Attenzione: questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, e non per offendere il carattere di questa persona.
Altro schiaffo, altro frammento di cuore che si spezza. Non ce la faccio, sembra di sprofondare ogni giorno di più. La paura che aumenta ogni volta, la voglia di ribellarsi che però in alcune situazioni non basta mai. Chi me l’ha fatto fare? Dopo due anni ancora me lo chiedo, purtroppo so che mi sto facendo del male da sola, ma proprio non riesco a farlo smettere, a lasciarlo andare una volta per tutte. Teo, questo è il suo nome, non mi lascia più in pace. Quando prima di conoscerlo vedevo i programmi che parlavano di violenza sulle donne, criticavo quelle che, secondo me, erano delle stupide per non riuscire a lasciare coloro che la maggior parte delle volte finivano per ucciderle. Ora le capisco, molto più di quanto pensassi. Perché anche io come loro sono una vittima, una vittima di Teo, ma prima di tutto vittima di me stessa. Arriva un pugno nello stomaco, mi piego in due, non posso fare altro se non subire. L’amore è un sentimento meschino, ti prende e se lo fa per bene, è molto difficile che riesci a scappare dalla sua rete.
“ti avevo detto che per uscire dovevi chiedermi il permesso, con chi ti sei vista brutta troia?”
“sono uscita con alcune amiche! Lo sai che non ti tradirei mai”
“non ci credo! Da oggi in poi ti vieto di uscire senza di me!”
Il mio cervello mi dice di scappare, da lui e dalla sua violenza, ma il mio corpo non risponde ai comandi, e purtroppo nemmeno alla sua ultima frase.
“hai sentito che ho detto? Rispondimi!”
“s-si ho c-capito”
“bene!” detto questo mi sferra un ultimo calcio, esce di casa e sbatte la porta.
Cerco di recuperare tutto il corpo, nonostante il dolore sia interno che esterno devo riuscire a rialzarmi. Con fatica mi trascino in bagno, recupero disinfettante e pomata. Mi disinfetto i vari tagli, e mi metto la pomata dove so che mi si formeranno i lividi. Mi rivesto, spero solo che mia madre non si accorga di nulla, come fa di solito. Il nostro rapporto è lo stesso che possono avere due sconosciute, lei odia me e io odio lei. Non voglio che abbia un motivo in più per disprezzarmi, sapendo che razza di fidanzato mi ritrovo. Mi stendo sul letto, prendo l’ipod e mi infilo le cuffiette. Inizio a sentire Ed Sheeran a palla. È il mio cantante preferito. Ogni persona ha i suoi problemi, e alcune per superarli utilizzano la musica, io sono una di queste. Ogni volta che accade una cosa simile ad oggi, mi aggrappo con forza alle cuffiette, come fossero la mia ancora di salvezza. Perché so che messe quelle, c’è lui pronto a consolarmi e ad aiutarmi.
Con questi pensieri in testa mi addormento, sognando qualcosa che forse non mi spetterà mai.
La libertà.


Angolo autrice: ecco il primo capitolo, spero vi piaccia.