticato gli anni passati a correre dietro all’ombra di qualcuno che sembrava non fare altro che scappare da te.
E menti a te stessa ripetendo di aver smesso di pensarci, perché hai conservato quell’ultima foto che vi siete fatti fare quando siete stati al Tropical Land. Certo, è nascosta sotto un’enorme pila di maglioni, ma questo non cambia le cose."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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ODI ET AMO

I'll pretend that I'm kissing
The lips I am missing
And hope that my dreams will come true

 

“Devo andare” gli senti sussurrare al tuo orecchio. Non lo vedi, ma sai che sta sorridendo, così lo imiti mentre ti volti verso di lui, facendo il possibile per non scoprirti. Moriresti di freddo fuori da quelle coperte.
Annuisci appena, mentre lui ti bacia la fronte. Si allontana ed esce dalla camera cercando di non fare rumore, perché l’ultima volta Sonoko ha minacciato di ucciderlo. Non ha mai amato essere svegliata presto e tu lo sai meglio di tutti.
Non vorresti alzarti, ma tra un’ora hai una lezione e sai di non poter fare tardi.
Ti sembra quasi di sentire il suo profumo sulle lenzuola che ti ha regalato tua madre prima che partissi.
Quando Sonoko ti ha proposto di trasferirti in Europa per studiare le hai riso in faccia, pensando scherzasse.
“Hai bisogno di staccare per un po’, dovremmo provarci” ti ha detto. Hai capito al volo cosa intendesse e quasi senza pensarci due volte hai accettato. Mai avresti pensato che sarebbe finita in quel modo.
Ti obblighi ad alzarti e ti strofini gli occhi, per poi mettere a fuoco il caos che regna nella stanza. Sistemerai più tardi. Recuperi dei vestiti puliti e ti trascini in bagno.
All’inizio odiavi quella casa. Troppo grande. Troppo caotica. Troppo in centro. Troppo.
Inspiegabilmente però non ti ci è voluto molto per abituarti alla nuova vita, ma forse lo dici solo per convincere te stessa. Forse fai solo finta di aver dimenticato gli anni passati a correre dietro all’ombra di qualcuno che sembrava non fare altro che scappare da te.
E menti a te stessa ripetendo di aver smesso di pensarci, perché hai conservato quell’ultima foto che vi siete fatti fare quando siete stati al Tropical Land. Certo, è nascosta sotto un’enorme pila di maglioni, ma questo non cambia le cose.
La tua vita è un paradosso, odi Shinichi eppure lo vedi ovunque, lo cerchi ovunque. Nonostante tutto ciò che ti ha fatto, nonostante le bugie.
Ti dirigi verso il college, ormai conosci la strada a memoria. La casa di Sonoko dista appena una decina di minuti e potresti prendere l’autobus, ma hai bisogno di prendere aria e nemmeno ti interessa che la temperatura tocchi appena ai 15°C.

Le lezioni proseguono come di norma e tu aspetti con ansia l’ora di pranzo. Jack viene sempre a trovarti a quell’ora e mangiate insieme.
È la vostra routine da quando vi siete conosciuti, sembra passato un secolo da quel Scusa, sai dirmi dove si trova l’università? Detto in un inglese approssimativo.
Ti fermi sulla solita panchina ad aspettare e prendi il Liber di Catullo dalla borsa, non che tu abbia seriamente voglia di leggerlo, ma non puoi proprio fallire l’esame. Non di nuovo.
Ecco, la prima volta è stata una svista. Una svista che non dovrà ripetersi.
Odi et amo.” Inizi a ripetereQuare id faciam, fortasse requiris..”
“Nescio, sed fieri sentio et excrucior”
finisce qualcuno al posto tuo.
Per un attimo pensi di aver avuto le allucinazioni, non c’era nessuno fino a pochi secondi fa. E poi, quella voce? Senti il cuore perdere un battito e ti chiedi se si tratti di un sogno perché tutto questo non può e non deve essere reale.
“Non ho resistito” gli senti dire, mentre avanza verso di te. Non ti muovi nemmeno quando lo vedi sedersi sulla panchina.
“Quindi conosci anche il latino” dici, quasi senza accorgertene.
Sorride, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé.
“In realtà ho solo letto quel carme in uno dei libri di mio padre”
È difficile credere che sia vero - nei romanzi gialli non si parla di Catullo - ma davvero, non hai la forza di dire altro. Rimanete in silenzio per diversi minuti, non sai nemmeno come reagire. Non ti aspettavi di vederlo. Il passato che ritorna quando meno te lo aspetti, un cliché.
Bastano quei pochi istanti a farti tornare indietro nel tempo, quando lui era il miglior amico che avresti potuto desiderare. Ti difendeva, ti sosteneva, ti stava accanto. Ripensi alle medie e alle superiori, quando tutti vi scambiavano per fidanzati e Sonoko alimentava i pettegolezzi, riferendosi a lui con il nomignolo di “maritino di Ran”. Sembra un universo lontano, neanche fossero passati cent’anni.
“Allora, come stai?” ti chiede, quasi fosse la cosa più normale del mondo. D’altronde non avete passato gli ultimi due anni ad ignorarvi a vicenda. No, davvero.
Tutto ciò ti porta a pensare di essere in una di quelle dannatissime commediole romantiche fatte con lo stampino. Non sta succedendo veramente, continui a ripeterti. Shinichi Kudo non esiste più, il suo posto è stato preso da un bambinetto di sette anni che ora dovrebbe averne appena nove.
Ma chi si è appena seduto accanto a te non è un bambino. Non sai come spiegarti cosa diavolo stia succedendo e se da una parte vorresti alzarti e andartene, dall’altra muori dalla voglia di rispondere alla sua domanda e parlare con lui. Perché ti mancano le vostre conversazioni, ti manca passare del tempo insieme da soli, ti manca quello che avevate prima che lui incasinasse tutto.
Sei talmente assorta nei tuoi pensieri che sobbalzi appena senti il cellulare vibrare.
Mi hanno incastrato al lavoro, rimandiamo a domani?
Leggendo il messaggio di Jack ti senti improvvisamente sollevata e non riesci a spiegarti perché. È una reazione inaccettabile, Jack è il tuo fidanzato, sei innamorata di lui. Dovresti essere delusa, il pranzo è uno dei momenti della giornata che riservate per voi - l’unico, nella maggior parte dei giorni.
“Ran?” per qualche motivo il tuo nome ti sembra che suoni meglio quando viene pronunciato da Shinichi.
“Mh”
“Mi dispiace”
“Lo so”
Riesci a visualizzare il suo sorriso senza nemmeno girarti e i battiti del tuo cuore iniziano ad accelerare. Non è mai stato un buon segno. Possibile che dopo tanto tempo riesca a farti lo stesso effetto?
Non sai spiegarti come accade, ma finite per passare il resto della giornata insieme. Sai che tutto ciò è sbagliato e che dandogli corda fai del male a te stessa e a Jack. È il ragazzo migliore che tu abbia conosciuto.
E non sai nemmeno perché a fine giornata vi ritrovate a condividere lo stesso letto. Forse perché sai che Sonoko è a cena con alcune compagne di facoltà. Forse perché Jack ti ha lasciata sola. Forse perché rivedere il tuo vecchio amico d’infanzia ti ha ricordato quanto ne fossi innamorata. 
Avresti fatto tutto per lui e lui avrebbe fatto tutto per te.
È questo il tuo pensiero fisso. Ti sei ripetuta per anni ‘lontano dagli occhi, lontano dal cuore’, ma è davvero così? Basta allontanare una persona per dimenticarla?
No.
Non avete fatto che rincorrervi per anni e sapete entrambi che potreste continuare in eterno.
Quando apri gli occhi il mattino seguente e non lo vedi accanto a te inizi a pensare che sia stato un sogno, ma ogni ricordo è impresso nella tua testa e sai che non può essere stato un sogno.
Le sensazioni sono impresse a fuoco nella tua mente. Senti ancora le sue mani sulla tua pelle, le sue labbra sulle tue. Arrossisci al pensiero e ti raggomitoli di più nelle coperte.
La porta si socchiude e ti basta vederlo comparire per avvampare di nuovo. Lasci che si sieda accanto a te di nuovo e mentre ti scosta una ciocca di capelli scuri dal viso ripensi a quella foto rovinata che tieni nascosta nell’armadio. Ti tornano in mente i versi di Catullo.
 

Odio e amo. Forse ti chiederai come sia possibile:

non lo so, ma è proprio così e mi tormento.

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Hiiiiiiiiiii

Mi sembra passato un secolo dall'ultima volta in cui ho postato qualcosa qui e in effetti credo sia più o meno così ugh scusatemi

Ho una storia bloccata a metà, lo so, ma ci sto lavorando, davvero, semplicemente ho riesumato questa os dopo mesi,
l'ho risistemata e boh spero vi sia piaciuta almeno un pochettino. Ammetto di non essere completamente
convinta del risultato, ma consideratela una prova ahah
Le parole che introducono la storia sono parte del testo di All my loving dei Beatles, invece la citazione in latino è - ovviamente - di Catullo.
Ho tipo solo mezzo secondo quindi non mi dilungo, solo vi ringrazio per essere passati e per aver letto fino a qui. 

A presto,
Gaia


  
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