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Autore: wholocked    21/10/2014    2 recensioni
Sono passati pochi mesi da quando Sherlock è tornato a Baker Street dopo essersi finto morto per due anni e per John sembra ancora incredibile. In un noioso pomeriggio estremamente piovoso Sherlock si cimenta in una delle sue passioni più nascoste: la pasticceria.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il Pasticciere Di Baker Street.

Sherlock, assorto nella lettura dei numerosi fascicoli che contenevano le descrizioni degli ultimi casi arrivati a Scotland Yard, sentì i passi di John sulle scale di legno scricchiolanti.
«Fuori diluvia!» esclamò entrando in casa togliendosi il cappotto «Sono completamente fradicio!»
«Ti avevo chiesto di preparare del tè» lo interruppe l'altro con gli occhi fissati sui fascicoli.
«Davvero? E quando?» chiese John strizzando il suo cappello di lana verde scuro.
«Un' ora e ventisette minuti fa» disse Sherlock controllando il suo orologio da polso.
«Sherlock, ero fuori un'ora e mezza fa» sospirò l'altro
«Oh» il detective tolse gli occhi dai vari fascicoli posandoli poi sull'amico «Ma il tè lo voglio lo stesso»
«Hai un paio di gambe e un paio di braccia» ridacchiò John dirigendosi verso la cucina. A quel punto Sherlock schizzò fuori dalla sua poltrona con la vestaglia svolazzante. Raggiunto John in cucina prese le bustine del té che stavano sullo scaffale in alto della dispensa che l'amico non riusciva a raggiungere e, porgendogliele con un sorriso, suscitò la risata dell'altro che continuò a preparare il tè.

«Perché non prepariamo dei biscotti?» propose Sherlock sorridendo.
«Cos'è ora tutta questa voglia di fare?» rise John «Quindi vuoi dirmi che il grande detective è anche un ottimo pasticciere? Mi sorprendi ogni giorno di più!» affermò scherzosamente mettendo l'acqua sul bollitore.
Sherlock prese una ciotola, la farina (ovviamente integrale), le uova, il latte e del cioccolato e li dispose sul tavolo come se fossero delle prove sulla scena del crimine.
«Prendo la bilancia?» chiese John.
«Bilancia? Nah, io vado ad occhio!» rispose.
John alzò le sopracciglia come per dire "allora scusa" e posò la bilancia sorridendo.
Sherlock dosava la farina come se fosse parte di qualcuno dei suoi esperimenti di chimica appunto, agli occhi di John, non sembrava che stesse preparando dei biscotti ma bensì che stesse facendo qualche suo strano esperimento in cucina cosa che, dalla lunga convivenza ormai gli sembrava alquanto normale.
«John!» chiamò Sherlock «Aiutami a versare il latte!»
Allora iniziò a versare il liquido con cautela mentre Sherlock, con le maniche della vestaglia alzate, impastava i biscotti con forza ma allo stesso tempo con attenzione e delicatezza.
«Impasta un po' tu mentre cerco gli stampini» disse Sherlock ammiccando a John che prese il suo posto arrotolandosi di fretta le maniche della camicia. Mentre il detective metteva a soqquadro i cassetti cercando gli stampini, John maneggiava l'impasto maldestramente riempiendosi di farina un po' ovunque; vedendolo Sherlock scoppiò in una risata dolce e affettuosa.
 «Niente stampini, useremo questo» disse Sherlock estraendo da un cassetto il suo bisturi.
«Spero tu l'abbia lavato» gli intimò John.
Sherlock non rispose ma si mise a lavoro e tagliò i biscotti in rettangolini «E ora li mettiamo in forno!»

Sistemò la temperatura girando la manopola a 180°C e il timer a 20 minuti, allora prese John per la mano e lo condusse alla sua scrivania dove aveva sistemato il mucchio di fascicoli con la descrizione dei vari casi e lo fece sedere sulla sedia mentre lui si appoggiava con la mano destra dul ripiano del tavolo e con la mano sinistra sulla spalla di John che lo guardò negli occhi azzurri come il ghiaccio.
«Tutto questo, Sherlock, mi è mancato così tanto» disse John con le lacrime agli occhi.
«Cosa? I miei biscotti?» chiese l'altro.
«No, idiota. Stare con te, starti vicino»
Sherlock si spinse dove mai si era spinto con i sentimenti fino ad ora. Avvolse John nelle sue braccia e si lasciò andare ad un pianto che, per lui, era sia liberatorio per tutto ciò che aveva subito e aveva fatto subire a John, sia di gioia perché poteva finalmente stringere John fra le sue braccia dopo così tanto tempo.
«Anche a me, John, anche a me, e non puoi immaginare quanto»


***


Note dell'autore:
Hello there! Ecco qui il frutto di tanta noia tra ritardi dei professori e interrogazioni di latino. lol
Spero vi piaccia.
Vi anticipo già che sto lavorando (ancora sto ideando, ci vorrà ancora un -bel- po') a due fanfictions, una angst/triste e una romantica (aw), so stay tuned!
Spero ancora che vi sia piaciuta la bella (?) storiella (????) qui sopra, spero lasciate qualche recensioncina e alla prossima.
Goodbye. x
Emerson.
  
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