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Autore: Tempie90    22/10/2014    7 recensioni
Shot scritta di getto. Appartenente alla serie di Nico. Questa volta lo 'vediamo' un po' di sfuggita.
Non sono come presentarvela, posso dire che inizia con Kate che torna a casa dal distretto dopo una giornata stancante dove ad 'attenderla' ci saranno i suoi 'uomini'.
Buona lettura.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Questione di fiducia: Nico's Adventures!!'
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Beh, eccomi qui. Non posso dire di esser tornata, non del tutto Almeno. Diciamo che stasera ero ispirata da non so cosa. 

Non scrivo né pubblico una storia da tanto ormai. E' stato e, lo è tutt'ora, un brutto periodo. Ho perso da poco una persona a me cara e mi è crollato il mondo addosso. Perchè nonostante sapessi che prima poi la malattia te l'avrebbe portata via, tu non sarai mai pronta! 
In questo periodo ho cercato di essere 'partecipe' qui, sul sito, traducendo con Anita 'Vice', ma come avete ben notato anche lì al momento sono ferma. Anita è sempre puntuale, la colpa è mia che non riesco a fare molto per adesso. Quindi vi chiedo scusa e anche un po' di pazienza, tenterò di completare insieme a lei la traduzione.
Non so come stasera ho buttato giù questa storia, in due ore mi sono ritrovata a mettere il punto a una shot che non doveva nemmeno nascere, non adesso. So solo che per un po' mi sono estraniata dal mondo e ne è uscita fuori questa 'cosa'. 
Spero sia di vostro gradimento.
E' una shot senza pretese quindi non mi aspetto niente, anche perchè ho smesso di farlo per tutto.
Buona Lettura,
Tempie. 
                         



                                           Tornare a casa

                                 





Entra in casa lasciando scivolare delicatamente le chiavi sul mobiletto all’entrata. Non è sicura di trovarli ancora svegli, in effetti è piuttosto tardi.
Toglie il cappotto e la sciarpa che fino a quel momento aveva tenuto per riparasi dal freddo pungente di febbraio, godendo del tepore emanato dai riscaldamenti del loft.
L’appartamento è al buio, tranne che per una piccola abat-jour sul mobiletto delle chiavi.
Si dirige a tentoni verso la cucina notando però un ciuffo castano spuntare dalla spalliera del divano del salotto. Si blocca curiosa, si avvicina e sorride alla scena che si trova davanti: il suo scrittore addormentato e semi-sdraiato, con ai piedi Whiskey e addosso, accucciato al suo petto, quella meraviglia del loro bambino. Un birbante con un sorriso d’angelo e degli occhi brillanti da piccola peste.
Mentre dorme però, non sembra proprio il ‘terremoto/tornado/maremotocausadellospostamentodelleplacchetettonicheedeldisboscamentodellaforestatropicaleodiqualsiasialtrodisastromondiale’ come lo definisce Rick a volte, e non a torto!
Ama Nico con tutta se stessa, darebbe la vita per lui, ma certe volte vorrebbe solo strapparsi i capelli dall’esasperazione e dagli infarti che le fa venire ogni cinque minuti circa.
Si avvicina cauta al divano per evitare di svegliarli ma con il desiderio di far parte di quel ‘quadretto’ così bello e che le sa di casa. Toglie lentamente gli stivali e ancor più lentamente si appoggia al petto dell’uomo che ama nascondendo il viso nel suo collo. Ispira il suo profumo dolce e speziato chiudendo gli occhi soddisfatta. Il braccio di Rick, che fino a quel momento era disteso sulla spalliera del divano, si abbassa a cingerle il fianco delicatamente; subito la mano della detective raggiunge la sua, intrecciando le loro dita e posando quella libera sul suo petto.
“Ciao?” Mormora l’uomo dandole un bacio sui capelli.
“Ciao.” Risponde lei stringendosi ancor di più in quello strano abbraccio.
“Sei tornata…”
“Mmm mmm.”
“Come è andata al distretto?”
“Mmm mmm”
“Avete preso il cattivo di turno?”
“Mmm mmm” Continua a rispondere lei.
“La mia Badass Beckett ha preso a calci qualche povero assassino?” Chiese ancora lui sorridendo.
“Mmm mmm”
Una risata bassa sfugge allo scrittore nascondendo il naso tra i suoi capelli.
“Hai intenzione di rispondermi ancora con dei mugugni incomprensibili?”
“Mmm mmm” E’ di nuova la risposta di Beckett, questa volta accennando un sorriso.
“Puoi fare molto meglio di così, detective!” Risponde stringendola a sé.
“Come sta Nico?” Chiede infine.
“Bene. Oggi si è scatenato più del solito, ed è quanto dire. Kate dobbiamo fare qualcosa: nostro figlio è troppo vivace!”
“Castle è un bambino di nemmeno un anno. Credo che sia più che normale. Dovremmo preoccuparci del contrario, non credi?”
Sospira in risposta e lei sorride baciandogli il collo.
“Come è che vi siete addormentati sul divano?” Chiede allungando la mano prima sul petto dell’uomo, verso Nico carezzandogli il braccino.
“Si è messo in testa di volerti aspettare sveglio. Non chiedermi come io l’abbia capito visto che ancora non parla; fatto sta che mi sono ritrovato seduto qui sul divano con lui a sgambettare a destra e a manca con Whiskey finché questo povero cucciolo si è stancato. E bada che per ‘povero cucciolo’ io intendo quello che ho accucciato ai miei piedi perché lui è rimasto bello e pimpante per altre due ore a fare ‘discorsi’ senza senso guardandomi come se si aspettasse che io lo capissi. E’ vero, mi chiamano l’uomo che sussurra ai bambini ma lui è davvero incomprensibile Kate. A volte mi chiedo se sia mezzo alieno!” Conclude perso nelle sue teorie fantascientifiche.
Teorie fantascientifiche violentemente interrotte da un pizzicotto su uno dei suoi capezzoli. Fa un salto che provoca un sussulto anche di Nico, ma vista la giornata passata, neanche le bombe lo sveglierebbero!
“Ehi!” Sussurra dolorante.
“Castle, nostro figlio non è un extraterrestre.” Afferma la donna guardandolo male. “A meno che non pensi che il padre sia un altro!” Conclude provocatoria.
Ma non aveva considerato il fatto che quel tasto fosse ancora dolente per lo scrittore il quale si irrigidisce a quell’affermazione.
Kate corruccia la fronte e torna a guardarlo, notando adesso il collo teso e lo sguardo fisso davanti a sé.
Continua a guardarlo non riuscendo ancora a capire cosa possa averlo infastidito quando, finalmente, sgrana gli occhi e cerca subito i suoi.
“Rick..” Lo chiama insicura.
L’uomo deglutisce e si volta a guardala. Le da un bacio in fronte e risponde dolcemente: “E’ tutto ok.”
Ma non è tutto ok e lei lo sa.
“Mi dispiace.” Dice continuando a guardare quegli occhi adesso velati dalla tristezza.
Lui scuote il capo come a non volerne parlare ma lei insiste.
“Non dovevo provocarti in quel modo. Tu hai sofferto molto, ti ho fatto del male allora e l’ho fatto anche adesso. Mi dispiace.”
Dice con le lacrime agli occhi.
Come diavolo erano tornati a parlare di quel periodo difficile?
“Ehi.” Castle attira la sua attenzione stringendole le dita ancora intrecciate sulla sua vita. “E’ tutto a posto. Solo, preferisco non ricordare quel periodo. E’ ancora un po’ troppo per me al momento.”
Lei annuisce sinceramente dispiaciuta, tornando a guardare Nico che si è leggermente mosso per ottenere una posizione migliore afferrando la maglietta del padre.
“Gaga” Sussurra nel sonno e con un sorriso in quel visino paffuto.
Anche Rick si gira a guardarlo stringendolo delicatamente a sé.
“E poi guarda un po’ dove siamo… Io e te, qui, con un meraviglio e alquanto stupendo figlio, bello come la madre nonostante i fantastici occhi del padre. Accoccolati stretti su un divano, con ai piedi uno Shiba inu vittima del già nominato stupendo bambino dai fantastici occhi azzurri come il padre, al caldo, a casa. Se per aver tutto questo abbiamo dovuto affrontare quel che abbiamo affrontato, beh… Sono disposto a farlo altre cento volte!”
Kate lo osservò parlare, o straparlare visto il suo ego, mentre lui fissa il loro bambino e non può fare a meno di chiedersi cosa ha fatto nella sua vita per meritarsi un uomo stupendo e amorevole. Disposto a perdonarle di tutto pur di tenerla con sé, pur di assicurarle una famiglia, amore e terremoti ambulanti.
“ Ti amo!” Esclama con occhi lucidi.
Castle si volta a guardarla stupito. Poi sorride.
“Ti amo anch’io!”
Rimangono ancorati con lo sguardo per un tempo indefinito finché Nico non li attira con un “Gaaaa” sognante.
“Forse è meglio portarlo a letto. Sarà scomodo…”
“Non lo so Castle, io credo che sia piuttosto comodo spaparanzato su di te. Insomma, tu non puoi vederlo ma sapessi che facce che fa. Sembra alquanto soddisfatto!” Risponde divertita.
“Che facce fa? Voglio vederle. Prendi il cellulare. Devi riprenderlo!” Dice esagitato.
“ Non ci penso proprio! Non ho alcuna intenzione di alzarmi da qui per prendere il cellulare.” Risponde tranquilla.
“Ma Kate.” Esclama in tono lamentoso lo scrittore. “Non vale, voglio vedere mio figlio che fa le smorfiette soddisfatte!” Continua col broncio.
“Castle, non mi muovo da qui. Sei un cuscino perfetto sia per tuo figlio che per me. Adoro stare tra le tue braccia.” Conclude con un sospiro nascondendo di nuovo il viso nel suo collo.
Ne segue un silenzio attonito.
“Davvero?” Chiede infine lo scrittore sorpreso.
Kate corruccia la fronte, si era assopita.
“Cosa?” Biascica.
“Ti piace stare tra le mie braccia?” Sussurra insicuro in risposta.
“No.” Risponde lei seria. “ Ho detto che adoro stare tra le tue braccia, non che mi piace. C’è una grandissima differenza, Castle!” Continua sorridendo strofinando il naso sul suo collo.
Lo scrittore la stringe ancora più vicino e sposta di poco la testa giusto per avvicinarsi al suo viso e lasciarle un bacio delicato sulle labbra. Kate apre gli occhi quando le loro bocche si staccano, trovandolo a guardarla con quegli occhi fantastici così uguali a quelli del figlio, come prima aveva sottolineato lui stesso. Le bacia la fronte e la lascia tornare nella posizione  precedente, prima di concludere: “Vuol dire che staremo qui tutta la notte, amore mio!”
Kate sorride a quell’affermazione e si accuccia maggiormente su di lui; poggia la mano libera su una gambina del figlio e si
addormenta circondata dall’amore e dal calore che solo una famiglia può dare.
Che solo la sua famiglia può darle.
 
  
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