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Autore: Kitsune 93    22/10/2014    1 recensioni
Questo è il sequel della mia precedente fanfic "Se questo fosse vero".
Sakura è ormai diventata grande e un giorno, mentre esplorava la foresta viene attaccata da un demone scorpione che le inietta il suo veleno. Per sapere che cosa succederà in seguito continuate a leggere :)
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Nuovo personaggio, Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sakura stava correndo a perdifiato per la foresta, come una sciocca si era dimenticata a casa la sua spada.
I lunghi capelli neri le si erano attaccati alla faccia a causa della fitta pioggia che stava cadendo.
Improvvisamente cadde a terra. Subito cercò di rialzarsi, ma il piede glielo impediva, era rimasto bloccato sotto una radice che fuoriusciva dal terreno.
«Maledizione!» urlò la ragazza cercando di liberarsi.
«Ti ho trovata finalmente!» esclamò una voce familiare dietro di lei.
«Papà!» lo chiamò lei felice di vederlo
«Che cosa stavi facendo?» chiese lui vedendo le condizioni della figlia
«Non c'è tempo adesso! Aiutami per piacere!»
«Ok!» annuì Inuyasha rompendo con una artigliata il ramo che le bloccava il piede.
Proprio mentre Sakura stava per spiegarli tutto i due si voltarono di scatto muovendo le orecchie. Avevano percepito entrambi un odore terribile, lo stesso tanfo che aveva messo in allarme Inuyasha tanto da portarlo a andare a cercare sua figlia.
«Sta arrivando!» esclamò Sakura stringendo inconsciamente la veste del padre, come era solita fare da bambina quando qualcosa la spaventava.
Inuyasha se ne accorse «Vai a casa, qui ci penso io» disse impugnando l'elsa di Tessaiga.
«No!» rispose lei «Ti voglio dare una mano!»
«Non se ne parla! Sparisci, non fartelo ripetere» le disse spingendola via bruscamente, anche di più di quello che aveva intenzione di fare.
Lei lo guardò stupita per un attimo, ma poi il suo sguardo si rifece serio e disse «Ho detto che non me ne vado!»
«Sei cocciuta proprio come tua madre!» ringhiò lui, sapeva che quando Sakura si metteva in testa qualcosa difficilmente si riusciva a farle cambiare idea.
«E come pensi di difenderti scusa? Non hai nemmeno un'arma!» chiese poi vedendo che la figlia non si era portata dietro nemmeno l'arco.
«Non ti preoccupare per questo!» 
Inuyasha la guardò perplesso «Ma che diavolo stai dice...» non fece in tempo a chiedere spiegazioni che un enorme demone scorpione aveva fatto la sua comparsa e stava puntando verso di loro l'enorme coda appuntita.
Sakura si arrampicò velocemente sopra a un albero, mentre Inuyasha si metteva in posizione di combattimento.
«Eccoti finalmente» disse il demone scorpione a Sakura «Sei molto veloce, ma non abbastanza!» ghignò poi scagliando verso di lei il pungiglione velenoso.
Sakura balzò velocemente giù dall'albero, il demone non doveva essersi ancora reso conto della presenza dell’altro mezzodemone.
Senza perde altro tempo Inuyasha colpì il demone con un Cicatrice del Vento e quello subito scomparve nel nulla, lasciando dietro di sé solo cenere.
«Tsk è stato un gioco da ragazzi!» esclamò compiaciuto «Stai bene?» chiese poi rivolgendosi a Sakura.
La ragazza annuì.
«Andiamo a casa allora!» le disse il padre rinfoderando Tessaiga e cominciando a correre verso casa.
«Va bene» disse lei e lo seguì. Il braccio le doleva tantissimo, ma non aveva il coraggio di guardare o di dire qualcosa a suo padre, sicuramente non era niente di grave e non voleva farlo preoccupare inutilmente.
Sarebbe andata da Sango subito dopo essere arrivati al villaggio.
 
 
«Inuyasha!» esclamò Sango tirando un sospiro di sollievo vedendo comparire dietro di lui Sakura «L'hai trovata per fortuna! Come stai?» chiese poi rivolgendosi alla ragazza.
«Bene Sango, grazie! Non volevo farti preoccupare, scusami» disse la giovane abbassando le orecchie.
«Non ti preoccupare tesoro» le sorrise dolcemente Sango «L'importante è che tu stia bene!»
Da quando Kagome non c'era più Sango era diventata come una seconda mamma. Era sempre stata presente e quando Inuyasha chiamava (anche se ciò in realtà accadeva poco, dato che lui è molto orgoglioso) lei correva.
Lei e Miroku erano diventati dei pilastri importati della sua vita. Dopo suo padre, ovviamente.
«Andiamo a casa piccola?» le chiese Inuyasha interpretando il suo sguardo perso come un senso di stanchezza.
«Sì, ma prima dovrei chiedere una cosa a Sango in privato, sai.. cose da donne» disse facendogli l'occhiolino.
Inuyasha arrossì violentemente, quel tipo di discorsi lo mettevano sempre in imbarazzo.
«Ehm, ok, allora io vado!» esclamò poi e senza farselo ripetere due volte si diresse verso casa.
Sakura guardò il padre andare via, appena la figura del mezzo demone  scomparve dalla sua vista raggiunse Sango dentro la capanna.
«Allora Sakura dimmi, hai qualche dolore?» chiese lei cominciando a prendere gli ingredienti delle solite tisane che preparava in quelle occasioni.
«No Sango, era solo un modo per mandare via papà» disse cominciando a scoprirsi il braccio «Abbiamo incontrato un demone scorpione e credo che mi abbia colpito con il pungiglione»
Sango avvicinò il viso al braccio e quello che vide non le piacque per niente.
Il piccolo striscio che Sakura le stava mostrando aveva già cominciato a infettarsi, e delle strane venature violacee cominciavano a comparire tutto intorno.
«Ti fa male?» le chiese Sango «Ti senti strana?»
«No, niente di tutto questo!» rispose la ragazza dopo averci pensato un po’, effettivamente il dolore che aveva provato poco prima era completamente scomparso.
«Siediti che ti preparo un antidoto»
Poco dopo Sango comparve con una tisana «Bevilo tutto» disse porgendogliela «Spero faccia effetto. Adesso vai a casa e riposati, domani torna qua con tuo padre che vediamo cosa fare»
«Mio padre non deve per forza esserne al corrente, se non è niente di grave, non voglio farlo preoccupare!» disse Sakura sorseggiando la tisana bollente, aveva un sapore terribile.
«Va bene» sospirò Sango «Se domani il tuo braccio sarà guarito non gli diremo niente, ma se è ancora messo così o peggio...»
«D'accordo» acconsentì Sakura interrompendola «Ora vado però, si starà chiedendo dove sono finita» e girandosi verso Sango aggiunse «Grazie mille di tutto».
Senza aspettare una risposta corse verso casa.
Sango si appoggiò allo stipite della porta per guardarla correre via. Quando sparì dalla sua vista alzò gli occhi al cielo “Oh Kagome” pensò “Vorrei che fossi qui per vedere quanto è cresciuta, saresti sicuramente orgogliosa di lei. Orgogliosa di entrambi”.
Una piccola lacrima le bagnò il viso.       
 
«Papà sono a casa!» esclamò Sakura appena varcata la soglia. Suo padre la stava aspettando seduto in angolo, con la spada stretta al petto.
«Tutto ok?» chiese visibilmente in imbarazzo
«Sìsì, tutto apposto!» gli sorrise Sakura. Odiava tenergli nascoste le cose, ma non aveva altra scelta questa volta.
«Se non ti dispiace io andrei a dormire, sono molto stanca e domani devo svegliarmi presto per andare da Sango. Mi ha chiesto se le davo una mano con delle erbe» aggiunse poi, facendo un finto sbadiglio per rendere il tutto più realistico.
Inuyasha annuì «Va bene, io non ho sonno. Penso che mi siederò fuori. Se hai bisogno chiama!» disse uscendo e chiudendo l'uscio.
Sakura si mise una veste più comoda e si stese su futon, non le ci volle molto tempo per prendere sonno, era sfinita.
  
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