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Autore: giusy8690    22/10/2014    2 recensioni
Tutti umani!
Ciao a tutte. Questa è la mia prima fanfiction sul Klaroline!
Sono Caroline, giovane donna di 24 anni. Nella vita sono una wedding planner. Sono single, per fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista. E questa è la mia vita…
Spero che vi piaccia :-)
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline\Klaus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I CAPITOLO



Sono Caroline, giovane donna di 24 anni. Nella vita sono una wedding planner. Sono single, per fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista. E questa è la mia vita…


 
Suonò la sveglia e spensi l’oggetto sbadigliando, poi vedendo che erano ancora le otto, mi rigirai dall’altro lato del letto.


Dopo un quarto d’ora squillò il cellulare. Con malavoglia, aprii un occhio per dare un’occhiata. Non riuscivo a leggere l’interlocutore.


“Si?” la mia voce era più assonnata che mai.


“Forbes dove sei? La coppia tra un momento arriva e tu sei in un ritardo madornale!!!!” le urla della sig.ra Fell. Era il mio capo. Lavoravo in un’agenzia di matrimoni assieme al mio migliore amico, Stefan Salvatore e mi ero dimenticata di avere un appuntamento con una nuova coppia di clienti.


“Arrivo. Sono in mezzo al traffico!” mentii.


Mi alzai dal letto e corsi in bagno per una doccia veloce. Ero stanca a causa del matrimonio della mia migliore amica che stavo seguendo. Doveva essere perfetto e mi impegnavo troppo nella perfezione. Ecco perché cercavano tutti me. La regina delle organizzazioni. Mancava giusto un mese e questo stress e nervosismo mi avrebbero lasciata. Ma il mio bel amico Stefan, mi aveva messo un altro matrimonio sulle spalle. L’ennesimo di quell’anno. Dovevo ringraziarlo prima o poi.


Indossai il primo vestito color rosa antico che trovai nell’armadio e chiamai un taxi.


“Salve, mi può portare al Married per favore? Il più veloce possibile grazie.” Sorrisi all’uomo e intanto presi uno specchietto per controllare le mie occhiaia. Erano profonde e violacee. Con un po’ di trucco forse sarebbero sparite. L’uomo mi guardava dallo specchietto confuso ma allo stesso tempo divertito nel vedermi alle prese con dei cosmetici in un’auto in movimento.


 


Dopo un quarto d’ora arrivai a destinazione. Scesi dall’auto, pagai il signore e corsi per le scale come un fulmine. Forse era meglio prendere l’ascensore.


“Un’ora di ritardo. Poteva andarmi peggio” dissi tra me e me, attendendo che le porte dell’ascensore si aprissero.


Uscii dall’ascensore e mi trovai Stefan con in mano un caffè fumante e un cornetto.


“A lei signorina!” disse galante.


“Grazie Stef. Elena mi sta torturando. Mi ha tenuta sveglia tutta la notte per paura che il suo matrimonio non sia perfetto. Credo che dovresti parlare con tuo fratello.” M’incamminai affianco al mio amico assaggiando il cornetto. Cornetto con marmellata di mirtilli, il mio preferito.


“Damon è tranquillo. Non mi ha detto che la sua donna sta avendo una crisi di panico.”


“Vabbè lasciamo stare. La nuova coppia è arrivata?” Chiesi mettendomi al mio posto.


“Si. Sono di là con la Fell.” Disse sedendosi sulla mia scrivania.


Dei rumori di tacchi mi percossero. Nascosi il cornetto dietro il computer e ingoiai il boccone.


“Forbes quale buon vento! Vieni che ti presento i tuoi nuovi clienti.” Il suo tono era autoritario e infastidito.


“Signora Fell, stamattina ho fatto un pochino tardi e mi sono bloccata nel traffico newyorkese.” Dissi gesticolando con le dita, sperando che se la sia bevuta, ma poi aggiunsi frettolosamente “Andiamo!”


 


La coppia seduta mi era di spalle. Appena entrai nell’ufficio della Fell, lo sposo si girò a guardarmi. Ebbi un brivido quando quegli occhi di un blu intenso caddero sulla mia figura. Mi sorrise, facendo comparire delle fossette tenere.


“Sig.ri Mikealson, lei è Caroline Forbes. Vi seguirà fino al vostro giorno.” Mi presentò la sig. Fell.


“Salve.” Salutai, porgendo la mia mano verso i due. Il primo fu proprio lui ad alzarsi. La sua stretta era sicura e calda. Lasciò la mia mano sfiorando delicatamente il mio palmo. Altri brividi.


“Sono Niklaus Mikealson, ma puoi chiamarmi Klaus.” Quel blu mi aveva colpita, non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi.


“Molto lieta. Caroline.” Ripetei il mio nome come una cretina. Sapeva bene come mi chiamavo! Ero stata presentata un minuto prima.


“Io sono Camille, la futura sposa.” Disse la bionda con una punta di acidità. Non si alzò ma si sporse per allungare la sua mano con al dito un anello in oro bianco, incastonato da diamanti.


“Allora, visto che ci siamo tutti presentati, perché non li fai già vedere qualcosa?” la domanda era riferita a me. Ripresi il contegno e la lucidità, invitandoli nel mio piccolo ufficio.


 


Li feci accomodare di fronte la mia scrivania e chiamai Stefan per darmi una mano. Mi soffermai un attimo al riflesso dello schermo del mio computer che dava la mia figura. Mi sistemai i capelli sciolti e lisci con una mano e mi schiarii la voce prima di cominciare.


Il mio amico ci raggiunse con un sorriso genuino sulle labbra.


“Signori Mikalson, lui è il mio collega Stefan Salvatore.” Stefan allungò la mano che venne presa da entrambi. Poi continuai “Lui vi aiuterà molto con le decorazioni per la chiesa e al ristorante. Al resto ci penserò io.” Accavallai le gambe e guardai entrambi gli sposi per una loro domanda. Volevo sembrare il più professionale possibile.


“Bene. Noi abbiamo già deciso la data. Tra tre mesi, il 24 luglio.” Disse la neo moglie. “Se lo appunta, Caroline!” Aggiunse con una punta di acidità.


“Certo.” Presi la mia agenda e scrissi tutto quello che la donna diceva. Lui se ne stava zitto, annuiva in direzione della fidanzata.


Quella ragazzina dai capelli biondi, non come i miei, mi stava dando sui nervi. Mi aveva dato del tu senza che ci conoscessimo abbastanza e senza che io le avessi dato il permesso.


“Caroline?” la voce proveniva dall’uomo dallo sguardo profondo.


“Si?” credevo di darmi un tono più risoluto ma mi ero fatta incantare dalla sua voce, dal suo accento. Aveva pronunciato il mio nome in un modo da farmi tremare le gambe.


“Posso darle del tu?” chiese educatamente.


“Assolutamente” risposi io.


“ Vorrei un parere femminile sul mio abito e visto che non posso chiederlo alla mia dolce fidanzata…” si girò verso Camille e sorrise in modo sghembo per poi tornare con lo sguardo verso di me. “mi chiedevo se potresti aiutarmi.”


“Cosa? C’è Rebekah che può aiutarti, tesoro!” Camille intervenne prima che io potessi metabolizzare l’invito fatto da lui.


“Non è un buon momento per me e mia sorella. Dobbiamo risolvere delle faccende.” Le rispose. Poi tornò su di me e attese una mia risposta.


“Bè io…ok. Potrei aiutarla.” Dissi timidamente. Camille stava diventando rossa per la rabbia e io mi sentii leggermente fiera per aver accettato quell’invito.


 


Dopo il colloquio avuto con i nuovi sposi, rimasi con Stefan nel mio ufficio. Dovevamo organizzare l’addio al nubilato di Elena, sua cognata e mia migliore amica.


“Allora che ne pensi di questo locale?” girai lo schermo del mio pc per mostrare il nome del posto. “Potrebbe piacergli un posto del genere?” chiesi.


Stefan ci pensò per un attimo poi mi rispose. “Potrebbe andare. Dovresti andare a parlare con il proprietario.”


“Si, tanto ci vogliono ancora due settimane. Sai che non ho avuto tempo per comprarmi un abito?”


“Cosa hanno udito le mie povere orecchie! Caroline Forbes, la donna che ha tutto sotto controllo, non ha ancora un abito per il matrimonio!” Disse plateale Stefan, alzando gli occhi al cielo.


“Non fare il cretino Salvatore. Direi che la colpa sia un po’ tua!” Lo incolpai increspando le labbra.


Stefan storse il naso e tornò alla sua posizione precedente, seduto sulla mia scrivania. Credo che quello era diventato il suo posto fisso.


“Cosa ho fatto stavolta?”


“Per prima cosa non dovevi mettermi un altro matrimonio, non prima di aver partecipato a quello di Damon ed Elena.” Puntai un dito verso di lui.


“Forbes, sai chi sono i Mikealson? Sono ricchi sfondati e non potevo perdere un’occasione del genere. Sai come ci faranno comodo quei soldi?” disse tranquillamente lui, riferendosi al viaggio che abbiamo in mente di fare non appena concludiamo gli ultimi matrimoni.


“Si hai ragione, ma…”


“Ma cosa?” mi bloccò Stefan prima di dire ciò che penso in realtà di quest’ultimo matrimonio.


“Lei non mi piace.” Dissi mettendo il broncio.


“Oh andiamo Caroline Forbes! Non pensare alla biondina, pensa che ci meritiamo una vacanza!” i suoi occhi brillavano di un verde acceso. Sono sicura che lui già si immaginava di stare sdraiato su qualche lettino della spiaggia caraibica, sorseggiando cocktail in bicchieri di cocco.


“Ok. Farò in modo di portare a termine questo matrimonio, sperando che sia l’ultimo della stagione.” Sospirai accettando la situazione.


“Grazie. Lo sai che lo faccio anche per te, vero?” sorrisi timidamente e annuii.


“Non posso resistere al tuo sguardo da bimbo gioioso.” Mi risistemai sulla sedia aggiustandomi il vestito e mi rimisi al lavoro. Sapevo che Stefan lo stava facendo più per me che per lui.


Se ne andò fischiettando e canticchiando un sonetto sui Caraibi.


Non vedevo l’ora di stendermi anch’io.


 


Uscii dall’edificio e mi accorsi che mi mancava l’ombrello. New York era diventata peggio di Londra. La mattina brillava un sole accecante e poi tutto d’un tratto qualche nuvola passeggera veniva a far visita. Ero uscita di corsa quella mattina e non avevo pensato minimamente al cambiamento del tempo.


Chiamai un taxi e lungo il tragitto mi persi fra i miei pensieri fissi. Tyler.


Ogni momento che passavo in compagnia di me stessa, il mio pensiero volava su di lui. Mi chiedevo come e dove avessi sbagliato con lui.


Ci siamo conosciuti all’ultimo anno di college e fino a sei mesi fa, eravamo inseparabili. Appena il mio sguardo era caduto su di lui, avevo immaginato il mio futuro. Noi due sposati nella villetta bifamiliare con tanti bambini.


Era l’uomo perfetto per me. Capelli e occhi scuri e penetranti, carnagione olivastra.


Lo pensava anche la sua attuale ragazza. Liv.


Era finita per colpa di una sbandata avuta con quest’ultima. Io non sono riuscita più a perdonarlo e lui non si era pentito nemmeno una volta di avermi cornificata.


Stefan ed Elena mi sono stati molto vicini ma ormai erano stanchi di sentire i miei soliti piagnistei. Dovevo andare avanti, mi ripetevano.


Già, facile a dirsi per loro.


Ecco perché Stefan vuole portarmi in vacanza, per dimenticare il mio primo amore. Lui vorrebbe divertirsi e festeggiare il suo ventiseiesimo compleanno su quelle spiagge indimenticabili dei Caraibi. Come rifiutare un invito del genere?


 


Tornata a casa, scaraventai la borsa e la giacca sul divano e andai a prepararmi un bel bagno caldo. Avevo i capelli incollati in testa a causa della pioggia e i miei vestiti erano sgualciti, ma erano una visione migliore del mio viso. Il trucco mi stava colando. Ero davvero orribile.


Mi cambiai e misi il mio pigiama di flanella color giallo pulcino. Me lo aveva regalato mia madre prima di trasferirmi a New York, diceva che mi sarebbe servito nelle giornate fredde newyorkesi e non aveva tutti i torti.


L’appartamento era vuoto. Mi mancava Bonnie. La mia coinquilina era fuori per un viaggio di studi a Londra e non sarebbe tornata fino alla festa di Elena.


Conobbi le mie amiche alle superiori, incluso Tyler. Reprimo subito quel pensiero che mi avrebbe portata allo sconforto e non avevo più voglia di piangere.


Accesi la tivù per distrarmi e per avere un po’ di compagnia. Ma non ascoltavo niente, nessun programma televisivo interessante. Non avevo toccato nemmeno la cena, anzi gli avanzi della sera precedente. Non cucinavo molto quando ero sola semplicemente perché non avevo proprio appetito. Mangiavo solo a pranzo, al lavoro, con i miei colleghi e quando Stefan notava il mio deperimento mi portava un’abbondante colazione.


 

Il suono del citofono mi fece trasalire e il mio cuore perse un battito. Chi poteva essere a quest’ora?






Note dell'autore

Salve a tutte!
Questa è la mia prima storia sul Klaroline. Adoro questa coppia e finora non ho fatto altro che leggere storie su di loro, ma adesso voglio provarci anch'io e ho buttato giù 2 righe.
Che ne dite? Era meglio che continuavo solo a leggere? Spero che recensirete perchè vorrei imparare a scrivere meglio e ho bisogno dei vostri consigli.
Baci
Giusy
  
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