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Autore: SashaJohnson    22/10/2014    4 recensioni
Louis Tomlison, un simpatico diciannovenne della St. George's University.
Harry Styles, un donnaiolo di diciannove anni della St. George's University.
Louis crede di avere una cotta per la sua migliore amica, Rachel, ma lei non lo sa.
Harry non crede nell'amore, ed è un sentimento da cui cerca di tenersi alla larga, ma non sa di essere già caduto nella sua trappola.
[Tratto dal testo]
"Lui le ragazze le scopava e finiva lì.
"-Pensavo che con Emily avessi trovato una certa... stabilità.-
-Si stabilità, ma Louis non è amore, i grandi scrittori raccontano l'amore come qualcosa di incredibile, è come passare del tempo con una persona senza annoiarti mai.- ribatte. Su questo aveva ragione, io con Rachel non mi annoiavo mai.
-Però Harry, l'amore non è sempre come descritto nei libri...- e io ne sapevo qualcosa"
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pov's Louis.
La campanella non la smette di suonare, mentre tutti ci dirigiamo verso la palestra. Mi chiedo ancora perché abbia questo suono così stridulo e insopportabile, non credo al fatto che se più fastidiosa è, più alunni entreranno in classe; ma questi sono solo dettagli. Classe, uhm si a proposito di classe, non ho mai avuto così tanta voglia di trovarmi lì in questo preciso momento, invece di dirigermi in palestra, per ascoltare il discorso del preside, del quale so già che mi annoierò.

Ma sembra che ha nessuno sia passata questa idea per la testa, sembrano tutti così eccitati. Eccitati è il termini giusto?Non saprei, ma mi piacerebbe avvicinarmi ad ognuno di loro e confidargli che il preside in realtà è subdolo e li abbindolerà come delle marionette, ma per fortuna io ho già tagliato i miei fili.

La palestra è colma di studenti e sul lato destro è posizionato un palchetto, se così vogliamo chiamarlo. Io e i ragazzi ci posizioniamo in un posto più o meno lontano da dove si terrà il discorso, in attesa. E’ come se da un momento all’altro dovesse scoppiare la terza guerra mondiale. Intravedo il preside salire sul quel misero palchetto, a male pena riesce a muoversi, indossa: un completo blu e un buffo cravattino con sopra stampato un mouse e il suo filo.

- Buongiorno ragazzi io sono il direttore della St. George’s University e come ogni hanno salgo su questo palchetto per farvi un discorso in cui presenterò la scuola e dirò le regole che si dovranno rispettare. Intanto saluto i ragazzi degli anni precedenti che anche quest’anno ascolteranno nuovamente il mio discorso.- parte un clamoroso applauso e io non capisco il perché. Appena i ragazzi sembrano zittirsi il preside parla ancora. -Spero abbiate passato delle belle vacanze-dice, non ce la faccio più a vedere quel sorriso compiaciuto sul suo volto.

–Vedo che anche lei ha passato bene la vacanze signor direttore. La vedo in forma.- la mia voce sarcastica rimbomba in tutta la palestra e gli studenti non evitano di ridere, notando anche loro che il direttore è più impostato del solito. Un sorriso si forma sulle sue labbra .
- Sono felice che lei l’abbia notato signor Tomlinson.- mi risponde con un ghigno sotto i baffi.- E sono ancor più felice che anche quest’anno mi intratterrà con le sue battute.- mi dice ancora. Io sorrido compiaciuto
– E’ sempre un onore per me!- esclamo facendogli un inchino. Lui sorride ancora e si rivolge a tutti gli studenti.

- Bene ragazzi, la St. George’s University offre un livello altissimo di istruzione ; voi ragazzi avete la possibilità di seguire tutte le lezioni che vi servono per dare le materie a fine anno. I compiti che vi lasceranno i professori serviranno per allenarvi e inoltre coincideranno con il voto finale. Potete prendere il vostro orario recandovi in segreteria dove ci saranno le lezioni che avete richiesto di seguire. Inoltre, la nostra università offre lezioni in più sullo sport, la cucina, yoga e così via, se volete saperne di più recatevi in segreteria. Eh bene…- il direttore come ogni anno comincia a presentare i professori.

Mi guardo intorno non sapendo cosa fare e intravedo Rachel seduta su una di quelle panchine delle cheerleader con acconto… la sua amica. Anche lei mi vede e mi saluta con un mano, io le sorrido e mi ficco le mani in tasca. Sta ancora sorridendo. Io continuo a guardarla e simulo con le mani che mi sto rompendo le palle e lei ride; ecco la risate che volevo vedere, la SUA risata. E’ bello veder ridere le persone soprattutto quando sei tu la causa di quel sorriso. Rido anch’io e continuo a scherzare simulando con le mani una pistola che mi punto in testa, facendo finta di premere il grilletto fingo di morire e lei ride ancora.

–Signor Tomlinson!- mi richiama il preside, forse quel posto non era così poco visibile.
-Signor direttore.- rispondo io ironicamente.
-Vogliamo iniziare bene l’anno giusto?- mi chiede alzando un sopracciglio.
-Giusto!- rispondo io alzando il pollice. Lui scuote la testa divertito.

- Allora ragazzi, volevo precisare ai nuovi e ricordare ai vecchi, di non farvi trovare a pomiciare negli spogliatoi o nei camerini dei bidelli, potete pomiciare dove volete, ma non qui a scuola. Giusto signor Styles?- chiede il direttore con un occhiataccia al mio amico, che giocherella con la manica della sua giacca. Harry alza subito il capo per incontrare lo sguardo del direttore e fa un sorrisino malizioso.
-Può contare su di me signor direttore!- esclama Harry mostrando il miglior sorriso falso della sua vita al preside e alzando il pollice. Il preside annuisce, poi continuando a sorride al preside. -Tanto lo farò lo stesso.- sussurra a me Harry sotto i denti. Io scuoto la testa ridendo fra me e poi volto ancora lo sguardo verso Rachel sta ancora ridendo e ne sono fiero.

Quando finalmente il direttore ci lascia liberi: io, Harry e gli altri ci dirigiamo verso gli armadietti. Il direttore mi passa accanto e si ferma.
-Ehm… Signor Tomlinson?!- mi richiama, già quel suono mi sta dando la nausea e siamo solo al primo giorno.
-Si?- gli rispondo con un tono pressoché seccato.
–Spero che quest’anno inizi bene l’anno scolastico e credo che lo voglia anche lei, dico bene?- mi chiede inarcando le sopracciglia
.-Si- rispondo io poco convinto, più che una risposta sembra una domanda non capendo dove vuole arrivare.
-Bene, allora credo che quest’anno voglia farmi meno visite, giusto?- mi chiede ancora.
-Non le piacciono le mie visite?-rispondo io con un’altra domanda sarcastica.
-Oh, certo che si, ma credo che lei abbia già intuito dove volevo arrivare. Comunque le auguro un buon inizio.- mi dice, dandomi una pacca sulla spalla e facendomi l’occhiolino. Lo vedo camminare goffamente per la presidenza. E’ veramente ingrassato.

-Colpito e affondato.- dice una voce dietro di me. Il biondino sa essere spiritoso a modo suo, ma a volte è a dir poco irritante.
-Nah,siamo solo all’inizio.- dico io guardando in basso per… Oddio non ho l’orario, dov’è Rachel?Senza di lei sono perso. Continuo a passarmi freneticamente le mani sui capelli e volto lo sguardo in ogni direzione.
-A chi cerchi?- chiede Niall notando il mio improvviso cambio di umore.
-Hai visto la mia amica, sai… Rachel!- urlo io vedendola.
-Louis!-dice lei alzando gli occhi al cielo notando il mio stato di panico.
-Meno male che ti ho trovata.- dico con il fiatone e non capisco il perché.
-Tieni questo è il tuo orario: sono riuscita a prendere tutte le lezioni insieme tranne una.- mi dice consegnandomi il foglio con sopra scritto il mio orario.
-Cosa farei senza di te?- le chiedo felice che mi supporti sempre. Prendo il suo viso nelle mie grandi mani e gli stampo un bacio sulla guancia. Lei alza nuovamente gli occhi al cielo.
-Andiamo o faremo tardi.- mi rimbecca.
-Si, signor capitano- esclamo io, sull’attenti, facendo il saluto dei militari. Lei ride e mi tira per il polso trascinandomi in una classe di cui non so la materia.

La classe, come tutte le altre, ha un insegna in alto di cui non riesco a capire la scritta,dovrei farmi gli occhiali, la porta è di legno scuro ridipinta di bianco. Molti degli alunni si trovano già al suo interno, noi per non perdere i posti ci fiondiamo dentro, posizionando le nostre cose all’ultimo banco: ovviamente. C’è un profondo chiacchierio tra gli studenti, anche io e Rachel chiacchieriamo, fin quando il professore entra in classe.
-Buongiorno ragazzi, io sono il vostro professore di lettere antiche, mi chiamo John Sabber, ma voi chiamatemi signor Sabber.- dice a tutti noi, alcuni lo osservano ammirati, altri come me sbuffano.
-Dovevamo per forza prendere lezioni di lettere antiche?- chiedo a Rachel ancora sbuffando, disegnando sul mio quaderno un omino con in mano una palla.
-Si Louis, per la laurea in medicina bisogna avere conoscenze sulle lettere antiche.- mi risponde con tono severe e secco, io sbuffo ancora.
-Allora ragazzi, dalla prossima lezione iniziamo il nostro programma e inoltre lo consegnerò ad ognuno di voi, così per chi vuole anticipare gli argomenti può anche farlo. Intanto, per oggi, possiamo iniziare con le presentazioni, così per conoscerci meglio.- dice il professore alzandosi dalla sedia e mettendosi davanti alla cattedra.

Presentazioni? Ma questo è uno scherzo.
-Scusi signor Sabber, ma non le sembra un po’ ridicolo presentarsi,a questa età, oh andiamo, magari adesso prendiamo una palla, ci mettiamo in cerchio e ce la passiamo a vicenda? Di certo questo sarebbe più divertente.- dico io al professore con un tono di disprezzo. Si sente qualche risatina, ma tutti vengono subito zittiti; come immaginavo.
–Bhè signor…- tentenna non sapendo,ovviamente,il mio nome.
- Tomlinson. – lo aiuto io.
- Signor Tomlinson, se crede che questa sia una bambinata, può anche uscire dalla classe.- risponde con tutto il veleno che ha in corpo. Che persona spregevole, non si può neanche fare una battutina sul momento, che si infervora come una bestia. Bhè di certo voglio evitare scontri il primo giorno di scuola, ma mi divertirebbe una sacco. Gli studenti dell’aula cominciano a presentarsi e a parlare un po’ di loro.

-Giuro, mi sento all’asilo.- sbuffo a Rachel.
-Stai zitto, voglio ascoltare!- mi rimprovera.
-Sei seria?No dico, cosa c’è di interessante nel sentire gli affari altrui?- le rispondo alzando un po’ la voce e gesticolando con le mani. Il professore ci adocchia, abbassando gli occhiali sul naso e ci guarda con uno sguardo truce.
-Signor Tomlison e signorina…- abbuffa ancora con le parole,non so perché, ma voglio ancora aiutarlo.
- Lewis.- lui annuisce, il nervosismo è chiaro nel suo volto poco abbronzato.
-Signor Tomlinson e signorina Lewis potreste smetterla di chiacchierare?- ci rimprovera, oscillando un po’ con la testa. Io avrei voluto rispondergli di “no” ma Rachel mi precede.
-Si, ci scusi signor Sabber.- dice abbassando lo sguardo imbarazzata. Lo sguardo compiaciuto del professore mi fa venir voglia di andare li spaccargli qualche dente.

La “lezione” continua,il professore fa diverse domande sembra molto interessato, alcuni ragazzi sembrano in soggezione e ci credo, sembra un poliziotto che sta indagando su un delitto.
-Quando sarà il mio turno e mi farà la domanda: “Quali sono i tuoi hobby” io gli risponderò : “Amo scopare in tutti modi” vorrei vedere che faccia interessata fa.- dico sarcasticamente a Rachel, lei avvampa per il mio uso di parole ma poi ride.
-Louis!- mi richiama ma continua a ridere.
-La volete smettere voi due, un’altra interruzione e andate fuori.- dice severo e questo mi diverte. La vena, del professore, sul collo pulsa velocemente e io ho paura che primo o poi scoppi.

La presentazione continua e tra qualche momento, sarà il mio turno. Non penso dirò nulla
.-Mi chiedo cosa si aspetti che io gli dica alla domanda “Cosa ti piace fare” magari un risposta tipo: “Amo leggere libri di alta cultura filosofica” non so.- dico a Rachel, lei nuovamente non si trattiene dal ridere e rido anch’io.
–Basta! Signor Tomlinson e signorina Lewis vi potete accomodare fuori , avete interrotto abbastanza.- dice il professore cercando di mantenere il controllo.
–Mah…- fa per dire Rachel, ma io la precedo.
- Certo!- esclamo sembrando più felice che mai, prendo Rachel per il polso e prendendo le nostre cose, la trascino fuori dalla classe. Quando la porta si chiude dietro di noi, entrambi lasciamo un sospiro, io scoppio a ridere per la situazione e Rachel mi guarda male.
-Hai idea di cosa hai fatto?- mi chiede Rachel a bassa voce, pure se so che vorrebbe urlare.
-Si, ovvio, avresti dovuto vedere la tua faccia, eri sconvolta!- esclamo io ridendo più forte al ricordo. Lei accenna un sorriso e poi scuote la testa ridendo.
-Ti farai sospendere se continui così!- mi ricorda come una mamma. Io faccio spallucce e poi le avvolgo un braccio attorno alle spalle stringendola a me, mentre insieme ridiamo.



Pov’s Harry.
La medesima routine si stava ripetendo per tutte le ore di questo noioso giorno di scuola. Presentazioni di professori, presentazione del programma e poi… Non ricordo, per il semplice fatto che mi ero addormentato ogni dannatissima volta. Louis,oggi, mi aveva svegliato troppo presto e poi la sera prima era stata molto movimentata. In breve: era stato come un addio al celibato, alcol, ragazze seminude che si strusciano su di te, alcol, ragazze seminude. E se devo essere sincero, mi ero trattenuto.

Mi ripetevo nella mia cara testolina , che l’indomani avrei trovato di meglio, sarei stato con una pollastrella del primo anno, chiuso in uno sgabuzzino o in uno spogliatoio, a pomiciare con lei e a palparle il culo. Ma come era ben chiaro, in tutta la mattinata già trascorsa, non era successo nulla e non credo che nulla succederà. Non perché le ragazze del primo anno sono poco desiderabili, tutt’altro. La verità è che nessuna mi è interessata particolarmente, forse perché, d’altronde, oggi è solo il primo giorno di scuola. Forse dovrei smetterla, forse sarebbe meglio seguire i suggerimenti del preside. Ma che cazzo sto dicendo? Non potrei mai rinunciare a tutto questo, sarebbe impossibile.

Ritornando al presente, tutt’ora sono seduto qui, con accanto una mia cara “amica”, se così vogliamo chiamarla. L’unica comunicazione tra me e lei erano i rapporti sessuali, lei é una specie di “scopa-amica”, pure se di amica non ha un bel niente. E’ come una riserva, niente nuove prede? C’é lei, Angel.

Sento finalmente il suono di quella maledetta campana, così con calma mi dirigo verso la mia ora successiva, la quinta. Il mio passo si può paragonare a quello di una lumaca in corsa, con la delicatezza di un elefante apro il mio armadietto, pure se so già che non troverò nulla; sta tutto nella tattica di perdere tempo. Osservo le ragazze del primo anno, ma per mia sfortuna, non riesco a rivedere quel culo mozzafiato di stamattina. Deluso, mi dirigo con piccoli e incessanti passi verso la mia lezione, “storia”. Gli studenti son quasi tutti dentro, così anch’io entro.

Finalmente dopo un’intera giornata a cercarla la vedo, oppure dovrei dire lo vedo. Sta seduto, volevo dire seduta, sola soletta al secondo banco a destra. Quindi perché non approfittarne? Harry non si mai fa scappare queste possibilità. Mi dirigo verso il suo banco, questa volta il mio passo assomiglia più a quello di una volpe. L’istinto da predatore mi chiama. Appena mi siedo, la ragazza dal culo mozzafiato, mi rivolge uno sguardo annoiato, prende le sue cose e le allontana verso il muro.

–Oh, andiamo, non ho mica la lebbra.- sbuffo io, con il tono leggermente offeso. Eh si ,mi sono offeso, non sono mica un nerd con degli occhiali che gli esce il muco dal naso. Lei scuote la testa divertita, mi rivolge uno sguardo altezzoso e poi riporta lo sguardo verso la finestra. –Ciao.- le dico io sventolandole la mano davanti. Lei sbuffa e si gira verso di me alzando un sopracciglio.
–Per caso ci conosciamo?-dice con sarcasmo nella voce. Dove ho già sentito quella risposta? Una sensazione si Deja Vu mi sta invadendo letteralmente. –No, Harry Styles.- dico porgendole la mano. Lei guarda la mia mano con sufficienza, poi mi rivolge un falso sorriso.
- Se non ci conosciamo già, ci sarà sicuramente un motivo.- mi dice con tutto l’acido che ha in corpo. Perché mi sembra ancora, che tutto questo l’ho già vissuto? Tutto mi sembra uguale, tranne la ragazza davanti a me, è tremendamente sbagliata. Scuoto la testa eliminando i miei pensieri.

–Stronza, acida.- sussurro tra me e me.
–Scusa?- mi chiede alzando leggermente il tono della voce e sbattendo le palpebre più volte.
-Il mondo non gira intorno a te, baby.- le dico facendo girare le mani in alto
.- Ma se..- la interrompo.
- Prima che tu possa rovinare il momento con le tue acide parole, lascia che ti dica che hai un culo veramente sexy.- le dico facendole l’occhiolino. Lei spalanca la bocca come se volesse dire qualcosa, ma poi la richiude subito.- Senza parole eh?- le dico dandole un piccola gomitata le sbuffa e scuote più volte la testa.

Nel mentre il professore entra in classe, si presenta come al solito, fa una presentazione del programma e… NON MI SONO ADDORMENTATO! Wow Styles complimenti, stai facendo progressi. Nella lezione intera le uniche informazione rilevanti sulla bionda accanto a me, che sono riuscito a scoprire è il suo nome : Emily Smith. E’ già una meta. L’ora passa più velocemente del solito, così la campanella suona e tutti gli studenti si dirigono all'esterno del aula, anch’io li imito. Il mio istinto mi dice di seguire Emily, per gli armadietti dell’università.

Arrivati all’ altezza di uno sgabuzzino di un bidello, prendo Emily per un polso e la trascino dentro. Lei mi guarda confusa, mentre io la tengo stretta e le lascio morbidi baci sul collo, e con una mano le palpo il fondo schiena. Lei avvicina le sue labbra al mio orecchio e con la voce più sexy che abbia mai sentito mi sussurra.
-Credi che sia così facile Styles?.- io non rispondo mi limito a mugolare, continuando a fare quello che stavo facendo prima. Succede tutto nell’ arco di pochi secondi, io credo che lei sia una facile che si sta concedendo a me tanto facilmente e una ginocchiata arriva imminente nelle mie parti basse. Emetto un gemito di dolore, e lei si scansa da me. Mi sorride compiaciuta, mentre si avvicina alla porta.- Ciao Styles.- mi saluta con la mano, con una voce fin troppo sdolcinata. Poi apre la porta dello sgabuzzino, andandosene sculettando troppo esageratamente.





Note della falsa autrice
Ciao ragazze, come va?
A me sinceramente non tanto bene, insomma, la scuola mi sta stressando, già sono previsti tre compiti in classe, di cui versione di greco e di latino e vi giuro che vorrei morire. Ok, morire proprio no, ma vorrei che fosse già Natale. 
Ci tengo sempre a precisare che NON sono io l'autrice della storia, ma una mia amica che mi ha chiesto di usare il mio profilo per pubblicarla, ed io, che sono molto generosa e caritatevole (amichetta mia, amami), ho accettato di buon grado di pubblicargliela anche perchè questa è una storia che mi piace abbastanza, sulla quale anche io ho fantasticato e diciamo che, anche se in minima parte, ho contribuito alla formazione definitiva della storia. Questo sarebbe un modo più carino per dirvi che io so come continua e finisce la storia e voi no, però dettagli. Ho scritto inoltre "note della finta autrice" perchè, non essendo io l'autrice, non so cosa pensa la vera autrice di questo capitolo, se è un obbrobrio o se le piace, credo che l'unica cosa che mi contesterà sarà il fatto che mi ha inviato questo capitolo un mese fa esatto e io invece lo sto pubblicando solo ora, ma è già tanto se ho trovato il tempo di pubblicarlo. 
Beh, che dire? Io adoro il rapporto di Louis e Rachel, e Harry il puttaniere, con queste strane sensazioni di Deja-vu che io so a cosa... NO, BASTA! Me ne vado prima che mi scappino degli spoiler per cui mi ucciderete.
Baci, 
SashaJohnson
P.S. : Amichetta cara, questo è un commento che serve a ricordarti che la prossima volta che mi  dai il capitolo da pubblicare sarebbe carino se tu mi dessi anche qualche tuo commento o nota, che ne so! Non posso fare tutto io. 
  
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