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Autore: Heven Elphas    16/10/2008    11 recensioni
L’unica cosa al mondo che si puo’ modificare completamente è una tela…
Gratta via il colore secco e dipingila di bianco e tutto sarà come nuovo.
Niente affliggenti ed inguardabili deformità.
Solo il nulla da riempire come meglio ti sembra…
Per dare a questa angosciante realtà i colori e le forme che più si avvicinano alla perfezione.
Ma la vita non è un quadro, questo lo so fin troppo bene.
Se potessi prendere la mia esistenza e dipingerla, certo non sarei quello che sono. Storia scritta a quattro mani da Rou e Chemical Lady... Ovviamente Frerard, anche se ambientata in un altro periodo!
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Paint in Black

 

Storia scritta a quattro splendide mani (mica tanto dato che io –Rou- mi mangio le unghie…U__U)

Chemical Lady o meglio Jess nella parte del conte Frank Iero…

Rou o meglio Miky nei panni del pittore Gerard Way…

Enjoy reading and leave some comments… <3

 

Paint in Black

The Portrait

Of our Romance

 

 

                                                       First Chapter:    

As the future is reaching your pases, it would be better to leave some traces…

Would you mind to fade away in vacant alleyways…?

 

Frank p.o.v

 

Le tende danzano un ballo lento che in me fa riaffiorare il ricordo di feste antiche, ove le gonne delle dame risplendevano di luce e colori…

Ma ormai tutto è sbiadito in questo grigio castello, così come la mia anima…

Tutto è nato e morto nel giro di pochi anni, troppo pochi a dire il vero…

Passeggio per il salone accompagnato dal solo suono delle mie scarpe che calpestano il pavimento di bianco marmo.

Quanta desolazione contiene questa enorme sala? Come può un lampadario così sfarzoso non illuminarla appieno?

Me lo sono sempre chiesto, da che mi sono ritrovato qui, da solo.

Da quando vivo nella solitudine ho imparato a notare anche le più piccole cose e a distorcerle, per rivelare ancora meglio quanto sia misera la mia condizione…

Salgo fino alle mie stanze con passo strascicato.

Sento il peso di questi ultimi anni torcermi le budella fino a farmi cadere a terra per le fitte.

Passo davanti ai ritratti dei miei predecessori e mi fermo come ogni volta incantato, a rimirarli.

Vorrei essere come queste figure di alta nobiltà, ma non ne sono in grado.

Sono smidollato, come direbbe la mia amata madre se fosse ancora in questo mondo…

Sguardi torvi, corrucciati, nobili, mi fissano con sufficienza attraverso le cornici lavorate e le tele dipinte mettendomi in  soggezione…

Come può un quadro fare questo effetto? Come?

Di sovente mi sono ritrovato a pensarci.

Guardando questi uomini che sembrano così virili, pur indossando sfarzosi vestiti di pizzo e vaporose parrucche bianche mi viene da chiedermi come sarei io, se mi ritraessero…

Forse è il momento di crescere, diciamo.

Di porre una mie effige per le generazioni future che dimoreranno in questo maniero…

Così che mi ricorderanno, anche quando sarò morto…

Di questi tempi nessuno sa quanto possa essere lunga la sua vita.

Basta poco, una carestia o una pestilenza, a spazzare via anche il minimo alito di vita da un corpo…

Appena giungo nella mia stanza apro le pesanti tende di velluto rosso, e tirando la corda che pende dal soffitto fin al fianco del mio letto chiamo il mio solo maggiordomo.

Se non fosse per lui la mia emarginazione sarebbe totale, eccetto qualche visita di poco conto che ricevo avvolte...…

Mi siedo su una sedia di ferro battuto, anche essa adornata di velluto rosso.

Avvolte mi chiedo se potessi vivere senza tutto questo sfarzo.

A dire il vero si… cedere tutto per una cosa sola… che mi tange assai.

L’amore.

Darei tutto per essere amato anche solo una volta nella vita…

Per sentire la pelle calda del amor mio sulla mia.

Ma so che mi illudo, sono destinato a marcire fra queste mura, me lo sento dannazione!

La porta si apre lentamente e Robert si inchina davanti a me.

“mi avete chiamato mio signore?”

Annuisco appena facendogli cenno di alzarsi “buon Robert, voi che siete cresciuto in paese, conoscete per caso un maestro di penna? Un abile artista che possa ritrarmi su tela?”

Lui sembra pensarci su, corrugando le sopracciglia chiare.

Poi, con un guizzo d’occhi, mi sorride appena “in verità si… conosco un giovane di appena venticinque anni, che si dice addirittura che con i pennelli ci riposi la notte! Tanto abile, che ai suoi dipinti, manca giusto il movimento e la parola per essere reali!”

Mi interesso subito a questo giovane, che da come mi viene ritratto, sembra sapere il fatto suo “e dove vive?”

“in fondo al paese, assieme al fratello minore. Sono orfani da anni e si pagano da vivere con i servigi che entrambi… em… offrono” mi spiega frettoloso e imbarazzato, così soprassiedo.

“e sia! Domani ci recheremo in paese e andremo da questo artista! Ma prima vallo a cercare, e digli che Sir Iero chiede urgentemente udienza…”

“sarò lesto e dirò che avete premura…”

“vai ora… e portami presto buone notizie…”

Fa una svelta riverenza uscendo.

Si, anche io voglio andare in paese.

Mi sembrano passati secoli da quando sono uscito per l’ultima volta da quel portone che delimita i miei territori…

E poi, devo costringere questo ragazzo a ritrarmi, mi intriga il suo modo di essere… deve essere un personaggio pittoresco, un uomo del popolo, di ventura e quindi con una tempra morale carismatica sotto ogni aspetto…

Si, decisamente mi intriga…

 

 

 

 

Gerard p.o.v

 

Cerco di tenere lo sguardo basso mentre cammino per la via ciottolata, per evitare d’incontrare gli sguardi mendicanti delle persone a cui sto passando accanto.

Quale sgradevole decadenza sono costretto ad osservare ogni giorno…

Percorro le vie del borgo ed è come mettere piede in un oscuro incubo popolato da contorte creature dalla pelle grigiastra e dai lineamenti scavati.

Un mondo che sembra scaturito direttamente da una tavola di Bosch…

Strambi individui che si perdono in bislacchi cannibalismi ed elemosine ai limiti della meschinità.

Mostri balordi che ti strisciano ai piedi, sporchi del fango in cui si affonda pure in una strada selciata .

Piccole e bizzarre anime che cercano di strapparti una lacrima tirandoti il lembo della casacca e guardandoti con occhi mendici.

C’è chi, in terre lontante, tenta di cambiare tutto questo.

Rivoluzione, la chiamano…

Io la definirei ‘Utopia’

L’unica cosa al mondo che si puo’ modificare completamente è una tela…

Gratta via il colore secco e dipingila di bianco e tutto sarà come nuovo.

Niente affliggenti ed inguardabili deformità.

Solo il nulla da riempire come meglio ti sembra…

Per dare a questa angosciante realtà i colori e le forme che più si avvicinano alla perfezione.

Ma la vita non è un quadro, questo lo so fin troppo bene.

Se potessi prendere la mia esistenza e dipingerla, certo non sarei quello che sono.

Mi avvolgo alla meglio nel mantello e imbocco un viottolo stretto e illuminato solo dalla fioca luce di una lanterna che ciondola accanto all’insegna traballante di un’osteria.

Il putrido odore simile a quello di una fossa comune di cadaveri consumati dalla peste m’invade le narici mentre passo accanto alla macelleria , fino ad entrare nel piccolo locale.

La penombra che regna qui dentro, resa poi opaca dal fumo, impedisce di vedere chi mi sta intorno…

Gente di malaffare, senza dubbio, ma anche chi come il sottoscritto cerca una fuga di quache attimo dalla strada.

Mi appoggio al bancone unto e l’oste mi si avvicina lentamente appoggiandomi davanti un bicchiere vuoto e sudicio.

“Cosa desiderate, giovane..?”

Passo l’orlo della manica sul bordo del boccale e poi faccio scorrere gli occhi lungo la collezione di bottiglie impolverate sulle mensole dietro l’uomo.

“Assenzio, di grazia…”

Mi mostra i suoi denti giallastri prima di voltarsi ed afferrare ciò che ho richiesto e servirmelo con la gentilezza che riesce a dimostrare.

Ghermisco il bicchiere e lo avvicino alle labbra per sorseggiarne lentamente il contenuto…

Veleno per il corpo…

Medicina per la mente troppo assopita da questo grigiore…

“Gerard…”

Un alto uomo dai capelli ricci che gli ricadono soffici sul volto si avvicina a me sorridendo e slacciandosi il mantello.

“Raymond, che ci fate qui…? Eravate partito per unirvi all’orchestra della corte del regno vicino o erro…?”

I suoi occhi marroni risplendono nella debole luce, mentre mi passa la mano sulle spalle amichevolmente.

“Mi hanno covocato per suonare alla festa allestita dal banchier Pendleton per il prossimo giovedì…. Voi piuttosto, amico mio, che ci fate qui a quest’ora tarda?”

Sospiro svuotando definitivamente il bicchiere e rimango con lo sguardo fisso sulla superficie lercia del banco, appoggiandoci poi le tre monete che devo per quest’attimo di svago.

“Aspetto che mio fratello finisca di lavorare e mi raggiunga per tornare a casa… Volete qualcosa da bere?”

Scuote la testa e chiama il locandiere con un gesto della mano, facendomi notare gli anelli che porta al dito, uno dei quali spicca fra tutti sull’anulare sinistro.

“Vi siete fidanzato, Raymond…? Vedo che le vostre dita brillano ed illuminano questa catapecchia.”

Lui inizia a ridere ed annuisce intanto che ci vengono portate due birre e la schiuma mi cola sulla mano…

Mi pulisco nei miei calzoni e poi prendo il recipiente per assaporare quel liquido ambrato. Perfetto, offre lui.

“Sono promesso ad una ragazza di diciassette anni di buona famiglia, mio Gerard… E vi avrei invitato all cerimonia, senza dubbio. Credo che verrà organizzata per gennaio. Voi invece…? Avete trovato una donna che vi fa battere il cuore, o ancora sognate ninfe e odalische fatte di tempera ad olio?”

Accenno un sorriso e appoggio le labbra al boccale per evitare di rispondere ad una così futile domanda.

Non sogno schiave esotiche o creature mitologiche…

Niente di concreto rapisce il mio cuore.

Quelle che mi fanno innamorare sono solo nere sagome dagli occhi brillanti che nei sogni mi avvolgono e mi trascinano in un mondo coperto di ragnatele…

Incomprensibile per Raymond…

A volte a dire il vero nemmeno io capisco cosa siano questi pensieri che mi rapiscono la notte.

La porta del locale cigola e l’esile figura che entra mi si avvicina con sguardo distrutto.

“Michael… Finalmente ti fai vivo. Dai, torniamo a casa che domani devo recarmi dal signor Schechter per una commissione”

Mi alzo e saluto Raymond ringraziandolo della bevuta insieme, per poi afferrare le spalle a mio fratello e accompagnarlo fuori.

Camminiamo insieme nelle strette e tenebrose vie che ci portano nell’abitazione che abbiamo in affitto nel palazzo del mio maestro, Brian.

“Fratello… La commissione che ti ha dato Brian, almeno questa volta, ti permetterà di guadagnare abbastanza per l’affitto e gli alimenti…? L’ultima volta hai dovuto vendere gli orecchini di nostra madre per prendere…”

Lo guardo qualche secondo e accenno un sorriso prima di alzare gli occhi verso il cielo stellato.

“Non mi è stato riferito alcunchè sul lavoro che devo svolgere, Michael… Ma uno vale l’altro, no? A me basta solo dipingere…”

Lui sbuffa e scuote la testa…

Ma è vero quello che affermo.

Dipingere, disegnare…

Vivo solo per questo.

E come ogni artista da una vita cerco quell’immagine che nella mia mente ha preso fattezze smussate e confuse…

Quell’immagine perfetta da riprodurre.

Sono al mondo per trovare il modello che rappresenti la perfezione per me…

Di certo non lo troverò fra gli sghembi omini che popolano questo borgo putrefatto.

Che ci sia al mondo qualcuno che potrà portare la mia arte alla forma più sublime…?

 

 

Ed eccoci qui per la prima volta insieme solamente per voi…

Direi inizialmente che per me è un onore assoluto scrivere con Jess!!

Spero che vi piaccia questa astrusa idea partorita dalle nostre menti…

Il linguaggio è un po’ particolare, ma deve ovviamente esser giusto nel contesto in cui la storia è ambientata.

Non abbiamo specificato l’anno, ma siamo in pieno periodo romantico!

D’altronde si parla di Gerard Arthur Way… Dove avrebbe potuto vivere quest’assurda creatura se non nel Romanticismo?

 

Aspettiamo commenti sperando sia di vostro gradimento! ^__^

 

Miky & Jess

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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