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Autore: ButterflySeven    22/10/2014    4 recensioni
Belle è una ragazza di 23 anni, iscritta al terzo anno di Beni Culturali all'accademia di Belle Arti.
I sui problemi iniziano quando il professor Hood la rimanda per la seconda volta all'esame di storia dell'arte contemporanea 2.
Cercherà disperatamente aiuto in qualcuno che ne sappia più di lei in fatto d'Arte ed il padre dell'amico Baelfire, famoso storico dell'arte, sembrerebbe il candidato ideale... Ma tutto ciò, a quale prezzo?
[Rumbelle - coppia principale] secondarie Baelfire/Emma ed Emma/Killian
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7

La domenica mattina, Belle si svegliò alla buonora per mettersi a studiare. L’esame era ormai alle porte e lei voleva dedicare tutto il tempo rimasto per prepararsi al meglio.
Scese le scale ancora assonnata e rimase sorpresa nel trovare il signor Gold già in piedi, nonostante fossero appena le sei del mattino.
- Buongiorno…- la salutò allegro.
- Buongiorno…- rispose cercando di mettere a fuoco l’immagine offuscata.
- Siediti, mia cara. La colazione è già in tavola…-
Le porse un tè buonissimo alle erbe, con retrogusto di fiori.
Sorso dopo sordo, finalmente iniziò a riattivare i pochi neuroni rimasti.
- Dormito bene?- quella domanda era ormai un’abitudine.
- Direi di sì, anche se verso le 2 ho sentito il forte ululato del vento-
- Non sai la novità, dunque…-
Belle lo guardò incuriosita.
- Quale novità?-
- Quando finisci mettiti il cappotto e gli scarponi, usciamo fuori…-
Belle non capì, ma ubbidì pazientemente.
Concluse la sua abbondante colazione e mise un giubbotto pesante. La temperatura era calata parecchio in una sola settimana e dovette iniziare ad adoperare i maglioni e gli stivali pesanti.
Gold la precedette e si posizionò davanti alla porta.
- Sei pronta?-
- Pronta per cosa?-
Quando aprì, capì perfettamente a cosa alludesse…
Le statue, gli alberi, persino la macchina, ogni cosa era ricoperta da uno strato biancastro.
- Ha nevicato!!!-
Erano anni che non si vedeva la neve a Storybrooke e Belle non riuscì quasi a crederci che tutto ciò fosse reale.
Superò Gold e iniziò a correre felice, lasciando che gli stivali creassero un percorso tra quel manto soffice. Si fermò accanto all’obelisco di Pomodoro e riempì i pugni di neve fresca. Era gelata e presto le mani iniziarono a pungerle, ma era una sensazione bellissima.
- Gold! Venite anche voi!-
L’uomo arrivò zoppicante, facendosi largo con il suo bastone.
- Ci avrei scommesso ti sarebbe piaciuto…-
- Sì! E’ fantastico! Sono trascorsi interi inverni senza un briciolo di neve e poi arriva in pieno autunno!-
- Eh, sembra proprio che non ci siano più che le mezze stagioni… Comunque lo strato è piuttosto sottile, con il sole di mezzogiorno la neve scomparirà-
- Allora è meglio approfittarne…-
Belle riprese a correre, poi decise di fare un pupazzo di neve.
- Cosa sarebbe?- chiese Gold osservando la sua scultura.
- E’ un pupazzo di neve!-
- Io vedo solo mucchi di neve ammassati a caso…-
Belle si offese parecchio, la sua scultura era un’opera incompresa.
- Non è vero! Non capite la mia arte…-
- Oh, sicuro! Perdonatemi, non sono molto pratico in queste cose…-
- Siete antipatico! Potevate far finta che vi piacesse!-
- Non amo dare false speranze agli scultori della domenica-
Belle rise a quell’affermazione. Il fatto che fosse domenica non faceva che enfatizzare il significato.
- Be? Non lo sapevi?- continuò Gold – come ci sono i pittori della domenica, esistono anche gli scultori della domenica. E’ un concetto ovvio, ma non mi aspetto che voi comprendiate la profondità di simili affermazioni…-
Belle modellò di nascosto una piccola palla di neve e si preparò per attuare il suo piano.
- Scusatemi, signor Gold, avete perfettamente ragione. Esistono i pittori della domenica, gli scultori della domenica, vi sono, infine, i performer della domenica-
Prima che l’uomo potesse spostarsi, tirò la sua palla di neve dritta al petto del signor Gold.
Lo vide chiudere gli occhi all’ultimo secondo, poi con una mano andò a tastare il danno.
- Lo sai che questa è una dichiarazione di guerra, vero?-
Belle non se ne curò e si nascose dietro la statua.
- E’ inutile che ti nascondi- continuò – ti troverò e la pagherai per la tua stupida insolenza-
Belle continuò a ridere. Le sue finte minacce erano il massimo.
Sbirciò a destra per vedere se Gold fosse ancora lì, ma inaspettatamente si sentì colpire a sinistra.
Si voltò appena in tempo per osservare la seconda palla di neve colpire il fianco.
- E voi osate fare la predica a me? Se è la guerra che volete, allora guerra sia…-
Iniziarono a rincorrersi per il giardino, ricaricandosi di palle di neve dopo ogni colpo.
Si ritrovarono uno di fronte all’altro, intenti a prendere glossi blocchi bianchi e buttarli a caso sul corpo dell’altro.
Ridevano come mai avevano fatto prima d’ora e ad un tratto Belle si fermò a osservarlo.
Non l’aveva mai visto a quel modo, sembrava così diverso dall’uomo rigido che aveva imparato a conoscere. Adesso era libero da ogni tipo di maschera, sembrava quasi un bambino alle prese con i primi giochi.
Era la prima volta che ai suoi occhi si formò un’immagine diversa di Gold.
- Ehi, non mi colpisci più?- chiese lui cercando di togliere la neve dai capelli, ormai del tutto zuppi d’acqua.
- Mi sembra chiaro che la vostra sia una resa in piena regola-
- Parliamo di armistizio. Tregua?- le porse la mano in segno di amicizia.
- Tregua- acconsentì stringendola – a patto che lasciate liberi i miei sudditi, ovviamente-
- E chi sarebbero i vostri sudditi?-
Belle indicò le piccole sculture di neve, che già iniziavano a sciogliersi con il picchiare dei raggi solari.
- E sia. Prometto che la loro morte avverrà esclusivamente per cause naturali-
Rimasero ancora qualche minuto tra la neve, poi il signor Gold la aiutò ad alzarsi.
- Bene, direi sia ora di tornare dentro, siamo entrambi pieni d’acqua-
Il loro stato era pietoso. Belle poteva tranquillamente andarsi a fare nuovamente la doccia.
-Bagneremo tutto l’ingresso…- constatò Belle, cercando di strizzare i vestiti.
- Quello è l’ultimo dei problemi. Preoccupiamoci di rimanere in buona salute-
Entrarono in punta di piedi, poi presero degli asciugamani e iniziarono a tamponare i capelli e i vestiti.
Belle s’incantò a osservare Gold che strizzava i capelli e toglieva le gocce d’acqua dal viso.
Si chiese come fosse possibile che ogni suo movimento si trasformasse in un gesto sensuale, capace di accendere ogni suo più remoto desiderio…
- Credo sia meglio farci una doccia calda- le disse – incontriamoci in cucina, un buon tè ci riscalderà-
Belle evitò di dire ad alta voce quali sarebbero stati i suoi metodi di riscaldamento corporeo…
Doveva smetterla di fare simili pensieri!
- Qualcosa non va, Belle?-
Si riscosse immediatamente.
- Oh no! Assolutamente! Sono solo un po’ infreddolita, tutto qui…-
Ma l’uomo in risposta si avvicinò e iniziò a strofinarle le braccia e la schiena con i palmi delle mani.
Non capiva che questo peggiorava la situazione?
- Sarà meglio che vada…- disse interrompendo il contatto – a tra poco…-
Salì le scale rapidamente, ma Gold la richiamò qualche attimo dopo.
- Belle, preparati per uscire, oggi andiamo a visitare diverse mostre-
Belle si voltò estasiata. Per lei era un invito a nozze.
- Davvero? Mi portate a vedere delle mostre? Grazie!!-
Scappò in stanza per cambiarsi.
 
La scelta dell’abbigliamento fu ardua, ma alla fine si decise a indossare una camicia bianca con ricami in pizzo, un dolcevita azzurro, gonna bianca e decolleté blu.
Gold la aspettava in cucina per bere il tè e fu una visione, come sempre.
Non avrebbe mai smesso di dire che era un uomo affascinante.
 
- Dove andiamo?- chiese impaziente entrando in macchina.
- Faremo un bel giro turistico delle città vicine. Visiteremo le mostre di Kapoor, di Dan Flavin e una collettiva di arte contemporanea-
- Non vedo l’ora!-
- Non stiamo andando in gita, Belle. Facciamo semplicemente lezione all’aperto. Credo ti sarà molto più utile che studiare dai libri. Osservare le opere dal vivo, ti permette di imprimerle ben in mente. Quindi, ciò che mi aspetto da te, sarà il non limitarti a osservare le opere, ma a osservare, riosservare e finalmente “vedere”. Tutto chiaro?-
- Sì, signor Gold. Rimane il fatto che per me, visitare musei, è anche un piacere. Ciò, ovviamente, non significa prendere poco sul serio ciò che vedo-
- Così mi piaci- le rispose arricciando il labbro in un ghigno.
 
La prima mostra che videro fu quella dedicata a Kapoor. Lo stabile era interamente bianco, ma aveva dei decori in uno stile vagamente rinascimentale.
Il rigore contrastava con i colori accesi di Kapoor. Ciò accadeva non solo con le opere colorate, o quelle rosso sangue, ma anche con la famosa serie in acciaio, dedicata alla distorsione dei riflessi.
Per Belle fu bellissimo osservare quei lavori così da vicino, specie perché finalmente aveva compreso la natura di Kapoor e vedere le opere dal vivo, le permetteva di rafforzare la sua conoscenza.
- E’ proprio come mi avevate detto- disse al signor Gold, avvicinando la sua mano alla superficie riflettente – è il mio riflesso, quella sono io, ma allo stesso tempo non sono io… Ed è tutto così complesso… Ma è la natura umana ad essere complessa, è la nostra psiche, le nostre maschere interiori… Ogni giorno non facciamo che confermare quanto distorta sia la visione globale che abbiamo di noi stessi. Mi chiedo chi mai sia riuscito a capire davvero cosa c’è negli angoli remoti dell’io-
- Chi può dirlo? Io credo non si finisca mai di imparare e scoprire qualcosa su se stessi. E’ come una grande avventura: ci sarà sempre un tesoro nascosto ancora da scovare…-
 
 
Quella giornata si trasformò in qualcosa di speciale.
Gold le spiegava le opere con molta calma e lei assorbiva il suo sapere come fosse una spugna.
Alcune volte si soffermavano per diversi minuti a commentare un’opera e in quei momenti Belle si perdeva nell’osservare di sottecchi il volto dell’uomo, così pieno di passione per ciò che stava dicendo.
Minuto dopo minuto, Belle capì che quello sarebbe stato lo stile perfetto per un ipotetico appuntamento.
L’arte era ciò che più amava e adesso che iniziava a gustare cosa significasse condividerla con qualcuno, aveva l’impressione che difficilmente avrebbe potuto adattarsi a un marito che disprezzasse questo lato così importante della sua vita.
 
Mangiarono in un ristorante in periferia, che era veramente unico nel suo genere.
Gold le spiegò che l’edificio era diviso in sette parti, ognuna dedicata a un movimento d’avanguardia differente.
Loro decisero di avventurarsi nell’area futurista e già solo l’ingresso era una piccola chicca. Le pareti erano piene di colori bizzarri, che riproducevano uno dei dipinti di Boccioni.
Sembrava proprio che la luce si scomponesse nelle pareti, proprio come amava fare l’artista italiano.
Quando entrarono nella sala principale, Belle rimase colpita dall’arredamento.
Al centro della sala, vi era una grande riproduzione della scultura di Boccioni “Forme uniche nella continuità dello spazio”, che rappresentava il dinamismo di un uomo in corsa, mentre i tavoli e le sedie erano riprodotti in uno stile futurista.
Nelle pareti vi era il trittico dedicato agli stati d’animo “Quelli che restano”, “Quelli che vanno”, “Gli addii”, mentre un lato era interamente bianco, per permettere allo sguardo di non affaticarsi.
I menù riportavano alcune delle chicche futuriste come “Antipasto intuitivo”, “Brodo solare”, “Mare d’Italia”, “Pollofiat” e “Carneplastico”, tutte ispirate al famoso manifesto dedicato al cibo futurista.
- E’ meraviglioso! Sembra di mangiare all’interno di un’opera d’arte!- commentò Belle, assaporando quelle meravigliose prelibatezze.
- Esattamente. Questo è uno dei miei ristoranti preferiti, ti confesso che l’idea per arredare casa mia, mi è venuta osservando le aree di questo posto-
- Mi piacerebbe poter fare lo stesso con la mia futura casa-
- E come la faresti?-
- Non so… Forse anch’io userei l’astrattismo, ma mi piacerebbe arricchirla con stanze ispirate alle luci d’artista. Mi piace l’idea di spazi molto semplici, arricchiti dai riflessi della luce. E’ come avere una stanza differente in base alla luce utilizzata, che muterebbe in base al mio umore. Sì, credo che questa sia la mia casa ideale. In realtà mi piace tantissimo anche il modello della casa sulla cascata di Wright, che all’esterno è rocciosa, ma all’interno presenta elementi colorati, alternati alle trasparenze del vetro-
- Hai le idee molto chiare. Per essere così giovane, è un ottimo traguardo-
- Non dipende dall’età, mi piace sognare… E ho sempre adorato l’idea di andare all’avventura e viaggiare… Da questo punto di vista ho un po’ fallito, però in questo momento mi sembra di vivere realmente un’avventura. Temo solo l’essere affiancata da un uomo che non comprenda le mie esigenze-
- Gaston era così? Non comprendeva le tue esigenze?-
- Sì. In tutta sincerità, non l’ho mai amato veramente… Vedete, per me l’amore ha tante facce… L’amore è un mistero da scoprire ogni giorno. No, non avrei mai potuto donare la mia vita a un uomo così superficiale-
Gold le sorrise appena e lei tornò a dedicarsi al cibo imbarazzata.
 
All’uscita del ristorante, un fioraio ambulante vendeva rose alle coppiette e si avvicinò anche a loro.
- Buon uomo, perché non regalate una rosa a questa splendida fanciulla?-
Ci fu un attimo in cui Belle sperò con tutta se stessa che l’uomo non li scambiasse per padre e figlia.
- Avete ragione. Ne prendo una-
Gold pagò l’uomo, che se ne andò ringraziando.
- Per te… Prendila- le disse porgendole il fiore.
Belle fece un piccolo inchino, e lui ricambiò con un cenno del braccio.
- E’ bellissima, grazie-
Belle annusò il profumo delicato. Sapeva che era un gesto innocente, ma la sua mente volò comunque in paradiso.
 
L’ultima mostra da visitare, era la collettiva di contemporanea.
Belle era particolarmente eccitata, perché aveva la possibilità di conoscere tantissimi artisti anche personalmente.
Gold le presentò alcuni degli esponenti e lei ne approfittò per farsi spiegare le opere esposte e il loro percorso artistico.
Conoscere i pensieri degli artisti era un vero privilegio e Belle si sentì onorata a poter scambiare qualche parola con ognuno di loro.
Gold non interveniva quasi mai, lasciava che fosse lei a porre domande e in quel momento si sentì più adulta e anche sganciata dal sicuro contesto accademico. Era come entrare realmente nel mondo dell’arte e capire cosa ci fosse nel dietro le quinte, rispetto a ciò che apprendeva dai libri.
- Hai preso molti appunti- commentò Gold, una volta che avevano salutato l’ultimo artista che esponeva.
- Direi proprio di sì. Ho quasi consumato l’inchiostro, ma sono molto contenta, ho tantissimo materiale su cui studiare-
- Ottimo. Come vedi spesso è meglio rivolgersi alle fonti per avere notizie certe. Quando si studiano artisti viventi, si può valutare l’ipotesi di rivolgersi direttamente a loro, o cercare di trovare un contatto a loro vicino-
- Non ci avevo mai pensato, ma da oggi valuterò attentamente questa opportunità-
Il giro era quasi terminato, mancava solo una piccola area dedicata alle avanguardie.
Ad un tratto qualcuno si avvicinò alle spalle.
- Carissimo Gold, che piacere vederti qui…-
Entrambi si voltarono e Belle sentì il cuore andare in cenere.
- Cora Mills, il piacere è tutto mio…-
Gold le porse la mano e lei la strinse con enfasi. La donna lanciò uno sguardo che lasciava ben poco all’immaginazione. Era chiaro il tipo di effetto che le aveva procurato quell’inaspettato incontro.
- Ciao Belle- si sentì chiamare.
E solo allora si accorse della presenza della figlia della rettrice.
- Regina! Ciao! Non ci vediamo da un po’…-
- Beh, sai, ormai sono laureata, sarà difficile trovarmi a lezione-
Belle incassò la provocazione. Alcuni momenti era davvero insopportabile. Ma la sua attenzione venne catturata dalla collanina sottile che si intravedeva dallo scollo della splendida camicetta nera.
Era interamente in argento, con un ciondolo a forma di mela.
Belle scoprì così a chi era destinato il mazzo di rose rosse del professor Hood.
- E’ molto grazioso questo ciondolo…- commentò.
Regina accarezzò la collana con affetto e Belle per la prima volta vide il suo volto illuminarsi di un sorriso sincero e pieno d’amore.
- Ti ringrazio, ci sono molto affezionata-
Una volta scambiate quelle poche battute, Belle tornò ad osservare Gold e la rettrice, che si erano spostati dalle giovani e parlavano fitto. La distanza tra di loro era misera e provò un fastidio indicibile nel notare la mano della donna che accarezzava con troppa insistenza le spalle del signor Gold.
- Che ci fai con Gold?- le chiese Regina e quasi ringraziò la ragazza per averla distratta da quella raccapricciante visione.
- Oh, nulla di particolare…- rispose evasiva. Non voleva raccontare i dettagli del loro accordo.
- Non sapevo frequentassi uomini maturi.-
L’imbarazzo crebbe all’istante, così come il suo colorito, improvvisamente tendente al rosso.
- Oh, no, stai fraintendendo. Non ci stiamo frequentando, mi sta solo aiutando ad apprendere qualcosa in più sull’arte. Poi sai, è il papà di Bae…-
- Il ragazzo di Swan?-
- Sì, proprio lui…-
- Capisco. Questo allora complica le cose…- Belle non capì e Regina si sentì in dovere di continuare – ma certo, French, è complicato infatuarsi del padre di un amico… Io, fossi in te, farei molta attenzione…-
- Regina, andiamo cara- la chiamò la rettrice.
- Ci si vede in giro, French…-
- A presto, Regina…-
La vide raggiungere la madre con quel passo quasi felino e Belle si sentì ancora più stupida in quei miseri vestiti e con scarpe che comunque non la facevano sembrare molto più alta.
Gold la raggiunse, ma lei mise qualche centimetro di distanza in più tra di loro.
L’uomo non disse niente, semplicemente continuò a camminare.
 
Il viaggio di ritorno, fu del tutto diverso rispetto alla spensieratezza della mattina.
Rimasero in silenzio per tutto il tempo e una volta tornati a casa, Belle si rifugiò in biblioteca, dove s’immerse nello studio per poter dimenticare.
 
Qualche ora dopo, sentì il tonfo della porta che si apriva.
Non si voltò, poiché le opzioni su chi fosse, erano parecchie ristrette.
Gold si sedette accanto a lei e le porse una tazza di te.
- Belle, qualcosa non va?-
- No, nulla- rispose senza nemmeno rivolgergli il minimo sguardo.
- Dunque non c’è alcun motivo per cui eviti anche solo di rivolgermi la parola-
- Cosa ci dovrebbe essere che non va?-
- Questo dovresti dirmelo tu-
Belle si voltò esasperata.
- Non c’è niente, ok? Sono solo stressata per via dell’esame-
- Questo è ciò che vorresti farmi credere. Ma ho qualche esperienza in più. Inoltre devo avvisarti che non sei una brama mentitrice-
Le porse nuovamente il tè e la guardò con finti occhi dolci (non era proprio capace di fare uno sguardo tenero. Ma Belle lo trovò tenero ugualmente).
Sospirò e infine accettò il tè.
- Scusatemi, è un periodo un po’ confuso…-
- Lo so benissimo. Mi sto impegnando a fondo per farti dimenticare la storia di tuo padre, ma so che questo non basta a cancellare il tuo dolore… Io so come ci si sente ad essere abbandonati-
Belle sorseggiò il tè e aspettò che continuasse.
- Mio padre mi abbandonò quand’ero molto piccolo, sono rimasto solo per anni!- il suo sguardo era afflitto, ancora una volta si mostrava a nudo con il suo travagliato passato – Quando sposai Milah, mi ero ripromesso di non abbandonare la mia famiglia e di aver cura di mio figlio. Ma la verità è che non ne sono stato capace. Ho lasciato solo Bae nei momenti più delicati della sua vita e questo è uno sbaglio che non mi perdonerò mai… Tuo padre ha sbagliato con te, Belle, perché un genitore, deve saper rispettare le scelte dei figli e appoggiarli fino all’ultimo, perché solo così si è dei buoni genitori. Bisogna comprendere i figli, aver cura di loro e quando è il momento, lasciarli andare per la propria strada. Io, invece, non ho fatto che imporre il mio pensiero e questo mi ha reso a lungo un uomo solo…-
Belle poggiò la tazzina e afferrò le sue mani.
- Quel periodo è passato. Adesso Bae è al tuo fianco, non devi avere rimorsi per ciò che è stato. Capire i propri errori non è facile, migliorare da essi lo è ancora meno. Ma tu ti stai impegnando e Bae lo sa. Devi esser fiero di tuo figlio e anche di te stesso. State ricostruendo il vostro rapporto e questo credo sia il dono più bello…-
Gold le sorrise.
- Hai sempre una buona parola per tutti. Sei unica, Belle…-
- Oh, grazie, mi sento lusingata da simili complimenti…-
Risero un po’, poi Belle finì il suo tè e Gold sbirciò tra i suoi appunti.
- Ma brava, stai facendo dei buoni riassunti… Se vuoi ti do una mano a selezionare i libri- le propose.
- Magari! Sto proprio impazzendo! C’è troppo materiale! E’ la prima volta che mi capita di essere indecisa sui testi da studiare!...-
I due si misero all’opera e il resto della giornata trascorse serenamente tra una lettura e l’altra.
 
- Ho sentito Bae oggi pomeriggio e sembra che domani mattina torneranno a casa- le disse Gold durante la cena.
- Dunque si sono decisi a tornare… Da una settimana, la vacanza è durata più di dieci giorni…-
- New York è una città dalle mille risorse, da ragazzo ho frequentato lì l’università-
- Davvero? E com’è vivere in una città così grande?-
- Beh, è diverso. Storybrooke è una città piuttosto tranquilla, si è come una grande famiglia e ci si conosce un po’ tutti. Forse è per questo che in adolescenza mi sentivo costretto in una città che non mi apparteneva. Sai, i piccoli centri non ti permettono di essere te stesso, perché sei sempre giudicato in base a ciò che fai. Nelle grandi città sei un puntino tra altri miliardi, nessuno nota le stravaganze di un unico-
- Eravate stravagante?- Belle non riusciva a immaginarsi un Gold punk.
- No- rise appena – dico solo che nessuno bada a te più di come bada agli altri. Puoi fare quel che vuoi e viverti le tue esperienze senza pregiudizi. Ho sempre amato l’arte contemporanea, ma non c’era molto spazio per il contemporaneo nella piccola e tradizionalista Storybrooke. Spesso avevo l’impressione che la città fosse sotto uno strano sortilegio, dove il tempo si era fermato da anni. E’ rimasto tutto uguale per un tempo indefinito, ma a me non stava bene. Così ho tentato la fortuna a New York, che invece era piena di vita e propensa al nuovo. Ho trovato me stesso, ho studiato con bravissimi professori e col tempo sono diventato qualcuno-
- Se eravate così felice in città, cosa vi ha spinto a tornare a Storybrooke?-
- E’ stata Milah, il mio primo amore…- rispose con sincerità – Lei viveva qui e ai tempi pensai che per il bene della mia famiglia, fosse meglio rimanere al sicuro, in una piccola città ed evitare di immettere il piccolo Bae in un mondo corrotto. Volevo proteggerli, ma ho rovinato tutto. Col tempo Milah mi ha rinfacciato questa mia scelta, credeva che lo avessi fatto perché codardo, perché non volevo assumermi la responsabilità di mantenermi una famiglia in una metropoli. Qualche anno dopo, scoprii che lei si era innamorata di un altro e andai su tutte le furie. Fu allora che divenni l’oscuro. Giurai a me stesso che nessuno mi avrebbe mai più umiliato e avrei fatto pagare cara a Storybrooke il suo essermi così ostile. Però allo stesso tempo non ho mai abbandonato la mia passione per l’arte. Così ho ripreso a viaggiare spesso, tanto che sono stati più i momenti fuori Storybrooke che in città-
- Però poi Bae è tornato…- concluse Belle.
- Esatto. Bae mi ha cercato e in quel momento mi sono sentito veramente un padre… Quando stavo per morire, a causa dell’infarto, il mio unico pensiero è stato non poter riabbracciare mio figlio. Ho capito che mi ero allontanato da ciò che più amavo al mondo… Per questo ho deciso di vivere a Storybrooke. Voglio essere l’uomo che non sono mai stato, voglio provare, per la prima volta, ad essere me stesso nella mia città. Non è più per Bae, è per me stesso! Ho bisogno di rinascere dalle ceneri…-
Belle rimase folgorata da quelle affermazioni. Non si era sbagliato su di lui, stava cambiando veramente.
- Io sono sicura che ce la farai, Gold, ti meriti anche tu il tuo lieto fine…-
Gold le sorride e lei capì che quel sorriso era un ringraziamento taciuto.
 
Belle studiò fino a notte fonda, era talmente tanto stanca che si appoggiò nel divano e finì con l’addormentarsi.
Nel pieno del sonno, sentì un rumore lontano.
Sbadigliò e controllò l’orario dal display del lettore dvd. Erano le due del mattino.
Sentì nuovamente il rumore, che dopo qualche minuto, comprese fosse il campanello.
In un primo momento si spaventò, ma poi pensò potesse essere Bae che tornava a casa, così si alzò sbadigliando dal divano, facendo cadere la coperta che aveva addosso, quando sentì un rumore di passi dalle scale.
Si avvicinò alla porta del salotto (che aveva chiuso per non disturbare Gold mentre ripeteva ad alta voce), ma si bloccò nel sentire una voce femminile.
- Ciao Robert…-
Socchiuse piano la porta, cercando di non essere sentita, e spiò.
Era la rettrice Mills, ancora vestita di tutto punto, proprio come quel pomeriggio. Gold in compenso era in camicia stropicciata e pantaloni malmessi, ma al riflesso era ancora più bello.
- Che vuoi, Cora? Sono le due di notte e a quest’ora la gente dorme…-
- Oh, sappiamo benissimo cosa fa la gente alle due di notte-
E senza dar tempo all’uomo di replicare, Cora lo afferrò per il colletto e lo trasportò in un bacio focoso e passionale.
La donna strappò con un solo gesto la camicia dell’uomo, facendo spargere i bottoni per il pavimento.
Belle si mise una mano davanti la bocca per non urlare.
Sperò che Gold la bloccasse, sperò che la cacciasse di casa dandole della sgualdrina.
Ma il cuore si spezzò quando l’uomo la afferrò per la vita e le tolse con premura la gonna attillata e la camicia.
Iniziarono ad indietreggiare e Belle auspicò non avessero intensione di dar spettacolo lì davanti a lei.
Cora si separò dall’uomo e gli fece un unico gesto del capo, per indicare il piano superiore.
Il momento dopo, sparirono entrambi dalla sua visuale, ma le sembrò di sentire l’eco di ogni ansimo di piacere, di ogni piccolo urlo di Cora. E senza che se ne fosse resa conto, si ritrovò a terra, che tremava come una foglia, come se il gelo fosse sceso in quella stanza, mentre le lacrime scavavano dei solchi tra le guance, marchiandola a fuoco.
Tirava con forza i capelli dalla nuca e alcuni fili le rimasero impigliati tra le dita.
Sentì il corpo andarle in frantumi e non sapeva cosa fare, se non tremare e continuare a piangere disperata. E non seppe per quanto tempo durò quell’agonia, ebbe solo voglia di scappare da suo padre e abbracciarlo e dirgli quanto gli voleva bene. Perché in quella settimana di lontananza, l’unica cosa che le aveva permesso di resistere allo strazio, era quel piccolo sentimento che provava per Gold, che cresceva giorno dopo giorno, come una splendida piantina.
Salì in camera cercando di far piano, ma i gemiti di Cora erano udibili fino a lì. Poi accadde l’imprevisto.
Sentì delle urla, forti urla.
Si avvicinò alla porta e sbirciò.
Vide Cora rivestirsi in fretta e Gold correrle dietro, indossando una vestaglia.
- Sei uno stronzo. In vita mia non mi era mai capitato niente del genere-
- Allora sei solo un’illusa, Cora-
- Credevo che tu mi amassi…-
Gold rise.
- Oh, Cora… Non crederai davvero che io ti ami ancora dopo tutto questo tempo? Sai benissimo che tra noi c’è stato solo sesso e sinceramente inizio a essere stufo dei tuoi capricci… Il tuo corpo non m’interessa più, sono stanco anche solo di sentire la tua voce… Mi hai perso molto tempo fa e adesso è tardi per avere dei ripensamenti…-
- Non credere di contare così tanto per me. Mi piace solo portarti a letto, ma non sei l’unico e questo lo sai benissimo…-
-Allora qual è il tuo problema?-
- “Belle”. Ecco qual è il mio problema-
Belle non capì bene e il cuore iniziò a batterle impazzito sentendosi chiamare in causa.
- Lei non c’entra nulla e tu lo sai benissimo-
- Non m’importa se ti fai o meno quella ragazzina, ma non devi osare mai più pronunciare il suo nome mentre fai l’amore con me-
- E’ sesso, Cora, non è amore…-
- E allora smetti di sostituire la sua immagine alla mia quando scopi con me!-
Belle non credè a ciò che aveva sentito. Gold aveva… Lui, aveva… Non riusciva nemmeno a pensarlo.
- Smettila, non sei più una ragazzina e ciò che faccio non ti riguarda-
- Tu pensi a lei, non è così?-
Gold iniziò ad arrabbiarsi. La afferrò per le braccia e la strattonò.
- Te lo ripeto. Non sono affari che ti riguardano-
- Lo sai che potrei rovinarla, giusto? E’ una mia allieva…-
- Tu non oserai. Sai benissimo che ho in pugno l’accademia e se sarà necessario, ti toglierò l’incarico di dirigente. Una volta eri la moglie del sindaco, ma adesso che tuo marito non ha il potere, tu rimani semplicemente una donna tra le tante-
- Tra noi è finita- rispose aspra la donna.
- E’ divertente sentirlo proprio da te. Credevo fosse finita parecchi anni fa… Ti accompagno alla porta-
Li vide scendere le scale e poi sentì il tonfo della porta chiudersi.
Tornò a letto sentendo i passi salire le scale e si sorprese non poco quando la porta della stanza si aprì.
Fece finta di dormire e coprì bene il cuore con entrambe le mani, sperando che il battito non facesse eco per tutta la stanza.
I passi di Gold che si avvicinavano a letto, le parvero quasi una dolce melodia.
Un peso si aggiunse al suo, facendo inclinare appena il morbido materasso.
Si sentì accarezzare i capelli e poi le guance. Ringraziò il suo angelo custode che le aveva suggerito di asciugare le lacrime con i lembi del lenzuolo qualche minuto prima, così la guancia apparve asciutta come sempre, al chiaro di luna.
Gold le accarezzò i capelli, il collo, infine le labbra.
Lo sentì spostarsi delicatamente e fu certa di aver sentito il fiato sfiorarle le labbra. Ma non la baciò. Rimase a quella distanza per alcuni minuti, poi spostò il volto alla nuca e depositò un piccolo bacio tra la folta chioma rossiccia.
Quel gesto fu così emozionante, che Belle si sentì scoppiare di gioia.
Quando l’uomo lasciò la stanza, Belle toccò il punto dove aveva depositato il bacio, poi ripercorse con le mani il percorso che avevano fatto quelle dell’uomo. Chiuse gli occhi e immaginò che l’uomo fosse ancora lì con lei.
Non dormì per il resto della notte. E quello fu il primo, vero istante, che capì di starsi innamorando.
 
 
Continua…

WIKI-NOTE:

- I pittori della domenica, vengono considerate tutte quelle persone che dipingono i paesaggi delle proprie città, o nature morte, o madonne, o ritratti, ma lo fanno solo per passione, non motivati da intenzioni artistiche. Sono un pò quelle persone che partecipano alle estemporanee per divertimento, ma che in sostanza non producono lavori di tipo "artistico" (o almeno, per i critici d'arte, assumono questo ruolo)

https://www.youtube.com/watch?v=Du8dNvfY1bo Questo è un video di una mostra di Anish Kapoor, si vedono le opere che ho descritto e in generale mi sono ispirata a questo come ambiente per la mostra

https://www.youtube.com/watch?v=Z21n-nNPMng Questo è invece ciò che fa Dan Flavin (non l'ho descritto particolarmente, però se vi interessa potete guardare i suoi lavori)

- Per quanto riguarda il ristorante, credo non esista (o comunque è il frutto della mia mente malata). 
Queste sono le opere che ho citato di Boccioni (che è il capostipite del futurismo, movimento nato nel 1909, che aveva come fulcro la voglia di fondersi con i nuovi mezzi tecnologici) 
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/fd/'Unique_Forms_of_Continuity_in_Space',_1913_bronze_by_Umberto_Boccioni.jpg (forme uniche della continuità dello spazio)
Il trittico degli addi, è dedicato a ciò che ruota intorno alle stazioni, raffigura gli stati d'animo delle persone che si separano (è una questione psicologico-visiva, infatti gli stati d'animo sono raffigurati dalle liee e dai colori):
Quelli che restano  http://www.frammentiarte.it/dall'Impressionismo/Boccioni%20opere/35%20Boccioni%20%20Quelli%20che%20restano%20degli%20stati%20d'animo.jpg
Q

Quelli che vanno http://www.frammentiarte.it/dall'Impressionismo/Boccioni%20opere/33%20Boccioni%20-%20Quelli%20che%20vanno%20degli%20stati%20d'animo.jpg
Gli addi http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/26/States_of_Mind-_The_Farewells_by_Umberto_Boccioni,_1911.jpeg

- Il manifesto futurista della cucina esiste e sono riportati questi cibi stranissimi XD ovviamente è solo un modo che hanno per lascir intendere che anche la cucina può fondersi con le nuove risorse industriali (Pollofiat vince!)

- La casa sulla cascata, è una delle mie architetture preferite di Frank Lloyd Wright (inserisco il collegamento a google, perchè una sola immagine non è sufficiernte per descrivere cotanta bellezza) https://www.google.it/search?q=casa+sul+lago+di+wright&biw=1366&bih=653&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=8kBHVNePAqL5yQOQ54KIBg&ved=0CAYQ_AUoAQ#tbm=isch&q=casa+sulla+cascata+di+frank+lloyd+wright&imgdii=_

Se ho dimenticato qualcosa fatemelo presente nei commenti, non ricordo proprio...

ALTRE NOTE:
La scena iniziale è ispirata a quella della disney, l'ho sempre adorata, anche perchè si nota quanto siano in sintonia e vediamo anche un lato "buffo" della bestia...
Invece la rosa è il famoso riferimento alla 1x12, non poteva mancare in questa AU.
Ovviamente non mi ero dimenticata affatto di Cora, stava solo lì in attesa di essere ripescata... Ma, colpo di scena, Gold la umilia! XD daii, ci stava troppo! XD l'idea mi è venuta mentre scrivevo, ma l'ho adorata sin da subito, perchè Belle si rende conto che forse i suoi sentimenti non sono a senso unico e Gold le conferma che tra lui e Cora c'è comunque solo sesso. La reazione di Cora è un pò quella di molte donne, che credono di essere al centro dei pensieri degli ex. E no, mia cara, lo sanno tutti che morto un papa se ne fa un altro... La scena è anche un pretesto per dare uno scossone a Belle, perchè per la prima volta si rende conto della portata dei suoi sentimenti per Gold.
Nel prossimo capitolo torneranno i nostri amici da New York e ci sarà un pò di maretta....
Avviso anche che la ff è quasi finita, mi mancano gli ultimi due capitoli (massimo tre), ma sono molto ispirata, anche perchè data la piega che sta prendendo il telefilm, ho paura che potrei cambiare la storia per sfogarmi (ho già scritto un capitolo in post incazzatura dalla 4x4). Manterrò le pubblicazioni una volta a settimana, se per voi va bene... In  totale dovrebbe essere di 17 capitolo, massimo 18.

Ringrazio per l'ennesima volta tutte le persone che stanno seguendo la storia, in particolar modo Ariki, Rurty 93, seasonsoflove e Chrystal_93 per aver recensito lo scorso capitolo.
C'è anche un piccolo mistero: per qualche oscuro motivo, ho notato che lo scorso capitolo è stato inserito come 7, io non so il sistema numerico di EFP, ma ha abolito il "Cap.6" di sua spontanea volontà XD manualmente però ho inserito regolarmente i numeri dei capitoli, quindi, almeno quelli sono corretti. Non so se è un'informazione utile, ma quando l'ho notato ho riso per ore.

ANGOLO SFOGO (SPOILER 4X4)

Okkk, io qui ho bisogno di sfogarmi e mi scuso in anticipo se sarà un altro mezzo capitolo, ma qui dobbiamo parlarne.
Non mi piace completamente come stanno gestendo l'oscurità di Rumple in questi episodi. Io non contrasto il fatto che sia tornato "oscuro", perchè credo che per i trascorsi della terza stagione, il minimo che poteva capitargli era essere un attimo in crisi. Io credo che dopo la morte di Bae e la prigionia di Zelena, lui abbia capito quanto sia debole per via del pugnale. Magari all'inizio era anche convinto di iniziare il matrimonio con la sincerità e dare il vero pugnale a Belle, poi però si materializza quel cappello del cavolo e (secondo me), trova la soluzione ai suoi problemi: eliminare il pugnale che lo rende ancora debole, avere più potere per salvaguardare Belle e (sempre secondo me) riportare in vita Bae. Quello che non tollero, è che stanno gestendo questi passaggi malissimo! Perchè c'è una cosa che stanno fortemente tralasciando... C'è una differenza tra il vecchio oscuro e l'oscuro di adesso: quello vecchio, viveva solo per il potere, quello nuovo, vive anche con una parte di luce. E' un cattivo che prova amore per qualcosa e questo lo mette in "crisi". Mi sarebbe piaciuto vedere come le due facce della medaglia convivessero in lui, vedere quanto sia gentile e dolce con Belle, ma stronzo con tutti gli altri... Non possono appiattire tutto con la stronzaggine! Stanno portando tutti i telespettatori ad odiarlo e far apparire Belle come una scema! Ma la storia è molto più complessa! Belle non è tonta, è solo una donna innamorata, che crede fermamente nelle buone intenzioni del marito. Ho letto che molti dicono "eh, ma uncino se n'è accorto, perchè Belle no?" lo dico io, il perchè! Partiamo da due basi opposte: Uncino è sempre stato abituato a vedere il marcio in Tremotino, Belle ne vede sempre i lati buoni, quindi è normale che con una scena in cui Gold dà il pugnale a Belle, la ragazza pensa "sta riponendo fiducia in me", mentre uncino pensa "è troppo legato al potere per affidarlo a qualcuno". Capite il mio ragionamento? Ma non è corretto appiattire tutta la storia e soprattutto ridurre il personaggio di Belle a qualche secondo! 
Io non ho nulla contro gli altri personaggi di OUAT, mi piacciono un pò tutti per motivi diversi (chi più, chi meno), però non tollero che eliminino i rumbelle in questo modo! Spero solo che la situazione migliori e che ci diano quella scena al molo, che a me piaceva tanto già dalle foto! u.u

Scusate lo sfogo, ma ne avevo bisogno come il pane.

A mercoledì!!!
  
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