Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Albascura_    16/10/2008    6 recensioni
[Orgogliosamente NaruSaku <3]
Sakura Haruno era una ragazza intelligente sotto molti punti di vista.
Su una cosa però, proprio non riusciva ad essere concreta.
Sasuke Uchiha.

“Salta su!”
“C’è tempo, domani è un altro giorno”.
Aveva smesso di aspettare. Non aveva più freddo.
*III classificata al concorso Naruto-AU indetto da Kurenai88 e Talpina Pensierosa.*
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sakura Haruno era una ragazza intelligente sotto molti punti di vista

 

 

 

La vita è ciò che accade mentre si è impegnati a fare

Altri Progetti

She Walks In Her Own Way

 

 

 

 

 

Sakura Haruno era una ragazza intelligente sotto molti punti di vista.

Era brillante nello studio, dotata nello sport e oggettivamente molto graziosa, con quei vaporosi capelli rosa e il fisico asciutto.

Aveva molti amici e molte amiche, sapeva essere tanto simpatica e disponibile quanto scorbutica e caustica.

Era piuttosto matura per la sua età, con i piedi per terra. Era una delle sue più pregevoli doti.

Su una cosa però, proprio non riusciva ad essere concreta.

Sasuke Uchiha.

 

 

Camminava svelta, i secondi scanditi dal suono sordo delle suole sull’asfalto. Si strinse la cartella al petto, le braccia nude accarezzate dalla fresca brezza di settembre, osservando beata la vegetazione verde e rigogliosa del viale che stava percorrendo.

Come ogni mattina, avrebbe dovuto fare l’ultimo chilometro di corsa, per non arrivare spaventosamente in ritardo a lezione.

Avrebbe potuto prendere l’autobus, ma non lo faceva mai.

Avrebbe potuto usare la bicicletta o farsi accompagnare dai suoi. Ma non lo faceva mai.

Tutte le mattine partiva alla stessa ora, troppo tardi per arrivare in orario, troppo presto per evitare Naruto, che ogni volta le inchiodava davanti con il suo motorino sgangherato, offrendole un passaggio che ogni volta rifiutava, irritata.

E perfettamente puntuale per vedere l’auto nera degli Uchiha sfrecciarle davanti, negandole ancora una volta quella speranza che non l’abbandonava mai.

 

 

La vita

 

 

Avanzò lentamente oltre i cancelli arrugginiti, guardinga. 

Si strinse la giacchetta al petto con dita tremanti, rabbrividendo. Lo scricchiolio delle foglie secche, che si sbriciolavano sotto al suo peso, la innervosivano profondamente, così come il cielo plumbeo e minaccioso che la osservava tetro e apatico.

Una coda immensa di studenti a piedi la avvolse, così si fermò e attese che fossero usciti tutti.

Vide Naruto togliere il lucchetto al suo trabiccolo, come se a qualcuno potesse mai venire la folle idea di rubarlo, e metterlo in moto con difficoltà mentre si allacciava il casco.

Mentre le passava davanti, le urlò un “Ti accompagno?” a cui lei, come sempre rispose negando col capo.

Pochi minuti dopo, la Ford nera inchiodava davanti all’uscita del cortile. Ne sapeva la targa a memoria.

Così Sasuke spuntava dal nulla, avvolto nel suo soprabito blu scuro, e la superava con ampie falcate senza degnarla di uno sguardo. Spariva oltre la portiera e partiva sgommando, lasciandola lì, infreddolita e abbandonata a se stessa, insensibile al suo silenzioso dolore. Ignorata, ancora una volta.

 

 

è ciò che accade

 

 

Marciava spedita, le lunghe gambe rigide e infreddolite. Tirò su la cerniera del piumino fino al mento, il naso rosso e congelato. La neve sporca cigolò sotto i suoi stivali da pioggia, il marciapiedi era viscido e scivoloso.

Era tremendamente difficile mettere un passo davanti all’altro, tenere d’occhio la strada e non morire assiderata, tutto nello stesso momento.

Sbuffò sonoramente quando un clacson irruppe sgarbato tra i suoi pensieri, seguito da ribelli ciuffi biondi che spuntavano da un casco scolorito e da un’enorme sciarpa arancione.

“Ehi, Sakura-chaaaan!!!” strillò frenandole di fianco.

Naruto” lo salutò distrattamente con un cenno del capo, continuando a camminare.

Il biondo le arrancò dietro, trascinando lo scooter con i piedi. “Potresti anche fermarti, sai?” chiarì dispiaciuto.

“Ho fretta, è tardi” rispose noncurante accelerando il passo.

“Ti do uno strappo io?” tentò speranzoso, anche se conosceva perfettamente la risposta che non tardò ad arrivare.

“No.”

“Sarà per la prossima volta.” Aggiungeva salutandola con la mano, prima di ripartire zigzagando tra le auto. 

“Contaci” sibilava tra i denti, esasperata.

Esattamente quattro minuti dopo, la macchina di Sasuke le passava di fianco, percorrendo il rettilineo a tavoletta, nonostante l’asfalto fosse ghiacciato.

Sapeva che era impossibile, ma ogni volta sperava di scorgere, oltre i vetri oscurati, il profilo che tanto amava sorridergli.

 

 

mentre si è impegnati

 

 

Procedeva celere, ondeggiando la cartella lungo un fianco. Un sorriso sereno le rallegrava il viso delicato, mentre un vento leggero le sfiorava la pelle, portando con sé l’intenso profumo dei ciliegi in fiore, che le si insinuava giocondo nelle narici. Per lei la primavera era pura euforia.

Non smise di sorridere neppure quando Naruto le rallentò accanto, sghignazzando un “Salta su!” a cui rispose sempre negando, ma con estrema gentilezza. 

Il ragazzo aggrottò le sopracciglia e sporse il labbro inferiore, in un broncio contrariato che non poté fare a meno di trovare, stupendosene, infinitamente grazioso.

Scosse il capo a quel pensiero improbabile e sciocco, guardandolo saettare via deluso, sfidando la sorte a bordo di quell’aggeggio decrepito.

Mentre come sempre, Sasuke le passava davanti indifferente come una gelida ventata, non poté fare a meno di constatare con quanta tenacia il biondo continuava a lusingarla, trovandola pari a quella con la quale l’Uchiha persisteva nell’evitarla.

Si sentì all’improvviso immensamente stupida, ma inghiottì subito quell’osservazione, ripetendosi per l’ennesima volta “C’è tempo, domani è un altro giorno”.

 

 

a fare altri progetti.

 

 

La pioggia la colse impreparata, le braccia nude e le gambe coperte solo da calze troppo leggere.

L’acqua fredda filtrava impietosa nelle scarpette di tela, oltre il colletto della divisa, tra i capelli umidi e crespi.

Cercò di ripararsi come poteva con la cartella di cuoio, maledicendo il bel sole che l’aveva accompagnata la mattina, dissuadendola dal munirsi di ombrello.

Causa mal tempo, vide l’auto sostare già pronta oltre il cancello, e il domestico degli Uchiha andare incontro al ragazzo con un ampio ombrello scuro.

Li guardò allontanarsi, ormai zuppa, senza neanche la forza di piangere. Non era neanche in grado di trovare una definizione calzante per l’impotenza che provava, di fronte a quella distanza insostenibile.

Tremava, se per il freddo o per la rabbia, questo non lo sapeva.

Strinse i denti. Il suo amore sgommava via, mentre sentiva la pioggia lacerarla come una lama. O era la sua subdola indifferenza? Ignorata, ancora e ancora.

Non lo vide neppure arrivare. Si sentì solo avvolgere da un rassicurante calore, e occuparsi le mani da qualcosa di sferico e pesante.

Ci mise un attimo per focalizzare Naruto, oltre il vetro del casco, nascondere un brivido in un immenso sorriso.

Le aveva posato sulle spalle il suo impermeabile, immancabilmente arancione, e la fissava sereno incurante della pioggia che gli frustava le braccia scure.

Ricambiò lo sguardo, spaesata, rigirandosi il casco tra le mani.

“Da quando vai in giro con un casco in più?” domandò senza capire, le sopracciglia arcuate sulla fronte pallida.

“Da un anno, Sakura-chan.” Rispose semplicemente.

Dovette distogliere lo sguardo, per non svenire a quelle iridi azzurre che trivellavano implacabili le sue.

“Ti prenderai un malanno…” mormorò, stringendosi inconsapevolmente ancora di più contro quell’impermeabile di cui l’altro si era privato. Per lei.

“Sicuramente, se non ti muovi. Monta su, Sakura-chan.” Replicò sorridente. “E niente ma.”

 

Sakura strinse gli occhi, spaventata, affondando le dita ancora di più in quel petto caldo, stretta con tutte le sue forze contro la sua schiena.

Mentre l’asfalto bagnato sfrecciava sotto le ruote e la pioggia sferzava il corpo che la stava proteggendo, non poté fare a meno di pensare che ora stava bene.

Aveva smesso di aspettare. Non aveva più freddo.

 

 

 

 

**

Ok. Calma. TERZA!!! TERZA!!! Perdonate l’entusiasmo, ma proprio non me l’aspettavo.

Certo, ci speravo, dato che a questa fic ho lavorato veramente tanto. Mi sono impegnata davvero, perché non solo è la mia prima NaruSaku, ma anche la mia prima fic etero non drabble. E, per la prima volta, sono anche arrivata sul podio!!! Non potrei essere più contenta di così. Un successone.

 

Un grazie enorme alla mia adorata Mikki e a Talpina Pensierosa, le due giudicie, e naturalmente complimentissimi alle prime classificate, Rekichan e ElderClaud.

 

=> Ancora non ci credo, sono una podista anch’io!!! *_*      (Sviene)

 

Ringrazio dal profondo del mio cuoricino la Cili, per esserci sempre quando ho bisogno di lei, a incoraggiarmi e consigliarmi.

Ringrazio anche “Anonimo” per la citazione: La vita è quello che succede mentre stai facendo altri progetti, da me riadattata, senza la quale questa storia non sarebbe mai nata.

 

Commentate!!!

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Albascura_