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Autore: kamisama_says    22/10/2014    1 recensioni
Byakuya era certo di essere morto nel momento in cui Naraku era ormai rimasto sconfitto.
La sua esistenza era stata breve ma sapeva che essendo una mera emanazione, con la morte del suo creatore sarebbe giunta anche la sua fine.
O almeno così credeva..
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Byakuya, Naraku, Nuovo personaggio | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 5:
Un vento leggero le scompigliò i capelli ma lei non ci fece caso. Aveva gli occhi chiusi ed era distesa nell’erba con la testa appoggiata sulle gambe di un uomo.
Lui, anche se tentava di non darlo a vedere, aveva un’espressione preoccupata e continuava a guardarla in attesa che si svegliasse. Ogni tanto si lasciava catturare dalla bellezza del suo viso rilassato e dalle sue labbra rosse e carnose.
Inoltre a quanto pareva la vicinanza della ragazza allontanava la fastidiosa voce nella sua testa che ogni tanto tornava a tormentarlo.
La mano di lei era l’unica parte del corpo non rilassata, stretta attorno ad un oggetto e appoggiata al suo petto. Il bel kimono da sacerdotessa era strappato sul retro e parte di esso le era sceso appena dalla spalla mostrando la sua pelle di porcellana.
Byakuya era lì con lei ormai da un po’ di tempo, e con l’aumentare dei minuti trascorsi senza che lei si svegliasse diventava maggiore la sua preoccupazione.
Lui stesso si chiedeva come potesse essere così agitato soltanto per la vita di una ragazza umana.
Le sue riflessioni furono interrotte da un piccolo movimento del corpo di lei che attirò l’attenzione del demone. Le palpebre della ragazza tremarono appena, finché non aprì gli occhi.
Si accorse subito di essere sotto la cima dell’albero che negli ultimi giorni aveva visto fin troppe volte e nonostante la sua vista fosse ancora offuscata iniziò pian piano a ricordare cosa era accaduto poco prima del suo svenimento.
Preoccupata per la sorte del suo protettore si alzò di scatto ma vide davanti a se il corpo del demone acquatico decapitato circondato da un’enorme pozza di sangue.
Lo spavento la fece sussultare e cadde indietro per la sorpresa.
Si aspettava di cadere con la schiena a terra ma si ritrovò appoggiata al petto di Byakuya seduta tra le sue gambe.
Il demone non appena l’aveva vista sbilanciarsi l’aveva subito afferrata e tirata verso di lui.
Misato, che non aveva ancora notato data la sua confusione la presenza dell’uomo dietro di lei, si rese conto della sua posizione e indietreggiò di scatto posando le mani sul suo petto per allontanarlo da sé.
Si rese conto anche del fatto che fino ad allora aveva dormito sulle gambe dell’uomo e si imbarazzò al pensiero che Byakuya aveva probabilmente visto il suo viso mentre riposava.
Non riuscendo a guardare il demone negli occhi si voltò appena verso la sua destra diventando rossa come un pomodoro “..per quanto tempo.. ho dormito?” gli chiese titubante.
Lui sorrise pensando a quanto la ragazza fosse adorabile mentre arrossiva “non molto” si limitò a dire.
“non molto quanto?” chiese lei ancora più allarmata.
Il demone ci pensò su per alcuni secondi lasciandola in attesa “direi.. per un’oretta”.
La ragazza avvampò al solo pensiero e abbassò ancora di più lo sguardo “scus..” si tappò la bocca ricordandosi che l’uomo le aveva chiesto di smettere di scusarsi con lui “deve essere stato noioso aspettare che mi svegliassi..”.
Tentò di nascondere l’imbarazzo alzandosi in piedi di scatto ma si accorse dell’enorme spacco presente nel kimono all’altezza della sua schiena, perciò la appoggiò immediatamente al fusto dell’albero.
Lui non riuscì a trattenersi dal ridere e la ragazza reagì gonfiando le guance fingendosi offesa.
“potresti usare uno di quelli” disse Byakuya indicando i kimono che aveva appena lavato.
Misato decise di accettare il suo consiglio ma si chiese immediatamente dove avrebbe potuto andare a cambiarsi.
Vedendo la sua perplessità lui capì il problema che l’affliggeva “sono giorni che mi trovo qui e eccetto te e lui” indicò il corpo morto del demone “non ho mai visto nessuno arrivare. Potresti semplicemente andare dietro quell’albero, io ti aspetterò qui”.
La ragazza gli sorrise con gratitudine e prese il secchio che gli porse il demone per poi nascondersi dietro il grande albero.
Lui si sedette in attesa e, ammettendo a sé stesso che l’ipotesi di osservare la ragazza mentre si cambiava gli era balenata in testa, mantenne il suo solito autocontrollo aspettandola impazientemente.
Dopo poco la ragazza lo raggiunse, bella come la prima volta che l’aveva vista.
Lei lo guardò negli occhi e lui si perse in quei due smeraldi ma Misato aveva un’espressione molto seria e anche un po’ agitata “immagino che ora vorrai sapere cosa.. sono, vero?”.
Byakuya le rispose con tono pacato “lui aveva ragione, sei un mezzo demone” la ragazza annuì ancora più preoccupata.
Alla vista del suo fragile corpo tremare appena lui addolcì il tono “non voglio che tu me lo dica se non è quello che desideri”.
A quanto pare questo era ciò che Misato voleva sentire perché gli rivolse un sorriso e la sua espressione si rilassò “ora sono ancora più certa di volertene parlare”.
Il demone rimase stupito dalla grande fiducia che la giovane aveva nei suoi confronti perciò le rivolse la massima attenzione quando lei iniziò a parlare.
 
Tutto è iniziato molti anni fa quando mia madre si innamorò di un demone.
Lei era una grande sacerdotessa, la più potente nel suo villaggio e per questo presa di mira da molti demoni. Mio padre era uno di loro.
Tentò di ucciderla mentre dormiva ma con sua grande sorpresa mia madre aprì gli occhi di scatto e dopo aver sussurrato alcune parole lui si trovò con le spalle al muro. Non riusciva più a muoversi.
Mia madre mi disse anni fa che mio padre si era innamorato di lei perché attratto dallo sguardo magnetico che aveva quel giorno e per le parole che gli rivolse.
“cominciate ad essere in tanti.. forse sbaglio anche io a lasciarvi in vita, ma uccidere un demone senza che abbia attaccato il mio villaggio non è nel mio stile” gli rivolse un sorriso malinconico “ora vattene, per favore” all’improvviso il demone lupo ricominciò a muoversi ma non sentiva più il desiderio di attaccarla.
“un giorno riuscirò a sconfiggerti sacerdotessa Himeko. Continua ad aspettare” e dopo averle lanciato questa sfida se ne andò.
Mio padre era un uomo di parola ed ogni sera tornò da mia madre e nonostante non fosse mai riuscito a sconfiggerla continuò ad andare da lei ogni notte per mesi.
Mia madre ormai lo considerava una grande compagnia e apprezzava il tempo che trascorrevano insieme.
Ovviamente finì per innamorarsi di lui. Se ne rese conto quando una sera il demone non venne, perché provò un gran senso di solitudine e si sentì preoccupata per quell’uomo con cui finiva per parlare tutte le notti. Mi raccontò che la notte dopo si presentò con una ferita sul petto che lei gli curò in pochi secondi.
Lui le sollevò il mento e la baciò, la schiena di lei poggiata contro il muro e le sue braccia bloccate da quelle muscolose del demone.
“ho vinto” le sussurrò lui poco dopo.
Mia madre non capiva a cosa si riferisse “nel momento in cui ti ho baciata le tue mani erano immobilizzate e non avresti potuto fermarmi con le tue parole come hai fatto l’altra volta” disse lui sorridendo compiaciuto “avrei potuto ucciderti in quel momento”.
Lei lo guardò con aria di sfida “e perché non l’hai fatto?”.
Il demone fece finta di pensarci “forse perché ciò che desidero non è la tua morte”.
Mia madre credendo di essere stata ingannata lo guardò ferita ed una lacrima scivolò lentamente sulla sua guancia “cosa vuoi allora?”.
Lui la guardò sorridendo appena “ancora non ci ho pensato bene, ma per ora credo mi basterai tu” le disse impedendole poi di parlare con un altro bacio.
Quella stessa notte mia madre rimase incinta di lui.
 
Misato smise di parlare perché i suoi occhi si erano oramai colmati di lacrime.
Il demone che aveva ascoltato tutto il suo discorso con attenzione rimase in silenzio in attesa.
Lei sospirò “tutto ciò che so è che pochi mesi prima che io nascessi mio padre rimase ucciso da un demone potente di nome Naraku e il suo corpo non fu mai ritrovato”.
Byakuya perse la sua compostezza e sussultò nel sentire il nome dell’uomo da lui tanto odiato, ma pensò che la forza del mezzo demone si basava sul gran numero di demoni che aveva assorbito dentro di sé.
“mia madre riuscì a crescermi anche da sola nonostante soffrisse per la mancanza di mio padre. Mi parlava ogni sera di lui” rivolse a Byakuya un sorriso malinconico “finché quando io raggiunsi i sei anni iniziai a manifestare la mia forma demoniaca involontariamente. Mio padre era un demone potente e mia madre mi spiegò che di conseguenza anche io emanavo una forte aura demoniaca.
Per permettermi di vivere serenamente realizzò questo per me” aprì il palmo per mostrargli il ciondolo “questo pendente realizzato, come mi hai detto quando ci siamo incontrati, da ossa di demone mi permetteva di trattenere la mia forma demoniaca.
Un anno dopo mia madre venne a conoscenza del fatto che Naraku intendeva uccidere anche lei per ottenere i suoi poteri spirituali.
Mi disse di non togliere mai questo pendente finché non fossi stata abbastanza grande da controllare la trasformazione e mi lasciò nel villaggio dove vivo ora, affidandomi ad Eiko cioè l’anziana sacerdotessa del villaggio. Neanche lei è a conoscenza della mia natura demoniaca..” sussurrò quest’ultima frase lasciando trapelare una grande tristezza.
Lei gli sorrise “mia madre mi aveva avvertito che la prima volta che il ciondolo fosse stato tolto non sarei stata capace di trattenere la mia vera natura e sarebbe stato molto doloroso, ma disse anche che in seguito sarei potuta riuscire a controllarmi con facilità”.
Lei rimase in attesa di una risposta da parte di lui che in seguito a tutte quelle scoperte non seppe cosa dire.
Il silenzio fu coperto da una domanda che Misato gli rivolse “tu sei.. un demone, giusto?”.
Byakuya sobbalzò “lo sapeva? Allora perché si è fidata così tanto di me fin dall’inizio? A questo punto non ha più senso negare. È tutta colpa di questo stupido dente di drago” gridò queste frasi nella sua mente.
“da quanto tempo te ne sei accorta?” si limitò a chiedere.
Lei sorrise, soddisfatta di aver indovinato “fin da quando ci siamo incontrati ho sentito provenire da te una leggera aura demoniaca ma non ci ho fatto molto caso.
Però quando ti ho visto combattere contro quel demone ho capito che stavi trattenendo il tuo potere demoniaco per evitare di farti scoprire da me. In quel momento mi sono ricordata di aver già visto il ciondolo che porti al collo molte volte, essendo i denti di drago usati per celare l’aura demoniaca oltre che a quella spirituale. I nostri pendenti svolgono all’incirca lo stesso compito”.
Lui sospirò rassegnato “a questo punto non ha più senso tenere questo oggetto del tutto inutile” ruppe con un semplice gesto la sua collana come aveva fatto il demone con quella di Misato sprigionando una grande aura demoniaca.
Lei gli sorrise ancora “come pensavo, sei un demone potente. In genere per i demoni minori il dente di grado è sufficiente a nasconderli. Ma avendo percepito lo stesso del potere demoniaco provenire da te nonostante lo stessi celando non può significare altro che la tua aura è troppo forte per essere trattenuta da esso.”
Si sentì soddisfatta per la sua spiegazione “allora i miei anni di studio non sono stati del tutto inutili” pensò sorridendo compiaciuta.
“Misato!” sentì qualcuno che la chiamava da lontano e si accorse che era la ragazza che prima le aveva chiesto di andare a lavare i kimono.
Misato fece un sospiro di sollievo pensando che era solo da pochi mesi che la ragazza stava studiando come sacerdotessa, quindi sicuramente non era ancora in grado di percepire l’aura demoniaca.
Decise però di stare più attenta in futuro nel caso in cui fosse venuta Eiko a chiamarla.
La ragazza le corse incontro guardandola maliziosamente quando si accorse della presenza del bell’uomo ma poi notò il cadavere del demone ed emise un urlo.
“Misato ma cosa ti è successo? Stai bene? Chi è quest’uomo?” nonostante non si conoscessero molto bene la giovane aveva già iniziato a tartassarla con delle domande.
“Yuko una domanda alla volta. Ero venuta a lavare i Kimono come mi avevi detto quando sono stata attaccata da quel demone” indicò il corpo morto insanguinato “ma fortunatamente mi sono imbattuta in quest’uomo” si avvinghiò al braccio di Byakuya che la guardò in leggero imbarazzo e lo tirò vicino a sé “che ha ucciso il demone, come puoi vedere”.
L’ascoltatrice sembrava più interessata al contatto fisico appena creato da Misato con il misterioso sconosciuto ché alla storia che le aveva appena raccontato.
“se potessi vi lascerei da soli ancora un po’ ma Eiko ti cerca” le sorrise maliziosamente guadagnandosi un’occhiataccia da Byakuya.
Intanto Misato per nascondere l’imbarazzo tentò di cambiare discorso “comunque quando il demone mi ha attaccata mi ha rotto parte del kimono, si trova nel secchio” prima che l’altra potesse chiederglielo aggiunse “non sono ferita, si sono solo rovinati i vestiti”.
Fece per andarsene ma prima sorrise a Byakuya “non ti ho ancora ringraziato per avermi salvato la vita quindi.. beh grazie” non sapeva bene come rivolgersi a lui davanti alla giovane sacerdotessa perciò si voltò di scatto e si allontanò.
L’altra si incamminò con lei ma prima rivolse un occhiata d’intesa al demone dell’illusione.

Angolo dell'autrice:
ciao a tutti e scusate il ritardo per l'uscita di questo capitolo ma ho avuto molti impegni e non ho potuto >.<
è la prima fanfiction che scrivo quindi spero vi stia piacendo, altrimenti siete liberi di darmi consigli.

grazie a tutti e al prossimo capitolo :*
  
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