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Autore: angelo_nero    21/10/2014    5 recensioni
Family Brief: Vegeta, Bulma, Trunks e Bra. Momenti della vita di tutti i giorni come una comune famiglia.
dal primo capitolo:
Dopo una buona ora e mezza finalmente l'intera tavolata aveva finito di mangiare, c'era ancora chi restava seduto a bersi un bicchiere di vino, mentre altri si intrattenevano chiacchierando o, come i piccoli Saiyan mezzo sangue, si sgranchiva i muscoli tirando quattro pugni. Vegeta era rimasto seduto a tavola ad osservarsi intorno, il suo sguardo passava dalla moglie che chiacchierava con C-18 e la moglie dell'eroe, al figlio che giocava con Goten. Come lui, seduto ancora al tavolo, c'era il suo amico/nemico, forse l'unico, che sorseggiava un bicchiere d'acqua a pasto ormai ultimato. Goku si sentiva troppo spossato per alzarsi da quella sedia diventata improvvisamente troppo comoda: anche l'eroe teneva d'occhio la propria famiglia per assicurasi che nessuno si facesse male o che il Genio non si avvicinasse eccessivamente alla moglie.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12: End of summer and injustice.

 

Chiuse la porta della stanza, mettendo poi il pass nella tasca. Si voltò e si incamminò lungo il corridoio, percorse la lunga rampa di scale con velocità, arrivando nella hall.

Si guardò intorno cercando la compagna: ella stava allegramente chiacchierando con il signore dietro al bancone, palava un italiano talmente perfetto che se non la conoscesse avrebbe detto che fosse stata in quello Stato almeno due volte al mese, tutti gli anni.

L'azzurra si voltò, percependo la presenza del marito alle spalle che le porgeva la scheda d'accesso: portava una camicia bianca a maniche corte lasciata leggermente aperta, un paio di jeans blu denim strappati e un paio di All Star nere basse. La catenina d'oro con appesa il ciondolo con le iniziali dei figli intrecciate, cadeva morbida sui pettorali scolpiti, brillando.

Rimase un attimo a guardarlo, beandosi di quella vista sublime: cazzo se era bello! Quando vide le sue labbra incresparsi in un sorriso malizioso arrossì leggermente e gli prese la scheda dalle mani.

La porse al signore di mezz'età che le sorrideva cordiale -Avete passato una bella vacanza? Vi siete rilassati? Spero di rivedervi!- l'azzurra sorrise -Siamo stati benissimo, torneremo sicuramente!- avvertì il borbottio in sottofondo del compagno che si lamentava del fatto che, come al solito, non avesse chiesto la sua opinione.

Al di fuori dell'hotel li aspettava un auto grande, più o meno, quanto una limousine che li avrebbe portati fino all'aeroporto. Nonostante fossero i primi di settembre faceva ancora molto caldo, per fortuna all'interno dell'auto c'era l'aria condizionata. - Anche Evelyn è partita oggi. Chissà se è già arrivata.- disse giocando con la bambina al suo fianco. - Il volo dura 12 ore. A meno che non siano partiti durante la notte dubito siano già arrivati.- rispose guardando fuori dal finestrino il paesaggio che cambiava.

Quella vacanza l'aveva rilassato e anche divertito, passare del tempo insieme a Trunks al di fuori degli allenamenti non era poi così male, il ragazzino aveva un'intelligenza spropositata per avere 11 anni.

Incredibile, era riuscito persino a farsi amico un terrestre. Si accigliò leggermente ripensando al discorso di quella sera con Marco, il ragazzo era molto perspicace, per niente fastidioso e sapeva stare al suo posto; era il tipo di persona che piaceva a lui.

 

***

 

L'aeroporto era gremito di gente, le persone di affrettavano a tornare dalle vacanze per riprendere la routine invernale. Non apprezzava particolarmente la compagnia di così tanta gente, ma quel giorno stranamente era piuttosto rilassato, tanto che, quando la compagna lo baciò sulle labbra davanti ai bambini lui non si scompose; piuttosto rimase con un espressione stupita per un po'. Sorrise malizioso pensando a ciò che le avrebbe fatto non appena fossero stati soli.

-Ehi!! Ma riusciamo sempre a incontrarci da qualche parte.- una voce squillante lo distolse dai propri pensieri. Alzò gli occhi al cielo quando vide la castana avvicinarsi trascinando la povera Keyko dietro di sé. La pace era finita.

L'azzurra riconobbe subito il leggero accento straniero dell'amica -Evelyn! Ma dovreste essere già sull'aereo?- chiese abbracciandola. -Il nostro volo è stato cancellato per via di uno sciopero dei piloti.- disse sospirando. - Così ci hanno appioppato il volo più vicino di orario. Che poi tanto vicino non è visto che dovevamo partire alle 6 e adesso sono quasi le 10.- borbottò incrociando le braccia. Si voltò intenzionata a salutare il resto della combriccola -Ciao Vegeta.- disse sorridendo. L'altro rispose con un “ciao” a mezza bocca, e per lui era già un grande traguardo salutare qualcuno. Al suo contrario, Marco salutò il Saiyan con un leggero movimento della testa che quest'ultimo ricambiò.

Non avrebbe mai capito il linguaggio muto di quei due, così si decise a prestare attenzione ai due bimbi. -Ciao Trunks!- il glicine alzò la testa guardando la donna castana che le sorrideva cordiale. -Ciao Evelyn. Ciao Keyko. Ciao Marco.- disse sporgendosi verso gli altri due. La bambina gli sorrise e l'uomo lo salutò con un cenno del capo sorridendo.

Avrebbero dovuto aspettare ancora un'ora, dato che gli stessi piloti che aveva scioperato ne avevano convinti altri a seguirli rimandando di qualche ora parecchi voli, provocando l'ira dei passeggeri.

Si alzò dalla scomoda sedia di metallo su cui era seduto e si diresse davanti l'enorme vetrata che dava sulla pista, illuminata dalla luce di un sole ormai più che alto. Si appoggiò al muro di fianco con le braccia incrociate.

-...e così abbiamo ottenuto il prestigio di cui adesso godiamo. Sai cos'ho scoperto? Che...- Evelyn le stava raccontando la storia della propria azienda, da quando trasformarono una vecchia fabbrica, che cadeva a pezzi, in un edificio lussuoso a quando l'azienda sfondò sul mercato.

L'azzurra però non la stava più ascoltando da un bel po', portando invece la sua attenzione sugli spostamenti del marito. Le sembrava irrequieto, forse l'attesa stava diventando snervante per lui.

Si alzò istintivamente continuando a guardare il compagno, mentre Evelyn protestava – Ehi, dove vai? Mi stai ascoltando? Bulma!- gridò -Aspetta un attimo.- le disse. La castana si appoggiò allo schienale offesa, si sentiva messa da parte, per fortuna ci pensò la piccola Bra a tirarle su il morale porgendole il suo coniglio di pezza con il pollice in bocca.

 

***

 

-Cosa vuoi?- l'aveva avvertita ancor prima che si avvicinasse. Conosceva ogni suo singolo spostamento. -Niente. Volevo solo sapere se stavi bene.- gli rispose lei. L'altro chiuse gli occhi cercando di far cadere il discorso. -Sto bene. Adesso che lo sai ti leverai dai piedi?- chiese. L'altra mise me mani suoi fianchi indignata -Mi stavo solo interessando a te, scimmione! La prossima volta mi faccio gli affari miei.- disse facendo per andarsene. Quando però non avvertì nessuna risposta o reazione dal marito si alterò: -E' mai possibile che non riesci a essere un po' meno scontroso!? Io mi preoccupo per il tuo stato d'animo e tu mi rispondi così!?- urlò. L'altro aprì gli occhi e sciolse le braccia dalla posizione in cui erano. Fece un passo nella sua direzione guardandola negli occhi, lei non indietreggiò di un millimetro, sfidandolo apertamente. Sapeva che non le avrebbe fatto del male. Allora cos'era quello sguardo intenso che le stava trapassando da parte a parte!? Lui fece un altro passo continuando a guardandola negli occhi mentre lei si ostinava a sorreggere il suo sguardo senza abbassare mai il proprio, neanche per un attimo.

Perchè la stava guardando in quel modo? Si sentiva messa a nudo da quello sguardo così profondo. Lo vide abbassarsi alla sua altezza, lasciando poco più di qualche millimetro tra i loro visi. Si sentì andare a fuoco il viso, era sicuramente arrossita; dischiuse le labbra perché improvvisamente le mancava l'aria.

Vegeta fissò le sue labbra dischiuse e poi fece qualcosa che neanche Bulma si sarebbe mai aspettato, la baciò. Un bacio casto, veloce e intimo allo stesso tempo.

Aveva sbarrato gli occhi non appena aveva avvertito le labbra del compagno posarsi sulle proprie poi li aveva chiusi. Non ebbe neanche il tempo di realizzare ciò che era successo che Vegeta si era già staccato continuando a guardarla.

Per fortuna la voce che annunciava l'imbarco la risvegliò da quel trans in cui era caduta, si rese conto di stare sfiorando le sue stesse labbra ancora incredula. -Bulma! Andiamo altrimenti perdiamo anche questo!- urlò la castana dall'altra parte. -Si arrivo.- le rispose.

 

***

 

Il volo fu molto tranquillo, fatta eccezione per qualche passeggero parecchio scontento. Ce n'era uno in particolare che stava facendo saltare i nervi a tutti: un signore anziano continuava a lamentarsi con la povera hostess di qualsiasi cosa gli desse fastidio: adesso sentiva gli spifferi d'aria, poi aveva sete, fame, aveva caldo, si lamentava delle orecchie tappate, della velocità dell'aereo, persino quando un bambino gli passò accanto con del cibo -Ehi ragazzino! Attento a dove metti i piedi! Potresti rovesciarmi tutti addosso, poi non correre che fai corrente!- stava per esplodere quando, per fortuna, la madre del bambino gli inveì contro dicendo tutte le parolaccie di cui era a disposizione il suo vasto lessicale. L'uomo chiuse definitivamente la bocca per il resto del viaggio e l'intero equipaggio, hostess e piloti compresi, fece un enorme applauso alla donna.

Una volta che l'aereo fu atterrato le due famiglie si apprestarono a dirigersi verso le proprie abitazioni.

 

***

 

Si buttò a peso morto sul divano, accendendo la play per giocare subito all'ultimo videogioco acquistato, purtroppo nell'albergo non aveva trovato un solo bambino che potesse prestargli la console per un pomeriggio.

-Casa dolce casa- disse l'azzurra posando a terra la più piccola che si mise subito in piedi e, con un equilibrio precario, stabilizzato solo dalla coda che ondeggiava alle sue spalle, si diresse verso la sua scatola dei giochi, piena zeppa di peluche e giocattoli di tutti i tipi.

Vide il compagno che, dopo aver poggiato il borsone a terra, si diresse verso le scale diretto al piano superiore. -Dove stai andando?- gli chiese. L'uomo la guardò come se fosse appena atterrata da Marte -A farmi una doccia.- le rispose. L'azzurra si guardò intorno per un attimo, poi si tolse le scarpe alte e raggiunse il compagno sulle scale. -Ti dispiace se vengo con te?-

 

***

 

La giornata era ormai terminata e solo la luna illuminava quel cielo nero.

Passò davanti la stanza della figlia soprappensiero, diede un'occhiata all'interno e poi proseguì. -Dai Bra! Possibile che tu non sappia fare proprio niente a parte piangere e urlare?- chiese il bambino alla sorella.

Vegeta fece qualche passo indietro, sbirciando all'interno della camera, quasi del tutto rosa, della bambina. Trunks era seduto davanti alla culla e osservava la sorella in attesa di qualcosa, mentre Bra guardava il fratello con espressione perplessa. Alzò gli occhietti sopra la testa del fratello -Pa-pà!- disse allargandosi in un enorme sorriso.

-Mi spieghi cosa stai cercando di fare?- chiese al ragazzino dai capelli glicine. -Sto cercando di capire se abbia qualche potere. Insomma è pur sempre mia sorella!- disse aggrottando le sopracciglia. -E' ancora troppo piccola per sperimentare. Lasciala perdere prima che incominci a piangere.- -Non è vero! Io alla sua età ho buttato giù quasi un'intera ala della casa con un semplice spostamento d'aria!- disse furioso alzandosi in piedi.

Il Saiyan maggiore osservò il primogenito puntare i piedi su una decisione: era incredibile quanto somigliasse alla madre in cerchi casi e altrettanto a lui stesso in altri. Tornò ad osservare la bimba nella culla che si era ormai messa in piedi. Forse il ragazzino non aveva tutti i torti, forse ne valeva la pena di sperimentare, forse poteva ottenere qualcosa da quegli occhioni azzurri oltre a tanto amore incondizionato.

-Va bene, ma ci penseremo domani. Muoviti ad andare a letto.- disse autoritario. Il bambino fece ciò che gli era stato detto senza lamentarsi -Ok! Notte papà.-

Appena il ragazzino fu uscito dalla porta, prese la bimba dalla culla e la osservò attentamente: i capelli azzurri legati in due codine li aveva ereditati dalla madre, gli occhi forse troppo grandi per quel visino avevano una sfumatura più scura rispetto a quelli della moglie, però lo sguardo corrucciato e il taglio erano i suoi. Ed infine la coda che ondeggiava alle sue spalle.

I suoi figli gli somigliavano parecchio caratterialmente, ma avevano ereditato qualcosa anche fisicamente: anche gli occhi di Trunks erano di un azzurro più scuro rispetto a quelli della madre.

Avvertì due esili braccia avvolgergli il torace -Hai ancora dei dubbi su chi è il padre?- gli disse -Simpatica. Non credo che qualche essere umano sia mai nato con la coda. E non provare a mettere in mezzo quel citrullo che non sa nemmeno come ha fatto ad avere i suoi.- le disse precedendola. Lei ridacchiò appoggiata alla sua schiena -Se non hai dubbi sulla paternità perché l'hai tolta dalla culla?- gli chiese.

L'uomo si accorse di avere ancora la bimba in braccio che, nel frattempo, si era addormentata con il pollice in bocca. Ora che ci pensava non sapeva bene perché l'aveva presa in braccio, aveva solo sentito l'istinto di farlo. -Perchè mi andava. Non c'è una spiegazione. È così, punto.- disse rimettendo Bra nella sua culla che accalappiò immediatamente il coniglietto.

Bulma si staccò dal compagno e coprì la bambina -Non voglio che si ammali.- -Fanno 35 gradi. Come vuoi che faccia ad ammalarsi? - disse Vegeta. -E' piccola, basta poco.- ribatté l'azzurra. L'uomo piegò la testa da un lato osservando la donna -Mi prendi in giro? Ha i migliori anticorpi dell'universo nel sangue.- le ricordò. -E' vero. Tendo a dimenticare di aver sposato un guerriero proveniente dallo spazio e non un semplice essere umano.- gli rispose sorridendo.

Tende a dimenticare? Dopo tutto quello che aveva combinato, lei si scordava della sua natura!? Incredibile -Come fai a dimenticarti la mia natura? Mi sembra di averti ripetuto fino alla nausea da dove provengo.- l'azzurra gli si avvicinò, guardandolo negli occhi per poi mettergli le braccia al collo. -Per me tu non sei un ex assassino intergalattico o un principe di un popolo guerriero.- gli disse facendo sfiorare i loro nasi -Tu sei mio marito, l'uomo che mi ha rubato il cuore, che mi ha fatto stare bene e altrettanto male, colui che mi ha regalato due figli meravigliosi. Tu sei... tu. Nient'altro.- alzò lo sguardo per incontrare gli occhi scuri del marito. Non ricevendo alcun segnale di fastidio continuò -Tu sei la persona con cui voglio passare il resto della mia vita, a qualsiasi costo. Quindi metti in conto il fatto che se dovessi mai finire nuovamente all'Inferno ti verrò a prendere a calci per poi riportarti a casa.- concluse. Lo sentì ridere, era molto raro che lo facesse.

Dio come amava quel suono, tutto il suo viso si distendeva quando si lasciava andare a una risata sincera. Lo amava in tutte le sue sfaccettature, ma la sua risata, malefica o di gusto che sia, aveva sempre un che di magnifico, di unico.

Quella donna era un qualcosa di inimitabile. Nessuno gli aveva mai parlato così schiettamente. Rideva, rideva di gusto perché quella donna era impossibile quanto bella. Perchè gli aveva fatto conoscere dei lati di sé che non sapeva neanche esistessero. Perché era sinceramente divertito dalla sua affermazione -Verresti fino all'inferno solo per riportarmi indietro?- chiese stupito. L'altra annuì convinta, non voleva rimanere nuovamente senza di lui. -Tu sei completamente pazza.- -Si, di te.- lo baciò.

 

***

 

Il trillo della sveglia non gli era mai sembrato così fastidioso. Fece uscire un braccio da sotto le coperte e la spense, tornando poi a dormire.

Dopo pochi secondi, però, ricominciò inaspettatamente a suonare, disturbando di nuovo il suo sonno. Afferrò l'oggetto infernale e lo scaraventò con forza sul muro di fronte.

Si mise seduto sul letto ancora mezzo addormentato, cercando di mettere a fuoco la stanza e i resti della sveglia. Sbadigliò scendendo dal letto e dirigendosi in bagno, forse una doccia lo avrebbe aiutato.

 

***

 

Percorse il corridoio sbadigliando, facendo ondeggiare la singolare appendice che lo caratterizzava.

Quando una porta, lungo il suo percorso, si aprì arrestò il passo prestando attenzione a chi ne sarebbe uscito. Rimase un po' perplesso nel vedere l'occupante della stanza. -Ciao Trunks. Dormito bene?- gli chiese il guerriero con la cicatrice sulla guancia. Il bambino lo scrutò ancora un attimo, poi continuò il suo percorso lungo il corridoio, lasciando Yamcha imbambolato sulla porta. Non lo aveva degnato neanche di un saluto.

Scese le scale e imboccò il corridoio che lo portava in cucina, salutò entrambi i genitori e la sorellina con un “buongiorno” sbiascicato .

Yamcha arrivò poco dopo, accolto da una sig.ra Brief più che pimpante, nonostante fossero soltanto le 7 di mattina. Ora che entrambi i coniugi lavoravano, e che Bulma non aveva la minima intenzione di iscrivere la sua principessa al nido, Bra sarebbe rimasta sola tutta la mattinata. Per evitare ciò la nonna dei due ibridi passava la mattinata a casa Price per badare, e viziare, la sua amata nipotina.

-Buongiorno a tutti.- disse Yamcha sedendosi il più lontano possibile da Vegeta. -Cosa c'è di buono nel lunedì mattina?- chiese la donna da capelli azzurri, facendo intendere il suo astio per il primo giorno della settimana. -Poi che ci fai in piedi a quest'ora? I colloqui non iniziano alle 9?- chiese all'uomo sedutole di fronte. -Si ma è dall'altra parte della città, ora che passa l'autobus rischio di arrivare in ritardo.- rispose. L'azzurra lo guardò perplessa -La tua auto che fine ha fatto?- l'uomo sbiancò di colpo.

Era la seconda volta che chiedeva ospitalità all'ex fidanzata e famiglia per gravi problemi economici: dopo il fallimento totale della squadra, con il suo conseguente licenziamento, era finito con tutti i conti in rosso e la banca, per saldarli, era arrivata a sequestrargli ogni suo possedimento, compresa l'auto che gli aveva regalato lei anni addietro -Ehm... mi è stata portata via perchè non riuscivo a pagarla.- disse tutto d'un fiato preparandosi a una sua sfuriata. Ma alle sue orecchie non arrivò nient'altro che un sospiro di resa.

La donna si alzò da tavola portando via la sua tazza vuota e appoggiandola sul lavandino ove, la madre, stava finendo di sciacquare alcuni piatti. -Mamma abbiamo una lavastoviglie da due milioni di yen e dei robot programmati per fare queste cose. Perché ti ostini ancora a fare tutto a mano?- la rimproverò. -Oh tesoro, io sono vissuta in un'epoca in cui tutta questa tecnologia non esisteva, si faceva tutto a mano. Anche dopo aver sposato tuo padre mi rifiutavo di usufruire di tutti questi robot.- le rispose la bionda.

Spostò lo sguardo sull'ospite seduto di fianco al figlio, scoprendolo intento a fissare la moglie. Si voltò poggiando un braccio sullo schienale della sedia: la donna indossava un completo formato da giacca e gonna di un blu notte, abbinato a una camicia bianca e a dei sandali argento. Era decisamente bella, tutta da rimirare. Inclinò leggermente la testa di lato comprendendo di aver fatto la scelta giusta dodici anni fa.

Il bambino finì di bere la sua tazza di latte e, ancora mezzo addormentato, prese lo zaino dirigendosi verso la porta. -Ciao mamma, ciao papà, ciao nonna, ciao...Yamcha.- storse un po' il naso pronunciando quel nome. Neanche a lui andava a genio quel tipo. Uscì e si diresse verso l'istituto scolastico.

 

***

 

Aveva sbadigliato almeno otto volte durante quell'ora, non aveva mai amato l'ora di letteratura. A cosa gli serviva sapere che qualche sfigato si struggeva per una donna irraggiungibile!?

Quando, finalmente, suonò la campanella uscì di corsa dall'aula, senza aspettare neanche che il docente finisse di parlare.

Amava passeggiare per i corridoi con una bibita in mano, quando non c'era Goten passava la ricreazione da solo: la conoscenza con gli altri compagni di classe non lo entusiasmava molto, anche se conosceva di tutti, almeno nome, cognome ed età.

Non era un tipo loquace, a meno che non trovasse degli interessi in comune con qualcuno, preferiva rispondere solo quando necessario.

Avvertì degli schiamazzi provenire dall'aula professori seguiti dal rumore di un vetro rotto. Si affacciò, non vedendo insegnanti decise di entrare e controllare cosa stesse succedendo: un gruppetto di ragazzini del terzo anno si stavano divertendo a mettere sotto sopra l'intera aula professori, armati di accendino e pistola a piombini. -Ehi, Jack! Quel ragazzino ci sta fissando!- disse uno di loro a quello che doveva essere il “leader” della bravata. Jack fissò Trunks con astio ma, ancor prima che potesse minacciarlo in qualsiasi modo, una voce adulta riecheggiò per l'aula, avvisando i ragazzini dell'arrivo di un adulto. -Filiamocela prima che ci vedano!- disse uno del gruppetto. Uscirono da una porta nascosta dietro l'armadio, lasciando la pistola a piombini a terra.

Il piccolo Saiyan la raccolse da terra per osservarla, fece finta di mirare ma in quell'istante entrò l'insegnante.

 

***

 

Si trovava seduto davanti a quel signore sulla quarantina da ormai mezz'ora. - Ve l'ho già detto non sono stato io!- disse ancora -Ma c'eri solo tu lì dentro, con questa in mano!- disse l'insegnante mostrandogli la pistola di metallo. Il ragazzino sbuffò -Mi trovavo lì per caso. Mi stavo facendo gli affari miei quando ho sentito dei rumori provenire dall'aula. Sono entrato per controllare e poco dopo è entrata lei!- si difese. La donna, che insegnava spagnolo nella stessa classe di Trunks, non era affatto convinta anzi era sicura che fosse stato il glicine a fare i danni -E allora come si spiegano le finestre rotte, i compiti bruciati, le sedie ribaltate e i graffiti sui muri!?- affermò. -C'erano altri ragazzi all'interno! Sono stati loro io sono solo entrato a controllare, come ve lo devo dire!?- cominciava a scaldarsi, e non era un buon segno per un tipo pacifico come lui. Perché non gli credevano?? -Su ragazzo, ammetti ciò che hai fatto e noi cercheremo di limitare la tua punizione.- affermò il preside. -Ma non sono stato io, come faccio ad ammettere ciò che non ho fatto!?- disse alzandosi e stringendo i pugni. Doveva cercare di trattenersi altrimenti avrebbe scatenato un putiferio.

L'uomo al di là della scrivania lo guardò -E se non sei stato tu, chi è stato?- chiese al ragazzo. -C'era un gruppetto di ragazzi del terzo all'interno. Sono stati loro, io non c'entro!- disse nuovamente cercando di dimostrare la propria innocenza. -Non dire bugie! C'eri solo tu, cerchi soltanto un modo per evitare la punizione.- affermò la donna alzandosi in piedi. -Non è vero! Perché dovrei mentire!? Non ho mai fatto niente di male!- disse il ragazzino. -In effetti hai un curriculum scolastico impeccabile: voti alti, nessuna nota, nessuna lamentela da parte dei professori, nessun atto vandalico.- disse il preside tenendo in mano un foglio al che Trunks tirò un sospiro di sollievo. L'uomo si tolse gli occhiali da lettura e fissò il piccolo guerriero negli occhi -Ciò non toglie che quello che hai fatto è stato un atto vandalico a danno della scuola e una mancanza di rispetto verso gli insegnanti e i tuoi compagni.- Non ci credeva, ancora lo pensavano colpevole. -Ma io non ho fatto niente!- era sull'orlo di una crisi di nervi che si sarebbe sicuramente trasformata in una voglia irrefrenabile di distruggere tutto.

Il preside si alzò in piedi -Trunks Vegeta Prince sei sospeso per due settimane con l'accusa di danni all'istituto. Convocherò i tuoi genitori al più presto per parlare del risarcimento danni. Puoi andare a casa, le lezioni per te sono finite.- si sedette.

Il ragazzino si lasciò cadere sulla sedia incredulo: sospeso. Era innocente però era stato punito ugualmente, era così che funzionava secondo gli adulti? Storse il naso disgustato, prese lo zaino e uscì dalla presidenza sbattendo con forza la porta.

 

***

 

Fissava i fogli davanti a sé, scarabocchiando alcuni numeri su un pezzo di carta posto lì accanto. Qualcosa non tornava, i conti non coincidevano. Lesse attentamente il foglio stampato che avrebbe dovuto firmare. -Eccolo.- disse. Prese un pennarello rosso ed evidenziò lo sbaglio che sarebbe dovuto essere corretto. Uscì dall'ufficio e consegnò i fogli segnati di rosso alla segretaria. -Rimandali al reparto contabilità, digli di farsi un ripassino di matematica perché i calcoli sono tutti sballati.- la ragazza seduta al computer annuì senza dire una parola, poi si girò verso sinistra catturando l'attenzione dell'azzurra. -Quanto ancora intendi indugiare?- disse una voce profonda che lei conosceva bene. Si voltò e scorse la figura del marito appoggiato al muro con il casco in mano. Portò lo sguardo sull'orologio a parete e si rese conto che erano passate, ormai da un pezzo, le due. Vide una mano porgergli il casco nero, come per invitarla ad andare. Lo prese, poi si rivolse alla ragazza -Ci pensi tu a sistemare il mio ufficio?- chiese. -Certo Mrs. A domani.- fece un cenno con la mano e seguì il marito all'interno dell'ascensore panoramico, da cui si poteva vedere tutta la città. I primi tempi si sentiva male solo guardando giù, ma si parla di quando era appena una bambina di sei anni. Ora che aveva sperimentato il volo tra le braccia del compagno, nessun tipo di altezza la spaventava più.

Guardò il compagno appoggiato al vetro che faceva da parete all'ascensore. Niente era paragonabile all'ebbrezza provata nel volare tra le sue braccia. Gli sorrise quando la guardò con la coda dell'occhio, lo vide scuotere la testa e accennare un sorriso.

Osservò il soffitto sopra la sua testa, anch'esso fatto di materiale trasparente. Si poteva definire felice, più che felice. Aveva il suo principe.

 

***

 

Entrò furioso aprendo la porta con forza e facendola sbattere contro il muto, attirando l'attenzione della nonna che giocava con la sorella. -Ciao Trunks. Come mai sei tornato così presto?- chiese ma il ragazzo non le diede retta tirando dritto lungo il corridoio, attraversò il salotto la cui porta fu quasi buttata giù tanta la forza era che ci aveva messo. Yamcha lo seguì con lo sguardo mentre il glicine, furioso, si dirigeva in cucina. -Siamo nervosi..- disse. Per sua fortuna il guerriero era troppo arrabbiato per prestargli attenzione quindi si limitò ad intimargli di tacere.

Tra il salotto e la cucina non vi erano porte ma solo un arco che non uscì illeso dalla sua ira. Sferrò un pugno sul muro lasciando l'impronta della mano imprecando.

-Ti sembra questo il modo di comportarsi? Trunks!- gli urlò la madre. Il ragazzino si fermò e si voltò a guardarla, conosceva quello sguardo, l'aveva visto non si sa quante volte negli occhi del compagno: ira, voglia di distruggere.

Trunks riprese il suo percorso a passo svelto, fece le scale a due a due per arrivare più velocemente. Lungo il corridoio che portava alla sua stanza per poco non travolse il padre -Ehi Trunks guarda dove vai quando cammini!- lo sgridò. Vide il ragazzino fremere -Non ora papà.- disse sotto voce superando il genitore. Il Saiyan osservò il figlio allontanarsi fremente, non l'aveva neanche guardato in faccia talmente era scosso. Era sicuramente successo qualcosa.

Aprì la porta con un calcio facendo staccare un cardine, scaraventò lo zaino sulla scrivania, travolgendo qualsiasi cosa vi si trovasse sopra.

Si passò le mani tra i capelli tenendosi la testa, se non si fosse controllato molto probabilmente avrebbe fatto un disastro. Si appoggiò sul davanzale della finestra ispirando ed espirando, liberò la coda dalla prigione della maglietta cercando di calmarsi. Strinse le mani attorno al bordo del davanzale. -Papà non è il momento.- disse percependo la presenza del genitore alle sue spalle.

 

***

 

Era seduto con le gambe incrociate sulla sedia, la coda penzolante e lo sguardo fisso a terra. La madre, seduta di fronte a lui, lo guardava cercando di capire cosa succedesse. Appoggiato al lavello poco distante dal tavolo, il padre apparentemente assente, teneva d'occhio l'intera stanza. Yamcha era seduto alle spalle del ragazzino, a cavalcioni sulla sedia.

-Allora? Si può sapere cosa ti è preso? Stavi per buttare giù l'intero edificio.- gli chiese la madre seduta di fronte a lui. Dopo alcuni secondi di silenzio rispose -Sono stato sospeso.- Lo stupore era generale, cosa poteva aver mai fatto di tanto grave per meritarsi una simile punizione?

-E come mai sei stato sospeso?- chiese Yamcha.

Raccontò tutto per filo e per segno, senza tralasciare nulla. Fece percepire la sua rabbia attraverso la voce, i denti digrignavano mentre raccontava delle accuse infondate dell'insegnante e aveva stretto le mani fino a conficcare le unghie nei palmi ricordando la sentenza del preside.

Si sentì meglio dopo aver raccontato tutto, ma ribolliva ancora di rabbia -Questa cosa mi ha mandato su tutte le furie. Sono stato accusato ingiustamente.- aprì le mani che riportavano i segni delle unghie. -Non mi sono mai azzardato a sforare sul regolamento scolastico e per una volta in cui non mi sono fatto gli affari miei, vengo sospeso.- chiuse di nuovo le mani tremanti.

L'azzurra ci pensò un attimo, era una situazione assurda. Lei era, si, stata sospesa più volte, ma perché lo meritava, tutto ciò di cui l'accusavano era stato fatto da lei. Suo figlio, nonostante le origini belliche, non aveva mai combinato guai.

-Non preoccuparti, parleremo noi con i tuoi insegnanti.- disse la donna appoggiandosi allo schienale

con le braccia incrociate -Non ti possono incolpare senza che sia stato tu.-

Il ragazzino annuì ancora un po' scosso ma già più tranquillo. -Trunks.- lo chiamò la voce paterna. Alzò lo sguardo appena sentì il suo nome. -Vieni con me.- disse superandolo. Il bambino inclinò la testa confuso, dove lo voleva portare? Scese ugualmente dalla sedia e raggiunse il genitore fuori dall'edificio. -Non sei del tutto tranquillo.- disse cominciando a levitare, indossava ancora i vestiti da ufficio aveva solo tolto la giacca e tirato su le maniche della camicia bianca.

Guardava il padre con aria perplessa mentre si alzava in volo e lo seguiva senza sapere dove stava andando. -Dove stiamo andando?- chiese curioso. L'uomo lo guardò con la coda dell'occhio -In un posto dove puoi distruggere qualcosa.-

Adesso aveva le idee più chiare, il padre aveva intuito il suo bisogno di sfogarsi. Continuò a seguirlo più fiducioso di prima.

 

***

 

Li aveva visti spiccare il volo diretti chissà dove in quel pianeta sconfinato. Sospirò rendendosi conto che, negli anni, Vegeta aveva sviluppato un rapporto tutto suo con Trunks, alquanto ambiguo.

Prese la bambina dal box e la mise a terra in mezzo a una quantità indefinita di giocattoli, mentre lei si dedicava al riordinamento della cucina. Non lo faceva mai ma ogni volta che quei due sparivano doveva trovarsi qualcosa da fare altrimenti sarebbe impazzita.

Riordinare l'aiutava a pensare in modo razionale, senza andare nel panico. Mise un piatto pulito sullo scola piatti, prendendo a lavare i restanti con un movimento meccanico. -Da quando sei una donna di casa?- gli chiese una voce conosciuta. L'azzurra continuò a fare ciò che stava facendo -Da quando ho avuto l'onore di sfamare prima uno solo, poi due e adesso tre Saiyan ad ogni pasto. La lavastoviglie non è così capiente, rischia di fondersi.- rispose all'amico. Lo sentì prendere una sedia e sedervisi sopra, sicuramente nella solita posizione scomposta. -Quando eravamo insieme non lo facevi mai.- disse. -Non mi sembra che tu mangi tre tonnellate di cibo ogni volta. A meno che tu non sia cambiato in questi ultimi mesi.- gli rispose continuando ad appoggiare piatti e bicchieri al loro posto. Chiuse l'acqua e si asciugò le mani voltandosi poi verso l'uomo: portava un paio di pantaloni verde militare decisamente vecchi e troppo grandi, una maglietta grigia con su scritto “i'm the one” e delle scarpe da corsa molto vecchie anche esse. Andava veramente in giro così? Si ritrovò a ridacchiare -Cos'hai da ridere?- chiese l'altro offeso. -Niente è solo che...- e si bloccò, sapeva che non gli avrebbe fatto piacere essere paragonato a qualcun altro, figuriamoci al Saiyan. -Solo che?- la incalzò. Sorrise nuovamente -Sei così diverso da Vegeta. In tutti gli anni che siamo stati insieme non sono mai riuscita ad insegnarti un po' di buon gusto nel vestire. E non credo che qualcun altra si sia cimentata nell'impresa.- disse scoppiando a ridere. Il guerriero si offese un po' -Beh non credo che quel troglodita di tuo marito abbia più buon gusto di me..- borbottò. L'azzurra smise di ridere -Invece Vegeta ha imparato molto in questi anni, non posso dire sia un guru della moda ma almeno non indossa i pinocchietti con i super eroi- disse scoppiando di nuovo a ridere.

In effetti da quello che aveva potuto vedere il Saiyan sapeva come indossare qualsiasi cosa, e, per quando gli costasse ammetterlo, gli stava bene qualsiasi cosa: dalla semplice tuta blu da combattimento a un completo elegante.

-A proposito di Vegeta, dov'è andato?- chiese guardandosi intorno. -Non lo so, quando succede qualcosa a Trunks spariscono per un po' e poi ricompaiono.- disse alzando le spalle ormai abituata a quella scena.

Si sentì tirare i pantaloni verso il basso così voltò la testa trovandosi davanti due occhioni blu che lo guardavano curiosi. La vide mettersi il dito in bocca ed inclinare la testa perplessa, forse si stava chiedendo chi fosse. -Perchè mi guarda?- chiese alla madre della bimba. -Ti sta studiando, forse cercando nei suoi ricordi il tuo viso.- Bra fermò la testa e, sbattendo due volte le lunghe ciglia, allungò le braccia verso di lui. -E adesso che vuole?- chiese il guerriero in panico. -Vuole solo che la prendi in braccio, tranquillo non ti mangia.- gli disse sarcastica.

Il ragazzo prese la bimba dalla vita e la mise seduta sul tavolo, sorreggendola per paura che potesse cadere. Si guardarono negli occhi per un po': lui con l'espressione da pesce lesso, in quanto non sapesse come comportarsi con la bambina; la piccola con un dito in bocca confusa. Tolse il dito dalla bocca e sorrise radiosa indicandolo -Buffo!- disse ridendo.

L'altro la osservò con gli occhi sgranati, che repentino cambio d'umore. Vide la donna appoggiata al lavello che sorrideva. -Sta ridendo, è un buon segno significa che quantomeno gli stai simpatico. Se non ti sopportava ti avrebbe fatto la linguaccia o si sarebbe direttamente messa a piangere.- guardava confuso la bambina che gli sorrideva. La mise giù, dato che aveva cominciato a sentirsi a disagio guardandola negli occhi. C'era qualcosa nella sua espressione che gli ricordava il padre.

La porta d'ingresso si aprì e un Trunks tutto impolverato e pieno di fango attraversò la stanza con aria tranquilla e rilassata. -Dove siete stati? Sei coperto di fango.- disse la madre al bambino che la guardò sorridendo. Almeno era tornato il ragazzo che conosceva. Lo vide salire le scale e sparire dalla sua vista.

Vegeta entrò nella stanza pochi istanti dopo che il figlio si fosse dileguato su per le scale. Vide che Bra, traballante, gli si era avvicinata con un sorrisone -papà!- disse allungando le braccine verso il genitore. Egli non si tirò indietro, prese la bambina con facilità. Osservò i due occupanti della stanza, non disse una parola lanciando solo uno sguardo fulminante al guerriero che tremò ed abbassò la testa. -Dove siete stati?- chiese l'azzurra cercando di togliere la bimba dalle braccia paterne che però si rifiutò di staccarsi guadagnandosi un'occhiata di rimprovero dalla donna. -In un posto desertico e sopra qualche oceano sconfinato.- rispose osservando la bambina che giocava con la coda che le spuntava dai pantaloncini.

Yamcha osservò la scenetta cercando di non sentirsi di troppo. Certo che vedere un tipo come Vegeta con una bambina così piccola in braccio è strano. Inclinò la testa di lato cercando di capire cosa avesse trovato la sua ex in quel troglodita che lui non avesse. Vide l'uomo voltarsi verso di lui -Cosa ci fai ancora qui? Non avevi dei colloqui oggi?- gli chiese. L'altro sbiancò e balbettando rispose che quelli pomeridiani erano saltati per motivi a lui sconosciuti. -Ho provato a chiamare ma la segretaria mi ha risposto che al momento nessuno era disponibile per parlare con me- disse guardandosi le mani -Cosa aspetti a chiamare di nuovo e esigere spiegazioni?- gli chiese la donna. Alzò la testa di scatto ritrovandosi a fissare un paio di occhi azzurri che, un tempo, brillavano d'amore per lui. -E se mi dicono nuovamente che non c'è nessuno che può darmi spiegazioni? Che faccio?- -Quale parte della parola “esigere” non ti è entrata in testa? Se ti comporti da agnellino smarrito ogni volta che devi affrontare un superiore, non ti assumerà nessuno.- lo rimproverò il Saiyan. Sbatté le palpebre confuso -Che intendi dire?- lo vide mettere la figlia nel box circondata da peluche alcuni più grandi di lei. -Intendo dire che se continui a comportarti da idiota, il lavoro te lo sogni.- gli disse.

Yamcha ci pensò un attimo poi ebbe l'illuminazione -Ma certo! Devo far valere le mie idee e i miei diritti!- esclamò battendo il pugno sul palmo dell'altra mano aperta. Si trattennero dal fare una battutina sarcastica sulla sua scarsa abilità nel leggere fra te righe.

Si alzò dalla sedia e, parlando tra sé e sé, si diresse in salotto pronto a mettere in pratica ciò che gli era stato detto.

-Sai a volte mi chiedo cosa mi passava per la testa quando ho deciso di fidanzarmi con lui.- disse Bulma. Il compagno la guardò -Me lo chiedo anche io.- disse guadagnandosi una linguaccia da parte della compagna. -Perchè gli hai dato un consiglio? Tu lo detesti.- gli chiese incrociando le braccia. -E' talmente stupido che non capirebbe la differenza tra un fiore e un frutto neanche se glielo mostrassi, come puoi pretendere che riesca a trovarsi un impiego!? Lo voglio fuori di qui il prima possibile.- le rispose cominciando a salire le scale. -Non è che per caso, ti da fastidio il fatto che mi ronzi intorno?- chiese lei. L'altro si fermò un secondo poi ricominciò a salire le scale -Affatto.- rispose. La donna gonfiò le guance in un'espressione fanciullesca raggiungendolo sulla rampa -Non è vero! Tu menti!- gli urlò contro. -Pensala come ti pare.- le rispose alzando le spalle. Stava per urlargli ancora addosso quando gli venne un'idea. -Beh se è così non ti dispiacerà se gli vado a fare un po' di compagnia, poverino chissà come si sente solo.- lo provocò.

Il Saiyan arrestò il passo e si voltò per metà verso di lei -Non oseresti.- le intimò. -Oh si invece mio caro, tanto a te non importa. Sono libera di fare ciò che voglio.- disse cominciando a scendere le scale a due a due. Voleva vedere cosa avrebbe fatto se veramente lei fosse andata dal suo ex. Mentre scendeva le scale lo guardava con la coda dell'occhio. Arrivata all'ultimo gradino si fermò un attimo -Sai, esistono tanti modi per tenersi compagnia.- lo punzecchiò girandosi nella sua direzione per osservare la sua espressione: era rimasto impassibile, girato di tre quarti come lo aveva lasciato.

Scese l'ultimo gradino e si apprestò ad attraversare la cucina, avrebbe sorpassato quell'arco se non fosse stato per il compagno che, alquanto infastidito, le si era parato davanti bloccandola contro il muro. -Siamo gelosi allora.- lo provocò di nuovo. -Non dire stupidagini.- disse. Si staccò leggermente dal muro pronta a continuare il suo percorso -Allora non ti dispiacerà se continuo il mio percorso.- un braccio le sbarrò la strada da entrambe le parti, erano a pochi centimetri di distanza, riuscivano a sentire il battito dell'altro. -Non intendo condividere ciò che mi appartiene con qualcun altro.- si avvicinò ancor di più al suo viso. -Tu sei mia e se solo prova ad avvicinarsi gli faccio pentire di essere nato.- le sollevò il viso e la baciò con impeto. Era geloso, e anche tanto. -Hai ancora intenzione di andare da quel mollusco?- le chiese mantenendo una distanza piuttosto ristretta. Lei sorrise e gli prese le mani trascinandolo verso di sé mentre arretrava verso le scale. -No, ho un principe da soddisfare.- rispose maliziosa.

 

Angolo dell'autrice:

 

Ed eccomi tornata qui con un nuovo capitolo :D siete felici? *non vola una mosca, solo un secco -no- da qualcuno in lontananza * Okey tralasciamo ^-^'

Trunks è nei guai, Yamcha è tornato a rompere i così detti ai Prince che non vedono l'ora di buttarlo fuori a calci, umiliarlo e rendergli la vita un inferno  lo sopporteranno con taaaanta pazienza (Vegeta specialmente).

 

Shadowkiss16: Anche io metterei sempre le magliette di Veggy u.u devono avere un odore così mascolino *-*

Bulma non è trasgy è sexy v.v

Kiss

 

Aral89: Perchè hai smesso di scrivere? :( mi piacerebbe leggere una tua storia v.v Comunque a parte il tempo che mi viene portato via da piscina, ragazzo e scuola sono sempre all'opera (diciamo che scrivo anche a scuola lol).

Beh chi di noi non è rimasto bambino/adolescente dentro? Bulma lo dimostra quando si ubriaca (forse ha esagerato un tantino ma sorvoliamo) xD

Insaziabile? Trasparisce così tanto? Ahahhaah nei prossimi capitoli lo vedrai ancora più insaziabile non che a Bulma dispiaccia naturalmente °-°

Ehm i bambini passano in secondo piano quando si fanno certe cose lol Ma non c'è bisogno di preoccuparsi per la loro incolumità bensì per quella degli altri. o.O

 

Alla prossima!

 

StarDoll95: I nostri piccioncini si danno da fare, non perdono un attimo! Come biasimarli? Uno in giro per lo spazio per anni l'altra con un'ameba come fidanzato: è ovvio che quando si sono trovati ci hanno dato dentro! u.u

Vegeta è e sarà sempre sexy nelle mie storie ;)

Per la canzone ero indecisa se quella di Avril Lavigne o “Girlfriend” delle Icona Pop. Credo che inserirò anche l'altra durante lo svolgimento dei prossimi capitoli.

In effetti un po' mi dispiace per le due piccole pesti x) W la responsabilità dell'essere genitore (concetto sconosciuto per quei due .-.).

xoxo alla prossima

 

 

  
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