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Autore: Sam Hutcherson    21/10/2014    10 recensioni
Non te lo meriti Katniss. Eppure lui è qui. Per te. Per proteggerti ancora una volta. Ma
questa volta lo amerai come lui merita di essere amato.
Naturalmente EVELARK. Vade retro babbani. FF dedicata a Peeta Mellark!
Perché Peeta è il nostro re, ogni due ne sforna tre, noi cantiam così perché, perché Peeta è il nostro re!!! Smile without a reason whyyyy!!!!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Lady, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ti amerò oltre l'immaginabile

 
Rimbombano pesanti i nostri passi sul pavimento marmoreo dell'edificio. Mi guardo attorno nervosa dalla sterilità artistica delle pareti e  ancora turbata dalla parte finale della serata. Verso mezza notte la Playor ha mandato un video, riflettendolo sulle tende bianche dietro al palco. Ci siamo girati tutti attirati dalla grandezza e dalla luminosità dello schermo, decine e decine di teste alzate verso quello schermo, così orribilmente somigliante a quello che usavano durante la dittatura. L'inno della republica di Panem fischiava nelle mie orecchie mentre rimbalzava sul marmo bianco della sala. Il mio cuore batteva forte quasi sapesse che adesso doveva fare i conti con il passato, i ricordi e la mia mente. Sono sfilate decine su decine, centinaia su centinaia di foto, di filmati, di discorsi ...tutti i volti dei ragazzi morti negli anni, le interviste più significative, le scene più strazianti riportate in un unico video dall'inizio degli Hunger Games fino alla fine della dittatura. Ovviamente non potevamo mancare noi. Prima hanno mostrato Haymitch, il primo che ha realmente sfidato il sistema. La sua vittoria. Il suo castigo: le foto dei suoi parenti, della sua ragazza. Morti. Non si vergognano neanche un pò a mostrarlo così, a usarci ancora così in questo modo. Questa è la politica. Con un pò di sforzo posso comprendere che l'hanno fatto solo per far capire finalmente a tutta la popolazione di Panem l'orrore degli Hunger Games, ma il mio cervello non raggiunge il mio cuore adesso. Ringrazio solo il cielo che quando arrivano al punto dove mostrano la famiglia di Haymitch lui se n'è già andato. E così vorrei fare io, ma rimango immobile a fissare negli occhi quelle vittime che si trasformavano in carnefici ogni minuto che passavano nell'arena. Una scelta tra conservare la propria umanità o la propria vita. Una guerra che pochi hanno vinto. 
Non so quanto tampo passai li davanti. Ero come intrappolata da quegli sguardi imprigionati. Ma quando cominciò il nostro turno, le riprese delle nostre edizioni della memoria cominciarono a sfilarci davanti in disordine cronologico, La prima mietitura, la seconda, Peeta e l'intervista mi sentii tirare per un braccio e poi sollevare da terra. L'odore di Peeta mi circondò rassicurandomi nonostante la tenzione dei suoi muscoli. Mi portò via, lontano.
Mi giro verso Peeta che cammina ritto affianco a me con lo sguardo puntato nel vuoto.
Ho paura dei suoi silenzi. Gli stringo forte una mano,  giusto per ricordargi che sono con lui. 
Peeta tiene lo sguardo dritto avanti a se, la sua mano è debole nella mia e questa cosa mi spaventa, mi spaventa più di qualsiasi altra cosa al mondo. Seguo i suoi passi come un automa, ma il mio respiro diventa sempre più superficiale e veloce. Un peso mi preme sullo sterno e mi fa mancare l'aria mentre una fitta alla testa mi fa gemere. Come posso farcela senza Peeta?
Sento la mia mano che scivola da quella di Peeta e me la porto agli occhi perchè non vedo più.  La mia vista è confusa, oscurata, appannata da un velo di lacrime che, solo ora mi accorgo,mi hanno bagnato completamente le guancie. Un dolore profondo e silenzioso di cui nessuno se ne era accorto. Nemmeno io. Sto rimanendo sempre più indietro, respirare è sempre più difficile. Quando arriviamo davanti alla porta della nostra camera, quella stanza mi appare troppo piccola per le mie colpe.
Peeta si fionda in bagno per cambiarsi e struccarsi lasciandomi sola. Non so come mi ritrovo seduta sul letto. Un peso enorme mi schiaccia le spalle. Non so cos'è che mi turba di più, il silenzio di Peeta, il video di Capital o forse tutto quanto: Il passato, il presente. Un infinita lista di variabili che mi schiacciano, non riesco a smettere di piangere, piango tutte le mie lacrime e non so neanche il perchè. Per tutto forse, o forse per nulla. Perchè non riesco a spiegarmi questo fiume di lacrime che bagnano il mio volto. E mi fanno paura e mi spaventano, perchè l'ultima volta che ho pianto così è quando lei se n'è andata. Ma nessuno se n'è andato no? Peeta è ancora qui. Sento l'acqua che scorre, è nell' altra stanza. E allora perchè mi sono sentita cos'ì terribilmente svuotata. Perchè mi sono sentita così persa quando la sua mano è scivolata lontano dalla mia? Io ho bisogno del ragazzo del pane, mi terrorizza il fatto che potrebbe andarsene da un momento all'altro.
Perchè dovrebbe rimanere infondo? Sono semplicemente una pazza assassina che ha fatto troppo male per potersi aspettare qualche cosa di buono.
Ma io ho già tutto quello che di buono voglio dal mondo. Peeta è con me, mi ama.
Sicura? Sicura che ti ama?
Si, lui mi ama. Perchè non dovrebbe? Me l'ha detto tante volte!
Dovrei chiedarmi invece perchè dovrebbe amarmi. I miei singhiozzi si sono fatti sempre più rumorosi e nascondo il viso nelle mie mani per coprirli. Non voglio far preoccupare Peeta.
Perchè dovrebbe preoccuparsi?
Sono troppo stupida. Da dove viene questo assurdo pianto irrazionale? Questo soffocamento?
Cos'ho che non va?
Era solo un video. Peeta sarà solo turbato dal video, va tutto bene. Perchè diamine non smetto di piangere?
-Kat?-mi chiama la voce di Peeta preoccupata, come se stesse parlando a una matta suicida.
Affondo il viso nelle mie mani ancora di più. Non voglio mostrare ancora al mondo quanto posso essere stupida.
"Lo mettiamo nella lista dei buoni propositi per l'anno nuovo."
Peeta mi cammina attorno e lo sento fermarsi davanti a me.
Le sue mani mi costringono delicate a spostare le mani dal mio volto .
Il mio sguardo corre subito a terra. 
-Kat!-mormora Peeta carezzandomi le guancie spazzando via le lacrime.-Kat, cos'hai?-
Scuoto la testa e tiro su con il naso asciugandomi le guance con la manica della mia giacca.
Peeta mi prende il mento tra le mani e sospira mentre mi costringe a guardarlo.-Hey va tutto bene. Torniamo a casa tra poco. Pensa alle cose belle Kat dimentica quel video, chiaro?-mi dice Peeta restando accovacciato accanto a me. 
Il mio respiro si regolarizza mentre il colore degli occhi di Peeta prende il sopravvento sui miei pensieri.
La sua mano mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre le sue labbra mi sorrdono dolci.
-Pensa alle focaccine Kat, appena saremo a casa te ne sfornerò quante ne vorrai e potrai mangiarne tutto il giorno.-mi dice con voce calcante e suadente mentre mi tira delicatamente per le braccia e mi guida verso il bagno. Riempie la vasca di acqua calda tenendomi sulle ginocchia mentre la vasca si riempie. Mi lascia baci candidi dietro all'orecchio, circondandomi con le sue braccia e sporgendsi in dietro a volte per controllare l'acqua. 
Mi lascio spogliare e calare nell'acqua calda del bagno, che mi avvolge in un caldo abraccio. Quando le dita di Peeta vanno fra i miei capelli, liberandoli dalle forcine sospiro di sollievo e chiudo gli occhi, appoggiando la testa contro la superficie dura della vasca.
Peeta rimane sempre accanto a me, insaponandomi i capelli con delicatezza. Vorrei tirarlo a me e farlo entrare nella vasca, anche se è ancora vestito, vorrei solo sentirlo completamente contro di me. Sentire le sue risate sulla mia pelle, il suo sguardo famelico sul mio corpo, ma tutto ciò che riesco a fare è rimanere in questa vasca ammirando le bolle trasparenti che si creano ai miei movimenti.
Sento Peeta che mi tira fuori dall'acqua.-Basta Kat, io ti riporto a casa.-dice avvolgendomi nell'morbido accappatoio bianco.
-A casa?-chiedo come risvegliandomi da un sonno profondo. Peeta sorride e portandomi in braccio fino alla camera da letto mi sussurra.-Si Kat, andiamo a casa.-
Mi asciugo velocemente e Peeta mi passa dei vestiti da mettere. Mentre io mi vesto lui esce per fare non so cosa dicendomi di preparare la valigia. Quando  ritorna dopo venti minuti, lo sto aspettando seduta sul letto e un pò dubbiosa.Che vorrà fare?
-Abbiamo  avvertito la Playor, ha dato il suo permesso. Andiamo Kat.-Dice baciandomi la fronte e chinandosi a sollevare le valigie. 
La Playor? Come...?
Lo seguo ancora confusa aggrappandomi a un passante dei suoi pantaloni, quando arrivo in salone trovo tutti con la rispettiva valigia tra le mani.
Johanna sbffa.-Ce ne hai messo Fiammifero...-
Haymitch aiuta Peeta a portare le valigie fuori dall'edificio. Mi sembra tutto così irreale mentre ci infiliamo in una macchina enorme, che potrebbe benissimo essere più grande di un salotto di una casa da giacimento. Capital ci tratta bene. Mi  sembra di essere in una specie di trans, fisso le luci che diventano striscie luminose dal finestrino con occhi vacui. Tutto il mio lato destro è appoggiato al lato sinistro di Peeta che mi circonda con un braccio. Sento il peso che mi aveva angosciato in questi giorni, scivolare via piano piano mano a mano che ci allontaniamo da Capital City,. La mia mano è nell'abbraccio caldo delle mani di Peeta che continua a fissare le nostre mani intrecciate, disegnando spirali con il pollice sul dorso della mia mano.
Appoggio la testa sulla sua spalla lasciandomi circondare dal suo odore così familiare e di cui non mi stanco mai. Peeta mi cacia la fronte stringendomi più a se. 
Ha mosso mari e monti per portarmi via, per portarci via, per farmi stare bene. Non posso credere alla fortuna che ho. Non ha esitato un momento. Ma questo è Peeta, è stupido continuare a soprendersi. 
Mi sento la testa estremamente pesante, ora che l'ansia è  andata via mi è rimasta la stanchezza le persone accanto a me invece sono molto arzilli, l'allontanamento daCapital li ha resi molto entusiasti.
Johanna sicuramente è la più entusiasta di tutti.-Ci pensate che faccia farà la Playor quando saprà che siamo scappati?-chiede saltando euforica sul sedile e guardando il finestrno quasi si aspettasse un auto di pacificatori a inseguirci.
Apre il finestrino e infila fuori la testa guardando dietro. Rabbrividisco al vento freddo della notte e mi stringo di più a Peeta, che mi sistema il mio cappello sulle orecchie e chiudendomi bene il cappotto. Lancia un occhiata distratta a Johanna e mormora.-Mh...Jo guarda che la Pl...-gli do un pizzicotto interrompendolo a metà della frase.-Lascia che si diverta.-sussurro accennando con la testa a Johanna che continua a tirare la testa fuori dal finestrino come un cane. Peeta ride e annuisce strofinando il naso contro il mio e poi posandoci un bacio sopra. Incastro la mia fronte sul suo collo. Arriviamo alla stazione publica di Capital City e Peeta si separa da me per aiutare i pochi facchini notturni a sistemare i nostri bagagli. 
Annie rabbrividisce infilandosi le mani nelle tasche del cappotto.-Non vedo l'ora di essere a casa, voglio rivedere mio figlio.-mormora a tutti e a nessuno in particolare. Mi viene da sorridere a questa frase che, pur essendo così semplice, riesce a far breccia nel mio cuore.
Johanna sbuffa.-Si, An lo sai che starà benissimo con Sae, lo vizierà peggio di quel pezzo di pane di Peeta e lui sarà ancora più insopportabile.-
-Mio figlio non è insopportabile.-
Effie pigola.-Oh no Annie solo un pò vivace ma è adoabile come tutti i bambini non dare ascolto a Johanna.-
Peeta torna leggermente affaticato e allunga subito la mano veso di me, lasciando che io mi aggrappi al suo braccio come un Koala.
Johanna sbuffa guardandomi male.-Che pazienza che ha Mellark.-
La ignoro e mi lascio condurre sul treno da Peeta. Il treno è silenzioso, i vagoni sono quasi tutti chiusi e pochissimi sono illuminati. Troviamo uno scompartimento vuoto e ci accomodiamo, io sono vicino al finestrino e sbadigliando appoggio le mie gambe su quella di Peeta appoggiandomi alla sua spalla e lasciandomi circondare dal braccio di Peeta. Chiudo gli occhi mentre tutti gli altri nello scompartimento sembrano arzilli e pronti per conversare fino al dodici, io mi assopisco un pò sulla spalla di Peeta, lasciandomi cullare e baciare di tanto in tanto.
Le voci dominano la mia mente, cominciano a farsi più insistenti più crudeli, più rabbiose. Tutte le persone che ho ucciso, a cui ho rovinato la vita torneranno per me. 
Il sogno sfoca è veloce...qualcuno mi insegue e dei lampi rossi mi esplodono sotto ai piedi, sto bruciando. Qualche cosa salta e mi arriva addosso. Cado ma non sento l'impatto, una luce bianca mi acceca e mi ritrovo in una stanza vuota, una sola grande sedia di metallo al centro della stanza e Peeta con la testa abbandonata e ciondolante, seduto e legato a questa sedia. Ha i vestiti tutti sporchi e insanguinati. Veloci entrano e lo svegliano e lo picchiano. Le sue urla mi straziano il cuore. Mi strappano l'anima.
 No, non fategli del male. Non lo toccate. Non lo toccate, lui è mio! Non fategli del male!
 Non posso andare da nessuna parte sono legata al muro. Peeta urla mentre con una scossa lo svegliano. Non gli fate del male. 
L'ago di una siringa brilla nella penombra della stanza e Peeta innarca la schiena contro il metallo freddo, gli occhi spalancati ora ignettati di sangue, che ora vedono solo ombre.
L'ultima cosa che sento è la sua voce che urla.-Katniss!-
E finalmente anche io riesco a urlare:-Peeta!-
-Katniss! Katniss! Amore svegliati, svegliati!-la voce allarmata di Peeta mi riporta in superficie e con un respiro profondo riesco a uscire dal mio sogno. Lacrime amare mi pungono gli occhi e mi scivolano velocemente sulle  guance. Apro gli occhi e mi ritrovo i miei occhi preferiti davanti azzurri e cristallini, particolarmente preoccupati.
Gli stringo forte le braccia al collo, nascondendo il mio viso sulla sua maglia.
Peeta espira rumorosamente e comincia a accarezzarmi i capelli cercando di tranquillizzarmi. 
-Va tutto bene. Va tutto bene...-mi sussurra all'orecchio, cantilenante.
Le immagini del mio sogno sono ancora vivide nella mia mente, continuo a vedere Peeta che si contorce su quella sedia e io.... Io non ho fatto nulla!
Mi scappa un singhiozzo quasi isterico dalla bocca che si infrange contro la maglia di Peeta.
Afferrandomi per le spalle, mi scosta da lui delicatamente per potermi guardare in viso. Le sue mani mi asciugano le lacrime che mi hanno bagnato le guance velocemente. Mi guarda  con quella dolcezza ansiosa e tormentata tipica di Peeta, Peeta che farebbe qualsiasi cosa per me. E che soffre quando soffro, come anche io soffro per lui.
Sento gli sguardi di tutti che mi trapassano la schiena, che vedono in me ciò che sono diventati anche loro: dei tormentati dal passato. Ma ognuno di noi ora ha qualcuno di conforto, in qualche modo supereremo anche i nostri ricordi.
-Mi dispiace tanto Peeta.-dico a metà tra un sussurro e un singhiozzo, ma nel silenzio dello scompartimento la mia frase risuona come se l'avessi urlata.-è colpa mia.-dico abbassando lo sguardo perchè non posso mantenere troppo a lungo quel contatto che non fa altro che ricordarmi che io l'ho abbandonato.
Peeta scuote la testa lentamente.-Non lo pensare neanche Katniss.-dice prima di attrarmi di nuovo stretta al suo petto.
Lascia che io mi risistemi contro di lui e cullata dai suoi baci sulle mie labbra, sulla mia tempia e sulla mia fronte, mi addormento.

Mi sento scuotere leggermente mentre una cascata di baci delicati di infrange contro il mio viso, forse nella speranza di farmi svegliare. Mugugno infastidita quando qualcuno comincia a punzecchiarmi il fianco. La voce esasperata di Peeta arriva al mio cervallo semi cosciente.
-Johanna non farla innervosire di prima mattina, che poi è di cattivo umore per tutta la giornata.-sbuffa.
La risatina di Johanna mi trapana le orecchie.-Mellark non  ho intenzione di rimanere qui perchè questa pigrona dorme troppo bene tra le tue braccia. Cielo! Non è una bambina è una vincitrice! Una vincitrice che si dovrebbe alzare se non vuole ritrovarsi a Capital!- Urla verso di me.
Apro gli occhi dopo qualche tentativo e la prima cosa che riesco a fare è lanciare un occhiataccia a Johanna. 
-Oh Johanna smettila di urlare non hai una voce propriamente melodiosa.-borbotta Haymitch mentre esce. Mi alzo in piedi stirandomi i vestiti e liberando Peeta che si alza subito dopo di me.
Mi stiracchio innarcando la schiena e approfittando del fatto che Effie è già fuori e non può sconvolgersi per le mie cattive maniere. Peeta aspetta che Johanna esca sbuffando e mi carezza la spina dorsale come se fossi un gatto.-Stai bene? Altri incubi?-chiede.
Sorrido e nego con la testa-E tu?-chiedo prendendolo per mano.
-No nessuno.-sorride.
Scendiamo dal treno lasciadoci confortare dalla fresca aria mattutina del distretto dodici che ancora non si è svegliato. Non c'è praticamente nessuno in giro e per me è molto meglio. Inspiro a pieni polmoni quell'aria che sa di casa e di bosco e mi incammino con Peeta verso casa.



Buon giorno tribx del mio corazon! Come state bene!? Spero di si! Da me è settimana di verifiche...Evviva!
In queste note sarò breve perchè mia madra mi reclama per pranzo: Come al solito mi scuso per avevri fatto aspettare così tanto. Non merito pietà. Allora spero che ....il capitolo vi sia piaciuto e confido in voi per risollevarmi la giornata di oggi(3 quasi certo nel compito di Scienze! Evviva!) Ricordatevi di RECENSIRE! So che non me lo merito ma abbiate pietà...
Volevo spiegare una piccola cosa che potrebbe creare confusione: le voci nella testa di Kat sono diventate due, una è quella che conosciamo da parecchio quella che la insulta sempre e è divertente(indicata con le "virgolette") e un altra ( che fa la sua apparizione per la prima volta in questo cpitolo) è la bastarda del libro piena di senzi di colpa e di pensieri malsani.(che è scritta in corsivo!)
Okay detto questo devo scappare e vi ricordo che.....aspettate me lo sono dimenticato ve lo dico al prossimo capitolo!
-Sam
  
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