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Autore: Tadako    22/10/2014    3 recensioni
Un nuovo crimine. Una nuova storia. Un nuovo mistero.
I nostri due protagonisti si troveranno a fronteggiare una serie di rapine all'apparenza impossibili: pochi indizi e nessuna prova. La polizia è in crisi mentre il grande detective dichiara il gioco ufficialmente iniziato.
Riuscirà Sherlock Holmes a risolvere anche questo enigma?
In una corsa contro il tempo il colpevole metterà alla prova ogni sua capacità deduttiva, e non solo...
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Dedicata a chi come me è in astinenza per le nuove puntate.
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL PRIMO E' IL ROSSO

Il suono del violino è il suono dell'anima.
Lo puoi sentire, se ti concentri. Un verso, un lamento dall'apparenza triste che si prolunga in una nota bassa, facendosi strada tra le tue membra. È morbido, dolce, una sinfonia senza tempo.
Si, la puoi sentire... un suono lungo, due veloci e poi uno basso e ancora più prolungato; e poi ricomincia, cambiando semplicemente tonalità, monotono ma allo stesso tempo saturo di emozioni.
Quanta magia nelle mani del suonatore nel momento in cui la bacchetta sfiora le corde con mani tanto delicate quanto sapienti...
E mentre le note cullano dolcemente i sensi degli ascoltatori, questi spengono la mente per lasciarsi trasportare in un altro mondo fatto di suoni silenziosi.
Tutti distendono le membra e sognano. Tutti ad eccezione di Sherlock.
Certo, come tutti gli altri anche su di lui aveva effetto la magia del violino; ma se per noi persone comuni essa equivale ad un sogno ad occhi aperti, per lui non era altro che una voce melodica che sovrastava il silenzio sempre troppo rumoroso del mondo: che copriva ogni parola, ogni suono e perfino ogni respiro, racchiudendolo in un altro universo solo con i suoi pensieri.
E lì, nel suo castello, la mente lavorava ancora più velocemente e la sua capacità logica si ampliava.
E mentre vagava astrattamente nelle sue memorie, riportando alla luce migliaia di informazioni al secondo, gli occhi non rispecchiavano altro che uno sguardo assente che distratto si perdeva nel grigio cielo londinese che mostrava la finestrella condominiale: nessuno avrebbe mai potuto capire ciò che si celava dietro quelle iridi celesti.
John stava, come sempre del resto, seduto sulla vecchia poltrona del salotto: le gambe accavallate e una smorfia tranquilla ma concentrata sul viso. Digitava velocemente le lettere sulla tastiera del computer che teneva poggiato sulle gambe, immerso nei suoi racconti nello stesso modo in cui ci era immerso il suo compagno.
L'esplosione impossibile.
Queste erano le prime parole a capo del suo testo, grandi e in grassetto, seguite da un testo di poche righe a cui continuavano ad aggiungersi e togliersi frasi...
Il suono del violino si interruppe bruscamente, portandosi via l'atmosfera fiabesca che aveva creato.
-Smettila.- disse il detective secco, senza girarsi.
-Di fare cosa?- chiese l'amico interogarivo.
-smettila di scrivere. È da più di dieci minuti che ridigiri la stessa frase, mi deconcentri.-
Il silenzio in risposta di John e la sensazione degli occhi di quest'ultimo puntati sulla schiena fecero intendere la sua confusione. Holmes sospirò.
- Il periodo di tempo che si definisce tra la digitazione di un tasto e l'altro varia dalla distanza delle lettere sulla tastiera, mentre il continuo premere su un unico tasto quale è quello per cancellare, ha un ritmo ben più veloce e omogeneo. Il numero dei rintocchi delle lettere equivale sempre a quello del tasto cancella, ciò vuol dire che è da dieci interi minuti che rimani bloccato sullo stesso punto.- la sua voce era ovvia e strafottente, niente di insolito del resto...
-Non riesco ad andare avanto col racconto del caso che stiamo risolvendo.-
-Forse perchè appunto non è ancora risolto.-
-Mi è difficile costruire una buona descrizione del cugino della vittima. Visto unicamente da una foto mandata dalla polizia non posso inserire molti dettagli...-
-Vuoi dire l'assassino? Semplice, è un uomo folle e povero con un maniacale attaccamento all'apparenza. Lo si capisce dalle vecchie scarpe che portava, talmente pulite da sembrare quasi nuove ma con i lacci scoloriti dal tempo: chiaro indizio della vera età dell'oggetto; o dalla leggera macchia di sugo coperta per quanto possibile con la cravatta; per non parlare poi dell'ultimo bottone dorato che...-
-Un momento...- lo interruppe John, bloccando quella tempesta di parole. -C-come fai a dire che è lui l'assassino?!-
Un nuovo sospiro sfiorò le labbra dell'investigatore, il quale voltò finalmente lo sguardo verso il suo interlocutore.
-È fin troppo ovvio che sia stato lui... sai, ti credevo molto più intelligente. Ad una conclusione del genere ci sarebbe arrivata addirittura la polizia, se solo la causa del delitto fosse stata un po' più evidente.-
-Non capisco... l'uomo se ne era andato via dalla casa diverse ore prima dell'esplosione, come puo' esser stato lui il colpevole?-
-Bene, finalmente ti sei deciso a fare le domande giuste...- affermò per poi ricominciare a parlare dopo una breve pausa.
-L'assassino esce dall'isolata casa in campagna della signora Chester alle ore 12.45 del pomeriggio; da quel momento l'uomo si riempe di alibi: entra nei bar, incontra gente e va all'appuntamento che aveva in programma con un suo vecchio amico. Alle 19.30 la casa esplode, nello stesso momento in cui il nostro caro cugino sta assaporando l'ultimo boccone degli antipasti. Come ha fatto?-
-Potrebbe essere stato qualcuno di esterno alla famiglia.-
-Ma che dici non avebbe senso! Se fosse stato uno sconosciuto che bisogno avrebbe avuto di commettere un omicidio così ben studiato... non avrebbe potuto semplicemente piazzare una bomba con un comando a distanza? No, l'assassino è qualcuno di vicino alla vittima, qualcuno che sarebbe stato il primo indiziato senza un alibi inattaccabile. Il nostro colpevole ha utilizzato un'arma che non avrebbe lasciato prove, qualcosa che...-
Le parole si interruppero bruscamente, gli occhi azzurro ghiaccio si illuminarono di una luce chiara e accesa.
Il dottore conosceva benissimo quello sguardo: le pupille si erano dilatate e il viso si era teso, segno inequivocabile che un'idea si era appena fatta strada nella mente del grande detective.
-Metano...- disse semplicemente con un tono talmente basso da sembrare quasi un sospiro.
-Cosa?-
-Massì è ovvio! Come ho fatto a non pensarci subito.- esclamò prendendo a camminare freneticamente in direzioni a caso della stanza. L'amico balbettò qualche parola di incomprensione.
-Il metano John... una sostanza invisibile e inodore, utilizzata in particolare in cucina. Ma la caratteristica più importante è la sua facile infiammabilità.-
-Dimentichi che ormai al metano da cucina vengono aggiunte varie sostanze che lo rendono riconoscibile all'olfatto... la donna se ne sarebbe accorta.-
-Non se la perdita proviene direttamente dal tubo che lo contiene... il metano viene trasportato in cucina attraverso un collegamento di gomma: all'assassino sarà bastato un piccolo taglio per riempire l'intera casa di un materiale altamente infiammabile, che l'avrebbe fatta esplodere una volta acceso anche solo un semplice fiammifero.- così dicendo Sherlock bloccò i suoi passi come immobilizzato, distese lo sguardo e si lasciò cadere sulla poltrona dietro di lui come improvvisamente stanco.
-Impressionante...- commentò il dottore.
-Peccato però... lo credevo un po' più complesso come omicidio, così è troppo semplice.- si lamentò infastidito, quasi fosse arrabbiato con lo stesso omicida.
-C'è anche da dire che sei riuscito a risolverlo attraverso poche informazioni ed un'immagine.-
-La polizia sta perdendo colpi. Insomma che fossero idioti lo si sapeva già, ma a questi livelli...-
John tirò un sospiro scuotendo lentamente la testa, poi riportando le mani alla tastiera cominciò a scrivere un'e-mail alla polizia senza dar risposta all'ultima affermazione dell'amico.
Fu veloce, invisibile... sottile come un proiettile passò davanti al volto di Sherlock sfiorando uno dei suoi ricci castani, per poi andare ad impiantarsi nel muro opposto alla finestra. Watson si girò fulmineo verso l'oggetto mentre il compagno corse ad affacciarsi sulla strada, così da poter vedere una gran macchina nera allontanarsi dal loro palazzo. I finestrini erano oscurati e all'interno della vettura si poteva scrutare solo un'ombra pece al posto di guida. La seguì con lo sguardo come ipnotizzato fino a quando essa non svoltò l'angolo sparendo.
-È...una freccetta?- affermò confuso il John attirando l'attenzione del detective, che si precipitò sull'unica traccia che l'ombra misteriosa aveva lasciato.
Piccola e di legno era abbastanza pesante da poter essere lanciata con le mani; aveva un colore rosso scuro, arricchito con qualche venatura violacea e la punta era fatta in ferro.
-Cosa puo' significare...- continuò l'amico.
-Potrebbe essere uno stupido scherzo oppure... un avvertimento.- rispose calmo sfiorando col pollice la scritta che vi era intagliata sopra:
Il primo è il rosso



Spazio dell'autrice

Mi presento... Sono Tadako e sono un'aspirante scrittrice con una nuova passione per questa serie!
Si nuova, perchè fino a due settimane fa non sapevo nemmeno mi piacessero i gialli. Ma una volta iniziato Sherlock mi si è aperto un intero mondo e ne sono diventata praticamete dipendente <3
Qualche giorno fa ho finito l'ultima puntata della terza serie, e non appena ho realizzato che la quarta non sarebbe uscita prima del prossimo anno... ehm... meglio tralasciare questi ricordi dolorosi.
Ma passiamo al racconto! 
Come avrete capito io di gialli non ho alcuna esperienza, quindi non posso garantire che questa storia sia un successo; anzi, è più probabile che non lo sia. 
Questo capitolo è una sorta di prova, un'idea che mi è venuta per rendere l'astinenza da Sherlock (?) più sopportabile xD
Ho una marea di idee carine in mente, ma non è sicuro che la continui: tutto dipende dal giudizio che avrete voi lettori. 
Quindi non so... ditemi voi che ne pensate e soprattutto se avete qualche suggerimento da darmi :) 
Detto questo vi saluto e vi ringrazio per essere arrivati a leggere fino a qui!
Ciau!

TK:3
 
  
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