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Autore: daxffodils    21/10/2014    1 recensioni
Un'ipotetica rivisitazione personale di un missing moment fra Bradley Cooper e Jennifer Lawrence durante l'evento degli Oscars di quest'anno, dove entrambi erano presenti.
[Bradifer!Alert] [Accenni Joult]
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Wait until tomorrow.

 

Osservava quei due, splendidi e spavaldi nella loro immane lucentezza mentre attraversavano il red carpet -che lui stesso aveva appena superato indenne- sottobraccio, trapassati entrambi da uno sguardo condiscendente ma allo stesso tempo alquanto indifferente, la classica poker face che si assume quando ci si prepara a venire immortalati da almeno cinquemila flash bianchi al secondo. Si soffermò per un po' di più con gli occhi sul suo vero obiettivo, ammettendo che Jennifer era veramente al massimo dello splendore, quella sera. Non che non lo fosse sempre, il giorno della loro uscita poi aveva sempre avuto un posto speciale nel suo cuore, ma era raggiante come pochi nonostante fosse appena apparsa. Sicuramente, la più bella e genuina di tutto l'evento "Oscar 2014". Nicholas, che la cingeva quasi fosse la cosa più preziosa dell'universo -e faceva bene, pensò Bradley con rammarico. Lo avrebbe fatto anche lui, se solo ne avesse avuto la possibilità.- , era invece elegante e composto nel suo smoking Giorgio Armani. Quando si rese conto che la coppia era incredibilmente vicina alla fine del carpet, e quindi pericolosamente vicino a lui senza che ci avesse fatto neanche caso, si voltò tentando di scorgere frettolosamente qualche viso amico con il quale instaurare un qualsiasi tipo di conversazione che bluffasse il suo interesse per l'entrata in scena della coppia che avrebbe probabilmente tenuto d'occhio per il resto della serata. Quello di una vicina e disponibile Scarlett Johansson fece capolino. Oh, certo! Scarlett era praticamente perfetta, rifletté repentinamente Bradley. Avevano lavorato assieme su alcuni set di film non poi così importanti come "La verità è che non gli piaci abbastanza". Di certo non come con Jennifer, con la quale aveva condiviso la bellezza di ottantasei premi prestigiosi vinti dal loro "Il lato positivo", fra cui nominations e consecutive vincite agli Oscar dell'anno passato. Fra cui la sua statuetta come Miglior Attrice.
«Scarlett! Ma chi si rivede!»
«Brad, ciao!» Un sorriso a trentadue denti si aprì sul volto della bionda attrice dai boccoli definiti e l'abito azzurro contornato da diamanti Swarovski. «Come stai? Quanto tempo!»
«Hai ragione! Diciamo che non c'è male.» Sorrise, piegando la testa di lato. «Sai, una nomination agli Oscar di qui, una di lì...» Proseguì vago, e ironico. Scarlett, di tutta risposta, si sciolse in una rumorosa risata.
Guarda caso, risata che attirò una certa persona a loro.
Due dita affusolate e morbide gli afferrarono lo zigomo, dandogli un buffetto, mentre una voce squillante ed ironica esordiva con un naturalissimo: «Be’ Cooper, cos'è? Non si saluta più?» Jennifer era... Una dea. Una vera e propria dea, con i capelli color dell'oro tirati indietro così da donar luce al suo incarnato perfetto e al viso senza un solo difetto, agli occhi chiarissimi che erano un tale mistero, come lei. Non riuscivi mai a capire fino in fondo che colore fossero. Potevano apparirti grigi, ma essere in realtà azzurri, o ancora verdi. Un po' come il suo carattere. Rompere il ghiaccio con Jennifer Lawrence era particolarmente facile, ma conoscerla davvero, senza riserve, era una delle cose più difficili del mondo intero. Quella ragazza era uno scrigno di Pandora. Un'altra cosa poi, era il vestito rosso fuoco molto elegante e senza spalline, che le donava così tanto su quel fisico sinuoso e morbido che tanto gli piaceva. La bellezza di Scarlett era leggendaria, ma in confronto a Jennifer la prima veniva pesantemente schiacciata, come sotto un carro armato.
«Lawrence. Non volevo distrarla dalle sue auliche compagnie, signorina. Chiedo umilmente perdono!» Jennifer emise una risata cristallina e liberatoria. Dio, la sua risata era come il nettare degli Dei, era incredibile come riuscisse sempre a sollevarlo, a farlo sentire leggero, in qualunque situazione si trovasse. Altro che Scarlett e la sua emissione di acuti a singhiozzi, anche alquanto imbarazzante.
«Oh, Dio! Jen! Oh, Dio. Ho appena avuto una corta ed intensa conversazione con Brad Pitt. Con Brad Pitt, ti dico! È così incredibile, davvero, grazie per avermi dato la possibilità di partecipare, questa è di gran lunga la miglior serata della mia vita, credimi. Oh, devo riprendermi.»
La bruna dall'abito lungo e nero terminante in tulle, fece la sua apparizione alquanto allarmata nella grande sala da ricevimento dell'evento. Era trafelata e rossa in viso, con le lacrime agli occhi e l'acconciatura complicata leggermente fuori posto. Prese a sputare fuori frasi a vanvera come una macchinetta, prive di apparente nesso logico, così Bradley si preparò psicologicamente all'idea di doverla sorreggere in caso di perdita di sensi temporanea, dato il suo stato attuale.
Laura Simpson era una delle storiche migliori amiche di Jennifer. Avevano passato mille peripezie assieme, sin dalla più tenera età nel buon, lontano Kentucky. Ed in effetti, caratterialmente erano abbastanza similari, a prescindere dalla sua preferenza -di parte- per la bionda alla sua sinistra. Laura era simpatica, socievole e dolce, schietta come la prediletta di Bradley, e in più di un'occasione si era dimostrata un'amica fedele e presente. Poteva capire perché Jennifer le fosse così legata. Quest'ultima sorrise ancora una volta a trentadue denti, mettendo quindi in evidenza la dentatura bianchissima ed ordinata. Il sorriso le illuminava il volto, pensò Bradley, rivolgendole inconsapevolmente uno sguardo intenso.
«Non sai quanto ti capisca. All'inizio è sempre così, poi si cerca di abituarsi, ma sai che è molto difficile.» Le appoggiò una mano candida sulla spalla nuda, per poi trapassarla con un'occhiata grave. «Sono contenta per te, davvero. Sono tre anni che faccio parte dello show business e ancora vado in brodo di giuggiole quando qualcuno di importante mi rivolge la parola. Penso sempre: sta seriamente conversando amabilmente con me, Jennifer Lawrence?! Ebbene sì.» Piegò la testa di lato, sorridente, e lasciò la presa, voltandosi poi dritta verso di lui. Sì, proprio verso lui.
«Anche quando Bradley Cooper mi rivolge la parola è sempre uno shock!» Esclamò ironica, cosa che fece scoppiare in risate una divertita Scarlett la cui presenza era stata quasi totalmente dimenticata.
Lui parse svegliarsi da uno stato di trance permanente, e quando realizzò il senso compiuto dell'ultima frase -non che non la stesse ascoltando, ma si trovava colto alla sprovvista, in quanto perso nei meandri delle sue considerazioni a proposito dello svolgimento della serata-, sorrise maliziosamente, divertito. «Ma davvero? Quindi il solo fatto che io stia aprendo bocca in questo preciso istante ti sta mandando in tilt? Ti facevo più combattente, piccola.»
Piccola? Ma cosa gli era saltato in mente? Aveva dato fiato alla bocca prima di avere l'agio di ragionare. E aveva anche combinato un bel pasticcio, a giudicare dall'espressione sgomenta, a tratti buffa, dipinta sul volto di Laura.
Una mano da uomo vide tirar via delicatamente Jennifer per l'avambraccio, facendo sì che lei alzasse lo sguardo di fronte a sé.
«Jen, vogliamo andare?» Nicholas si guardò velocemente attorno, proferendo un eloquente e distaccato «Ciao Bradley.», che egli ricambiò con garbo.
«D'accordo...» L'espressione di lei era tutt'un tratto mutata, facendosi grave e un poco cupa. Anche il tono tradiva il crescente disagio. «Ci vediamo dentro, ragazzi.»
 
 
Quando si allontanò a passi pesanti, seguita da Laura –non prima che quest’ultima gli avesse lanciato un’occhiata significativa, probabilmente interrogatoria a proposito dell’ultima frase lasciata a mezz’aria-, fu come se si togliesse un macigno che faceva pressione sul cuore di Bradley. Da un lato provò una punta di dispiacere per non poter continuare la sua interessante conversazione, ma dall’altra fu ben felice di non dover riprendere gli ultimi argomenti, e così scamparsela a stento. Ma sapeva bene che prima o poi avrebbe dovuto chiarire ciò che davvero era rimasto a mezz’aria, e con il quale non poteva più respirare, si sentiva soffocato ogni qualvolta che i loro sguardi si incrociavano. Si trattava di una questione di vitale importanza, molto più seria rispetto ad un semplice “piccola” sfuggito a denti stretti. Già, infatti solo poco dopo avrebbe gentilmente distratto quella ragazza dalla compagnia con la quale stava discutendo, appoggiandole una mano sul fianco e rubandole delicatamente il calice di vino rosso per poi poggiarlo sul tavolino alla loro destra. Così facendo, avrebbe attirato l’attenzione di tutta la cricca, oltre che la sua, per poi pronunciare a tono alto: «Vi privo per un secondo dell’anima della festa. Ma non temete, ve la restituirò immediatamente. O perlomeno, il prima possibile.» Sorrise, furbastro. Chiaramente, Jennifer non poté sottrarsi al suo subdolo invito, e sorrise di rimando. «Scusatemi.» Disse a denti stretti, a tratti stizzita.
 
Bradley chiuse la porta alle loro spalle, e i due si trovarono immersi in una minuscola stanza privata dalle pareti ornate di una stampa floreale molto graziosa. La luce era soffusa e proveniva da una piccola lampada gialla, ma si riusciva ad intravedere comunque un divanetto stile vittoriano ed il tavolino basso in mogano di fronte ad esso.
Fu lei la prima a prendere parola, gesticolando. «Cosa diavolo pensi di fare, eh?» Una fiamma di risentimento, di cui in pubblico non v’era neanche una minima traccia, -dopotutto, era o no un’attrice con i fiocchi che aveva vinto un Oscar soltanto l’anno prima?- le ardeva negli occhi.
«Lo sai chi c’è di là? Sì, che lo sai. NICHOLAS! Ti dice niente questo nome? Sai com’è, è il mio fidanzato.» Lui incrociò tranquillamente le braccia dietro la schiena, poggiandosi sulla porta. Aveva un’espressione pacata. «Dì qualcosa, per la miseria. Davvero, Bradley, non dovremmo essere qui adesso. E’ la sera degli Oscar, i paparazzi sono ovunque e già belli che convinti di una nostra relazione, perciò adesso smettiamo di-»
«Ma noi ABBIAMO una relazione, Jennifer. Quindi, gli scoop non rispecchierebbero che la verità.» Lei non ebbe neanche l’agio di finire la frase. Il solo briciolo di pazienza che le era rimasto, era esaurito. Voleva bene a quell’uomo, ma non poteva permettersi qualche altro scandalo. Questo  avrebbe sicuramente messo un punto alla sua storia con Nicholas, e non era pronta a perderlo di nuovo, non dopo l’ultima volta. E già la loro coppia era in crisi. Sospirò, cercando di calmarsi, ma senza molti risultati. «Senti un po’ ragazzo, io. Non. Posso. Continuare. Così.» La frase cadenzata enfatizzò i movimenti dell’indice, puntato su di lui. «Finiscila, per favore. E’ stato solo sesso, e adesso neanche più quello, okay?»
«Sai anche tu che non è vero.» Nell’espressione di lui non c’era traccia di arrabbiatura, né tantomeno rimpianto.
«Sì, invece. Già sono in crisi con Nicholas, perciò non serve che venga a scoprire da qualche lurido ed infimo giornale di gossip un semplice errore che verrà certamente ingigantito da delle redattrici vecchie ed incallite, completamente rifatte, che costruiscono la loro fortuna rovinando la vita della gente, è chiaro?» Anche se aveva definito il loro importantissimo –almeno per lui- rapporto come “un semplice errore”, perlomeno, si stava confidando. Ne stavano parlando. Era già un passo avanti.
«Tutto stupendo, ma dovresti pensare anche a Bradley Cooper. Sai, esisto, e come tu non vuoi perdere il tuo fidanzato, io non voglio perdere te.»
Una scintilla di rimorso attraversò il corpo di lei, fasciato dall’abito rosso che le era sembrato calzarle a pennello, ma che adesso le sembrava così stretto e soffocante. Il tono si addolcì sensibilmente. «Scusami. Io… Io ti voglio davvero bene, Bradley.»
«Be’, io no. Perdonami se mi sono innamorato di te, perdonami perché davvero, non l’ho fatto intenzionalmente. Ma è successo. Come la mettiamo? Sai, prima stavo parlando con Scarlett. Te lo ricordi, non è così? Ti ricordi di quando, dopo le riprese con lei, andavamo a cena con David [O’Russell, il regista de “Il lato positivo” ndr.] e  parlavo di quanto fossero belli i suoi occhi, o di quanto mi piacessero i capelli del suo colore?» Lei annuì velocemente con il capo, tutt’un tratto comprensiva.
«Dio, quanto mi sbagliavo.» Rise, quasi stupidamente. «Era solo perché non mi ero ancora reso conto di quanto fosse più lucente il tuo biondo, oppure di come i tuoi occhi brillassero diversamente e fossero un tale mistero, proprio come te. A volte azzurri, altre verdi, altre ancora grigi. E oggi, proprio stasera, mi sono finalmente reso conto che così non posso andare avanti. Ho capito che vuoi rimanere con Nicholas, so che ci portiamo abbastanza anni, so che se facciamo qualcosa ci daremo letteralmente in pasto alla stampa, ai paparazzi, ai gossip, ai rumor che vanno avanti da ormai due anni. Eppure, non posso che affermare che ti amo. E’ così, cosa possiamo fare? Non vederci mai più? Lasceremo le riprese di “Serena” ad altri attori? E’ per questo che ho lasciato Suki [Waterhouse, vera ex di Bradley ndr.] stasera. Mi è dispiaciuto, ma ho dovuto farlo per evitare di darle sofferenze maggiori. Ho preferito dirglielo chiaramente.» A questo punto, Jennifer si trovò davvero a bocca asciutta, senza un sol suono proveniente dalle viscere. Non aveva parole.
«Dio, se ho zittito Jennifer Lawrence devo essere stato bravo sul serio!» Sdrammatizzò lui, che rimase a sua volta senza saper bene cosa dire, quando lei lo travolse in un abbraccio sincero. Si aspettava tutto: uno schiaffo dritto sul viso, che uscisse senza dire niente, che, magari, ricambiasse i suoi sentimenti. Tutto, ma non questo. Poté percepire delle gocce di liquido caldo cadere piano sulla sua spalla, mentre Jennifer gli rimaneva avvinghiata, con la fronte sulla appoggiata al suo collo. Non l’aveva mai vista piangere, soltanto nei panni di Tiffany durante le riprese, nella scena finale de Il lato positivo. E adesso, lui effettivamente si sentiva un po’ Pat. «Oh, Dio, Brad. Mi dispiace così tanto, veramente.» Disse, fra i singhiozzi. Poi alzò il capo, tentando di togliere il trucco colato dagli occhi con le dita, e lo fissò dritto negli occhi. I suoi, erano ancora lucidi. E così rimasero fino alla fine del discorso.  «Ma adesso ho davvero bisogno che tu risponda a questa domanda, quella di sempre. L’autunno scorso, hai detto che non potevamo stare insieme. »
Lo ricordava, sempre. Gli tornava in mente lo stesso scenario, quello del giorno in cui aveva scioccamente allontanato l’unica donna che voleva al suo fianco, ogni notte. «Ero pronta a condividere tutto, pianti, risa, momenti migliori e peggiori. Avevi troppo timore della reazione a catena che avrebbe scatenato una dichiarazione pubblica di questa sorta di relazione, eppure solo due settimane dopo eri su tutti i giornali che tenevi per mano Suki per le strade di New York. »
«Jen…» Fece per aprire bocca lui, ma venne immediatamente interrotto.
«Nonostante ciò, io ti ho creduto. Sempre e comunque. Ma... Ogni volta che provo ad allontanarmi, tu ti comporti-»
«Mi comporto come?»
«Brad…» Abbassò lo sguardo, portandosi una mano sulla fronte. Lui notò che tremava, visibilmente.
«Io voglio che tu sia felice, Jennifer.»
«Allora devi essere onesto. E guardarti dentro con il cuore.» Lo sguardo ricadde su di lui. «Devi dirmi se quello che provi per me è vero, o è soltanto un gioco. Se è vero, se è come hai detto… Troveremo una soluzione, a qualunque costo.» Anche la voce, ora, era spezzata.  «Se invece non lo è» Le lacrime stavano ormai scendendo copiose sulle guance della ragazza che, così, sembrava ancora più bella. Prese una pausa di qualche secondo, perché era chiaro che la voce le mancasse a causa di un massiccio groppo in gola.   «Bradley… Allora lasciami andare»
Lui stette a fissarla per una manciata di secondi, che parvero un’eternità. Non proferiva parola. Si limitava a squadrarla dalla radice di quei capelli che tante volte aveva intrecciato fra le sue dita, fino alla punta del mento che coronava il viso praticamente perfetto di lei. Poi, fece scivolare lo sguardo ancora una volta in quegli occhioni ormai quasi affogati in un mare di lacrime trattenute a stento. Desiderava più d’ogni altra cosa poterle passare dolcemente un dito sullo zigomo per cancellare per sempre le lacrime, stringerla forte e assicurarle che sarebbe andato tutto bene scoccandole un morbido bacio sulla fronte, ma non fece nulla di tutto questo. Si limitò ad un «è solo un gioco. Ed io detesto perdere più di ogni altra cosa.» Te, pensò, ma non lo aggiunse.  «Quindi vai.» Lei lo osservò intensamente, come a volergli trapassare l’anima. «Ti ringrazio.» E si riferiva sia alla risposta definitiva, che alla presa di possesso della chiave della porta. Inserì l’affarino nella toppa ed uscì dalla stanza particolarmente trafelata, ma non prima di aver lanciato un’occhiata a metà fra il sorpreso e il noncurante a Laura, che aveva indietreggiato non appena aperta la camera, perdendo così la “posizione privilegiata” con l’orecchio poggiato sulla stessa porta per sentire meglio. Appena fu sicura della lontananza di Jennifer, si rivolse direttamente a Bradley, che aveva abbassato gli occhi.
«Ma perché le hai fatto questo?» Disse, con una punta di rammarico nel tono di voce.
«Perché la amo davvero» Ribatté, tornando a puntare gli occhi in alto. Laura aveva assunto un’espressione sconvolta. «E non posso renderla felice.»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
DISCLAIMERS:
[1] In realtà, io non so quale sia la risata di Scarlett Johansson. Per cui, chiedo umilmente perdono per averla definita come una "emissione di acuti a singhiozzi alquanto imbarazzante" :') te se ama.
[2] Essendo il mio piccolo scritto stato realizzato in lingua Italiana, i titoli dei film sovra citati (La verità è che non gli piaci abbastanza; Il lato positivo) sono altrettanto stati riportati con i titoli già tradotti. I rispettivi nomi in lingua originale sono “He’s just not that into you” ; “Silver linings playbook”.
[3] La migliore amica di Jennifer, nonché reale accompagnatrice agli Oscar, si chiama sul serio Laura Simpson. Essendo Americana, però, il nome si pronuncerà “Lóra”, e non “Laura” come in italiano.
[4] La linea temporale rispetto alla realtà è un pochino diversa. Infatti, i protagonisti hanno il progetto di “Serena”, il loro nuovo film insieme [tra l’altro in uscita fra soli trentun giorni al cinema, consiglio a tutti], ancora in porto. E’ vero, sta uscendo solo ora, ma in fatti reali è stato girato nel 2012, e non adesso. La storia è ambientata la notte degli Oscar, quindi ai primi di Marzo 2014, ma ci tenevo a precisare questa mini “sbavatura” –in realtà voluta-.
[5] Ho citato persino Pat e Tiffany. Credo ci siate arrivati ad intuito, si tratta dei protagonisti di Silver Linings Playbook, che poi non è altri che il mio film preferito. Chiaramente, sono interpretati da Brad e Jen.
[6] Come vedete, il finale è aperto. Ciò non significa che trasformerò quest’esperimento in una long, ma che comunque ci sarà SOLO UN CAPITOLO a seguire, quindi un sequel, che andrà a chiudere la situation. Se vi è piaciuta questa, ovviamente consiglio di tenermi d’occhio per quando arriverà la seconda ed ultima parte – e ve ne sarei grata, ovviamente.-
 
Grazie per l’attenzione! Spero vi sia piaciuto!
Alla prossima xx
Em / _rainmaker



 
  
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