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Autore: Miyuri    21/10/2014    1 recensioni
Silver sarà rinchiuso in una prigione e inizierà a parlare con una certa persona, che scelta prenderà alla fine?
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Silver, Ul
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Molte persone dicono che si
raccoglie ciò che si semina
e purtroppo
quelle persone hanno ragione...

Molto tempo fa io ero il marito di una donna splendida, un vero e fiero padre di un bambino dolcissimo, ero cosi umano e libero invece adesso sono solo un prigioniero, anni fa la mia vita perfetta svanì in un secondo, il demone Deliora apparì così all'improvviso nella nostra piccola città, non ci fu speranza di fuga, quel demonio in pochi attimi mi portò via ogni cosa, mia moglie, mio figlio e la mia stessa vita.
Sprofondavo nell'oscurità della morte pensando a come fosse stato patetico, non avevo potuto salvare nessuno, non avevo potuto dare una vita lunga al mio piccolo gray, ero cosi frustato e arrabbiato con me stesso quando sentì qualcosa di freddo e in poco tempo apri gli occhi trovando davanti a me delle strane persone o meglio demoni del libro di zeref, i demoni di tartaros avevano deciso di farmi diventare la loro marionetta, era una vera sfortuna ma forse invece era la mia possibilità per distruggere una volta per tutte quei mostri, lo avrei fatto all'interno della loro stessa pancia cosi avrei potuto vendicare la mia famiglia ma come si sa è sempre più facile dirlo che farlo.
Passai anni a fare cose terribili mentre cercavo di nascosto di eliminare demoni quando poi un giorno la felicità mi avvolse vedendo in uno schermo il viso di mio figlio, lui era vivo!
Il gocciolio della mia stanza mi risveglio da quei ricordi per farmene ricordare altri....
Il concilio magico dopo la distruzione di tartaros arrivò portando via tutti i demoni che potevano tra cui me, resuscitato per un gioco crudele del destino. 
Dopo un lungo viaggio arrivammo davanti a una struttura che da fuori sembrava un posto accogliente, il simbolo del concilio era così maestoso per mostrare la loro stupida potenza.
Il portone grande iniziò ad aprirsi così lentamente che sembrava di vivere un momento a rallentatore accompagnati dal suono da un cigolio di ferro arrugginito, dopo quella attesa fummo portati verso un'ascensore scendendo vari piani per poi finalmente trovare la prigione, le celle erano piccole, le sbarre emanavano un'odore terribile mentre le rocce continuavano a bagnarsi dalle piccole fuori uscite d'acqua con quelle poche strutture di legno gonfio e rovinato, mi guardai intorno per notare un piccolo posto di guardia per poi essere portato nella cella più bassa ed essere abbandonato lì.
Aprì gli occhi appoggiando la testa sul muro fissando il soffitto con sguardo perso, i giorni lì dentro non passavano mai e ormai non so quante volte ricordavo quei momenti, intanto iniziai a sentire il suono delle catene sbattute sulle sbarre, le urla di pazzia, il suono di persone che sbattevano altre persone nella cella per ucciderle per qualcosa da mangiare e altri tanti suoni di pura disperazione in questo luogo di follia.
- Perché non fai il pazzo pure tu? cosi avrai della compagnia!- ed ecco che puntuale arrivò il mio vero tormento, sospirai allungo per poi abbassare un po' la testa vedendo di nuovo la figura di quella donna dagli occhi grigi, i capelli corvini corti e quell'abito bianco che dondolando si guardava intorno 
- Però..tu sei un demone no? Sei proprio patetico se non sai liberarti!- Mi disse voltandosi avvicinandosi a me scendendo con un tonfo mettendo i gomiti sulle ginocchia mentre si teneva la testa con le mani 
- Fai finta di non vedermi?- Disse con quella voce fastidiosa e divertita
- Faccio finta di essere normale- Dissi sospirando stanco di averla intorno 
- Normale? un demone è normale?- Disse ridendo di gusto continuando ad osservarmi, era veramente fastidiosa.
- Ed dai Silver, alzati! Spacca un po' di sederi!- Disse sempre allegra dondolandosi appena 
- Perché mai dovrei farlo rompi scatole di una illusione...- Dissi tirandogli una piccola pietra addosso 
- Non si tirano i sassi alle donne e comunque devi liberarti per tornare dal mio allievo!- Mi disse in tono orgoglioso, già tra tutte le persone il mio tormento era Ur, la donna che ha insegnato la magia a mio figlio e lo ha allevato come un figlio.
- Non m'interessa- Dissi secco chiudendo gli occhi sentendo subito dopo un sasso in faccia che mi fece mugolare di dolore
-Che cavolo fai?!- Urlai tenendomi la faccia 
- Perché lo vuoi abbandonare di nuovo Silver?- Mi chiese seria, io la osservai abbassando lo sguardo chiudendo gli occhi lasciandomi andare ai miei pensieri.
Quel giorno a tartaros, avevo obbligato gray a combattere contro di me, gli avevo fatto ritornare in mente il suo incubo su deliora solo per un mio personale egoismo, farlo diventare più forte torturandolo? ero proprio caduto in basso.
Lui aveva combattuto, ci eravamo ritrovati ma io, come se non fosse abbastanza, decisi perfino di condannare quella ragazzina dai capelli azzurri così innamorata di lui a portare su di sé la colpa e la consapevolezza della fine del padre del suo amato, come...come poteva un uomo tanto crudele, dopo essere morto per la seconda volta davanti a suo figlio mettendo in mezzo una giovane ragazza, ritornare da lui, io che ero e sarei sempre stato solo un morto che camminava.
No! Non potevo fargli anche questo.
- Ehi! Non ignorarmi idiota!- Mi arrivò la voce incazzata di quella donna che era davanti a me che mi fissava seria, io sospirai per la centesima volta. 
-La risposta è sempre quella, non mi interessa...- Dissi amaramente tornando appoggiato al muro freddo
-Quindi vuoi rimanere qui per il resto dei tuoi giorni?- Mi chiese ma io annoiato la ignorai, forse non avrei dovuto perché si offese molto di più e inizio ad urlarmi contro iniziando a tirarmi di tutto mentre tra le mura di quel luogo si sentiva solo la mia voce.
Intanto nella cabina delle guardie ubriache che si divertivano fecero cadere delle sigarette accese di sotto,su un po' di paglia, dove c'erano le celle.
-Bene dicevamo...- Disse Ur mentre mi aveva appena finito di massacrarmi
-Perché devi torturarmi?- Chiesi disperato abbandonandomi al muro 
- Perché infondo ho distrutto i vostri incubi, quindi perché non volete darvi la possibilità di essere felici?- Mi domandò seria fissandomi, io stavo per rispondere quando sentì il suono dell'allarme incendio iniziando a vedere i prigionieri scappare appena le sbarre si aprirono, io rimanevo fermo seduto ascoltando le urla, le parolacce e tante altre cose che facevano per scappare, sentendo solo i rumori di uccisioni da parte dei maghi, intanto il suono del fuoco che si stava avvicinando mi rilassava come non mai 
- Silver....non vai?- Mi chiese Ur fissandomi, io guardandola con lo sguardo stanco gli sorrisi 
- Ur dimmi, com'era mio figlio in quegli anni?- Chiesi solamente, lei mi osservo per un po' per poi iniziare a parlarmi di lui facendomi anche le imitazioni, io ridevo di gusto felice di sapere che non aveva perso la sua infanzia, intanto le fiamme avevano divorato la paglia e adesso si faceva strada lungo tutto il legno diventando sempre più grande mentre il fumo si espandeva ovunque, intanto io continuavo ad ascoltare Ur ignorando il fuoco intorno a noi.
- Non ti alzi?- Mi chiese alla fine del racconto guardandomi, io la osservai per poi mettermi in piedi, lei appena mi vedette  sembrava stranamente felice voltandosi per fissare la via di fuga, io la osservai per un po' iniziando a camminare barcollante verso di lei, intanto Ur si era finalmente voltata per dirmi qualcosa ma io non l'ascoltai allungai solo le braccia facendo scivolare le dita tra i suoi morbidi capelli corvini mentre stringevo il suo corpo caldo e potrei giurare che fosse stranita ero lì a stringerla sconosciuta senza vergognarmi, mentre le piccole travi della mia cella bruciate cadettero giù facendo un grande boato ma stranamente il mio cuore spento mi diceva che era giusto rimanere così.
- Ti ringrazio per aver dato una casa sicura a Gray, per avergli insegnato qualcosa e per avergli portato via gli incubi, sei stata una perfetta madre Ur- Gli dissi onestamente per poi sentire le forze mancarmi abbandonando a peso morto le braccia rimanendo con la testa appoggiato alla sua spalla continuando a pensare mentre la vista si era indebolita un po 
- Ti avrei amata molto volentieri Ur..- Dissi poi onestamente mentre sentivo il calore del fuoco ormai raggiungerci pensando che Ur mi piaceva un sacco come donna, quando sentì delle braccia che percorrevano la mia schiena passando sotto ai miei bracci andando a stringere forte la mia maglia.
- Noi...siamo già innamorati, ci siamo innamorati dal momento in cui abbiamo iniziato ad amare Gray- Mi disse facendomi sorridere di cuore. Che strana la vita, l'amore in comune per Gray aveva creato un filo del destino tra di noi facendo nascere così un amore oltre il tempo e se devo essere onesto non mi dispiaceva poi così tanto.
-Silver....- Mi chiamò dopo poco con voce triste continuando a stringermi la maglia, io ormai pronto alla mia scelta alzai il viso andando a posare le labbra sulle sue baciandola senza pensarci due secondi per poi staccarmi dalle sue labbra sussurrandogli il mio verdetto.
-Questa è la mia decisione....-
dissi per poi riabbandonarmi sulla sua spalla stretto sempre da lei. 
Il fuoco era ormai alto e feroce il rumore presente era solo il legno che bruciava mentre sentivo un piccolo sorriso e delle lacrime di lato mentre quelle mani si stringevano sempre di più sul mio indumento mentre nella mia anima avvampava come il fuoco la sicurezza indistruttibile che era quella la decisione giusta, Gray aveva una nuova famiglia, una persona che lo amava più di ogni altra cosa, degli amici fedeli ma sopratutto era felice, era giusto che fosse quella la sua strada ma sapeva che con lui avrebbe cambiato rotta e non poteva permetterlo, il calore ormai mi avvolse del tutto mentre io lentamente chiusi gli occhi sorridendo sentendo la voce di Ur
- Silver, ti amo....starò con te fino la fine e ti accompagnerò oltre la morte...- Fu l'ultima cosa che senti prima che tutto si perse e ormai nessun suono mi raggiunse più.
 
In un luogo lontano, avvolto dal casino della gilda, una sagoma che fissava il cielo iniziò a lacrimare mentre due figure sorridenti nel cielo si guardavano stringendosi per mano legati da un filo, a volte lo stesso amore per una persona può legarti in qualcosa di intenso che va oltre ogni cosa per poi scoppiare come un'incendio e farti sentire finalmente vivo.
  
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